HIV, sicuro interrompere la terapia nei bambini sieropositivi
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HIV, sicuro interrompere la terapia nei bambini sieropositivi
13 marzo 2012
Nei bambini sieropositivi, una terapia antiretrovirale (ART) limitata, effettuata per i primi 1-2 anni di vita e poi sospesa, sembra essere sicura e portare a risultati migliori, stando ai risultati dello studio CHER, presentati a Seattle in occasione della 19 ª Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI).
Per i bambini trattati con la ART per un periodo più lungo prima della sospensione (96 settimane contro 40), la sospensione prima di dover riprendere la ART è stata più lunga e gli outcome leggermente migliori.
I risultati ad interim dello studio CHER hanno evidenziato che la ART andrebbe prescritta ai bambini sieropositivi, nonostante i potenziali rischi di una terapia iniziata nell’infanzia e poi seguita per tutta la vita, da cui la necessità di trovare approcci innovativi per questi pazienti.
Lo studio ha coinvolto 337 bambini di età inferiore alle 12 settimane (età media 3,4 settimane), arruolati dal 2005 al 2007 e sottoposti a una ART differita a base di lopinavir/ritonavir più zidovudina e lamivudina; una ART immediata interrotta dopo 40 settimane e una ART immediata interrotta dopo 96 settimane. Il 91% dei neonati arruolati (341) ha completato il follow-up.
La ART è stato iniziata oppure ricominciata in base ai i criteri dell'Organizzazione mondiale della sanità (conta dei CD4 <25% oppure <20% dopo l'infanzia) o in risposta a una gravità clinica B o C secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC)
Nel gruppo trattato con la ART più tardivamente, il tempo mediano di avvio della ART è stato di 20 settimane, mentre nel gruppo in cui la ART è stata iniziata subito e poi interrotta dopo 40 settimane il tempo mediano trascorso prima di dover riprendere nuovamente la terapia è stato di 33 settimane e in quello che ha l’interrotto dopo 96 settimane è stato di 70 settimane.
Nel primo gruppo, 39 pazienti su 125 (il 31%) hanno raggiunto l'endpoint primario; cioè il tempo trascorso prima di arrivare al fallimento della ART di prima linea o al decesso, così come 31 pazienti su 126 (il 25%) nel secondo gruppo e 25 su 126 (il 20%) nel terzo.
I decessi sono stati 22 (il 18%) nel primo gruppo, 11 (il 9%) nel secondo 9 (il 7%) nel terzo. Rispetto al primo gruppo, nel secondo gli autori hanno calcolato un hazard ratio di raggiungere un endpoint primario pari a 0,73 (IC al 95% 0,46-1,17; P = 0,19), mentre per il terzo l’HR è stato di 0,58 (95% CI, 0,35-0,96, P = 0,03).
Nel primo gruppo ci sono stati 66 eventi in 52 bambini, con un livello di gravità clinica B o C secondo i CDC, nel secondo gruppo 39 eventi in 34 bambini e nel terzo gruppo 31 eventi in 28 bambini. Rispetto al primo gruppo, l’HR per il primo evento clinico nel secondo gruppo è risultato pari a 0,5 (IC al 95% 0,3-0,8; P = 0,005), e nel terzo gruppo pari a 0,4 (IC al 95% 0,3-0,7; P = 0,0003).
Le differenze di eventi clinici nei tre gruppi sono state dovute principalmente a una mancanza di crescita (14 contro 14 contro 10) e a un’encefalopatia (9 contro 5 contro 2). Ci sono stati 181 eventi avversi di grado 3/4 (in 75 bambini) nel gruppo che ha interrotto la ART dopo 40 settimane e 157 nel gruppo che l’ha interrotta dopo 96 (in 71 bambini).
Il primo autore dello studio Mark Cotton, della Stellenbosch University di Tygerberg, in Sudafrica, ha detto che i risultati suggeriscono che l'interruzione della ART è sicura, ma i risultati provenienti da un altro studio presentato al meeting sono meno promettenti. In quello studio, alcuni bambini sieropositivi sono stati sottoposti a una sospensione programmata del trattamento dopo almeno 24 mesi di ART, ma una percentuale elevata di essi ha dovuto riprenderla entro 3 mesi.
Secondo Cotton, la discrepanza tra a due studi potrebbe essere legata a differenze nei pazienti dei due studi, e in particolare al fatto che il suo gruppo ha identificato precocemente i pazienti, quando probabilmente il sistema immunitario era intatto.
Alexandra Compagnucci dell’INSERV HIV Clinical Trials Unit di Parigi, moderatrice della sessione in cui è stata presentata la ricerca, ha spiegato che i risultati dello studio CHER erano molto attesi e che ora è necessario un follow up più lungo per vedere quando occorre ricominciare la ART e come recupera la conta dei CD4.
Le sfide aperte sul trattamento della sieropositività in età pediatrica, comunque, restano; tra queste, l'aderenza, la resistenza e in particolare la mancanza di formulazioni pensate per i bambini, ai quali si vorrebbero risparmiare le complicanze a lungo termine della ART.
M. Cotton, et al. Early ART followed by Interruption Is Safe and Is Associated with Better Outcomes than Deferred ART in HIV+ Infants: Final Results from the 6-Year Randomized CHER Trial, South Africa. CROI 2012; abstract 28LB.
