Gli agenti infettivi e i tumori
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Gli agenti infettivi e i tumori
Nasce la prima tsk-force per individuare i virus causa di tumori solidi
È al via una ricerca multicentrica che coinvolge l’Università di Padova, Istituto Pascale di Napoli, IRCCS Burlo e ICGEB di Trieste, Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, Università di Ferrara, Istituto Nazionale Tumori e Multimedica Castellanza di Milano, Ospedale di Ancona, Azienda Ospedaliera di Pordenone e, appunto, IRCCS Aviano.
«Il 15% dei tumori - spiega Umberto Tirelli, responsabile dell'Oncologia Medica del CRO e coordinatore del Gruppo insieme a Paolo Pedrazzoli, del Policlinico San Matteo di Pavia - è causato da virus. Noi, però, riteniamo che questa percentuale, risultato di un'induzione diretta o indiretta, sia superiore. La relazione tra agenti infettivi e tumori, qui al CRO, è sempre stata una priorità, sin dall'inizio dell'epidemia provocata dall'HIV. Da allora l'intero spettro della ricerca (di base, epidemiologica e clinica) ha studiato a fondo le correlazioni
correlazioni esistenti tra virus e tumori: le epatiti B e C e il tumore del fegato, l'HPV e i tumori del collo dell'utero e della tonsilla e via discorrendo. Questo know-how ha sospinto, per esempio, la dottoressa Silvia Franceschi al vertice della ricerca epidemiologica sui virus a Lione, con significative ripercussioni sullo sviluppo del vaccino contro l'HPV». La decisione di creare il Gruppo investigativo è nata ad Aviano e a Pavia, al Policlinico San Matteo, e già lo scorso ottobre, a Pavia, abbiamo tenuto un primo momento si studio con un congresso scientifico sull’argomento».
Dalla teoria (congresso scientifico) alla pratica (task-force) il passo è stato breve: «La costituzione del Gruppo sugli agenti infettivi e i tumori solidi più comuni (mammella, colon retto, polmone, per i quali non vi è ancora è evidenza di una qualche specifica correlazione) con il CRO a coordinare i lavori a fronte dell'esperienza nazionale specifica su questi argomenti, ma sempre insieme a Pavia». Nel concreto il Gruppo si concentrerà su pazienti in condizione immuno depressiva provocata da trapianti d'organo come cuore e polmone o da altre terapie avviate per controllare patologie diverse dal cancro e che presentano un rischio più elevato rispetto ad altri di contrarre tumori solidi eventualmente correlati a malattie virali. «L'obiettivo vero è poter scoprire nuovi virus correlati ai tumori e attuare una vaccinazione preventiva che elimini il problema alla radice, almeno in alcuni tumori, come già avviene per l’epatocarcinoma correlato all’HBV e avverrà p er il tumore del collo dell’utero con il vaccino dell’HPV in atto - ha concluso Tirelli».
Plaude all'iniziativa Paolo De Paoli, Direttore scientifico del CRO secondo il quale la ricerca su virus e tumori sviluppata nell'Istituto sin dalla sua apertura ha avuto una storia di successo, contribuendo a migliorare notevolmente la diagnosi, la terapia e, in ultima analisi, la sopravvivenza dei pazienti con questa tipologia di tumore. Uno dei motivi fondamentali di tale successo è l'aver riunito in un unico programma/progetto di ricerca di laboratorio e clinica le competenze di patologi, microbiologi, epidemiologi, oncologi sperimentali (competenze di laboratorio) con quelle della componente clinica (oncologi medici, radioterapisti, chirurghi, radiologi e medici nucleari. Questo dimostra che la ricerca contribuisce in modo sostanziale a migliorare diagnosi e cura dei tumori. Non è certo casuale lo slogan del Cro, che recita "La ricerca cura"».
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È al via una ricerca multicentrica che coinvolge l’Università di Padova, Istituto Pascale di Napoli, IRCCS Burlo e ICGEB di Trieste, Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, Università di Ferrara, Istituto Nazionale Tumori e Multimedica Castellanza di Milano, Ospedale di Ancona, Azienda Ospedaliera di Pordenone e, appunto, IRCCS Aviano.
«Il 15% dei tumori - spiega Umberto Tirelli, responsabile dell'Oncologia Medica del CRO e coordinatore del Gruppo insieme a Paolo Pedrazzoli, del Policlinico San Matteo di Pavia - è causato da virus. Noi, però, riteniamo che questa percentuale, risultato di un'induzione diretta o indiretta, sia superiore. La relazione tra agenti infettivi e tumori, qui al CRO, è sempre stata una priorità, sin dall'inizio dell'epidemia provocata dall'HIV. Da allora l'intero spettro della ricerca (di base, epidemiologica e clinica) ha studiato a fondo le correlazioni
correlazioni esistenti tra virus e tumori: le epatiti B e C e il tumore del fegato, l'HPV e i tumori del collo dell'utero e della tonsilla e via discorrendo. Questo know-how ha sospinto, per esempio, la dottoressa Silvia Franceschi al vertice della ricerca epidemiologica sui virus a Lione, con significative ripercussioni sullo sviluppo del vaccino contro l'HPV». La decisione di creare il Gruppo investigativo è nata ad Aviano e a Pavia, al Policlinico San Matteo, e già lo scorso ottobre, a Pavia, abbiamo tenuto un primo momento si studio con un congresso scientifico sull’argomento».
Dalla teoria (congresso scientifico) alla pratica (task-force) il passo è stato breve: «La costituzione del Gruppo sugli agenti infettivi e i tumori solidi più comuni (mammella, colon retto, polmone, per i quali non vi è ancora è evidenza di una qualche specifica correlazione) con il CRO a coordinare i lavori a fronte dell'esperienza nazionale specifica su questi argomenti, ma sempre insieme a Pavia». Nel concreto il Gruppo si concentrerà su pazienti in condizione immuno depressiva provocata da trapianti d'organo come cuore e polmone o da altre terapie avviate per controllare patologie diverse dal cancro e che presentano un rischio più elevato rispetto ad altri di contrarre tumori solidi eventualmente correlati a malattie virali. «L'obiettivo vero è poter scoprire nuovi virus correlati ai tumori e attuare una vaccinazione preventiva che elimini il problema alla radice, almeno in alcuni tumori, come già avviene per l’epatocarcinoma correlato all’HBV e avverrà p er il tumore del collo dell’utero con il vaccino dell’HPV in atto - ha concluso Tirelli».
Plaude all'iniziativa Paolo De Paoli, Direttore scientifico del CRO secondo il quale la ricerca su virus e tumori sviluppata nell'Istituto sin dalla sua apertura ha avuto una storia di successo, contribuendo a migliorare notevolmente la diagnosi, la terapia e, in ultima analisi, la sopravvivenza dei pazienti con questa tipologia di tumore. Uno dei motivi fondamentali di tale successo è l'aver riunito in un unico programma/progetto di ricerca di laboratorio e clinica le competenze di patologi, microbiologi, epidemiologi, oncologi sperimentali (competenze di laboratorio) con quelle della componente clinica (oncologi medici, radioterapisti, chirurghi, radiologi e medici nucleari. Questo dimostra che la ricerca contribuisce in modo sostanziale a migliorare diagnosi e cura dei tumori. Non è certo casuale lo slogan del Cro, che recita "La ricerca cura"».
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