Intervista a Douglas Richman
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Intervista a Douglas Richman
Sfide per trovare un cura all’HIV
Un’intervista di Douglas Richman , Direttore, del Center for AIDS Research, University of California San Diego, La Jolla, CA, USA
Il Dr.Richman si e’ addestrato in malattie infettive e virologia medica con ricerca sul virus dell’ influenza , herpes virus e febbri emorragiche prima di concentrarsi sull’HIV nel 1980. La resistenza farmacologica all’HIV e’ stata riconosciuta originalmente nel suo laboratorio nel 1988. In aggiunta al suo continuo interesse nel trattamento dell’HIV e resistenza farmacologica, i suoi interessi di ricerca si sono concentrati sulla patogenesi dell’HIV includendo i problemi della latenza ed evoluzione virale. E’ socio dell’American Association for the Advancement of Science, l’American Association of Physicians e l’Infectious Disease Society of America. E’ membro del NIH AIDS Vaccine Research Committee.
Alain Lafeuillade : Nel 2009 hai preso la guida su chiamata del giornale Science di un’iniziativa coordinata sulla latenza dell’HIV. A che punto sei dopo due anni, in termini di costruzione di questo consorzio?
Douglas Richman : Alcune agenzie di finanziamento e gruppi di sostegno hanno sostenuto questa chiamata per mettere un maggiore sforzo in questa iniziativa di sfida, ma importante. Il NIAID ha esplicitamente espresso interesse in questa iniziativa ed ha annunciato numerosi programmi e richieste per appoggiare con fondi questa area.
AL : In un recente editoriale in Current Opinion in HIV and AIDS sembri meno ottimista riguardo la possibilita’ di trovare una cura per l’HIV, un giorno. Quali sono , secondo te, i principal buchi nella nostra conoscenza che spieghino perche’ l’eradicazione si scontra contro un ostacolo?
DR : Niente affatto pessimismo, solo realismo. Quello che ho cercato di trasmettere e’ che nessuna magica scoperta sta dietro l’angolo. Come con lo sviluppo di un vaccino per l’HIV, io credo che abbiamo un importante , critico obiettivo che e’ una grande sfida scientifica e che, se raggiunta, richiedera’ nuove intuizioni scientifiche di base. Non credo in false promesse. Neppure che l’obiettivo sara’ raggiunto rapidamente o facilmente. Sono preoccupato che abbiamo una ignoranza fondamentale riguardo i meccanismi per lo stabilirsi ed il mantenimento della latenza e l’estensione dei reservoirs. Abbiamo anche test inadeguati per il reservoir latente che permettano adeguato monitoraggio delle strategie di intervento. C’e´molto lavoro da fare.
AL : Pensi che sia stato detto tutto in termini di replicazione virale in atto sotto efficace HAART, e che il debatito sia chiuso?
DR : Non tutti i pazienti con HIV RNA non rilevabile nel plasma sono completamente soppressi in tutti i compartimenti incluso il tratto genitale ed il SNC; cio’ nonostante, credo che i dati ci portino a pensare che con gli attuali potenti e tollerabili regimi, la viremia vista sotto i limiti di rilevamento con campioni standard non
rappresenti la replicazione in atto da cellula a cellula nella maggior parte dei pazienti.
AL : Immaginiamo di aver caratterizzato tutti i tipi cellulari coinvolti nella persistenza dell’HIV. Pensi che una strategia per l’eradicazione dovrebbe agire fin contro l’ultima cellula, o c’e´un limite di poche cellule sotto cui l’infezione non riprenderebbe?
DR : Uno potrebbe o speculare o fare esperimenti e la mia preferenza e’ perseguire quest’ultima. Sono di mente aperta, ma sara’ necessario operare sull’assunto del peggior scenario che e’ eliminare il reservoir. Se le cose si dimostrassero piu’ facili, molto meglio.
AL : Sono pronti a partire trials con l’obiettivo di purgare il reservoir con IL-7 o SAHA. Pensi che sia troppo presto?
DR : Sono sicuro che non risolveranno il problema. La questione e’ se gli studi ci forniranno informazioni che muoveranno in avanti il campo. Ci diranno come monitorare meglio il reservoir o progettare gli studi?
AL : Cosa pensi riguardo la terapia con cellule staminali con Zinc Finger Nucleasis ?
DR : Io cerco di guardare i dati. Ancora un altro passo in un processo fatto di molti passi.
Al : Quali sono secondo il tuo punto di vista le principal tre priorita’ per un passo avanti?
Dr : 1. Accertare i meccanismi di instaurazione e mantenimento
della latenza.
2. Caratterizzare i reservoirs.
3. Sviluppare prove per monitorare questi reservoirs per
quantificare l’efficacia di perturbazione del reservoir.
