Prevenzione dell'Aids: non abbassare la guardia e fare il test
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Prevenzione dell'Aids: non abbassare la guardia e fare il test
Restano ancora troppi “gli inconsapevoli” dell'Aids, maggiori imputati nella diffusione del contagio: in Italia sarebbero 170-180 mila i sieropositivi, di cui il 30 per cento non sa di esserlo. Ogni anno si infettano ben 4000 nuove persone, ma la percezione del rischio è così bassa che le diagnosi sono sempre più tardive. E spesso ci si accorge di avere la malattia quando è tardi per intervenire in modo efficace con le cure. A distanza di 30 anni dalla grande emergenza HIV che aveva terrorizzato il mondo (l'inizio dell'epidemia risale in Italia al 1982), la malattia oggi fa meno paura, grazie a cure capaci di tenere a bada il virus (pur non portando alla sua guarigione), purchè iniziate il prima possibile. L'Aids, per anni sotto i riflettori, è diventato insomma un problema cronico con cui convivere (sono 40 mila le persone con la malattia conclamata) e nei prossimi 10 anni, secondo gli esperti, potrebbe rientrare tra le malattie guaribili.
Rispetto agli anni 90, oggi si infetta certamente un minor numero di persone, ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi grazie alle terapie antiretrovirali combinate più efficaci (introdotte nel nostro Paese nel 1996 dopo la conferenza di Vancouver): dagli inibitori delle proteasi, fino agli inibitori dell'integrasi e agli inibitori dell'ingresso del virus nella cellula. Ma attenzione. Il rischio di infettarsi resta ancora, soprattutto in mancanza di precauzioni durante il rapporto sessuale e di una corretta informazione sull'uso del profilattico e l'esecuzione del test per l'HIV. Al momento quindi non va abbassata la guardia, perchè le cure sono efficaci soprattutto se iniziate nelle fasi iniziali, prima che la malattia si manifesti (quindi nel periodo della sola sieropositività). Malgrado ciò, il test dell'Hiv non è ancora un'abitudine diffusa, sia perchè “sapere” fa paura, sia perchè sono cambiate negli anni le persone a rischio.
"Oggi non è più solo il tossicodipendente o l'omosessuale a essere colpito, ma soprattutto la persona eterosessuale e per molti versi insospettabile, con comportamenti sessuali a rischio.- spiega Stefano Vella, Direttore del Dipartimento del Farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità, chairman delle prossime linee guida mondiali HIV dell'OMS, durante il convegno dell'ISS “HIV e HCV: due storie parallele, le sfide future”:- "La principale via di trasmissione è infatti rappresentata da contatti sessuali non protetti (oltre al contatto con sangue infetto), che tuttavia non sono sufficientemente percepiti come rischiosi.Tra i malati ci sono però anche molti anziani, che devono fare i conti anche con altre malattie concomitanti, come diabete, cardiopatie, ipertensione, sindrome metabolica e altre problematiche legate all'età e la cui evoluzione e prognosi sono peggiori proprio per la presenza dell'HIV, in grado di amplificare e anticipare danni al sistema cardiovascolare, ai reni, al sistema nervoso. Il virus infatti non provoca solo un deficit di tipo immunitario (quindi la totale mancanza di difese nei confronti di infezioni), ma anche un invecchiamento biologico precoce dovuto al suo effetto infiammatorio.
Chi scopre di aver contratto l'infezione deve sapere però che non morirà a causa dell'HIV, ma avrà una vita certamente più complicata, perchè dovrà seguire per sempre la cura, tanto più efficace quanto più precocemente è iniziata. “E' dimostrato - conclude Vella- che un paziente trattato presto e in modo adeguato mantiene un'aderenza elevata alla terapia (perchè si sente meglio) e ha minori possibilità di trasmettere il virus. Oggi poi è tutto più semplice: si è passati dalla prima cura con un solo farmaco entrato in commercio nell'87-88, quando l'aspettativa di vita era di uno o due anni, alle 24 pillole al giorno della triplice terapia del '96-97, fino al trattamento attuale, che prevede solo una-due compresse e l'impiego di farmaci con minori effetti collaterali. Per una migliore aderenza alle cure e per migliorare la qualità di vita è necessario però elaborare nuove strategie, studiare nuovi farmaci, combinare tra loro quelli a disposizione e ampliare l'accesso alle cure anche nel Sud della penisola”.
