HCV: studi per un vaccino
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HCV: studi per un vaccino
Prospettive Incoraggianti i dati preliminari di un test
Gli studi sul vaccino fanno passi avanti
In laboratorio Un preparato ha dimostrato di poter agire contro tutti i genotipi virali
N el 1989 ha scoperto il virus dell' epatite C (la "terza" dopo la A, trasmessa prevalentemente con cibo e acqua contaminate dal virus A, e la B, veicolata con sangue infetto da virus B). Ora, a 13 anni di distanza, Michael Houghton, dell' University of Alberta in Canada, annuncia un esperimento che potrebbe portare finalmente alla costruzione di un vaccino capace di prevenire l' infezione. Il vaccino, derivato da un singolo ceppo del virus C, sarebbe in grado di neutralizzare tutte e sei le varianti del microrganismo che circolano attualmente nel mondo. Al momento non esiste un vaccino anti-C (per la A e la B, invece, c' è); il virus C, infatti, come quello dell' Aids (Hiv), muta rapidamente, sfuggendo al sistema di sorveglianza immunitaria dell' organismo, ed è anche più virulento dell' Hiv: ecco perché molti pensano che, per l' epatite C, sia quasi impossibile pensare a una vaccinazione capace di neutralizzare tutte e sei le varianti del virus responsabili dell' infezione, nonostante alcuni prototipi siano allo studio da tempo. Uno di questi è costruito con le proteine dell' involucro esterno del virus e, una volta somministrato ad animali da esperimento (scimpanzé), si è rivelato efficace, non tanto nell' impedire il contagio, quanto nel ridurre l' evoluzione di un' infezione già in atto verso la malattia cronica (si tratterebbe, dunque, di un vaccino terapeutico e non preventivo). Un altro vaccino terapeutico è stato sperimentato su piccoli gruppi di pazienti infettati dal virus C del genotipo 1 (quello più frequente nei Paesi occidentali, Stati Uniti compresi) e già sottoposti a terapia anti-virale con interferon e ribavirina . Con risultati da verificare. Adesso la buona notizia è arrivata dal meeting annuale dell' American Society Of Advancement of Sciences (AAAS) che si è tenuto a Vancouver dove Houghton ha parlato dei suoi nuovi esperimenti. In uno studio cosiddetto di fase 1, quindi molto preliminare, i ricercatori hanno iniettato il prototipo di vaccino in 60 individui sani, hanno prelevato il loro sangue e lo hanno messo a contatto con i sei differenti tipi di virus C. E hanno scoperto che il sangue (o meglio gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario dei 60 individui) può neutralizzare tutte le varianti. Houghton è ottimista, ma con cautela. Prima di dichiarare vittoria nei confronti del virus C sono necessari altri test e, se tutto funziona, si dovranno calcolare un minimo di cinque- sette anni prima che un potenziale vaccino si renda disponibile nella pratica clinica.
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Gli studi sul vaccino fanno passi avanti
In laboratorio Un preparato ha dimostrato di poter agire contro tutti i genotipi virali
N el 1989 ha scoperto il virus dell' epatite C (la "terza" dopo la A, trasmessa prevalentemente con cibo e acqua contaminate dal virus A, e la B, veicolata con sangue infetto da virus B). Ora, a 13 anni di distanza, Michael Houghton, dell' University of Alberta in Canada, annuncia un esperimento che potrebbe portare finalmente alla costruzione di un vaccino capace di prevenire l' infezione. Il vaccino, derivato da un singolo ceppo del virus C, sarebbe in grado di neutralizzare tutte e sei le varianti del microrganismo che circolano attualmente nel mondo. Al momento non esiste un vaccino anti-C (per la A e la B, invece, c' è); il virus C, infatti, come quello dell' Aids (Hiv), muta rapidamente, sfuggendo al sistema di sorveglianza immunitaria dell' organismo, ed è anche più virulento dell' Hiv: ecco perché molti pensano che, per l' epatite C, sia quasi impossibile pensare a una vaccinazione capace di neutralizzare tutte e sei le varianti del virus responsabili dell' infezione, nonostante alcuni prototipi siano allo studio da tempo. Uno di questi è costruito con le proteine dell' involucro esterno del virus e, una volta somministrato ad animali da esperimento (scimpanzé), si è rivelato efficace, non tanto nell' impedire il contagio, quanto nel ridurre l' evoluzione di un' infezione già in atto verso la malattia cronica (si tratterebbe, dunque, di un vaccino terapeutico e non preventivo). Un altro vaccino terapeutico è stato sperimentato su piccoli gruppi di pazienti infettati dal virus C del genotipo 1 (quello più frequente nei Paesi occidentali, Stati Uniti compresi) e già sottoposti a terapia anti-virale con interferon e ribavirina . Con risultati da verificare. Adesso la buona notizia è arrivata dal meeting annuale dell' American Society Of Advancement of Sciences (AAAS) che si è tenuto a Vancouver dove Houghton ha parlato dei suoi nuovi esperimenti. In uno studio cosiddetto di fase 1, quindi molto preliminare, i ricercatori hanno iniettato il prototipo di vaccino in 60 individui sani, hanno prelevato il loro sangue e lo hanno messo a contatto con i sei differenti tipi di virus C. E hanno scoperto che il sangue (o meglio gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario dei 60 individui) può neutralizzare tutte le varianti. Houghton è ottimista, ma con cautela. Prima di dichiarare vittoria nei confronti del virus C sono necessari altri test e, se tutto funziona, si dovranno calcolare un minimo di cinque- sette anni prima che un potenziale vaccino si renda disponibile nella pratica clinica.
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