2009, Marzo 16- Approccio naturale per vaccino HIV
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2009, Marzo 16- Approccio naturale per vaccino HIV
Per 25 anni i ricercatori hanno cercato e fallito nello sviluppare un vaccino HIV, prima focalizzandosi su un piccolo numero di "super anticorpi" costruiti per sconfiggere il virus prima che prendesse piede. Finora questi magici proiettili di anticorpi si sono rivelati impossibili da produrre nella gente.
Ora secondo una ricerca pubblicata su Nature, scienziati del Rockefeller University hanno tentato un nuovo approccio. Hanno identificato un diverso gruppo di anticorpi in pazienti "slow progressing" in cui un lavoro coordinato mette a terra il virus come fanno i loro cugini superanticorpi che combattono da soli.
Studiando la dinamica della risposta immunitaria natuturale di questi pazienti eccezionali, la ricerca condotta da Michael C. Nussenzweig , professore e capo del Laboratorio di Immunologia Molecolare, indica che un vaccino HIV efficace puo' provenire da un approccio che usa una ampia gamma di anticorpi naturali piuttosto che un anticorpo costruito.
"Volevamo cercare qualcosa di differente, cosi' abbiamo cercato di riprodurre quello che c'e´nel paziente. E quello che c'e´nel paziente sono molti differenti anticorpi che individualmente hanno limitate capacita' di neutralizzazione ma insieme sono piuttosto potenti" dice Nussenzweig, che e' anche investigatore del Howard Hughes Medical Institute .
I ceppi di HIV mutano rapidamente, rendendoli avversari furbi per il sistema immunitario. Ma un elemento e' condiviso quasi universalmente da tutti i differenti ceppi - una proteina dell'involucro del virus chiamata gp140 che l'HIV necessita per infettare le cellule immunitarie. Una precedente ricerca ha dimostrato che quattro anticorpi costruiti a caso che bloccano quella proteina impediscono al virus di infettare le cellule immunitarie in coltura, ma tutti i tentativi di indurre il corpo a produrre quei quattro sono falliti.
Cosi' Johannes Scheid, uno studente del laboratorio di Nussenzweig, ha poreatao la sua attenzione sugli anticorpi prodotti da sei persone infettate dall'HIV i cui sistemi immunitari facevano un'eccezionale forte lotta. I pazienti rappresentano il 10, 20% dei pazienti sieropositivi che sono capaci di controllare il virus e progrediscono molto lentamente verso la malattia. Le loro cellule immunitarie di memoria B producono alti livelli di anticorpi antivirus, ma finora, i ricercatori sanno poco circa gli anticorpi e su quanto siano efficaci.
Con l'aiuto del Rockefeller Center for Clinical and Translational Science i ricercatori hanno isolato 433 anticorpi dal sangue di questi individui che specificamente bersagliavano la proteina dell'involucro. Hanno clonato gli anticorpi e prodotti in massa, mappato che parte dell'involucro ciascuno aveva come bersaglio, e misurato quanto era efficace ognuno a neutralizzare il virus. Nel processo, ha identificato una nuova struttura nella proteina dell'involucro - chiamata gp120 core - che non era mai stata riconosciuta come potenziale obiettivo per gli anticorpi.
Il lavoro di Scheid dimostra che e' comune per questi anticorpi avere attivita' neutralizzante, dice Nussenzweig. Ma il solo anticorpo ha una capacita' limitata di combattere il virus "Individualmente non sono cosi' forti come i famosi quattro"dice Nussenzweig , riferendosi all'alto profilo dei super anticorpi su cui sono stati basati numerosi tentativi di vaccino. Ma in alte concentrazioni, una combinazione di anticorpi clonati da pazienti sembra agire come una squadra per abbattere il virus in colture cellulari. Questi anticorpi naturali sono stati cosi' capaci di riconoscere una varieta' di ceppi HIV, indicando che la loro diversita' puo' essere un vantaggio su un singolo super anticorpo che si focalizza su una sola parte del virus che puo' mutare.
Ora secondo una ricerca pubblicata su Nature, scienziati del Rockefeller University hanno tentato un nuovo approccio. Hanno identificato un diverso gruppo di anticorpi in pazienti "slow progressing" in cui un lavoro coordinato mette a terra il virus come fanno i loro cugini superanticorpi che combattono da soli.
Studiando la dinamica della risposta immunitaria natuturale di questi pazienti eccezionali, la ricerca condotta da Michael C. Nussenzweig , professore e capo del Laboratorio di Immunologia Molecolare, indica che un vaccino HIV efficace puo' provenire da un approccio che usa una ampia gamma di anticorpi naturali piuttosto che un anticorpo costruito.
"Volevamo cercare qualcosa di differente, cosi' abbiamo cercato di riprodurre quello che c'e´nel paziente. E quello che c'e´nel paziente sono molti differenti anticorpi che individualmente hanno limitate capacita' di neutralizzazione ma insieme sono piuttosto potenti" dice Nussenzweig, che e' anche investigatore del Howard Hughes Medical Institute .
I ceppi di HIV mutano rapidamente, rendendoli avversari furbi per il sistema immunitario. Ma un elemento e' condiviso quasi universalmente da tutti i differenti ceppi - una proteina dell'involucro del virus chiamata gp140 che l'HIV necessita per infettare le cellule immunitarie. Una precedente ricerca ha dimostrato che quattro anticorpi costruiti a caso che bloccano quella proteina impediscono al virus di infettare le cellule immunitarie in coltura, ma tutti i tentativi di indurre il corpo a produrre quei quattro sono falliti.
Cosi' Johannes Scheid, uno studente del laboratorio di Nussenzweig, ha poreatao la sua attenzione sugli anticorpi prodotti da sei persone infettate dall'HIV i cui sistemi immunitari facevano un'eccezionale forte lotta. I pazienti rappresentano il 10, 20% dei pazienti sieropositivi che sono capaci di controllare il virus e progrediscono molto lentamente verso la malattia. Le loro cellule immunitarie di memoria B producono alti livelli di anticorpi antivirus, ma finora, i ricercatori sanno poco circa gli anticorpi e su quanto siano efficaci.
Con l'aiuto del Rockefeller Center for Clinical and Translational Science i ricercatori hanno isolato 433 anticorpi dal sangue di questi individui che specificamente bersagliavano la proteina dell'involucro. Hanno clonato gli anticorpi e prodotti in massa, mappato che parte dell'involucro ciascuno aveva come bersaglio, e misurato quanto era efficace ognuno a neutralizzare il virus. Nel processo, ha identificato una nuova struttura nella proteina dell'involucro - chiamata gp120 core - che non era mai stata riconosciuta come potenziale obiettivo per gli anticorpi.
Il lavoro di Scheid dimostra che e' comune per questi anticorpi avere attivita' neutralizzante, dice Nussenzweig. Ma il solo anticorpo ha una capacita' limitata di combattere il virus "Individualmente non sono cosi' forti come i famosi quattro"dice Nussenzweig , riferendosi all'alto profilo dei super anticorpi su cui sono stati basati numerosi tentativi di vaccino. Ma in alte concentrazioni, una combinazione di anticorpi clonati da pazienti sembra agire come una squadra per abbattere il virus in colture cellulari. Questi anticorpi naturali sono stati cosi' capaci di riconoscere una varieta' di ceppi HIV, indicando che la loro diversita' puo' essere un vantaggio su un singolo super anticorpo che si focalizza su una sola parte del virus che puo' mutare.
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