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Il sole malato

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Messaggio Da Rafael Mer 8 Giu - 17:33

Vittorio ha un aspetto gradevole: incontrava. Ci tiene ancora a presentarsi come si deve. Ha i capelli che ricordano quelli del presidente Reagan: tinti e con le onde. Ha la pelle abbronzata: lampada o sole. appena si puo'.
Anche lui, e' un po' contraddittorio: ha ascoltato una condanna, ma non gli sembra inappellabile: "Avevo un bar-tabaccheria, a Milano, dietro l'albergo Principe e Savoia; bella clientela, venivano anche molti giornalisti.
"E' accaduto all'improvviso, due anni fa, di primavera. Una mattina di maggio mi sono svegliato e scottavo per la febbre.
Mi sono alzato per andare in bagno, ho vomitato, ho aperto il rubinetto, sono svenuto,e l'acqua andava , andava. Il mio amico che si chiama Mario, e' tanto bravo, abitava di sopra, nell'altana: si e' accorto di quel disastro, è corso ad aiutarmi.
"Mi ha portato dal professor M. uno che va per le spicce: "Avrai due mesi di vita" mi ha detto. "Regolati, fai quello che ti pare".
"Non so quello che mi e' venuto addossso. Mai avuto macchie,intanto. Ho fatto due polmoniti, certo, sono piu' debole di una volta. Ma non mi abbatto. Guai se non avessi Mario: stiamo insieme da venticinque anni, e' un ragazzo molto pulito. Ha venduto il locale e siamo andati in Puglia: stavo bene. Mi piacciono i campi, gli ulivi, l'aria di casa mia. Ma il mio paese e' troppo lontano. Mario diceva "cerchiamo una casetta a Cecina, in Toscana: sono posti molto belli, possiamo stare tranquilli" Mi attira anche il mare: ma mi mette dentro una certa tristezza. Specialmente l'urlo dei gabbiani.
"Ho bisogno di cure. Mario allora ha trovato una cascina da queste parti: il posto ha un nome buffo, Borgo Satollo. Molto quieto. Cammino, ho appetito. Adesso ho dei disturbi alla lingua , pensavo fosse colpa di una protesi. Invece no. Vengo qui e mi fanno gli esami.
"Io ho quarantotto anni, Mario quattro di meno: ci facciamo compagnia. Anche se non parlo, lui capisce. Spesso conta di piu' quello che non si dice.
"Questo virus non so come l'ho preso. Non uscivo con nessuno: o con nessuna. Andavo con uomini o con donne, preferibilmente con le signore. Niente puttane pero'.Capitava anche qualche amico Gay, lo debbo ammettere. E poi, riconoscerlo o incolparlo, perche'? Fatti miei.
"Dev'essere stato il brasiliano. Scuro, lucido, tanti riccioli; il nome non lo so piu'. Allegro, sfacciato. Fu lui che attacco': "Ciao bel morettino, mi dai un bacio?"
"Nel locale venivano tanti fotomodelli americani: tutti AIDS, tutti malati.
"Ho chiuso il bar, siamo saliti in macchina, e abbiamo fatto l'amore sulla strada, al buio. Io non ero uno che stava tanto a limonare, mi sbrigavo alla svelta. Subito, e via. Ma quella sera, forse e' andata troppo per le lunghe.
"Il giorno dopo mi ha telefonato un'amica: "Sai quello col quale sei andato..." Debbo ammetterlo. Lo penso con rancore: io mi sono comportato sempre bene. Mi ha fermato uno che forse, aveva diciotto anni:"Lasciami perdere ..."gli ho detto. Sono religioso, e ogni tanto prego. Come potrei rovinare dell'altra gente? Vendetta?: ma contro chi?
"Non ho rapporti con nessuno. Dico anche a Mario: "Vai a farti visitare ", ma lui non vuole sottoporsi a esami. Magari ha paura. Se uno sa, tutto cambia.
"Questo virus mi ha fatto passare le pene dell'inferno. In qualche momento, mi sento spacciato, e mi prende un'inquietudine, uno spavento che mi fanno piangere: tutto, attorno a me, diventa buio.
"Poi mi dico: "Che cosa ci vuoi fare? L'hai presa: e allora?"
"Ho perso mia madre quando avevo tre anni, e siamo in sei fratelli, tutti sposati. Mio padre e' arrivato a ottantasei anni: nessuno gli ha raccontato quello che mi e' successo; del resto a che servirebbe? Ho sempre lavorato, come una bestia. E ora eccomi qua. La giornata in reparto è triste: mattina dottori, infermieri, prelievi: lei crede che troveranno la cura?
"Vuol sapere se ho dei rimpianti? Che domanda, scusi. Ero un ragazzo stupendo, lo dico senza orgoglio, perche' è la verita'. Andavo a Portofino, con la signora Anna, in Sardegna col signor Giorgio, per le regate. Che eleganza, che vita. Hanno divorziato, peccato. Ma sono sempre gentili con me: si fanno vivi,il signor Giorgio dice: " Se c'è un rimedio, da qualunque parte, fammelo sapere, vado a cercarlo in capo al mondo".
"La signora Anna, lo so per certo, è diventata l'amante di un professore. Chi sa cosa ci trova.
"Quando ci penso, divento matto: per un cretino mi sono rovinato. Bisognerebbe sempre sapere con chi si va.
(...continua)
Rafael
Rafael

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