Elite soppressori chi sono?
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Elite soppressori chi sono?
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Elite soppressori chi sono?
Sieropositivi, ma immuni all’AIDS
18 marzo 2011
tags: élite soppressori, HAART, HIV
di Eugenio Melotti
Rari individui HIV-positivi gettano luce su come il corpo potrebbe contrastare l’infezione
SALUTE – Sebbene l’infezione da HIV non trattata alla fine porti a una immunodeficienza acquisita (AIDS), un piccolo gruppo di persone sieropositive, chiamate élite soppressori (lo 0,5 per cento di tutti gli individui affetti da HIV), sono in grado di controllare naturalmente l’infezione in assenza di una terapia antiretrovirale, o HAART. Questa capacità potrebbe essere la chiave per la messa a punto di un vaccino efficace.La conferma dell’esistenza di individui immuni all’AIDS risale al 2008, quando virologi della Johns Hopkins dimostrarono che questa capacità deriva effettivamente dall’insolita resistenza del loro sistema immunitario, e non da eventuali difetti nel ceppo di HIV che li aveva infettati. La prova definitiva venne dallo studio di una coppia di afroamericani di Baltimora, in cui la moglie era stata infettata dal marito tossicodipendente attraverso rapporti sessuali.
Le analisi genetiche dimostrarono che i coniugi erano infettati dallo stesso ceppo di virus. A differenza del marito, però, costretto ad assumere potenti cocktail di farmaci, la moglie è rimasta asintomatica nel corso degli anni: presenta una conta virale costantemente al di sotto delle 50 copie per millilitro cubico di sangue e non ha richiesto alcun trattamento farmacologico per tenere sotto controllo l’infezione.
Gli élite soppressori del virus sono clinicamente quasi indistinguibili dai nuovi casi della malattia, con cui condividono basse concentrazioni nel sangue di anticorpi anti-HIV. Rare variazioni genetiche rendono il loro sistema immunitario così forte da produrre concentrazioni più basse di anticorpi anti-HIV quando il virus viene eliminato, come se fossero sottoposti a terapia antiretrovirale. In particolare, i loro linfociti T killer, il sottogruppo di globuli bianchi che uccidono le cellule infettate dal virus, sono più efficaci.
Inoltre, come hanno scoperto ricercatori della School of Medicine dell’Università della Pennsylvania in uno studio pubblicato su PLoS Pathogens, i livelli di HIV integrato in cellule del sistema immunitario sono molto più bassi negli élite soppressori rispetto alle persone affette da HIV trattate con HAART. L’integrazione è un passaggio decisivo nel ciclo vitale dell’HIV: gli consente di inserire il proprio genoma a RNA, convertito in DNA, nei cromosomi dei linfociti T helper. Questi globuli bianchi diventano metabolicamente meno attivi, mostrano resistenza alle terapie antiretrovirali e persistono nell’ospite, formando un pericoloso serbatoio latente.
Il prossimo passo sarà capire perché il serbatoio di HIV è inferiore negli élite soppressori rispetto ai sieropositivi trattati con HAART. Per cominciare, sostengono i ricercatori, sarebbe interessante vedere se il livello di integrazione continuerebbe ad essere così basso trattando gli élite soppressori con HAART. La speranza è che nuove vaccinazioni terapeutiche, finalizzate a generare linfociti T killer simili a quelli degli élite soppressori, possano risultare efficaci contro i serbatoi resistenti ai trattamenti.
Elite soppressori chi sono?
