Terapia genica per l'HIV
Terapia genica per l'HIV
Terapia genica per l’HIV
Era stata pubblicata una storia, che riportava di un gruppo di pazienti che aveva rinforzato il conteggio dei suoi CD4 con una specie di terapia genetica – e si era dichiarato che questo poteva essere il primo passo verso una cura per l’infezione HIV. Matt Sharp ha scritto un articolo sul linfoma per la stessa pubblicazione. Quello che non era stato detto è che egli era uno dei sei partecipanti all’esperimento genetico e adesso, scrive, sembra stia funzionando.
La terapia genetica-il processo di manipolare il materiale umano genetico con lo scopo di rallentare la malattia e interferire con i processi della malattia-non è più adesso un film di fantascienza per sieropositivi. Pur se c’è ancora da imparare e la ricerca è nuova, la terapia genetica può condurre a quella che è conosciuta come “cura funzionale” per l’HIV modificando parte del proprio codice genetico del corpo per rendere resistenti le cellule all’HIV. Se una cura funzionale ha successo, il danno che l’HIV causa potrebbe essere fermato senza l’uso di farmaci antiretrovirali.
La mia personale storia si inserisce perfettamente con l’avvento della terapia genica per l’HIV. Io ho vissuto con l’HIV quasi metà della mia vita, da quando sono stato diagnosticato nel 1988, sopravvivendo con un misto di capacità di recupero e determinazione a vivere.
Chiaramente, i farmaci antiretrovirali mi hanno mantenuto vivo e relativamente in salute. Io sono stato sempre entusiasta di beneficiare di quello che la medicina poteva fare per me, e mi sono arruolato in numerosi programmi di sperimentazione e trials clinici di farmaci non testati sul finire degli ’80 e ’90.
Tornando indietro ad allora non avevo le possibilità che abbiamo oggi, con più di due dozzine di farmaci antiretrovirali disponibili. Come venivano approvati nuovi farmaci molte persone aggiungevano un nuovo farmaco ad uno vecchio che stavano assumendo, cosa che ora capiamo porta a resistenza. Io ho sempre fatto in modo di stare al corrente degli ultimi trattamenti, ma dal momento che non era chiaro come usare al meglio i farmaci all’inizio dell’HIV, ho sviluppato resistenza a quasi tutti i farmaci e ora ho un fragile sistema immunitario con poche possibilità di scelta di trattamento nel mio futuro. Fortunatamente, i farmaci sono stati appena utili per mantenere stabile la mia salute, ma fino a poco tempo fa non ho mai raggiunto una carica virale non rilevabile e le mie cellule CD4 sono precipitate a 30 cellule/mm3, La buona notizia è che grazie ad un attento controllo, non ho mai avuto un’infezione da AIDS.
Adesso sto andando bene. Nel 2008 sono stato finalmente in grado di combinare due nuovi farmaci antiretrovirali che non avevo mai provato prima e ho raggiunto livelli di HIV non rilevabili, restando così da allora. Ma le mie cellule CD4 restarono ostinate, oltrepassando raramente le 200 cellule/mm3 limite che definisce l’AIDS negli US, dove vivo.
Non sono mai stato reticente a partecipare a trials clinici. Tornando indietro negli anni ’90 molta gente si arruolava in studi solo per avere accesso ai farmaci più recenti. Io mi sono persino iscritto ad uno studio per un trapianto di timo ,nel quale mi avrebbero aperto l’addome con un intervento chirurgico. La gente pensava che io fossi coraggioso, se non un poco matto, ma io ho sempre sentito che se mi sedevo ad aspettare che la ricerca avesse successo, non sarei sopravvissuto.
Dai giorni di ACT UP Golden Gate quando, come attivista , sono stato arrestato sette volte in proteste di disobbedienza civile, io ho cercato terapie a base immunitaria e sostenuto perché la ricerca si concentrasse sulle cellule CD4, bersaglio dell’HIV. Fino a tempi recenti non ci sono stati studi che abbiano avuto successo su terapie a base immunitaria per ristabilire le cellule CD4 in gente con HIV. Due enormi e costosi sforzi, i trials ESPRIT e il SILCAAT, hanno usato una versione sintetica di interleukina-2 (IL-2), una proteina prodotta naturalmente conosciuta anche comune fattore di crescita T. Sfortunatamente nonostante la prematura promessa di rinforzare le importanti cellule CD4 nei partecipanti al trial, il trattamento si è scoperto essere difficile da tollerare e, alla fine, inefficace, Prima che uscissero i risultati dello studio, un medico mi prescrisse IL-2. I miei CD4 incrementarono ad oltre 600 cellule/mm3 da 140 cellule/mm3 che erano, ma in circa un mese crollarono a dove avevo iniziato. Un altro tentativo di trattamento fallito!
