2008,Feb 28- Un nuovo approccio per bloccare l'HIV ai primi stadi
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2008,Feb 28- Un nuovo approccio per bloccare l'HIV ai primi stadi
Un nuovo approccio blocca l'HIV ai primi stadi dell'infezione.
Ricercatori dello Scripps Research Institute hanno sviluppato una nuova strategia in due colpi, contro l'HIV ed hanno giá sperimentato con successo aspetti di essa, in laboratorio.
Il loro studio che appare su Proceedings of the Natural Academy of Sciences puo' dare nuova energia ai tentativi di un vaccino preventivo/terapeutico contro l'HIV, dicono gli autori. A oggi , piu' di una dozzina di vaccini candidati, che hanno tentato di aumentare l'immunita' contro le proteine a punta dell'involucro virale, hanno fallito nei tests clinici.
Gli investigatori hanno creato congegni che chiamano glycodendroni progettati per fare due cose allo stesso tempo: inibire il trasporto dell'HIV da dove tradizionalmente entra nel corpo, impedendo che si muova piu' profondamente dentro a dove puo' infettare le cellule immunitarie, e allestire una risposta immunitaria anticorpale verso un'unica struttura di carboidrato sulla superficie del virus.
"Questo riguarda una nuova direzione nel progetto di un vaccino" ha detto il principale investigatore dello studio il professor Chi-Huey Wong dello Scripps Research Chemistry "I risultati che abbiamo al momento sono molto promettenti".
Ad oggi , dice che i congegni sono stati capaci di stimolare il sistema immunitario dei topi a produrre anticorpi contro la glycoproteina della superficie dell'HIV, e, negli studi di laboratorio, sono stati capaci di bloccare il virus dall'infettare le cellule immunitarie.
Questo nuovo approccio capitalizza due recenti scoperte nel campo della ricerca sull'HIV. Una e' la scoperta che l'HIV prende un cavallo di Troia per raggiungere le cellule che deve infettare, in profondita' del corpo umano.
Gli scienziati hanno descritto come, quando il virus entra nel corpo attraverso il contatto sessuale, si fa dare un passaggio dalle cellule dendritiche del sistema immunitario che stanno di guardia contro gli invasori, nel rivestimento mucoso dei tessuti.
Il virus raggira queste cellule, e si lega ad una particolare proteina recettore , conosciuta come DC-SIGN, sulle cellule dendritiche. Incollandosi a questi combattenti del sistema immunitario, l'HIV si occupa di evadere la rilevazione del sistema immunitario mentre le cellule dendritiche viaggiano verso l'ultimo obiettivo del virus: le cellule immunitarie T nel sistema linfatico, che l'HIV invade instaurando un'infezione mortale che si diffonde.
La seconda scoperta e' che esiste un anticorpo che puo' dare il segnale al sistema immunitario per la distruzione del virus. L'anticorpo , 2G12, protegge la gente che lo possiede, contro la progressione dell'HIV ma pochi di quelli che vengono infettati mettono su una tale reazione immunitaria, ha detto l'autore Sheng-Kai Wang. Scienziati del Scripps Research hanno definito i dettagli dell'azione dell'anticorpo e scoperto che riconosce un denso grappolo di zuccheri del rivestimento proteico della punta del virus, la stessa area che l'HIV usa per legare la proteina DC-SIGN sulle cellule dendritiche.
Allo Scripps Research Institute hanno quindi progettato e sperimentato delle strutture sintetiche che imitano i grappoli di zuccheri riconosciuti da 2G12 che potrebbero formare un vaccino.
Ricercatori dello Scripps Research Institute hanno sviluppato una nuova strategia in due colpi, contro l'HIV ed hanno giá sperimentato con successo aspetti di essa, in laboratorio.
Il loro studio che appare su Proceedings of the Natural Academy of Sciences puo' dare nuova energia ai tentativi di un vaccino preventivo/terapeutico contro l'HIV, dicono gli autori. A oggi , piu' di una dozzina di vaccini candidati, che hanno tentato di aumentare l'immunita' contro le proteine a punta dell'involucro virale, hanno fallito nei tests clinici.
Gli investigatori hanno creato congegni che chiamano glycodendroni progettati per fare due cose allo stesso tempo: inibire il trasporto dell'HIV da dove tradizionalmente entra nel corpo, impedendo che si muova piu' profondamente dentro a dove puo' infettare le cellule immunitarie, e allestire una risposta immunitaria anticorpale verso un'unica struttura di carboidrato sulla superficie del virus.
"Questo riguarda una nuova direzione nel progetto di un vaccino" ha detto il principale investigatore dello studio il professor Chi-Huey Wong dello Scripps Research Chemistry "I risultati che abbiamo al momento sono molto promettenti".
Ad oggi , dice che i congegni sono stati capaci di stimolare il sistema immunitario dei topi a produrre anticorpi contro la glycoproteina della superficie dell'HIV, e, negli studi di laboratorio, sono stati capaci di bloccare il virus dall'infettare le cellule immunitarie.
Questo nuovo approccio capitalizza due recenti scoperte nel campo della ricerca sull'HIV. Una e' la scoperta che l'HIV prende un cavallo di Troia per raggiungere le cellule che deve infettare, in profondita' del corpo umano.
Gli scienziati hanno descritto come, quando il virus entra nel corpo attraverso il contatto sessuale, si fa dare un passaggio dalle cellule dendritiche del sistema immunitario che stanno di guardia contro gli invasori, nel rivestimento mucoso dei tessuti.
Il virus raggira queste cellule, e si lega ad una particolare proteina recettore , conosciuta come DC-SIGN, sulle cellule dendritiche. Incollandosi a questi combattenti del sistema immunitario, l'HIV si occupa di evadere la rilevazione del sistema immunitario mentre le cellule dendritiche viaggiano verso l'ultimo obiettivo del virus: le cellule immunitarie T nel sistema linfatico, che l'HIV invade instaurando un'infezione mortale che si diffonde.
La seconda scoperta e' che esiste un anticorpo che puo' dare il segnale al sistema immunitario per la distruzione del virus. L'anticorpo , 2G12, protegge la gente che lo possiede, contro la progressione dell'HIV ma pochi di quelli che vengono infettati mettono su una tale reazione immunitaria, ha detto l'autore Sheng-Kai Wang. Scienziati del Scripps Research hanno definito i dettagli dell'azione dell'anticorpo e scoperto che riconosce un denso grappolo di zuccheri del rivestimento proteico della punta del virus, la stessa area che l'HIV usa per legare la proteina DC-SIGN sulle cellule dendritiche.
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