HIV, all’Amedeo di Savoia arriva il test rapido salivare
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HIV, all’Amedeo di Savoia arriva il test rapido salivare
All’ospedale torinese è possibile eseguire gratis il test rapido con la saliva per le diagnosi da Aids
Niente più diagnosi tardive, prelievi di sangue e quant’altro, per diagnosticare in modo veloce ed efficace l’eventuale infezione da Hiv.
Ecco una delle grandi novità presentate all’ospedale “Amedeo di Savoia” a Torino che, per l’occasione annuncia anche l’apertura dell’ambulatorio per i test anche al sabato.
Il problema Hiv è contrastato dalle diagnosi tardive e dalla non conoscenza da parte delle persone di essere sieropositive – circa un terzo di chi è affetto da Hiv in Italia infatti ignora di essere sieropositivo.
In Piemonte, poi, secondo i dati del Servizio di Riferimento Regionale di Epidemiologia dell'ASL AL le diagnosi tardive il 38 percento del totale. Con questo nuovo servizio ci si augura che questa percentuale scenda significativamente, se non essere del tutto azzerata.
L’organizzazione ha richiesto la collaborazione di medici, infermieri e tecnici di laboratorio e un «notevole sforzo organizzativo – dichiara il Direttore Sanitario dell'Amedeo di Savoia, Maria Teresa Sensale – per avvicinare maggiormente la struttura sanitaria alle esigenze dei Cittadini e avviare il più precocemente possibile chi ne avesse necessità al percorso terapeutico assistenziale».
«Il test salivare rappresenta un innovativo piccolo capolavoro di bioingegneria, miniaturizzata, in grado di catturare gli anticorpi presenti nella saliva attraverso un supporto solido simile ad un abbassalingua, che viene semplicemente appoggiato sulle gengive del richiedente e in soli venti minuti fornisce il risultato – sottolinea Valeria Ghisetti, Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Amedeo di Savoia – Tutti i risultati reattivi vengono quindi ricontrollati nella stessa giornata con il test di riferimento su sangue secondo la metodica standard e in poche ore siamo in grado di fornire il risultato definitivo».
L’ambulatorio a cui possono rivolgersi tutti i cittadini che ritengano di averne bisogno funziona ad accesso diretto, e non necessita di impegnativa medica. È completamente gratuito e offre la garanzia di anonimato. Per chi lo desidera sono anche offerte di ascolto, orientamento e sostegno psicologico.
«Il test rapido salivare non è ancora di prassi abituale in Italia e pertanto ogni caso di reattività deve essere confermato dal test su sangue – specifica Giancarlo Orofino, Infettivologo della Divisione A Malattie Infettive dell'Amedeo di Savoia e Vicepresidente dell'Associazione Arcobaleno AIDS ONLUS di Torino – Inoltre, poiché questo test rapido ricerca la presenza degli anticorpi e non del virus, va limitato alle persone esposte a un evento a rischio antecedente di almeno 3 mesi, mentre il prelievo ematico può essere eseguito già entro 30 giorni dall'ipotetico contagio».
«Il test deve essere ripetuto dopo il cosiddetto periodo “finestra” di 3-6 mesi – aggiunge Orofino – Se il risultato del test è positivo significa che si hanno gli anticorpi anti-HIV: la persona sieropositiva ha l'infezione e può trasmetterla ad altre persone. Arrivare tardi a una prima diagnosi significa non poter accedere tempestivamente alla terapia antiretrovirale, con conseguente minore probabilità di sopravvivenza e minore responsabilizzazione nell'attuare le misure per evitare la trasmissione dell'infezione».
Diagnosi precoce dunque per potersi garantire interventi altrettanto tempestivi che, nel caso di malattie importanti come l’Aids, è essenziale.
«Il test è uno strumento fondamentale per la prevenzione e la cura dell'infezione da Hiv e il test a risposta rapida è tra le strategie più innovative per la diagnosi precoce, con un’attendibilità valutata oltre il 99%», conclude il Commissario ASL TO 2, Giacomo Manuguerra.