Ma oggi posso avere la speranza di ristabilire il mio sistema immunitario, o almeno in un’espansione delle cellule CD4. Nel 2009, ho visitato la Quest Research Clinic di San Francisco ed ho incontrato Jay Lalezari , MD, un medico ricercatore che avevo conosciuto fin dai giorni di ACT UP Golden Gate.
Egli mi disse che la sua clinica stava sperimentando una nuova tecnologia di terapia genetica chiamata SB728. Questo è un enzima della famiglia chiamata zinc finger nucleotidasi (ZNFs) che potrebbe teoricamente rendere le cellule CD4 resistenti all’HIV. Le ZFNs sono come minuscole forbici che tagliano il gene CCR5. Il gene fornisce le cellule CD4 della molecola CCR5, un co-recettore proteico che ricopre la superficie delle cellule CD4 e che è un essenziale punto di ancoraggio per le più comuni forme di HIV. Le cellule senza il co-recettore CCR5 sono efficacemente protette dall’infezione HIV.
Dopo aver parlato con attivisti del trattamento e ricercatori, incluso Dr Jay, come viene affettuosamente conosciuto, ho deciso che il rischio era basso e ho voluto provare. Così, sei mesi più tardi, sembra che la strategia sia almeno sicura, se non dimostra qualche effetto positivo.
Mi sono arruolato nello studio nell’estate del 2010 e sono volato a Los Angeles per quella che viene chiamata procedura di aferesi. In questa , si viene agganciati ad una macchina delle dimensioni di un forno che rimuove il sangue e separa i tipi cellulari. Dapprima, un ago intravenoso è stato collocato in ciascuna delle mie braccia; il sangue è stato rimosso da un braccio e infuso nella macchina dove separava i leucociti (incluso le cellule CD4). I restanti globuli rossi sono stati riposti nell’altro mio braccio. Alla fine del procedimento, è stata estratta dal mio braccio solo una piccola sacca da infusione ripiena di sangue. L’aferesi è stata senza sforzo ed ero fuori dalla clinica in poche ore.
La più semplice spiegazione dei passi successivi del processo è questa. I miei leucociti sono stati inviati al laboratorio e le cellule CD4 sono state separate, fatte replicare così che ce ne fossero di più, e processate con le nucleasi zinc finger per rimuovere il loro gene CCR5. Le ZFNs sono state consegnate alle mie cellule dentro il tubo test chiuse in un vettore adenovirus, la conchiglia che riveste un comune virus del raffreddore, che è capace di entrare nelle cellule e consegnare il suo contenuto al nucleo della cellula, ma che non può causare infezione.
Le cellule recentemente modificate sono state quindi congelate , inviate alla clinica dello studio, decongelate e infuse di nuovo nel mio braccio- quattro miliardi di esse. Non ho avuto effetti collaterali durante i 30 minuti dell’infusione.
I miei propri risultati sono stati piuttosto eccitanti data la mia storia ventennale di trattamento. Il conteggio delle mie cellule CD4 è raddoppiato da 230 a 560 cellule/mm3. Ora, sei mesi più tardi, le mie cellule CD4 sono rimaste al livello più alto e mi sento meglio che mai. Non ho avuto praticamente effetti collaterali pur avendo fatto estesi test ematici per seguire i risultati del mio sangue.
Inoltre, e meno gradevolmente, lo studio ha richiesto biopsie rettali per vedere se le cellule manipolate si muovevano all’intestino. Questo è importante poiché dimostra che le cellule modificate stanno agendo esattamente come le altre cellule immunitarie e competono con successo con esse. E’ anche potenzialmente eccitante , dal momento che è attraverso le cellule che portano il CCR5 nelle membrane mucose dei sistemi genitali e digestivi che la maggior parte della gente viene infettata dall’HIV. Io ho avuto circa sei biopsie della durata di 30 minuti, che hanno prelevato 20 campioni di tessuto dall’interno del mio colon sigmoide ogni volta. Le biopsie sono relativamente indolori, salvo la quantità di gas che viene pompato nel colon così che il dottore possa rimuovere il tessuto con uno strumento sottile. Io non sono a conoscenza delle mie proprie biopsie al momento, ma altri partecipanti stanno dimostrando buoni risultati.
