Intervista a Luc Montagnier
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Intervista a Luc Montagnier
Montaigner: "Antibiotici contro l'autismo
incoraggianti i primi test su 200 bimbi"
Il premio Nobel è stato il primo a individuare il virus dell’Aids, nel 1983. Ora lavora per capire l’origine di altre malattie neurodegenerative. Sperimentazione in Francia. Ancora presto per parlare di una cura. "Bisogna lavorare sulla prevenzione". "Per invecchiare bene, servono gli antiossidanti". L’allarme: “Attenzione ai cellulari” di VALERIA PINI
Luc Montaigner
TUTTA COLPA di un virus. Per l'autismo bisogna seguire la pista infettiva. Ora le prime cure a base di antibiotici hanno dato risultati incoraggianti. "Malattie come Parkinson, Alzheimer e autismo potrebbero avere un’origine infettiva”, spiega Luc Montaigner, virologo che nel 1983 ha individuato per primo il virus dell’Aids, scoperta che gli valse il Nobel nel 2008. Infezioni che potrebbero diminuire combattendo lo stress ossidativo. A Roma per presentare alla Camera il suo libro “Il Nobel e il monaco - Le nuove sfide dell’umanità tra scienza e fede” (Giunti editore), Montaigner fa il punto sui suoi ultimi studi sul dna. E’ sempre più convinto del potere degli antiossidanti per prevenire molte malattie neurodegenerative. Fra le sperimentazioni più recenti che segue con maggiore attenzione c’è quella che punta su un’associazione di antibiotici per l’autismo. Anche se tiene a precisare che è ancora presto per parlare di cura.
Oggi il Nobel per la Medicina lavora tra l’Africa e altri Continenti, ma continua a seguire molti progetti di ricerca anche in Europa. “Lo stress ossidativo è all’origine di un deficit immunitario. In uno stato di questo tipo le molecole interagiscono con le proteine, i lipidi, i grassi e il dna. C’è un’azione diretta sul dna che viene modificato e questo con il tempo può portare a malattie neurodegenerative come, ad esempio il morbo di Parkinson o l’Alzheimer, oppure
a alcune forme di tumore”.
A che cosa è dovuto lo stress ossidativo?
“Si tratta di infezioni ‘fredde’. Quelle calde si manifestano con uno stato febbrile, quelle ‘fredde’ no. Si tratta di batteri che si nascondono in certi tessuti o organi nel tempo. Mi interessa studiare questi fenomeni".
Sta seguendo questa pista anche nello studio dell'autismo. Alla vigilia della Giornata mondiale dell'autismo, il 2 aprile, i primi risultati provvisori della sua sperimentazione aprono alcune speranze.
"Con il mio gruppo di ricerca stiamo pensando anche a una pista infettiva per quanto riguarda l’autismo. In Francia ci sono 5.000 nuovi casi di autismo l’anno, sono aumentati rispetto al passato. E’ stato avviato un protocollo sperimentale di cura a base di antibiotici su 200 ragazzini. Sta funzionando, ma sono trattamenti complessi. Non si può ancora parlare di una cura definitiva”.
L’ambiente nel quale viviamo favorisce l’emergere di nuovi agenti virali o batterici? Come mai i bambini sono più a rischio?
“I fattori sono molteplici: l’inquinamento, pesticidi negli alimenti, il mercurio nei cibi, le radiazioni elettromagnetiche. Si può fare un parallelo con le malattie che colpiscono le api. Oggi si ammalano di più per colpa dei pesticidi, delle radiazioni e dei parassiti. La stessa cosa succede all’uomo e soprattutto ai bambini, più fragili e quindi più a rischio”.
Lei da qualche tempo basa parte dei suoi studi sulla “teoria dell’acqua”. Scoperta nel 1988 da Jacques Benveniste, morto nel 2004 e al centro di un violento discredito scientifico, questa teoria considera che l’acqua conservi la memoria delle sostanze che ha contenuto.
“Questa teoria potrebbe essere utile nel tempo per trovare una cura, anche per quanto riguarda le malattie croniche come il cancro e le patologie neurodegenerative. La ‘teoria dell’acqua’ spiega molte cose. I batteri hanno sequenze di Dna che sono amplificate nelle diluizioni acquose. Si nascondono più facilmente grazie all’acqua. Analizzando queste sostanze si può fare un passo avanti nella lotta contro molte malattie”.
Sta anche continuando i suoi studi contro l’Aids? In futuro potremo avere un vaccino?
“Lavoro molto su nuovi approcci alla prevenzione, che sono differenti da un vaccino. E poi anche alla cura di tutti gli infettati di oggi. I tanti bimbi malati in Africa, in alcune regioni della Cina. Se riuscissimo a guarire i malati di Aids di oggi, riusciremmo probabilmente a spegnere l’epidemia. E’ in questo campo che mi sto impegnando di più in materia di Aids”
A questo proposito in Italia c’è polemica sulla sperimentazione sugli animali. E’ necessaria?
