Ensoli: Al via sperimentazione per vaccino preventivo
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Ensoli: Al via sperimentazione per vaccino preventivo
Ensoli (Iss): “Al via sperimentazione per vaccino preventivo. Grandi risultati anche per terapie su malati”
Dalla ricerca italiana arrivano buona notizie per la Giornata mondiale contro l’Aids. È partito l’arruolamento di 50 persone sane per lo studio clinico di Fase I per la vaccinazione preventiva contro l’Hiv. Intanto, lo studio di Fase II per il vaccino terapeutico sui pazienti con Aids ha dimostrato la possibilità di “immunoricostituzione”.
Un successo tutto italiano, messo a punto dalla squadra di Barbara Ensoli, direttore del Centro nazionale Aids dell'Istituto superiore di sanita' (Iss) e vice presidente della Commissione nazionale per la lotta contro l'Aids.
A fornire le ultime novità in materia di terapie contro l’Hiv/Aids è stata la stessa ricercatrice a margine della conferenza stampa organizzata stamani dal ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids che si celebra domani.
“Abbiamo iniziato l'arruolamento di 50 volontari sani per la vaccinazione preventiva in Italia contro l'Hiv”. La sperimentazione coinvolgerà tra centri clinici (Policlinico di Modena, l'Ifo San Gallicano di Roma e il Vecchio ospedale San Gerardo di Monza) e riguarda la vaccinazione attraverso la “combinazione di due proteine, Tat ed Env”, ha spiegato Ensoli, aggiungendo che nel frattempo prosegue “molto bene” la sperimentazione di Fase II del vaccino terapeutico Tap su 168 pazienti con Aids in 11 centri clinici. Il vaccino terapeutico sta infatti dimostrando di potere “ricostituire il sistema immunitario di pazienti con l'Aids. “È la prima volta al mondo che si registrano effetti di efficacia di questo genere”. “Finora, infatti, anche con terapie efficaci non è stato possibile intervenire sull’immunoattivazione che sviluppa nuove sindromi e malattie cardiovascolari o del sistema nervoso centrale, ma anche ai reni, al fegato e nuovi tipi di tumori”. Con il vaccino, invece, “riportiamo il sistema immunitario al suo naturale funzionamento”. “Naturale”, ha sottolineato la ricercatrice, “perché il sistema immunitario presenta problemi sia in caso di diminuzione che di eccesso di attività”.
Grazie a un programma intergovernativo, ha aggiunto la ricercatrice, “stiamo iniziando una sperimentazione parallela in Sud Africa”. Ma i due Paesi stanno anche lavorando a un “sistema di produzione propria del vaccino da parte del Sud Africa”.
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Dalla ricerca italiana arrivano buona notizie per la Giornata mondiale contro l’Aids. È partito l’arruolamento di 50 persone sane per lo studio clinico di Fase I per la vaccinazione preventiva contro l’Hiv. Intanto, lo studio di Fase II per il vaccino terapeutico sui pazienti con Aids ha dimostrato la possibilità di “immunoricostituzione”.
Un successo tutto italiano, messo a punto dalla squadra di Barbara Ensoli, direttore del Centro nazionale Aids dell'Istituto superiore di sanita' (Iss) e vice presidente della Commissione nazionale per la lotta contro l'Aids.
A fornire le ultime novità in materia di terapie contro l’Hiv/Aids è stata la stessa ricercatrice a margine della conferenza stampa organizzata stamani dal ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids che si celebra domani.
“Abbiamo iniziato l'arruolamento di 50 volontari sani per la vaccinazione preventiva in Italia contro l'Hiv”. La sperimentazione coinvolgerà tra centri clinici (Policlinico di Modena, l'Ifo San Gallicano di Roma e il Vecchio ospedale San Gerardo di Monza) e riguarda la vaccinazione attraverso la “combinazione di due proteine, Tat ed Env”, ha spiegato Ensoli, aggiungendo che nel frattempo prosegue “molto bene” la sperimentazione di Fase II del vaccino terapeutico Tap su 168 pazienti con Aids in 11 centri clinici. Il vaccino terapeutico sta infatti dimostrando di potere “ricostituire il sistema immunitario di pazienti con l'Aids. “È la prima volta al mondo che si registrano effetti di efficacia di questo genere”. “Finora, infatti, anche con terapie efficaci non è stato possibile intervenire sull’immunoattivazione che sviluppa nuove sindromi e malattie cardiovascolari o del sistema nervoso centrale, ma anche ai reni, al fegato e nuovi tipi di tumori”. Con il vaccino, invece, “riportiamo il sistema immunitario al suo naturale funzionamento”. “Naturale”, ha sottolineato la ricercatrice, “perché il sistema immunitario presenta problemi sia in caso di diminuzione che di eccesso di attività”.
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