Auguriamoci quindi che i cittadini che sospettano di essere a rischio possano rivolgersi con fiducia agli operatori dell’Amedeo di Savoia e qui trovare le risposte e l’assistenza di cui abbisognano.
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Niente più diagnosi tardive, prelievi di sangue e quant’altro, per diagnosticare in modo veloce ed efficace l’eventuale infezione da Hiv.
Ecco una delle grandi novità presentate all’ospedale “Amedeo di Savoia” a Torino che, per l’occasione annuncia anche l’apertura dell’ambulatorio per i test anche al sabato.
Il problema Hiv è contrastato dalle diagnosi tardive e dalla non conoscenza da parte delle persone di essere sieropositive – circa un terzo di chi è affetto da Hiv in Italia infatti ignora di essere sieropositivo.
In Piemonte, poi, secondo i dati del Servizio di Riferimento Regionale di Epidemiologia dell'ASL AL le diagnosi tardive il 38 percento del totale. Con questo nuovo servizio ci si augura che questa percentuale scenda significativamente, se non essere del tutto azzerata.
L’organizzazione ha richiesto la collaborazione di medici, infermieri e tecnici di laboratorio e un «notevole sforzo organizzativo – dichiara il Direttore Sanitario dell'Amedeo di Savoia, Maria Teresa Sensale – per avvicinare maggiormente la struttura sanitaria alle esigenze dei Cittadini e avviare il più precocemente possibile chi ne avesse necessità al percorso terapeutico assistenziale».
«Il test salivare rappresenta un innovativo piccolo capolavoro di bioingegneria, miniaturizzata, in grado di catturare gli anticorpi presenti nella saliva attraverso un supporto solido simile ad un abbassalingua, che viene semplicemente appoggiato sulle gengive del richiedente e in soli venti minuti fornisce il risultato – sottolinea Valeria Ghisetti, Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Amedeo di Savoia – Tutti i risultati reattivi vengono quindi ricontrollati nella stessa giornata con il test di riferimento su sangue secondo la metodica standard e in poche ore siamo in grado di fornire il risultato definitivo».
L’ambulatorio a cui possono rivolgersi tutti i cittadini che ritengano di averne bisogno funziona ad accesso diretto, e non necessita di impegnativa medica. È completamente gratuito e offre la garanzia di anonimato. Per chi lo desidera sono anche offerte di ascolto, orientamento e sostegno psicologico.
«Il test rapido salivare non è ancora di prassi abituale in Italia e pertanto ogni caso di reattività deve essere confermato dal test su sangue – specifica Giancarlo Orofino, Infettivologo della Divisione A Malattie Infettive dell'Amedeo di Savoia e Vicepresidente dell'Associazione Arcobaleno AIDS ONLUS di Torino – Inoltre, poiché questo test rapido ricerca la presenza degli anticorpi e non del virus, va limitato alle persone esposte a un evento a rischio antecedente di almeno 3 mesi, mentre il prelievo ematico può essere eseguito già entro 30 giorni dall'ipotetico contagio».
«Il test deve essere ripetuto dopo il cosiddetto periodo “finestra” di 3-6 mesi – aggiunge Orofino – Se il risultato del test è positivo significa che si hanno gli anticorpi anti-HIV: la persona sieropositiva ha l'infezione e può trasmetterla ad altre persone. Arrivare tardi a una prima diagnosi significa non poter accedere tempestivamente alla terapia antiretrovirale, con conseguente minore probabilità di sopravvivenza e minore responsabilizzazione nell'attuare le misure per evitare la trasmissione dell'infezione».
Diagnosi precoce dunque per potersi garantire interventi altrettanto tempestivi che, nel caso di malattie importanti come l’Aids, è essenziale.
«Il test è uno strumento fondamentale per la prevenzione e la cura dell'infezione da Hiv e il test a risposta rapida è tra le strategie più innovative per la diagnosi precoce, con un’attendibilità valutata oltre il 99%», conclude il Commissario ASL TO 2, Giacomo Manuguerra.
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