Tenofovir sicuro per il rene nei trapiantati sieropositivi
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Tenofovir sicuro per il rene nei trapiantati sieropositivi
Stando ai risultati di uno studio appena presentato all’American Transplant Congress (ATC), a Philadelphia, tenofovir può essere un trattamento sicuro per i pazienti sieropositivi sottoposti a un trapianto di organo solido.
Tenofovir è un antiretrovirale ben tollerato e considerato un’opzione terapeutica di prima linea nel trattamento dell’infezione da HIV.
“L’unica potenziale insidia del farmaco è la sua potenziale nefrotossicita” ha spiegato uno degli autori Shirish S. Huprikar, del Mount Sinai Hospital di New York. “Con questo studio abbiamo voluto verificare se tenofovir fosse sicuro nei pazienti trapiantati di rene o di fegato che stanno assumendo in concomitanza altri agenti
potenzialmente nefrotossici”.
Per questa ricerca, che è una sottoanalisi di un ampio studio osservazionale di tipo prospettico, i ricercatori hanno seguito 125 pazienti sieropositivi sottoposti a trapianto di fegato e 150 sottoposti a trapianto di rene per un tempo mediano pari rispettivamente a 2,3 e 2,7 anni. Di questi, 43 trapiantati di fegato e 74 trapiantati di rene sono stati trattati con tenofovir 300 mg una volta al giorno prima dell’intervento e 52 e 97 dopo l’intervento.
Nei l’analisi univariata non ha evidenziato alcuna associazione significativa tra il trattamento con tenofovir e i livelli di creatinina post-trattamento (P = 0,58). L’anlisi multivariata ha evidenziato un’associazione e il sesso maschile, l’etnia non bianca, il rigetto, i livelli plasmatici minimi di ciclosporina e il tempo.
Nei trapiantati di fegato l’analisi univariata ha evidenziato un’associazione marginale tra trattamento con tenofovir e riduzione della creatinina (P =0,06), ma la significatività statistica si è persa nell’analisi multivariata. Nel modello finale si è evidenziata un’associazione tra aumento della creatinina e livelli basali elevati di creatinina, livelli plasmatici minimi di ciclosporina e tempo; solo marginale,invece, l’associazione tra l’aumento della creatinina ed età.
Il 29% dei trapiantati di rene e il 28% dei trapiantati di fegato hanno interrotto la terapia con tenofovir. Huprikar ha detto che non si sa se le interruzioni siano state dettate da tossicità legata al farmaco, né se una continuazione del trattamento da parte di questi pazienti si sarebbe associata a una disfunzione renale. L’autore ha anche aggiunto che è necessario un follow-up maggiore per valutare l’effetto a lungo termine dell’uso di tenofovir post-trapianto.
“Ad oggi” ha concluso il ricercatore “non ci sono evidenze di un maggior rischio di nefropatia associato all’assunzione di questo farmaco dopo il trapianto, ma sono ovviamente necessari più studi prospettici prima di poter dare una risposta definitiva a questa questione”.
The 2011 American Transplant Congress is the 11th Joint Annual Meeting of the American Society of Transplant Surgeons and the American Society of Transplantation.
M. Roland, et al. Tenofovir Is Not Associated With Renal Dysfunction Following Solid Organ Transplantation. Abstract 857.
Tenofovir è un antiretrovirale ben tollerato e considerato un’opzione terapeutica di prima linea nel trattamento dell’infezione da HIV.
“L’unica potenziale insidia del farmaco è la sua potenziale nefrotossicita” ha spiegato uno degli autori Shirish S. Huprikar, del Mount Sinai Hospital di New York. “Con questo studio abbiamo voluto verificare se tenofovir fosse sicuro nei pazienti trapiantati di rene o di fegato che stanno assumendo in concomitanza altri agenti
potenzialmente nefrotossici”.
Per questa ricerca, che è una sottoanalisi di un ampio studio osservazionale di tipo prospettico, i ricercatori hanno seguito 125 pazienti sieropositivi sottoposti a trapianto di fegato e 150 sottoposti a trapianto di rene per un tempo mediano pari rispettivamente a 2,3 e 2,7 anni. Di questi, 43 trapiantati di fegato e 74 trapiantati di rene sono stati trattati con tenofovir 300 mg una volta al giorno prima dell’intervento e 52 e 97 dopo l’intervento.
Nei l’analisi univariata non ha evidenziato alcuna associazione significativa tra il trattamento con tenofovir e i livelli di creatinina post-trattamento (P = 0,58). L’anlisi multivariata ha evidenziato un’associazione e il sesso maschile, l’etnia non bianca, il rigetto, i livelli plasmatici minimi di ciclosporina e il tempo.
Nei trapiantati di fegato l’analisi univariata ha evidenziato un’associazione marginale tra trattamento con tenofovir e riduzione della creatinina (P =0,06), ma la significatività statistica si è persa nell’analisi multivariata. Nel modello finale si è evidenziata un’associazione tra aumento della creatinina e livelli basali elevati di creatinina, livelli plasmatici minimi di ciclosporina e tempo; solo marginale,invece, l’associazione tra l’aumento della creatinina ed età.
Il 29% dei trapiantati di rene e il 28% dei trapiantati di fegato hanno interrotto la terapia con tenofovir. Huprikar ha detto che non si sa se le interruzioni siano state dettate da tossicità legata al farmaco, né se una continuazione del trattamento da parte di questi pazienti si sarebbe associata a una disfunzione renale. L’autore ha anche aggiunto che è necessario un follow-up maggiore per valutare l’effetto a lungo termine dell’uso di tenofovir post-trapianto.
“Ad oggi” ha concluso il ricercatore “non ci sono evidenze di un maggior rischio di nefropatia associato all’assunzione di questo farmaco dopo il trapianto, ma sono ovviamente necessari più studi prospettici prima di poter dare una risposta definitiva a questa questione”.
The 2011 American Transplant Congress is the 11th Joint Annual Meeting of the American Society of Transplant Surgeons and the American Society of Transplantation.
M. Roland, et al. Tenofovir Is Not Associated With Renal Dysfunction Following Solid Organ Transplantation. Abstract 857.
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