Salute/Herpes genitale, la terapia non blocca il virus che si riattiva
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Salute/Herpes genitale, la terapia non blocca il virus che si riattiva
L'infezione da virus herpes simplex ha ormai interessato il 20% degli europei e degli americani, ciò potrebbe aumentare anche il rischio Hiv. sono quasi 20 anni che i farmaci contro l'herpes genitale vengono utilizzati, ciò nonostante le complicazioni e la prevalenza del virus sono immutate.
Un équipe del Dipartimento di Medicina ed Epidemiologia dell'Universita' di Washington ha studiato tre diverse terapie standard, utilizzate per il trattamento dell'herpes genitale, su 113 pazienti.
Lo studio, i cui dati sono stati in pubblicati sulla rivista Lancet, riferisce in sintesi che la cura riduce la sintomatologia migliorando lo stato di benessere del paziente, ma il virus non viene fermato e continua a replicarsi. Quindi le terapie non impediscono le epidemie ricorrenti.
Quando il virus si riattiva, nel 50% dei casi dura meno di 12 ore. Si tratta, secondo lo studio, di episodi infettivi tre volte più ricorrenti di quanto si immaginasse.
Una volta avvenuto il contagio, il virus si nasconde nel sistema nervoso del paziente per poi riattivarsi periodicamente.
Secondo Christine Johnston, coordinatrice della ricerca, "Si tratta di un problema di salute pubblica, c'è bisogno di altre strategie terapeutiche e preventive per controllare la diffusione del virus".
I sintomi dell'infezione sono piuttosto fastidiosi, con vescicole febbrili che interessano la cute (viso, labbra, narici e genitali). Nelle forme più comuni, al termine del processo infiammatorio, le vescicole formano una crosticina giallastra che in genere scompare dopo una decina di giorni.
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Un équipe del Dipartimento di Medicina ed Epidemiologia dell'Universita' di Washington ha studiato tre diverse terapie standard, utilizzate per il trattamento dell'herpes genitale, su 113 pazienti.
Lo studio, i cui dati sono stati in pubblicati sulla rivista Lancet, riferisce in sintesi che la cura riduce la sintomatologia migliorando lo stato di benessere del paziente, ma il virus non viene fermato e continua a replicarsi. Quindi le terapie non impediscono le epidemie ricorrenti.
Quando il virus si riattiva, nel 50% dei casi dura meno di 12 ore. Si tratta, secondo lo studio, di episodi infettivi tre volte più ricorrenti di quanto si immaginasse.
Una volta avvenuto il contagio, il virus si nasconde nel sistema nervoso del paziente per poi riattivarsi periodicamente.
Secondo Christine Johnston, coordinatrice della ricerca, "Si tratta di un problema di salute pubblica, c'è bisogno di altre strategie terapeutiche e preventive per controllare la diffusione del virus".
I sintomi dell'infezione sono piuttosto fastidiosi, con vescicole febbrili che interessano la cute (viso, labbra, narici e genitali). Nelle forme più comuni, al termine del processo infiammatorio, le vescicole formano una crosticina giallastra che in genere scompare dopo una decina di giorni.
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