I 700 mila dubbi degli italiani su Hiv e Aids
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I 700 mila dubbi degli italiani su Hiv e Aids
Il bilancio di «Telefono verde Iss» dopo 25 anni di attività Chiamano soprattutto uomini fra i 30 e i 39 anni
Hiv e Aids
Rischio di contrarre il virus Hiv se mi punge una zanzara? Posso contagiarmi in piscina o in palestra? Domande che i più giovani ancora rivolgono agli esperti che rispondono al Telefono Verde Aids e IST (800 861061) dell’Istituto Superiore di Sanità, istituito nel 1987 e cofinanziato dal Ministero della Salute. Secondo un recente rapporto sui 25 anni di attività del servizio, anonimo e gratuito, di consulenza telefonica su Aids e Infezioni Sessualmente Trasmesse, più della metà dei circa 700 mila utenti ha chiesto informazioni su come si trasmette il virus e sul test per verificare l'eventuale contagio in seguito a un comportamento a rischio.
Nella maggior parte dei casi sono giovani uomini a chiamare e, nel 2011, le loro telefonate sono state ancora in aumento. È andato invece diminuendo in modo significativo, dall'87 a oggi, il numero di donne che si rivolgono al Telefono verde: probabilmente si affidano ad altri canali. «A chiedere consulenza ai nostri esperti sono soprattutto eterosessuali non tossicodipendenti e coloro che, pur non avendo avuto comportamenti a rischio, temono di essersi esposti al contagio, probabilmente per un'errata informazione o una distorta percezione sulle modalità di trasmissione dell'infezione» spiega Anna Maria Luzi, responsabile dell'Unità operativa Ricerca, comunicazione, formazione dell'Istituto Superiore di Sanità, cui fa capo il servizio. «Se nel 1987 si parlava in particolare a omosessuali e tossicodipendenti, oggi è ormai palese che non esistono gruppi a rischio, ma comportamenti a rischio — sottolinea Luzi —. I tossicodipendenti, poi, hanno altri canali d'informazione, come i Sert; inoltre, fanno meno uso di droga iniettiva, per cui si è ridotto il rischio di infezioni attraverso lo scambio di siringhe».
Ma è soprattutto la disinformazione dei ragazzi a preoccupare. «Avere corrette informazioni sulla prevenzione è ancora più importante nel periodo delle vacanze, quando possono aumentare i comportamenti a rischio — continua l’esperta —. Per esempio, non tutti sanno che il preservativo va usato anche per un solo rapporto sessuale dall'inizio alla fine». Giovanissimi poco informati e quindi più a rischio di contagio? «Il numero di nuove infezioni è costante e non bisogna abbassare la guardia — commenta Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate dell'Istituto Superiore di Sanità — . Oggi le conoscenze di base sono diminuite anche perché sono in calo le campagne di prevenzione e informazione. Inoltre, grazie ai farmaci che tengono sotto controllo l'infezione, è sempre più raro veder morire di Aids un amico, per cui scompare o si attenua la paura che di solito fa aumentare la soglia di attenzione». Da giugno 2010 gli esperti del Telefono verde, che rispondono oltre che in italiano, anche in inglese, francese e portoghese, svolgono counselling telefonico sulle altre infezioni sessualmente trasmesse, come, per esempio, sifilide o gonorrea. A usufruire del servizio telefonico, sempre in anonimato, sono soprattutto uomini (91,6%); la fascia di età più rappresentata tra le persone che contattano il servizio è quella tra i 30 e i 39 anni (41,8%). Circa il 60% di chi si è rivolto agli esperti del Telefono verde ha chiesto informazioni sulle modalità di trasmissione delle infezioni sessuali. Quasi un utente su cinque ha chiamato per sapere quando e se effettuare esami diagnostici e visite specialistiche, a quali strutture pubbliche rivolgersi, con quali modalità di accesso (per esempio, se occorre l'impegnativa del medico di famiglia o bisogna pagare ticket). Tra gli altri quesiti posti: come prevenire le malattie a trasmissione sessuale (4,8%), se e quali sintomi possono presentare (4,9%). «Questi dati suggeriscono la necessità di interventi di prevenzione mirati a fasce di popolazione giovanile», conclude Luzi.