“Siamo obbligati a fare test sugli animali. Quando scoprii il virus dell’Aids per la prima volta, ho lavorato sull’uomo. Ma poco dopo le terapie furono sperimentate sulle scimmie. Non possiamo usare sull’uomo un medicinale che non sia stato prima testato sugli animali. Questo fa parte dei protocolli scientifici internazionali”.
Ha parlato di radiazioni. Crede che i cellulari siano pericolosi?
“Lo sono per le persone estremamente sensibili. come ad esempio i bambini, a questo tipo di radiazioni. In una serie di test si è potuto vedere che in questi casi sale il livello di stress ossidativo. Per il resto della popolazione non si è trovato nulla di particolare, ma non sappiamo che tipo di effetto possono avere le radiazioni nel lungo periodo. Serve prudenza. Sarebbe meglio evitare l’uso del cellulare da parte dei bambini fino ai 15 anni”.
Per evitare malattie neurodegenerative è importante la prevenzione. Nel 2002 lei consigliò a Papa Giovanni Paolo II una cura di antiossidanti a base di papaya per affrontare le sue condizioni di salute precarie per il Parkinson. Lei crede molto nella cura attraverso prodotti naturali.
“A partire dai 40-45 anni bisogna sorvegliare il livello di stress ossidativo. La prima cosa da fare è fare dei test in un laboratorio specializzato. Bisogna usare dei prodotti naturali, come la papaya che ha dato risultati sorprendenti. La cura va iniziata quando si è sani. Sono convinto che lavorando sulla prevenzione, la gente si ammalerebbe di meno e potremmo avere meno ospedali”.
Quali sono gli ingredienti per invecchiare bene?
“Bisogna stare lontani dallo stress, fare sport con moderazione, mangiare in modo equilibrato. Frutta e verdura sono importanti. Anche troppo sport può essere nocivo. La maggior parte degli sportivi ignora che un grosso sforzo muscolare si traduce in un forte stress ossidativo. Senza il recupero dopo un grande sforzo, possono verificarsi degli effetti cronici irreversibili e nascere tumori, malattie cardiovascolari o del cervello”.
Lei ha viaggiato molto nella sua vita. Le radiazioni per chi si sposta in aereo sono pericolose?
“Possono dare fastidio. Per questo consiglio alle hostess e ai piloti di consumare molti antiossidanti”.
Lei oggi lavora molto in Africa, ma anche in altri Continenti. Come mai non è rimasto in Francia?
“Lavoro in Cina, in Giappone, seguo progetti in India, in Francia. Ho creato due centri per la lotta all’Aids in Africa. Credo che oggi la ricerca sia globale e non conosca confini”.
(22 marzo 2012)
.
Rafael
Messaggi: 741
Data d'iscrizione: 21.12.10
incoraggianti i primi test su 200 bimbi"
Il premio Nobel è stato il primo a individuare il virus dell’Aids, nel 1983. Ora lavora per capire l’origine di altre malattie neurodegenerative. Sperimentazione in Francia. Ancora presto per parlare di una cura. "Bisogna lavorare sulla prevenzione". "Per invecchiare bene, servono gli antiossidanti". L’allarme: “Attenzione ai cellulari” di VALERIA PINI
Luc Montaigner
TUTTA COLPA di un virus. Per l'autismo bisogna seguire la pista infettiva. Ora le prime cure a base di antibiotici hanno dato risultati incoraggianti. "Malattie come Parkinson, Alzheimer e autismo potrebbero avere un’origine infettiva”, spiega Luc Montaigner, virologo che nel 1983 ha individuato per primo il virus dell’Aids, scoperta che gli valse il Nobel nel 2008. Infezioni che potrebbero diminuire combattendo lo stress ossidativo. A Roma per presentare alla Camera il suo libro “Il Nobel e il monaco - Le nuove sfide dell’umanità tra scienza e fede” (Giunti editore), Montaigner fa il punto sui suoi ultimi studi sul dna. E’ sempre più convinto del potere degli antiossidanti per prevenire molte malattie neurodegenerative. Fra le sperimentazioni più recenti che segue con maggiore attenzione c’è quella che punta su un’associazione di antibiotici per l’autismo. Anche se tiene a precisare che è ancora presto per parlare di cura.
Oggi il Nobel per la Medicina lavora tra l’Africa e altri Continenti, ma continua a seguire molti progetti di ricerca anche in Europa. “Lo stress ossidativo è all’origine di un deficit immunitario. In uno stato di questo tipo le molecole interagiscono con le proteine, i lipidi, i grassi e il dna. C’è un’azione diretta sul dna che viene modificato e questo con il tempo può portare a malattie neurodegenerative come, ad esempio il morbo di Parkinson o l’Alzheimer, oppure
a alcune forme di tumore”.
A che cosa è dovuto lo stress ossidativo?
“Si tratta di infezioni ‘fredde’. Quelle calde si manifestano con uno stato febbrile, quelle ‘fredde’ no. Si tratta di batteri che si nascondono in certi tessuti o organi nel tempo. Mi interessa studiare questi fenomeni".
Sta seguendo questa pista anche nello studio dell'autismo. Alla vigilia della Giornata mondiale dell'autismo, il 2 aprile, i primi risultati provvisori della sua sperimentazione aprono alcune speranze.