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Nei bambini sieropositivi, una terapia antiretrovirale (ART) limitata, effettuata per i primi 1-2 anni di vita e poi sospesa, sembra essere sicura e portare a risultati migliori, stando ai risultati dello studio CHER, presentati a Seattle in occasione della 19 ª Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI).
Per i bambini trattati con la ART per un periodo più lungo prima della sospensione (96 settimane contro 40), la sospensione prima di dover riprendere la ART è stata più lunga e gli outcome leggermente migliori.
I risultati ad interim dello studio CHER hanno evidenziato che la ART andrebbe prescritta ai bambini sieropositivi, nonostante i potenziali rischi di una terapia iniziata nell’infanzia e poi seguita per tutta la vita, da cui la necessità di trovare approcci innovativi per questi pazienti.
Lo studio ha coinvolto 337 bambini di età inferiore alle 12 settimane (età media 3,4 settimane), arruolati dal 2005 al 2007 e sottoposti a una ART differita a base di lopinavir/ritonavir più zidovudina e lamivudina; una ART immediata interrotta dopo 40 settimane e una ART immediata interrotta dopo 96 settimane. Il 91% dei neonati arruolati (341) ha completato il follow-up.
La ART è stato iniziata oppure ricominciata in base ai i criteri dell'Organizzazione mondiale della sanità (conta dei CD4 <25% oppure <20% dopo l'infanzia) o in risposta a una gravità clinica B o C secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC)
Nel gruppo trattato con la ART più tardivamente, il tempo mediano di avvio della ART è stato di 20 settimane, mentre nel gruppo in cui la ART è stata iniziata subito e poi interrotta dopo 40 settimane il tempo mediano trascorso prima di dover riprendere nuovamente la terapia è stato di 33 settimane e in quello che ha l’interrotto dopo 96 settimane è stato di 70 settimane.
Nel primo gruppo, 39 pazienti su 125 (il 31%) hanno raggiunto l'endpoint primario; cioè il tempo trascorso prima di arrivare al fallimento della ART di prima linea o al decesso, così come 31 pazienti su 126 (il 25%) nel secondo gruppo e 25 su 126 (il 20%) nel terzo.
I decessi sono stati 22 (il 18%) nel primo gruppo, 11 (il 9%) nel secondo 9 (il 7%) nel terzo. Rispetto al primo gruppo, nel secondo gli autori hanno calcolato un hazard ratio di raggiungere un endpoint primario pari a 0,73 (IC al 95% 0,46-1,17; P = 0,19), mentre per il terzo l’HR è stato di 0,58 (95% CI, 0,35-0,96, P = 0,03).
Nel primo gruppo ci sono stati 66 eventi in 52 bambini, con un livello di gravità clinica B o C secondo i CDC, nel secondo gruppo 39 eventi in 34 bambini e nel terzo gruppo 31 eventi in 28 bambini. Rispetto al primo gruppo, l’HR per il primo evento clinico nel secondo gruppo è risultato pari a 0,5 (IC al 95% 0,3-0,8; P = 0,005), e nel terzo gruppo pari a 0,4 (IC al 95% 0,3-0,7; P = 0,0003).
Le differenze di eventi clinici nei tre gruppi sono state dovute principalmente a una mancanza di crescita (14 contro 14 contro 10) e a un’encefalopatia (9 contro 5 contro 2). Ci sono stati 181 eventi avversi di grado 3/4 (in 75 bambini) nel gruppo che ha interrotto la ART dopo 40 settimane e 157 nel gruppo che l’ha interrotta dopo 96 (in 71 bambini).
Il primo autore dello studio Mark Cotton, della Stellenbosch University di Tygerberg, in Sudafrica, ha detto che i risultati suggeriscono che l'interruzione della ART è sicura, ma i risultati provenienti da un altro studio presentato al meeting sono meno promettenti. In quello studio, alcuni bambini sieropositivi sono stati sottoposti a una sospensione programmata del trattamento dopo almeno 24 mesi di ART, ma una percentuale elevata di essi ha dovuto riprenderla entro 3 mesi.
Secondo Cotton, la discrepanza tra a due studi potrebbe essere legata a differenze nei pazienti dei due studi, e in particolare al fatto che il suo gruppo ha identificato precocemente i pazienti, quando probabilmente il sistema immunitario era intatto.
Alexandra Compagnucci dell’INSERV HIV Clinical Trials Unit di Parigi, moderatrice della sessione in cui è stata presentata la ricerca, ha spiegato che i risultati dello studio CHER erano molto attesi e che ora è necessario un follow up più lungo per vedere quando occorre ricominciare la ART e come recupera la conta dei CD4.
Le sfide aperte sul trattamento della sieropositività in età pediatrica, comunque, restano; tra queste, l'aderenza, la resistenza e in particolare la mancanza di formulazioni pensate per i bambini, ai quali si vorrebbero risparmiare le complicanze a lungo termine della ART.
M. Cotton, et al. Early ART followed by Interruption Is Safe and Is Associated with Better Outcomes than Deferred ART in HIV+ Infants: Final Results from the 6-Year Randomized CHER Trial, South Africa. CROI 2012; abstract 28LB.
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