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Hiv e Aids
Rischio di contrarre il virus Hiv se mi punge una zanzara? Posso contagiarmi in piscina o in palestra? Domande che i più giovani ancora rivolgono agli esperti che rispondono al Telefono Verde Aids e IST (800 861061) dell’Istituto Superiore di Sanità, istituito nel 1987 e cofinanziato dal Ministero della Salute. Secondo un recente rapporto sui 25 anni di attività del servizio, anonimo e gratuito, di consulenza telefonica su Aids e Infezioni Sessualmente Trasmesse, più della metà dei circa 700 mila utenti ha chiesto informazioni su come si trasmette il virus e sul test per verificare l'eventuale contagio in seguito a un comportamento a rischio.
Nella maggior parte dei casi sono giovani uomini a chiamare e, nel 2011, le loro telefonate sono state ancora in aumento. È andato invece diminuendo in modo significativo, dall'87 a oggi, il numero di donne che si rivolgono al Telefono verde: probabilmente si affidano ad altri canali. «A chiedere consulenza ai nostri esperti sono soprattutto eterosessuali non tossicodipendenti e coloro che, pur non avendo avuto comportamenti a rischio, temono di essersi esposti al contagio, probabilmente per un'errata informazione o una distorta percezione sulle modalità di trasmissione dell'infezione» spiega Anna Maria Luzi, responsabile dell'Unità operativa Ricerca, comunicazione, formazione dell'Istituto Superiore di Sanità, cui fa capo il servizio. «Se nel 1987 si parlava in particolare a omosessuali e tossicodipendenti, oggi è ormai palese che non esistono gruppi a rischio, ma comportamenti a rischio — sottolinea Luzi —. I tossicodipendenti, poi, hanno altri canali d'informazione, come i Sert; inoltre, fanno meno uso di droga iniettiva, per cui si è ridotto il rischio di infezioni attraverso lo scambio di siringhe».
Ma è soprattutto la disinformazione dei ragazzi a preoccupare. «Avere corrette informazioni sulla prevenzione è ancora più importante nel periodo delle vacanze, quando possono aumentare i comportamenti a rischio — continua l’esperta —. Per esempio, non tutti sanno che il preservativo va usato anche per un solo rapporto sessuale dall'inizio alla fine». Giovanissimi poco informati e quindi più a rischio di contagio? «Il numero di nuove infezioni è costante e non bisogna abbassare la guardia — commenta Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate dell'Istituto Superiore di Sanità — . Oggi le conoscenze di base sono diminuite anche perché sono in calo le campagne di prevenzione e informazione. Inoltre, grazie ai farmaci che tengono sotto controllo l'infezione, è sempre più raro veder morire di Aids un amico, per cui scompare o si attenua la paura che di solito fa aumentare la soglia di attenzione». Da giugno 2010 gli esperti del Telefono verde, che rispondono oltre che in italiano, anche in inglese, francese e portoghese, svolgono counselling telefonico sulle altre infezioni sessualmente trasmesse, come, per esempio, sifilide o gonorrea. A usufruire del servizio telefonico, sempre in anonimato, sono soprattutto uomini (91,6%); la fascia di età più rappresentata tra le persone che contattano il servizio è quella tra i 30 e i 39 anni (41,8%). Circa il 60% di chi si è rivolto agli esperti del Telefono verde ha chiesto informazioni sulle modalità di trasmissione delle infezioni sessuali. Quasi un utente su cinque ha chiamato per sapere quando e se effettuare esami diagnostici e visite specialistiche, a quali strutture pubbliche rivolgersi, con quali modalità di accesso (per esempio, se occorre l'impegnativa del medico di famiglia o bisogna pagare ticket). Tra gli altri quesiti posti: come prevenire le malattie a trasmissione sessuale (4,8%), se e quali sintomi possono presentare (4,9%). «Questi dati suggeriscono la necessità di interventi di prevenzione mirati a fasce di popolazione giovanile», conclude Luzi.
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