"Con il mio gruppo di ricerca stiamo pensando anche a una pista infettiva per quanto riguarda l’autismo. In Francia ci sono 5.000 nuovi casi di autismo l’anno, sono aumentati rispetto al passato. E’ stato avviato un protocollo sperimentale di cura a base di antibiotici su 200 ragazzini. Sta funzionando, ma sono trattamenti complessi. Non si può ancora parlare di una cura definitiva”.
L’ambiente nel quale viviamo favorisce l’emergere di nuovi agenti virali o batterici? Come mai i bambini sono più a rischio?
“I fattori sono molteplici: l’inquinamento, pesticidi negli alimenti, il mercurio nei cibi, le radiazioni elettromagnetiche. Si può fare un parallelo con le malattie che colpiscono le api. Oggi si ammalano di più per colpa dei pesticidi, delle radiazioni e dei parassiti. La stessa cosa succede all’uomo e soprattutto ai bambini, più fragili e quindi più a rischio”.
Lei da qualche tempo basa parte dei suoi studi sulla “teoria dell’acqua”. Scoperta nel 1988 da Jacques Benveniste, morto nel 2004 e al centro di un violento discredito scientifico, questa teoria considera che l’acqua conservi la memoria delle sostanze che ha contenuto.
“Questa teoria potrebbe essere utile nel tempo per trovare una cura, anche per quanto riguarda le malattie croniche come il cancro e le patologie neurodegenerative. La ‘teoria dell’acqua’ spiega molte cose. I batteri hanno sequenze di Dna che sono amplificate nelle diluizioni acquose. Si nascondono più facilmente grazie all’acqua. Analizzando queste sostanze si può fare un passo avanti nella lotta contro molte malattie”.
Sta anche continuando i suoi studi contro l’Aids? In futuro potremo avere un vaccino?
“Lavoro molto su nuovi approcci alla prevenzione, che sono differenti da un vaccino. E poi anche alla cura di tutti gli infettati di oggi. I tanti bimbi malati in Africa, in alcune regioni della Cina. Se riuscissimo a guarire i malati di Aids di oggi, riusciremmo probabilmente a spegnere l’epidemia. E’ in questo campo che mi sto impegnando di più in materia di Aids”
A questo proposito in Italia c’è polemica sulla sperimentazione sugli animali. E’ necessaria?
“Siamo obbligati a fare test sugli animali. Quando scoprii il virus dell’Aids per la prima volta, ho lavorato sull’uomo. Ma poco dopo le terapie furono sperimentate sulle scimmie. Non possiamo usare sull’uomo un medicinale che non sia stato prima testato sugli animali. Questo fa parte dei protocolli scientifici internazionali”.
Ha parlato di radiazioni. Crede che i cellulari siano pericolosi?
“Lo sono per le persone estremamente sensibili. come ad esempio i bambini, a questo tipo di radiazioni. In una serie di test si è potuto vedere che in questi casi sale il livello di stress ossidativo. Per il resto della popolazione non si è trovato nulla di particolare, ma non sappiamo che tipo di effetto possono avere le radiazioni nel lungo periodo. Serve prudenza. Sarebbe meglio evitare l’uso del cellulare da parte dei bambini fino ai 15 anni”.
Per evitare malattie neurodegenerative è importante la prevenzione. Nel 2002 lei consigliò a Papa Giovanni Paolo II una cura di antiossidanti a base di papaya per affrontare le sue condizioni di salute precarie per il Parkinson. Lei crede molto nella cura attraverso prodotti naturali.
“A partire dai 40-45 anni bisogna sorvegliare il livello di stress ossidativo. La prima cosa da fare è fare dei test in un laboratorio specializzato. Bisogna usare dei prodotti naturali, come la papaya che ha dato risultati sorprendenti. La cura va iniziata quando si è sani. Sono convinto che lavorando sulla prevenzione, la gente si ammalerebbe di meno e potremmo avere meno ospedali”.
Quali sono gli ingredienti per invecchiare bene?
“Bisogna stare lontani dallo stress, fare sport con moderazione, mangiare in modo equilibrato. Frutta e verdura sono importanti. Anche troppo sport può essere nocivo. La maggior parte degli sportivi ignora che un grosso sforzo muscolare si traduce in un forte stress ossidativo. Senza il recupero dopo un grande sforzo, possono verificarsi degli effetti cronici irreversibili e nascere tumori, malattie cardiovascolari o del cervello”.
Lei ha viaggiato molto nella sua vita. Le radiazioni per chi si sposta in aereo sono pericolose?
“Possono dare fastidio. Per questo consiglio alle hostess e ai piloti di consumare molti antiossidanti”.
Lei oggi lavora molto in Africa, ma anche in altri Continenti. Come mai non è rimasto in Francia?
“Lavoro in Cina, in Giappone, seguo progetti in India, in Francia. Ho creato due centri per la lotta all’Aids in Africa. Credo che oggi la ricerca sia globale e non conosca confini”.
(22 marzo 2012)
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Rafael
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Ultima modifica di Rafael il Mer 28 Mar - 16:45 - modificato 1 volta.
Rafael- Messaggi : 814
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