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Rispetto agli anni 90, oggi si infetta certamente un minor numero di persone, ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi grazie alle terapie antiretrovirali combinate più efficaci (introdotte nel nostro Paese nel 1996 dopo la conferenza di Vancouver): dagli inibitori delle proteasi, fino agli inibitori dell'integrasi e agli inibitori dell'ingresso del virus nella cellula. Ma attenzione. Il rischio di infettarsi resta ancora, soprattutto in mancanza di precauzioni durante il rapporto sessuale e di una corretta informazione sull'uso del profilattico e l'esecuzione del test per l'HIV. Al momento quindi non va abbassata la guardia, perchè le cure sono efficaci soprattutto se iniziate nelle fasi iniziali, prima che la malattia si manifesti (quindi nel periodo della sola sieropositività). Malgrado ciò, il test dell'Hiv non è ancora un'abitudine diffusa, sia perchè “sapere” fa paura, sia perchè sono cambiate negli anni le persone a rischio.
"Oggi non è più solo il tossicodipendente o l'omosessuale a essere colpito, ma soprattutto la persona eterosessuale e per molti versi insospettabile, con comportamenti sessuali a rischio.- spiega Stefano Vella, Direttore del Dipartimento del Farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità, chairman delle prossime linee guida mondiali HIV dell'OMS, durante il convegno dell'ISS “HIV e HCV: due storie parallele, le sfide future”:- "La principale via di trasmissione è infatti rappresentata da contatti sessuali non protetti (oltre al contatto con sangue infetto), che tuttavia non sono sufficientemente percepiti come rischiosi.Tra i malati ci sono però anche molti anziani, che devono fare i conti anche con altre malattie concomitanti, come diabete, cardiopatie, ipertensione, sindrome metabolica e altre problematiche legate all'età e la cui evoluzione e prognosi sono peggiori proprio per la presenza dell'HIV, in grado di amplificare e anticipare danni al sistema cardiovascolare, ai reni, al sistema nervoso. Il virus infatti non provoca solo un deficit di tipo immunitario (quindi la totale mancanza di difese nei confronti di infezioni), ma anche un invecchiamento biologico precoce dovuto al suo effetto infiammatorio.
Chi scopre di aver contratto l'infezione deve sapere però che non morirà a causa dell'HIV, ma avrà una vita certamente più complicata, perchè dovrà seguire per sempre la cura, tanto più efficace quanto più precocemente è iniziata. “E' dimostrato - conclude Vella- che un paziente trattato presto e in modo adeguato mantiene un'aderenza elevata alla terapia (perchè si sente meglio) e ha minori possibilità di trasmettere il virus. Oggi poi è tutto più semplice: si è passati dalla prima cura con un solo farmaco entrato in commercio nell'87-88, quando l'aspettativa di vita era di uno o due anni, alle 24 pillole al giorno della triplice terapia del '96-97, fino al trattamento attuale, che prevede solo una-due compresse e l'impiego di farmaci con minori effetti collaterali. Per una migliore aderenza alle cure e per migliorare la qualità di vita è necessario però elaborare nuove strategie, studiare nuovi farmaci, combinare tra loro quelli a disposizione e ampliare l'accesso alle cure anche nel Sud della penisola”.
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Gex- Admin
- Messaggi : 2565
Data d'iscrizione : 20.12.10
Re: Prevenzione dell'Aids: non abbassare la guardia e fare il test
Gex ha scritto:L'Aids, per anni sotto i riflettori, è diventato insomma un problema cronico con cui convivere (sono 40 mila le persone con la malattia conclamata) e nei prossimi 10 anni, secondo gli esperti, potrebbe rientrare tra le malattie guaribili.
Bisognerbbe solo capire meglio QUALI prossimi 10 anni??????????
Gex ha scritto:........, che prevede solo una-due compresse e l'impiego di farmaci con minori effetti collaterali. Per una migliore aderenza alle cure e per migliorare la qualità di vita è necessario però elaborare nuove strategie, studiare nuovi farmaci, combinare tra loro quelli a disposizione e ampliare l'accesso alle cure anche nel Sud della penisola”.
Puglia esclusa ovviamente!!!!
daniele(exmi)- Messaggi : 209
Data d'iscrizione : 21.03.12
Località : puglia
Re: Prevenzione dell'Aids: non abbassare la guardia e fare il test
Bisognerbbe solo capire meglio QUALI prossimi 10 anni??????????
Bhe' i prossimi 10 anni, sono i prossimi 10 anni...
vuoi che non trovino qualcosa.. dai...
Gex- Admin
- Messaggi : 2565
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