2008, May 23- Farmaco HIV potenziato da nanoparticelle d'oro
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2008, May 23- Farmaco HIV potenziato da nanoparticelle d'oro
Un farmaco HIV ottiene una seconda chance con aggiunta di nanoparticelle d'oro.
Ricercatori dell'Universita' di Stato del Nord Carolina hanno scoperto che aggiungendo piccoli frammenti d'oro a un farmaco anti HIV inefficace, riattivano la capacita' del farmaco a fermare il virus dall'invadere il sistema immunitario del corpo.
L'aggiunta di nanoparticelle d'oro ad una versione modificata di un farmaco progettato nel 1990 per combattere l'HIV -ma scartato per i suoi effetti collaterali dannosi - crea un composto che impedisce al virus di guadagnare un posto nella cellula ha detto Dr. Christian Melander, professore assistente di chimica.
Il farmaco, un composto conosciuto come TAK-779 si era originariamente scoperto che si legava ad una specifica posizione sulle cellule T, bloccando l'entrata del virus HIV nel sistema immunitario del corpo. Sfortunatamente, la porzione di molecola del farmaco che rendeva possibile il legame, aveva spiacevoli effetti collaterali. Quando la porzione della molecola, un sale di ammonio, e' stata rimossa, il farmaco ha perso la sua capacita' legante.
Per questo Melander e colleghi si sono rivolti all'oro. L'elemento non e' reattivo nel corpo umano, e sarebbe il "ripiano" perfetto dove attaccare le molecole del farmaco in assenza del sale di ammonio, mantenendo la molecole del farmaco insieme e concentrando il loro effetto.
"L'idea e' che attaccando queste molecole individuali del farmaco con una debole capacita' legante, alle nanoparticelle d'oro, si puo' magnificare la loro capacita' legante" sostiene Melander.
La teoria dei ricercatori si e' dimostrata corretta. Hanno cominciato con una versione modificata di TAK-779 che non include il dannoso sale d'ammonio. Dopo la prova, hanno scoperto che attaccando 12 molecole del farmaco modificato (SDC-1721) ad una particella d'oro, ristabilivano la capacita' del farmaco di impedire l'infezione HIV nelle cellule del paziente in coltura. Quando solo una molecola del farmaco era attaccata alla nanoparticella d'oro, il composto era incapace di prevenire l'infezione HIV, indicando che la multivalenza del farmaco era importante per la sua attivita'.
"Abbiamo scoperto un modo non dannoso per migliorare la forza e l'efficacia di un importante farmaco" dice Melander"Non c'e´ragione per pensare che questo stesso processo non possa essere usato con effetti simili in altri farmaci esistenti."
Ricercatori dell'Universita' di Stato del Nord Carolina hanno scoperto che aggiungendo piccoli frammenti d'oro a un farmaco anti HIV inefficace, riattivano la capacita' del farmaco a fermare il virus dall'invadere il sistema immunitario del corpo.
L'aggiunta di nanoparticelle d'oro ad una versione modificata di un farmaco progettato nel 1990 per combattere l'HIV -ma scartato per i suoi effetti collaterali dannosi - crea un composto che impedisce al virus di guadagnare un posto nella cellula ha detto Dr. Christian Melander, professore assistente di chimica.
Il farmaco, un composto conosciuto come TAK-779 si era originariamente scoperto che si legava ad una specifica posizione sulle cellule T, bloccando l'entrata del virus HIV nel sistema immunitario del corpo. Sfortunatamente, la porzione di molecola del farmaco che rendeva possibile il legame, aveva spiacevoli effetti collaterali. Quando la porzione della molecola, un sale di ammonio, e' stata rimossa, il farmaco ha perso la sua capacita' legante.
Per questo Melander e colleghi si sono rivolti all'oro. L'elemento non e' reattivo nel corpo umano, e sarebbe il "ripiano" perfetto dove attaccare le molecole del farmaco in assenza del sale di ammonio, mantenendo la molecole del farmaco insieme e concentrando il loro effetto.
"L'idea e' che attaccando queste molecole individuali del farmaco con una debole capacita' legante, alle nanoparticelle d'oro, si puo' magnificare la loro capacita' legante" sostiene Melander.
La teoria dei ricercatori si e' dimostrata corretta. Hanno cominciato con una versione modificata di TAK-779 che non include il dannoso sale d'ammonio. Dopo la prova, hanno scoperto che attaccando 12 molecole del farmaco modificato (SDC-1721) ad una particella d'oro, ristabilivano la capacita' del farmaco di impedire l'infezione HIV nelle cellule del paziente in coltura. Quando solo una molecola del farmaco era attaccata alla nanoparticella d'oro, il composto era incapace di prevenire l'infezione HIV, indicando che la multivalenza del farmaco era importante per la sua attivita'.
"Abbiamo scoperto un modo non dannoso per migliorare la forza e l'efficacia di un importante farmaco" dice Melander"Non c'e´ragione per pensare che questo stesso processo non possa essere usato con effetti simili in altri farmaci esistenti."
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