Il sole malato

Tutti cercano di difendersi, e rievocano i tristi fasti della sifilide. E’ il 1493. Sono tornate le caravelle di Cristoforo Colombo. Dalle terre sognate, l’ammiraglio porta con sé il tabacco, il granturco, le patate , i pomodori, perché, oltre l’oceano, vi sono “grandissime campagne coltivate, miele, moltissime specie di uccelli, e frutti diversissimi”.
Ma i naviganti non si godono poi tanto quei tesori e le gioie del trionfo: la febbre li debilita, la pelle pur provata dalla salsedine e dal sole, si squama, le ghiandole si gonfiano. Hanno addosso dei germi sconosciuti, un male che prenderà il nome da Sifilo, un pastorello dispettoso, nato dalla fantasia di un poeta, che ha provocato l’ira di Apollo, e il dio lo ha punito mettendogli nel sangue una buona dose di “spirocheta pallida”.
Qualcuno dice che quei batteri circolavano già in Europa, sia pure allo stato latente, ma i ragazzoni del capitano genovese, che hanno approfittato degli indigeni , maschi e femmine, nudi e innocenti, scambiando doni ed effusioni, provvedono a incrementarli.
Come per l’AIDS, la storia non si ripete ma si assomiglia, e nessuno vuole la responsabilità del disastro: per gli italiani le sifilide è il “mal francese”, per i francesi “la malattia di Napoli”, per i turchi la responsabilità del guaio è ovviamente dei cristiani.
Le analogie tra l’HIV e il Treponema pallidum non sono poche: nel secolo XV i veicoli erano la guerra, le esplorazioni ed il commercio; oggi il turismo, orientato magari verso i “paradisi del piacere”, come Haiti, allegro rifugio dei gay, offre tante occasioni, e anche le emigrazioni di molta gente di colore che va a cercare un’esistenza migliore.
C’è sempre di mezzo il traviamento e la debolezza della carne; ma nel Rinascimento nessuno considerava la lue una punizione divina: il godimento, la voluttà avevano qualche volta un prezzo assai alto, e tutti lo dovevano pagare. Girolamo Fracastoro, medico di Verona, nel 1546 aveva descritto come avveniva il fattaccio: ”E’ necessario che due corpi si riscaldino insieme, come avviene nel coito”.
In meno di vent’anni, venticinque milioni di europei furono coinvolti in questa avventura, che non rispettava né i ruoli né le classi sociali.
A Londra chiusero i bagni pubblici, che erano diventati dei veri e propri casini, a Venezia, meno ipocriti, sbarrarono le porte degli espliciti bordelli, a Aberdeen, in Scozia, il consiglio municipale propose di marchiare sulle guance e con ferro rovente le “donne leggere” sorprese nell’esercizio della loro sempre apprezzata professione. Come si vede, ci risiamo.
(continua...)