depenalizzazione reato contagio hiv

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]

Ma cosa ne è stato poi del referendum che dovevano fare a giugno?
Non trovo nessuna notizia, ma mi piacerebbe sapere come è andata a finire.

Ciao Blue, ma che bello leggere entrare nel forum e trovare nuovi post! :-)
non avevo sentito parlare di questo referendum ma sarebbe ora!
Non esiste che la responsabilità del contagio venga scaricata totalmente sul sieropositivo perchè, dalla fine degli anni 80 in poi, esiste informazione a sufficienza ed è giusto che ognuno tuteli la propria salute facendosi carico della prevenzione. Anche questa è una delle ragioni per cui, ai nostri giorni, l'hiv+ è ancora stigmatizzato, si pensa che la responsabilità della prevenzione sia solo del malato, consapevole o meno.
La svizzera è sempre stata un passo avanti in questi temi, speriamo che anche questa volta sia capofila di un cambiamento culturale!  

Questa legge è profondamente ingiusta e andrebbe modificata anche in Italia, troppo facile scaricare la responsabilità sui sieropositivi e denunciarli a contagio avvenuto. Questo implica anche lo sminuire l'importanza della prevenzione (profilattico sempre e con tutti), come se i negativi se ne potessero bellamente fregare dell'hiv, come se l'hiv riguardasse solo noi. Eh, no, l'hiv riguarda tutti, positivi e negativi e nessuno può far finta che non esista, o meglio, sei anche libero di far finta che non esista, ma non puoi pretendere che altri ci pensino al posto tuo!

al di là delle considerazioni personali esiste un fatto oggettivo: la legge, l'unica finora, di riferimento è ancora la 135 del 1990. Quella legge, fatta per affrontare un'emergenza ormai esplosa, segno' uno spartiacque nella sanità, infatti da quel momento in poi ogni operatore sanitario, di qualsiasi livello, dovette farsi carico della propria tutela adottando ogni precauzione ( e le precauzioni per evetare il cosiddetto rischio clinico ormai erano acclarate).
Dunque dal 1990 in poi ogni operatore sanitario, in italia, dovette adottare le medesime precauzioni nei confronti di tutta la popolazione, a prescindere dal fatto che il paziente di turno dichiarasse o meno la sieropositività. Questo cambiamento di mentalità, che addossò ai sanitari la responsabilità della prevenzione, segnò il cambiamento e crollarono i contagi in ambito medico, sia degli operatori che dei pazienti.
Ormai sono passati ben 23 anni da quella legge e, seppure non si possa pretendere dalla popolazione media lo stesso livello di consapevolezza di medici ed infermieri, resta da dire che l'ignoranza non può essere giustificata all'infinito.
Invece ancora oggi capita di sentire il malcapitato di turno che, giustificandosi con l'ignoranza, pretende di addossare tutta la responsabilità al partner, per ignaro che potesse essere (ma poi, non si diceva che la legge non ammette ignoranza!??)

E' inutile a dirsi, la normativa attuale contiene un accanimento nei confronti dei sieropositivi.
Tu pensa che, l'ho scoperto da poco, si è perseguibili penalmente anche se c'è il consenso e la consapevolezza del partner negativo, perchè il diritto alla salute è ritenuto irrinunciabile. Ora, tralasciando il fatto che il diritto alla salute dei cittadini viene di fatto dimenticato molto spesso senza che nessuno ne paghi le conseguenze (ma è un bel tralasciare!) ma, di grazia, mi potresti spiegare perchè ai poveri cristi dei sieropositivi viene addebitata questa responsabilità mentre ai negativi no? Non hanno anche loro rinunciato al diritto alla salute?

Anzi, mi correggo, sbaglio quando dico "la normativa attuale" perchè non esiste una normativa specifica, semplicemente un comportamento viene assimilato al reato di lesioni gravi, gravissime, eccetera, a seconda dei casi.

bluevelvet ha scritto:mi potresti spiegare perchè ai poveri cristi dei sieropositivi viene addebitata questa responsabilità mentre ai negativi no? Non hanno anche loro rinunciato al diritto alla salute?

no, non lo posso spiegare e nemmeno giustificare!

e non pensi che tra le tante vessazioni ci sia anche quella di operare una specie di castrazione chimica su di noi, dando i farmaci anche a chi non ne ha bisogno, pur di azzerare le viremie e renderci meno contagiosi e sempre in nome della tutela dei negativi?
C'è altro che possiamo fare per i negativi ai quali nel frattempo piace vivere come alice nel paese delle meraviglie? No, fatecelo sapere, se anche ci dobbiamo tagliare una gamba, basta dirlo!

la verità è che la perseguibilità del partner sieropositivo, in caso di contagio, è figlia dei tempi piu' bui dell' hiv ed è tempo che si prenda atto che il diritto alla salute non possa essere scaricato sulle spalle degli altri e che l'ignoranza ormai non sia una ragione sufficiente per giustificare la mancanza di consapevolezza e di cura di se' e, nel caso in oggetto, basterebbe un semplice preservativo!!  
tra l'altro, prima parlando del cambio che avvenne nel 1990 ho citato solo il personale sanitario ma tieni conto che da allora in poi tutti i corsi di formazione di personale di vario genere, operatori che lavorino a contatto stretto col pubblico (e non dico chissà cosa ma anche, banalmente, un parrucchiere!) contenegono informative e norme riguardanti hiv e prevenzione.
si può dire quel che si vuole sul fatto che l'informazione in ambito scolastico primario e secondario, in tv e sui media sia stata lacunosa ma per quanto riguarda una buona fetta di operatori non solo sanitari dal 1990 in poi non si può piu' ammettere ignoranza in materia di trasmissione hiv

L'ignoranza non è ammessa dalla legge, ma io credo che nella stragrande maggioranza dei casi non si tratti di questo (come hai ben detto oramai come ci si deve comportare lo sanno pure i muri), ma di un voler mettere la testa sotto la sabbia, un non voler accettare un mondo con l'hiv. Il che potrei pure capirlo, perchè è obiettivamente inaccettabile.
Ma il problema, ripeto, è quando da qui si passa a incolpare il disgraziato di turno.

al fondo di tutto c'è una bella dose di ipocrisia, non voler ammettere, appunto, che hiv possa fare parte della propria vita e non assumersi la responsabilità di prevenire incolpando, della propria negligenza ed ignoranza, i partner, lo stato e perfino la chiesa!!!
tra l'altro, parlando della chiesa, quando se ne parla si tiene conto soltanto della posizione ufficiale ma, avendo conosciuto don gallo, so che era seguitissimo e molto conosciuto. Ecco, quando ci si trova a dover decidere sulla propria salute, sulla prevenzione di una malattia che, ormai, è trasversale e democratica e colpisce chiunque (non solo le cattivissime categorie a rischio!) perchè si tiene conto soltanto della posizione ufficiale della chiesa e del suo veto al preservativo e non ci si rifa, invece, ai ben noti consigli del caro don andrea gallo!?
il fatto è che è comodo pensare che l'aids colpisca solo gli altri e che sia compito degli altri tenerlo distante dalla nostra vita e, di conseguenza, penalizzare e condannare i sieropositivi caricandoli della responsabilità non solo di preservare la salute dei "sani" (ma chi lo sa poi se lo sono, se lo fossero davvero!?) ma anche di renderli edotti e di colmare lacune di ignoranza (che a questo punto chiamerei pigrizia o negligenza).