Manipolare il DNA, l’impronta genetica, attraverso la terapia genica può essere rischioso, ma è stata dimostrata sicura nel cancro e nelle malattie degenerative. Questa non è il primo trial di terapia genica, ma è il primo ad essere promettente. Il Dr Lalezari recentemente ha presentato dati dallo studio in cui sono stato arruolato al CROI di Boston in febbraio. Ha presentato dati su SB728 in sei uomini che hanno vissuto con AIDS per oltre vent’anni.
Questo primo studio ha provato il concetto di terapia genica, ed io ho sperimentato rinforzo dei CD4, ma non c’è mai stato nessun pericolo di uscita fuori controllo del mio HIV poiché sono rimasto sotto antiretrovirali. Il secondo studio arruolerà gente che non sta assumendo terapia antiretrovirale.
Il Dr Jay mi ha detto “Lo studio ha dimostrato sette cose: logisticamente possiamo effettivamente ottenere cellule mononucleari del sangue periferico fuori dal corpo; le cellule possono essere modificate; l’infusione è sicura; i partecipanti hanno dimostrato un aumento delle cellule CD4; le cellule persistono e non muoiono; e si muovono verso l’intestino.
“L’ultima cosa è che c’è anche una normalizzazione della ratio CD4:CD8.”
Questo è particolarmente significativo, perché quasi tutte le persone con HIV, anche con alti conteggi di CD4, hanno circa il doppio di cellule CD8 (le cellule che uccidono le cellule infettate dal virus) che non cellule CD4 (che dirigono molto del traffico del sistema immunitario). Nei soggetti sieronegativi la situazione è all’opposto ,col doppio di CD4 che cellule CD8. Rinormalizzando la ratio CD4:CD8 può implicare che il mio sistema immunitario è stato resettato per assomigliare un poco di più a quello di un sieronegativo.
Dr Jay continua “ Il compito chiave sta nel fatto se possiamo usare la tecnica per influenzare i carichi virali. Abbiamo quasi completamente arruolato 14 pazienti per un trial che riguarda questo problema” Questo primo studio ha provato il concetto di terapia genica, ed io ho sperimentato un rinforzo di CD4, ma non c’è mai stato nessun pericolo per l’uscita fuori controllo dell’HIV poiché sono rimasto sotto antiretrovirali. Il secondo studio arruolerà gente che non assume terapia antiretrovirale per rispondere alla più grande questione se dando alla gente una proporzione di cellule che sono immuni all’infezione HIV ridurrà la disponibilità di cellule che possono essere infettate, riduca la replicazione virale e causi caduta del carico virale.
Se si riesce a gestire questa cosa così bene da portare il carico virale ad un livello non rilevabile, si potrebbe avere la cura funzionale per l’HIV.
Anche si il mio studio è stato piccolo, cinque dei sei partecipanti hanno avuto un incremento medio di 200 CD4 cellule/mm3 i un anno di follow up dopo l’infusione. Non ci sono stati eventi avversi nel trial. Un partecipante non ha risposto alle nuove cellule – più probabilmente perché aveva un conteggio molto basso di CD4 con cui cominciare, o possibilmente perché il vettore adenovirus non ha preso sufficienti cellule.
La squadra del Dr., Jay ha dimostrato che 25% del totale di cellule donate mancavano del co-recettore CCR5 e che dopo la re-infusione, dal 3 al 6% di queste cellule erano presenti dopo tre mesi.
Questo potrebbe non sembrare una proporzione alta . Tuttavia, l’espansione complessiva di cellule CD4 era alta in tutti fuorche’ una persona e il fatto che le cellule CD4 raggiungevano l’intestino dimostrava che potevano raggiungere uno dei più importanti nascondigli dell’HIV. Inoltre la speranza è che , in una persona non in trattamento, la proporzione di cellule CD4 sane, replicanti senza CCR5 possa crescere nel tempo in cui le cellule con il co-recettore sono uccise dall’HIV.