Sieropositivi, ma immuni all’AIDS
18 marzo 2011
tags: élite soppressori, HAART, HIV
di Eugenio Melotti
Rari individui HIV-positivi gettano luce su come il corpo potrebbe contrastare l’infezione
SALUTE – Sebbene l’infezione da HIV non trattata alla fine porti a una immunodeficienza acquisita (AIDS), un piccolo gruppo di persone sieropositive, chiamate élite soppressori (lo 0,5 per cento di tutti gli individui affetti da HIV), sono in grado di controllare naturalmente l’infezione in assenza di una terapia antiretrovirale, o HAART. Questa capacità potrebbe essere la chiave per la messa a punto di un vaccino efficace.La conferma dell’esistenza di individui immuni all’AIDS risale al 2008, quando virologi della Johns Hopkins dimostrarono che questa capacità deriva effettivamente dall’insolita resistenza del loro sistema immunitario, e non da eventuali difetti nel ceppo di HIV che li aveva infettati. La prova definitiva venne dallo studio di una coppia di afroamericani di Baltimora, in cui la moglie era stata infettata dal marito tossicodipendente attraverso rapporti sessuali.
Le analisi genetiche dimostrarono che i coniugi erano infettati dallo stesso ceppo di virus. A differenza del marito, però, costretto ad assumere potenti cocktail di farmaci, la moglie è rimasta asintomatica nel corso degli anni: presenta una conta virale costantemente al di sotto delle 50 copie per millilitro cubico di sangue e non ha richiesto alcun trattamento farmacologico per tenere sotto controllo l’infezione.
Gli élite soppressori del virus sono clinicamente quasi indistinguibili dai nuovi casi della malattia, con cui condividono basse concentrazioni nel sangue di anticorpi anti-HIV. Rare variazioni genetiche rendono il loro sistema immunitario così forte da produrre concentrazioni più basse di anticorpi anti-HIV quando il virus viene eliminato, come se fossero sottoposti a terapia antiretrovirale. In particolare, i loro linfociti T killer, il sottogruppo di globuli bianchi che uccidono le cellule infettate dal virus, sono più efficaci.
Inoltre, come hanno scoperto ricercatori della School of Medicine dell’Università della Pennsylvania in uno studio pubblicato su PLoS Pathogens, i livelli di HIV integrato in cellule del sistema immunitario sono molto più bassi negli élite soppressori rispetto alle persone affette da HIV trattate con HAART. L’integrazione è un passaggio decisivo nel ciclo vitale dell’HIV: gli consente di inserire il proprio genoma a RNA, convertito in DNA, nei cromosomi dei linfociti T helper. Questi globuli bianchi diventano metabolicamente meno attivi, mostrano resistenza alle terapie antiretrovirali e persistono nell’ospite, formando un pericoloso serbatoio latente.
Il prossimo passo sarà capire perché il serbatoio di HIV è inferiore negli élite soppressori rispetto ai sieropositivi trattati con HAART. Per cominciare, sostengono i ricercatori, sarebbe interessante vedere se il livello di integrazione continuerebbe ad essere così basso trattando gli élite soppressori con HAART. La speranza è che nuove vaccinazioni terapeutiche, finalizzate a generare linfociti T killer simili a quelli degli élite soppressori, possano risultare efficaci contro i serbatoi resistenti ai trattamenti.
Gex- Admin
- Messaggi : 2565
Data d'iscrizione : 20.12.10
Re: Elite soppressori chi sono?
Per molti mesi la mia carica virale e' stata sui 1000, e il mio medico ha detto che era molto bassa, potrei essere un elita suppressore anch'io?
Forse la domanda e' un po' banale, ma mi e' stato detto che il mio corpo controlla l'infezione molto bene.
Grazie
Forse la domanda e' un po' banale, ma mi e' stato detto che il mio corpo controlla l'infezione molto bene.
Grazie
frankye- Messaggi : 203
Data d'iscrizione : 19.02.11
Re: Elite soppressori chi sono?
Presumo che tu non sia in terapia. Cmq no, per essere un elite la carica deve essere non rilevabile come se prendessi i farmaci.
Gex- Admin
- Messaggi : 2565
Data d'iscrizione : 20.12.10
Re: Elite soppressori chi sono?
Gex ha scritto:Presumo che tu non sia in terapia. Cmq no, per essere un elite la carica deve essere non rilevabile come se prendessi i farmaci.
Grazie Gex, e io che ero convinto di essere un elite?
frankye- Messaggi : 203
Data d'iscrizione : 19.02.11
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