Controllo dell'HIV nel cervello

May 20,2010- Seguendo i pazienti sieropositivi che sono stati in terapia antiretrovirale (ART) per molti anni, i ricercatori sono stati ad osservare che alcuni di questi pazienti manifestano segni di accelerato invecchiamento, includendo un aumentato rischio di malattie cardiache, alcuni tipi di cancro, malattie epatiche, e possibilita' di demenza. Dal momento che pazienti sieropositivi sono in trattamento da piu' lungo tempo, ricercatori non sono stati sicuri se questo processo di invecchiamento prematuro sia il risultato di una risposta immunitaria del corpo al virus o e' l'effetto collaterale del trattamento.
Il collaboratore di amfAR Dr Steven Deeks dell'Universita' di San Francisco, California recentemente si e' dedicato a questa domanda esaminando il virus e l'attivazione immunitaria nel sistema nervoso centrale- un'area che non e' stata ben studiata a tutt'oggi.

Come parte del suo studio, il Dr. Deeks e i suoi colleghi ha osservato un piccolo ma significativo gruppo di sieropositivi : elite controllers. Questo gruppo e' una rara specie di sieropositivi - meno dell'uno per cento- che mantiene i livelli di virus sotto i limiti di rilevamento, secondo i tests standards, senza ART.

Deeks e altri hanno precedentemente dimostrato che la vasta maggioranza di elite controllers hanno prova di attivazione immunitaria nel sangue, come pure i segni di prematura malattia cardiaca, che alcuni pensano sia causata da tale attivazione. Questo ha fatto sorgere la possibilita' che l'attivazione immunitaria che avviene nonostante una crescita virale molto bassa potrebbe anche stare danneggiando il cervello.
Scrivendo sulla pubblicazione di Aprile del giornale AIDS, Deeks e colleghi dell'UCSF e John Hopkins hanno analizzato il liquido cerebrospinale (CSF) che bagna il cervello e il midollo spinale, di otto elite controllers. Questi individui avevano una durata di infezione conosciuta media di 17 anni. Deeks ha comparato il liquido cerebro spinale di questi otto elite controllers con il CSF di altri tre gruppi: persone sieronegative; sieropositivi non trattati con virus rilevabile; e sieropositivi trattati con successo con ART. Lui ed i suoi colleghi ha verificato le cariche virali e tre markers di infiammazione e attivazione immunitaria -neopterina, MCP-1, e IP-10 - che caratterizzano la demenza e altri disturbi neurologici nell stabilirsi dell'HIV.

Specchiandosi in quello che si e' visto in questi gruppi, nessun virus era rilevabile secondo i tests standards nel CSF degli elite controllers e nei sieropositivi trattati con successo con ART. Dall'altro lato, mentre i livelli di tutti e tre i markers dell'attivazione erano simili fra gli elite controllers, i sieropositivi che erano stati trattati con successo con ART, ed i sieropositivi, erano piu' alti nei sieropositivi non in ART.

Questa informazione e' importante perche' una forte risposta immunitaria che colpisca l'HIV e' spesso associata con il controllo del virus. Ma tale attivazione immunitaria cronica e' stata anche collegata a complicazioni metaboliche, che includono un'accelerata osteoporosi e malattie cardiache. Le scoperte di Deeks e associati indicano che sia gli elite controllers che quelli in ART non sono ad alto rischio per lo sviluppo di danno neurologico correlato all'HIV. Ulteriori studi con gli elite e long-term nonprogressors potrebbero offrire un'opportunita' di intervenire con terapie mirate non a controllare il virus ma a temperare i deleteri aspetti dell'attivazione immunitaria cronica che il virus elicita.

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una forte risposta immunitaria che colpisca l'HIV e' spesso associata con il controllo del virus. Ma tale attivazione immunitaria cronica e' stata anche collegata a complicazioni metaboliche, che includono un'accelerata osteoporosi e malattie cardiache

Molto interessante..
come dire che anche gli elite non se la passano tanto bene..

Un po per via del cellulare, un po perche sono un po dura di comprendonio io...chiedo un chiarimento: il rischio è maggiore nei pazienti in terapia o è uguale per tutti? Io sono in terapia dal 2004 e gia 2 anni fa a Modena mi diagnosticarono un principio di osteoporosi...la cosa allora è molto rapida...devo aspettarmi fin da ora anche problemi cardiaci?

No, Scricciolo,il rischio di malattie cardiache (come del resto quello di osteoporosi) esiste per tutti, ma non necessariamente devi avere problemi cardiaci (anche se hai l'osteoporosi). Per intenderci, tutti quelli che vanno ad alta velocita' in auto rischiano di fare un incidente, ma non necessariamente tutti quelli che vanno velocemente AVRANNO l'incidente.
C'e´inoltre la possibilita' di ridurre questi rischi, conducendo una vita sana: non fumando, facendo un'alimentazione con pochi grassi e a ridotto contenuto di sale, e facendo sport (che, per inciso, aiuterebbe molto anche la tua osteoporosi).
Ciao, Raf