Piemonte: HIV in aumento, in provincia manca l’ambulatorio “discreto”
Piemonte: HIV in aumento, in provincia manca l’ambulatorio “discreto”
La nostra provincia non ha un centro per le malattie sessualmente trasmissibili.
I preservativi lasciati nel cestone sul bancone del pub sono andati a ruba. Si spera che i giovani che hanno letteralmente fatto incetta di condom (300 “consumati” in poche ore) ne facciano buon uso. In occasione della giornata mondiale contro l’AIDS il movimento Alessandria Bene Comune ha pensato di fare informazione e prevenzione – e ricordare la malattia che fa ancora vittime ma è stata un po’ dimenticata – regalando preservativi nei locali pubblici. “Non volevamo fare la paternale ai ragazzi”, spiega Mauro Buzzi, “Perciò ci siamo limitati ad un volantino e ai condom gratis. Sotto le feste ripeteremo l’iniziativa parallelamente all’etilotest”. Come dire, fare l’amore da sobri, oltre che molto più divertente, è anche meno rischioso.
Il 1 dicembre cadeva la giornata mondiale contro l’AIDS, ma la provincia di Alessandria non se n’è accorta, a parte alcune lodevoli iniziative. Forse perché proprio il nostro territorio è uno dei pochi in Piemonte a non avere un centro per le malattie sessualmente trasmissibili? Il più vicino è ad Asti, libero e gratuito, anonimo e utile. Altrimenti bisogna farsi fare l’impegnativa del medico di famiglia. Non proprio il massimo della privacy per diagnosi e cure.
“Deve essere stato un problema organizzativo e di contenimento dei costi”, ipotizza Vittorio De Micheli, epidemiologo, il quale ricorda che anche se non si parla più di HIV e di AIDS, il virus c’è ed è cambiato negli anni. Non è più il male degli omosessuali, ma sempre più sono gli etero contagiati. 5 mila casi all’anno, in aumento tra gli “etero” maschi molto adulti. Il motivo? L’abitudine sempre più diffusa della promiscuità sessuale il cambio di partner. Ma in Europa non si muore più, è possibile conviverci per molti anni, grazie a cure costosissime, gratuite. “Le terapie antiretrovirali scoperte negli anni ‘90 costano alla Regione Piemonte 700 euro al mese, a paziente”. 8 mila euro all’anno, moltiplicato i casi accertati in regione (7 mila) fanno quasi 60 milioni di euro per curare l’AIDS. “Ci sono 300 nuovi casi di HIV ogni anno in Piemonte, 100 dei quali purtroppo arrivano troppo tardi per la terapia”. La morte per loro sarà inevitabile.
Se nel mondo civilizzato si può convivere decentemente con la malattia, in Africa, di AIDS si muore eccome. Intere generazioni sono spazzate via dal male “dei bianchi” per la difficoltà di reperire farmaci e la scarsa informazione. La fotografa Mara Mayer quest’anno ha realizzato un libro fotografico a favore dei bambini orfani o abbandonati dai genitori sieropositivi di un villaggio Kenya, presentato proprio il 1 dicembre. “Positivi” (il titolo non è casuale) è un viaggio di immagini, suggestioni ed informazioni, attraverso il Continente Nero: “Se ne parla sempre troppo poco”, dice, “la gente sottovaluta il problema, se ne parla poco per ideologia o falso pudore”. In Rai sarebbe addirittura passata una circolare per vietare la parola “preservativo” e simili, nelle trasmissioni, durante la giornata mondiale dell’AIDS. Il neoministro alessandrino della Sanità, Renato Balduzzi dovrà rispondere ad una interrogazione parlamentare sulla faccenda.
Il libro è stato stampato in mille copie e viene venduto al costo di 15 euro alla libreria Cibrario di Acqui. Contiene testimonianze di sieropositivi, contributi di medici specialisti, volontari, ma soprattutto i volti innocenti dei bambini, vittime inconsapevoli dell’epidemia. È già stato presentato ad Acqui Terme ed in alcune scuole della provincia, dove si è potuto parlare di sesso, prevenzione ed attenzione. Non c’è solo l’HIV: “Negli ultimi tre anni sono aumentati anche i casi di sifilide e gonorrea”, conclude De Micheli.
