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IN DARWIN LA CURA DELL'AIDS?

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Messaggio Da silence Lun 16 Apr - 16:47

Il Fatto Quotidiano 16 aprile 2012 - di Francesco Spinazzola

In Darwin la cura dell’AIDS?

Ringrazio vivamente il lettore “Dubito” per l’utile e militante segnalazione che mi consente di chiarire un punto molto importante. La menzionata legge dello Stato del Tennesse rientra in un ambito che nel mio primo post avevo già definito come antiscientifico. Le motivazioni all’interno di tale proponimento sono manifestamente mistificatorie e notoriamente suggerite da ambienti “religiosi”, e che in un linguaggio oggi demodé avrei aggiunto francamente “reazionari”, e vanno a colpire quella che non è la “teoria” dell’evoluzione, ma la “legge” dell’evoluzione, vero obbiettivo dell’operazione.

Perché di legge di natura si tratta. Come la legge di gravitazione universale, come la tavola periodica di Mendeleieff, come le leggi di Mendel etc.. Senza Carletto Darwin (il secondo Carletto terribile dell’Ottocento), senza ad esempio il concetto di “fitness”, non riusciremmo a comprendere la natura stessa dell’evoluzione biologica nel nostro pianeta. Proviamo ad immaginare cosa avverrebbe nei laboratori dove HIV viene coltivato e sequenziato, se non si ricercasse il fenomeno delle mutazioni genetiche del virus. Lì si preparano test, basati sul riconoscimento del genoma del virus, al fine di testare la resistenza del virus ai vari farmaci antivirali prodotti nel corso degli anni dalle società farmaceutiche. Lo scopo finale è di ottimizzare i trattamenti combinati con tali farmaci, che nel tempo possono purtroppo perdere efficacia perché HIV, che non è un concausa, ma la causa dell’AIDS, sottoposto alla pressione selettiva degli inibitori delle proteasi, degli inibitori della trascrittasi inversa nucleosidici e non, degli inibitori della fusione e così via, reagisce e seleziona con meccanismo Darwiniano popolazioni geneticamente resistenti.

Se gli scienziati americani dovessero basarsi nei loro esperimenti in campo biologico o medico su teorie creazioniste o del “disegno intelligente”, credo che non farebbero molti progressi e la scienza made in US si sarebbe già arenata, anche in assenza di ministri della istruzione pubblica del rango della Gelmini. Una posizione quindi del tutto inconciliabile con quella di chi, sbagliando, avevo definito “negazionisti”. Infatti se la segnalazione in questione intendeva anche responsabilizzarmi riguardo ad una mia esortazione troppo “liberale”, tale da fornire spazio ad un’ampia congerie di contestazioni “radicali” del pensiero scientifico, direi che il mio post andava in direzione opposta. Non si apre nessuna falla: ho chiaramente affermato che, per avere diritto di cittadinanza in un serio dibattito, una tesi opposta deve aderire al pensiero logico-razionale. Deve dare luogo ad ipotesi dimostrabili sperimentalmente e perciò falsificabili.

Il sapere acquisito però spesso genera interrogativi più ampi di tipo e profondità diversi. Basta pensare ai tanti aspetti che rimangono poco chiari e ancora da indagare proprio nei meccanismi dell’evoluzione. L’origine della vita è interna o esterna al pianeta? Se si verificano solo mutazioni casuali, sono sufficienti 4 mld di anni di tempo per garantire l’evoluzione biologica? Cosa è che si evolve, la singola specie, o piuttosto il sistema ecologico in cui prosperano specie diverse, in competizione con altri sistemi? Il cosiddetto “dogma” di Watson & Crick, cioè che l’informazione procede dal DNA al RNA, non è stato solamente smentito (ad esempio anche dalla trascrittasi inversa di HIV), ma, come vedremo in successivi post, alcuni autorevoli studiosi vanno oltre e affiancano alla selezione naturale nuove teorie (neo-Lamarckismo?). Ma ciò detto, la validità del pensiero Darwiniano rimane intatta, anzi può essere integrata da queste e da altre acquisizioni. Bisogna pertanto proseguire ad osservare, approfondire, studiare.

Vorrei introdurre un altro oggetto di discussione. La medicina occidentale è certamente una scienza, ma che opinione abbiamo della medicina cinese, che non origina certamente da osservazioni sperimentali, almeno nel linguaggio cartesiano e quindi non è considerata scientifica? Questa medicina “alternativa” non è solamente efficace, e non si tratta di suggestione o di effetto placebo, ma è anche sostenuta da un sapere millenario parallelo alla cultura occidentale. Il metodo sperimentale è l’unico strumento adeguato per esplorarla ?
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