cambiano tipologie MST HIV AIDS e possono mettere a rischio la fertilità
cambiano tipologie MST HIV AIDS e possono mettere a rischio la fertilità
Trent’anni, un’intensa vita sessuale e l’idea che le malattie sessualmente trasmesse non siano un problema che riguarda loro: è l’identikit delle quattro milioni di donne italiane affette da condilomi, Clamidia, trichomonas e altre malattie a trasmissione sessuale (mst).
I dati emergono dal lavoro svolto da due Reti sentinella (12 centri clinici pubblici specializzati e 13 laboratori pubblici di microbiologia) coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità e sono stati presentati in occasione dell’ultimo congresso nazionale della Società di malattie infettive e tropicali.
Ripropongono con forza l’allarme relativo alle malattie sessualmente trasmesse in Italia: nell’ultimo ventennio il numero annuo di nuove diagnosi è rimasto stabile ma sono cambiate le malattie. Ci si ammala sempre meno di vaginosi batteriche e infezioni aspecifiche e sempre di più di condilomi (un terzo dei casi) o di Clamidia ed herpes genitale (il 6% delle diagnosi).
E anche l’HIV riguarda sempre meno omosessuali o tossicodipendenti e sempre più eterosessuali (un terzo delle nuove diagnosi); le donne sono biologicamente più a rischio rispetto agli uomini: le probabilità che, a seguito di un rapporto sessuale non protetto, la donna diventi sieropositiva è di otto volte maggiore rispetto agli uomini.
Erroneamente si crede che queste malattie, così come la sifilide, siano rare e difficilmente contraibili e invece i dati mostrano che sono in costante aumento e spesso le coppie scoprono di essere malate dopo anni di infruttuosi tentativi di concepimento e quando decidono di sottoporsi a tecniche di fecondazione assistita: gli esperti ricordano che le mst aumentano il rischio di infertilità fino a venti volte.
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I dati emergono dal lavoro svolto da due Reti sentinella (12 centri clinici pubblici specializzati e 13 laboratori pubblici di microbiologia) coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità e sono stati presentati in occasione dell’ultimo congresso nazionale della Società di malattie infettive e tropicali.
Ripropongono con forza l’allarme relativo alle malattie sessualmente trasmesse in Italia: nell’ultimo ventennio il numero annuo di nuove diagnosi è rimasto stabile ma sono cambiate le malattie. Ci si ammala sempre meno di vaginosi batteriche e infezioni aspecifiche e sempre di più di condilomi (un terzo dei casi) o di Clamidia ed herpes genitale (il 6% delle diagnosi).
E anche l’HIV riguarda sempre meno omosessuali o tossicodipendenti e sempre più eterosessuali (un terzo delle nuove diagnosi); le donne sono biologicamente più a rischio rispetto agli uomini: le probabilità che, a seguito di un rapporto sessuale non protetto, la donna diventi sieropositiva è di otto volte maggiore rispetto agli uomini.
Erroneamente si crede che queste malattie, così come la sifilide, siano rare e difficilmente contraibili e invece i dati mostrano che sono in costante aumento e spesso le coppie scoprono di essere malate dopo anni di infruttuosi tentativi di concepimento e quando decidono di sottoporsi a tecniche di fecondazione assistita: gli esperti ricordano che le mst aumentano il rischio di infertilità fino a venti volte.
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