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I preservativi lasciati nel cestone sul bancone del pub sono andati a ruba. Si spera che i giovani che hanno letteralmente fatto incetta di condom (300 “consumati” in poche ore) ne facciano buon uso. In occasione della giornata mondiale contro l’AIDS il movimento Alessandria Bene Comune ha pensato di fare informazione e prevenzione – e ricordare la malattia che fa ancora vittime ma è stata un po’ dimenticata – regalando preservativi nei locali pubblici. “Non volevamo fare la paternale ai ragazzi”, spiega Mauro Buzzi, “Perciò ci siamo limitati ad un volantino e ai condom gratis. Sotto le feste ripeteremo l’iniziativa parallelamente all’etilotest”. Come dire, fare l’amore da sobri, oltre che molto più divertente, è anche meno rischioso.
Il 1 dicembre cadeva la giornata mondiale contro l’AIDS, ma la provincia di Alessandria non se n’è accorta, a parte alcune lodevoli iniziative. Forse perché proprio il nostro territorio è uno dei pochi in Piemonte a non avere un centro per le malattie sessualmente trasmissibili? Il più vicino è ad Asti, libero e gratuito, anonimo e utile. Altrimenti bisogna farsi fare l’impegnativa del medico di famiglia. Non proprio il massimo della privacy per diagnosi e cure.
“Deve essere stato un problema organizzativo e di contenimento dei costi”, ipotizza Vittorio De Micheli, epidemiologo, il quale ricorda che anche se non si parla più di HIV e di AIDS, il virus c’è ed è cambiato negli anni. Non è più il male degli omosessuali, ma sempre più sono gli etero contagiati. 5 mila casi all’anno, in aumento tra gli “etero” maschi molto adulti. Il motivo? L’abitudine sempre più diffusa della promiscuità sessuale il cambio di partner. Ma in Europa non si muore più, è possibile conviverci per molti anni, grazie a cure costosissime, gratuite. “Le terapie antiretrovirali scoperte negli anni ‘90 costano alla Regione Piemonte 700 euro al mese, a paziente”. 8 mila euro all’anno, moltiplicato i casi accertati in regione (7 mila) fanno quasi 60 milioni di euro per curare l’AIDS. “Ci sono 300 nuovi casi di HIV ogni anno in Piemonte, 100 dei quali purtroppo arrivano troppo tardi per la terapia”. La morte per loro sarà inevitabile.
Se nel mondo civilizzato si può convivere decentemente con la malattia, in Africa, di AIDS si muore eccome. Intere generazioni sono spazzate via dal male “dei bianchi” per la difficoltà di reperire farmaci e la scarsa informazione. La fotografa Mara Mayer quest’anno ha realizzato un libro fotografico a favore dei bambini orfani o abbandonati dai genitori sieropositivi di un villaggio Kenya, presentato proprio il 1 dicembre. “Positivi” (il titolo non è casuale) è un viaggio di immagini, suggestioni ed informazioni, attraverso il Continente Nero: “Se ne parla sempre troppo poco”, dice, “la gente sottovaluta il problema, se ne parla poco per ideologia o falso pudore”. In Rai sarebbe addirittura passata una circolare per vietare la parola “preservativo” e simili, nelle trasmissioni, durante la giornata mondiale dell’AIDS. Il neoministro alessandrino della Sanità, Renato Balduzzi dovrà rispondere ad una interrogazione parlamentare sulla faccenda.
Il libro è stato stampato in mille copie e viene venduto al costo di 15 euro alla libreria Cibrario di Acqui. Contiene testimonianze di sieropositivi, contributi di medici specialisti, volontari, ma soprattutto i volti innocenti dei bambini, vittime inconsapevoli dell’epidemia. È già stato presentato ad Acqui Terme ed in alcune scuole della provincia, dove si è potuto parlare di sesso, prevenzione ed attenzione. Non c’è solo l’HIV: “Negli ultimi tre anni sono aumentati anche i casi di sifilide e gonorrea”, conclude De Micheli.
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