Un’intervista di Douglas Richman , Direttore, del Center for AIDS Research, University of California San Diego, La Jolla, CA, USA
Il Dr.Richman si e’ addestrato in malattie infettive e virologia medica con ricerca sul virus dell’ influenza , herpes virus e febbri emorragiche prima di concentrarsi sull’HIV nel 1980. La resistenza farmacologica all’HIV e’ stata riconosciuta originalmente nel suo laboratorio nel 1988. In aggiunta al suo continuo interesse nel trattamento dell’HIV e resistenza farmacologica, i suoi interessi di ricerca si sono concentrati sulla patogenesi dell’HIV includendo i problemi della latenza ed evoluzione virale. E’ socio dell’American Association for the Advancement of Science, l’American Association of Physicians e l’Infectious Disease Society of America. E’ membro del NIH AIDS Vaccine Research Committee.
Alain Lafeuillade : Nel 2009 hai preso la guida su chiamata del giornale Science di un’iniziativa coordinata sulla latenza dell’HIV. A che punto sei dopo due anni, in termini di costruzione di questo consorzio?
Douglas Richman : Alcune agenzie di finanziamento e gruppi di sostegno hanno sostenuto questa chiamata per mettere un maggiore sforzo in questa iniziativa di sfida, ma importante. Il NIAID ha esplicitamente espresso interesse in questa iniziativa ed ha annunciato numerosi programmi e richieste per appoggiare con fondi questa area.
AL : In un recente editoriale in Current Opinion in HIV and AIDS sembri meno ottimista riguardo la possibilita’ di trovare una cura per l’HIV, un giorno. Quali sono , secondo te, i principal buchi nella nostra conoscenza che spieghino perche’ l’eradicazione si scontra contro un ostacolo?
DR : Niente affatto pessimismo, solo realismo. Quello che ho cercato di trasmettere e’ che nessuna magica scoperta sta dietro l’angolo. Come con lo sviluppo di un vaccino per l’HIV, io credo che abbiamo un importante , critico obiettivo che e’ una grande sfida scientifica e che, se raggiunta, richiedera’ nuove intuizioni scientifiche di base. Non credo in false promesse. Neppure che l’obiettivo sara’ raggiunto rapidamente o facilmente. Sono preoccupato che abbiamo una ignoranza fondamentale riguardo i meccanismi per lo stabilirsi ed il mantenimento della latenza e l’estensione dei reservoirs. Abbiamo anche test inadeguati per il reservoir latente che permettano adeguato monitoraggio delle strategie di intervento. C’e´molto lavoro da fare.
AL : Pensi che sia stato detto tutto in termini di replicazione virale in atto sotto efficace HAART, e che il debatito sia chiuso?
DR : Non tutti i pazienti con HIV RNA non rilevabile nel plasma sono completamente soppressi in tutti i compartimenti incluso il tratto genitale ed il SNC; cio’ nonostante, credo che i dati ci portino a pensare che con gli attuali potenti e tollerabili regimi, la viremia vista sotto i limiti di rilevamento con campioni standard non
rappresenti la replicazione in atto da cellula a cellula nella maggior parte dei pazienti.
AL : Immaginiamo di aver caratterizzato tutti i tipi cellulari coinvolti nella persistenza dell’HIV. Pensi che una strategia per l’eradicazione dovrebbe agire fin contro l’ultima cellula, o c’e´un limite di poche cellule sotto cui l’infezione non riprenderebbe?
DR : Uno potrebbe o speculare o fare esperimenti e la mia preferenza e’ perseguire quest’ultima. Sono di mente aperta, ma sara’ necessario operare sull’assunto del peggior scenario che e’ eliminare il reservoir. Se le cose si dimostrassero piu’ facili, molto meglio.
AL : Sono pronti a partire trials con l’obiettivo di purgare il reservoir con IL-7 o SAHA. Pensi che sia troppo presto?
DR : Sono sicuro che non risolveranno il problema. La questione e’ se gli studi ci forniranno informazioni che muoveranno in avanti il campo. Ci diranno come monitorare meglio il reservoir o progettare gli studi?
AL : Cosa pensi riguardo la terapia con cellule staminali con Zinc Finger Nucleasis ?
DR : Io cerco di guardare i dati. Ancora un altro passo in un processo fatto di molti passi.
Al : Quali sono secondo il tuo punto di vista le principal tre priorita’ per un passo avanti?
Dr : 1. Accertare i meccanismi di instaurazione e mantenimento
della latenza.
2. Caratterizzare i reservoirs.
3. Sviluppare prove per monitorare questi reservoirs per
quantificare l’efficacia di perturbazione del reservoir.
Rafael- Messaggi : 814
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