Infezione da HIV e AIDS
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Infezione da HIV e AIDS
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Infezione da HIV e AIDS
di Pierpaolo Mauro
Sono ormai passati 30 anni dalla identificazione dei primi casi di AIDS, avvenuta nella primavera del 1981. Da allora, HIV – il virus causa dell’AIDS - ha continuato a diffondersi, determinando un’epidemia di dimensioni globali.
In Italia sono attualmente presenti 170.000-180.000 persone HIV positive, di cui circa 22.000 con AIDS conclamata. Un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto.
Rispetto a venti anni fa, oggi si infetta un minor numero di persone (circa 4.000 all’anno), ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi per effetto delle nuove terapie; inoltre, la principale via di trasmissione è rappresentata dai contatti sessuali non protetti, che tuttavia non vengono sufficientemente percepiti come a rischio, in particolare dalle persone di età matura.
L’AIDS è la malattia provocata dal virus dell'immunodeficienza umana (HIV). Il virus distrugge progressivamente i linfociti T, componenti importanti del sistema immunitario, rendendo l'organismo suscettibile all'attacco di molti microrganismi. La comparsa, nella fase più avanzata, di complicanze dovute ad altre infezioni, definisce lo sviluppo dell'AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) conclamato. L'HIV si contrae attraverso il sangue, lo sperma e le secrezioni vaginali e viene quindi trasmesso attraverso i rapporti sessuali, sia omosessuali e sia eterosessuali. Non sempre l'esposizione al virus dell'HIV determina l'infezione ma, in genere, contatti prolungati e duraturi ne aumentano la probabilità. I bambini possono contrarre l'infezione da una madre sieropositiva durante il periodo fetale, al momento del parto e in quello dell'allattamento. Le trasfusioni di sangue e la somministrazione di suoi derivati infetti possono trasmettere la malattia, ma attualmente il rischio è stato drasticamente ridotto tramite l'uso di procedure di verifica su tutti i campioni e al trattamento con processi virucidici sui prodotti emoderivati. Vanno anche ricordati i rischi derivanti dall'uso di materiale medico-dentistico non sterilizzato e dal contatto del personale sanitario o di laboratorio con campioni infetti.
Dopo aver contratto il virus (anche 10-12 anni), la persona inizia a sviluppare i sintomi caratteristici dell'infezione da HIV: aumento di volume dei linfonodi, perdita di peso, senso di affaticamento, diarrea, febbre e sudori notturni. Tuttavia, in molti soggetti l'infezione è quasi asintomatica. La diagnosi della malattia si esegue con la ricerca degli anticorpi contro il virus HIV, utilizzando il test ELISA. Se il risultato risulta positivo, deve essere eseguito un test più sofisticato, il Western Blot, in grado di avvalorare in modo definitivo la diagnosi. Entrambi i test spesso non sono positivi prima di due mesi dall'infezione (periodo finestra).
La cura dell'infezione da HIV consiste nell’impedire la riproduzione dei virus, ma purtroppo nessun farmaco attuale è in grado di eliminare l'infezione. Semplicemente i farmaci mantengono sotto controllo il virus e rallentano lo sviluppo dell’AIDS, anche per molto tempo. Possono anche essere eseguiti trattamenti antibiotici e antimicotici per la prevenzione delle infezioni. Essendo scarsamente effice la terapia, diventa di fondamentale importanza la prevenzione della malattia.
Nella trasmissione per via sessuale, il mezzo più sicuro è l’utilizzo del preservativo. Per evitare il contagio per via ematica, non utilizzare siringhe, aghi, lamette già usati da altri. Se possibile richiedere l’autotrasfusione negli interventi chirurgici programmati. Controllare sempre che strumenti taglienti ad uso dentistico o per tatuaggi e piercing, per pedicure e manicure siano sterili.
25/3/2011
Infezione da HIV e AIDS
di Pierpaolo Mauro
Sono ormai passati 30 anni dalla identificazione dei primi casi di AIDS, avvenuta nella primavera del 1981. Da allora, HIV – il virus causa dell’AIDS - ha continuato a diffondersi, determinando un’epidemia di dimensioni globali.
In Italia sono attualmente presenti 170.000-180.000 persone HIV positive, di cui circa 22.000 con AIDS conclamata. Un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto.
Rispetto a venti anni fa, oggi si infetta un minor numero di persone (circa 4.000 all’anno), ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi per effetto delle nuove terapie; inoltre, la principale via di trasmissione è rappresentata dai contatti sessuali non protetti, che tuttavia non vengono sufficientemente percepiti come a rischio, in particolare dalle persone di età matura.
L’AIDS è la malattia provocata dal virus dell'immunodeficienza umana (HIV). Il virus distrugge progressivamente i linfociti T, componenti importanti del sistema immunitario, rendendo l'organismo suscettibile all'attacco di molti microrganismi. La comparsa, nella fase più avanzata, di complicanze dovute ad altre infezioni, definisce lo sviluppo dell'AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) conclamato. L'HIV si contrae attraverso il sangue, lo sperma e le secrezioni vaginali e viene quindi trasmesso attraverso i rapporti sessuali, sia omosessuali e sia eterosessuali. Non sempre l'esposizione al virus dell'HIV determina l'infezione ma, in genere, contatti prolungati e duraturi ne aumentano la probabilità. I bambini possono contrarre l'infezione da una madre sieropositiva durante il periodo fetale, al momento del parto e in quello dell'allattamento. Le trasfusioni di sangue e la somministrazione di suoi derivati infetti possono trasmettere la malattia, ma attualmente il rischio è stato drasticamente ridotto tramite l'uso di procedure di verifica su tutti i campioni e al trattamento con processi virucidici sui prodotti emoderivati. Vanno anche ricordati i rischi derivanti dall'uso di materiale medico-dentistico non sterilizzato e dal contatto del personale sanitario o di laboratorio con campioni infetti.
Dopo aver contratto il virus (anche 10-12 anni), la persona inizia a sviluppare i sintomi caratteristici dell'infezione da HIV: aumento di volume dei linfonodi, perdita di peso, senso di affaticamento, diarrea, febbre e sudori notturni. Tuttavia, in molti soggetti l'infezione è quasi asintomatica. La diagnosi della malattia si esegue con la ricerca degli anticorpi contro il virus HIV, utilizzando il test ELISA. Se il risultato risulta positivo, deve essere eseguito un test più sofisticato, il Western Blot, in grado di avvalorare in modo definitivo la diagnosi. Entrambi i test spesso non sono positivi prima di due mesi dall'infezione (periodo finestra).
La cura dell'infezione da HIV consiste nell’impedire la riproduzione dei virus, ma purtroppo nessun farmaco attuale è in grado di eliminare l'infezione. Semplicemente i farmaci mantengono sotto controllo il virus e rallentano lo sviluppo dell’AIDS, anche per molto tempo. Possono anche essere eseguiti trattamenti antibiotici e antimicotici per la prevenzione delle infezioni. Essendo scarsamente effice la terapia, diventa di fondamentale importanza la prevenzione della malattia.
Nella trasmissione per via sessuale, il mezzo più sicuro è l’utilizzo del preservativo. Per evitare il contagio per via ematica, non utilizzare siringhe, aghi, lamette già usati da altri. Se possibile richiedere l’autotrasfusione negli interventi chirurgici programmati. Controllare sempre che strumenti taglienti ad uso dentistico o per tatuaggi e piercing, per pedicure e manicure siano sterili.
25/3/2011
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