Linfoma da AIDS
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Linfoma da AIDS
Linfoma relazionato all’AIDS
L’incidenza di linfoma, una malattia da malignità dei linfociti, è aumentata significativamente nella popolazione sieropositiva. La terapia antiretrovirale (ART) ha diminuito il rischio di sviluppo di linfoma negli individui sieropositivi , tuttavia l’incidenza di linfoma relativo all’AIDS (ARL) è ancora approssimativamente 70 volte più grande dell’incidenza di linfoma nella popolazione non infetta. In aggiunta, stime recenti, indicano che approssimativamente il 10% di tutte le nuove diagnosi di linfoma negli USA sono in relazione all’AIDS. Il linfoma è un cancro correlato all’AIDS ed è uno dei tumori più comuni nei pazienti sieropositivi secondo solo al sarcoma di Kaposi (KS). La differenza primaria fra il linfoma nei pazienti non sieropositivi e soggetti sieropositivi è che la ARL di solito si presenta come linfoma aggressivo, di alto grado non-Hodgkin (NHLs), con morte che spesso avviene poco tempo dopo la diagnosi. La ARL ha predominantemente origine dalle cellule B ed ha un coinvolgimento extralinfonodale, specie nel tratto gastrointestinale, fegato e midollo osseo. Approssimativamente l’80% delle ARLs insorgono nella periferia, con la percentuale rimanente ad insorgenza nel SNC (sistema nervoso centrale). Mentre i linfomi non-Hodgkin relativi all’AIDS condividono numerose caratteristiche essi sono tumori istologicamente diversi. I NHLs relativi all’AIDS includono linfomi primari del SNC, linfomi a diffusione primaria, linfomi plasmablastici e NHLs sistemici che sono comprensivi sia dei linfomi di Burkitt che dei linfomi diffusi a grandi cellule. Con l’aumento dell’aspettativa di vita data dalla ART l’incidenza di ARLs e altri tumori probabilmente aumenterà nel futuro.
La ART è il trattamento standard per la soppressione e inibizione dell’HIV ed ha significativamente ridotto la morbilità e mortalità associate con la malattia da HIV. La ART tipicamente consiste di quattro classi di antiretrovirali che inibiscono differenti stadi del ciclo di replicazione dell’HIV ed includono inibitori nucleosidici/nucleotidici della trascriptasi inversa (NRTIs) non NRTIs (NNRTIs), inibitori delle proteasi (PLs) ed inibitori di fusione. Sia gli NRTIs che gli NNRTIs interferiscono con la trascripatsi inversa, risultando in un’inibizione della sintesi del DNA provirale dell’HIV , i PLs inibiscono la proteasi HIV, una proteina che è essenziale per una propria maturazione del virione HIV, mentre gli inibitori di fusione bloccano la fusione della macchina necessaria per l’infezione HIV.
Prima dell’introduzione della ART, sembrava certo che la ARL avveniva principalmente come risultato di una immunosoppressione indotta dall’HIV. Tuttavia se questo fosse stato il caso i linfomi si sarebbero visti molto meno frequentemente o solamente in un gruppo di pazienti la cui sieropositività non era controllata dalla ART. Ad oggi l’HIV non è stato identificato nella popolazione di cellule B maligne della ARL, indicando che l’HIV può avere un ruolo più indiretto nella linfomagenesi. Normalmente si crede che una delle principali cause della genesi di linfoma relazionato all’AIDS sia la perdita di regolazione immunitaria di virus oncogeni includendo EBV e herpes virus associato al KS. Quasi tutti i linfomi del SNC contengono cellule infette di EBV e approssimativamente 40% delle ARLs sistemiche contengono EBV rilevabile. L’esatto meccanismo di linfomagenesi indotto da EBV non è completamente compreso, tuttavia , è stato suggerito che l’EBV può giocare un ruolo oncogenico diretto nelle cellule B e può indirettamente indurre la formazione di tumori attraverso l’attivazione cronica immunitaria e l’infiammazione.
Numerosi recenti rapporti indicano che l’HIV può indurre direttamente la linfomagenesi attraverso i suoi effetti sulle cellule infette ed indirettamente come conseguenza della malattia da HIV.
(continua)
L’incidenza di linfoma, una malattia da malignità dei linfociti, è aumentata significativamente nella popolazione sieropositiva. La terapia antiretrovirale (ART) ha diminuito il rischio di sviluppo di linfoma negli individui sieropositivi , tuttavia l’incidenza di linfoma relativo all’AIDS (ARL) è ancora approssimativamente 70 volte più grande dell’incidenza di linfoma nella popolazione non infetta. In aggiunta, stime recenti, indicano che approssimativamente il 10% di tutte le nuove diagnosi di linfoma negli USA sono in relazione all’AIDS. Il linfoma è un cancro correlato all’AIDS ed è uno dei tumori più comuni nei pazienti sieropositivi secondo solo al sarcoma di Kaposi (KS). La differenza primaria fra il linfoma nei pazienti non sieropositivi e soggetti sieropositivi è che la ARL di solito si presenta come linfoma aggressivo, di alto grado non-Hodgkin (NHLs), con morte che spesso avviene poco tempo dopo la diagnosi. La ARL ha predominantemente origine dalle cellule B ed ha un coinvolgimento extralinfonodale, specie nel tratto gastrointestinale, fegato e midollo osseo. Approssimativamente l’80% delle ARLs insorgono nella periferia, con la percentuale rimanente ad insorgenza nel SNC (sistema nervoso centrale). Mentre i linfomi non-Hodgkin relativi all’AIDS condividono numerose caratteristiche essi sono tumori istologicamente diversi. I NHLs relativi all’AIDS includono linfomi primari del SNC, linfomi a diffusione primaria, linfomi plasmablastici e NHLs sistemici che sono comprensivi sia dei linfomi di Burkitt che dei linfomi diffusi a grandi cellule. Con l’aumento dell’aspettativa di vita data dalla ART l’incidenza di ARLs e altri tumori probabilmente aumenterà nel futuro.
La ART è il trattamento standard per la soppressione e inibizione dell’HIV ed ha significativamente ridotto la morbilità e mortalità associate con la malattia da HIV. La ART tipicamente consiste di quattro classi di antiretrovirali che inibiscono differenti stadi del ciclo di replicazione dell’HIV ed includono inibitori nucleosidici/nucleotidici della trascriptasi inversa (NRTIs) non NRTIs (NNRTIs), inibitori delle proteasi (PLs) ed inibitori di fusione. Sia gli NRTIs che gli NNRTIs interferiscono con la trascripatsi inversa, risultando in un’inibizione della sintesi del DNA provirale dell’HIV , i PLs inibiscono la proteasi HIV, una proteina che è essenziale per una propria maturazione del virione HIV, mentre gli inibitori di fusione bloccano la fusione della macchina necessaria per l’infezione HIV.
Prima dell’introduzione della ART, sembrava certo che la ARL avveniva principalmente come risultato di una immunosoppressione indotta dall’HIV. Tuttavia se questo fosse stato il caso i linfomi si sarebbero visti molto meno frequentemente o solamente in un gruppo di pazienti la cui sieropositività non era controllata dalla ART. Ad oggi l’HIV non è stato identificato nella popolazione di cellule B maligne della ARL, indicando che l’HIV può avere un ruolo più indiretto nella linfomagenesi. Normalmente si crede che una delle principali cause della genesi di linfoma relazionato all’AIDS sia la perdita di regolazione immunitaria di virus oncogeni includendo EBV e herpes virus associato al KS. Quasi tutti i linfomi del SNC contengono cellule infette di EBV e approssimativamente 40% delle ARLs sistemiche contengono EBV rilevabile. L’esatto meccanismo di linfomagenesi indotto da EBV non è completamente compreso, tuttavia , è stato suggerito che l’EBV può giocare un ruolo oncogenico diretto nelle cellule B e può indirettamente indurre la formazione di tumori attraverso l’attivazione cronica immunitaria e l’infiammazione.
Numerosi recenti rapporti indicano che l’HIV può indurre direttamente la linfomagenesi attraverso i suoi effetti sulle cellule infette ed indirettamente come conseguenza della malattia da HIV.
(continua)
Rafael- Messaggi : 814
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