La motivazione per questo approccio, nelle cellule prive di CCR5 è venuta dal trattamento con successo di Timothy Ray Brown, conosciuto anche come il “paziente di Berlino”. Brown, che aveva AIDS e leucemia, ha ricevuto un trapianto di midollo osseo da un donatore con cellule CD4 che mancavano naturalmente del recettore CCR5.
Cinque anni più tardi, ho incontrato Brown a San Francisco. Egli viene considerato curato dall’HIV e la leucemia è in remissione. Il suo caso ha aperto una nuova corrente nella ricerca HIV incluso la eliminazione del gene CCR5. Gli esperimenti tuttavia non hanno scoperto la cura per l’HIV, ma rispondono a importanti questioni per un’ulteriore ricerca. E’ davvero un’eccitante periodo per la ricerca sull’HIV.
Adesso visiterò la clinica per essere controllato ogni mese per ulteriori sei mesi, e quindi lo studio sarà completo. Quando guardo indietro alla storia del mio trattamento sono positivo riguardo al fatto che l’esperimento dello zinc finger nucleotidasi mi può permettere di ristabilire il mio sistema immunitario, forse riducendo l’infiammazione- la fonte di molte complicazioni non-AIDS quali cancro e malattie cardiache. Io vedo già un miglioramento nelle infezioni respiratorie costanti che ero solito avere prima di entrare nello studio.
Ma più di tutto, io spero che un giorno sarò in grado di smettere i farmaci antiretrovirali venendo infuso una volta all’anno con tali tecniche di terapia genica. Dopo 22 anni di assumere farmaci, è un altro rischio che sembra aver pagato.
Era stata pubblicata una storia, che riportava di un gruppo di pazienti che aveva rinforzato il conteggio dei suoi CD4 con una specie di terapia genetica – e si era dichiarato che questo poteva essere il primo passo verso una cura per l’infezione HIV. Matt Sharp ha scritto un articolo sul linfoma per la stessa pubblicazione. Quello che non era stato detto è che egli era uno dei sei partecipanti all’esperimento genetico e adesso, scrive, sembra stia funzionando.
La terapia genetica-il processo di manipolare il materiale umano genetico con lo scopo di rallentare la malattia e interferire con i processi della malattia-non è più adesso un film di fantascienza per sieropositivi. Pur se c’è ancora da imparare e la ricerca è nuova, la terapia genetica può condurre a quella che è conosciuta come “cura funzionale” per l’HIV modificando parte del proprio codice genetico del corpo per rendere resistenti le cellule all’HIV. Se una cura funzionale ha successo, il danno che l’HIV causa potrebbe essere fermato senza l’uso di farmaci antiretrovirali.
La mia personale storia si inserisce perfettamente con l’avvento della terapia genica per l’HIV. Io ho vissuto con l’HIV quasi metà della mia vita, da quando sono stato diagnosticato nel 1988, sopravvivendo con un misto di capacità di recupero e determinazione a vivere.
Chiaramente, i farmaci antiretrovirali mi hanno mantenuto vivo e relativamente in salute. Io sono stato sempre entusiasta di beneficiare di quello che la medicina poteva fare per me, e mi sono arruolato in numerosi programmi di sperimentazione e trials clinici di farmaci non testati sul finire degli ’80 e ’90.
Tornando indietro ad allora non avevo le possibilità che abbiamo oggi, con più di due dozzine di farmaci antiretrovirali disponibili. Come venivano approvati nuovi farmaci molte persone aggiungevano un nuovo farmaco ad uno vecchio che stavano assumendo, cosa che ora capiamo porta a resistenza. Io ho sempre fatto in modo di stare al corrente degli ultimi trattamenti, ma dal momento che non era chiaro come usare al meglio i farmaci all’inizio dell’HIV, ho sviluppato resistenza a quasi tutti i farmaci e ora ho un fragile sistema immunitario con poche possibilità di scelta di trattamento nel mio futuro. Fortunatamente, i farmaci sono stati appena utili per mantenere stabile la mia salute, ma fino a poco tempo fa non ho mai raggiunto una carica virale non rilevabile e le mie cellule CD4 sono precipitate a 30 cellule/mm3, La buona notizia è che grazie ad un attento controllo, non ho mai avuto un’infezione da AIDS.
Adesso sto andando bene. Nel 2008 sono stato finalmente in grado di combinare due nuovi farmaci antiretrovirali che non avevo mai provato prima e ho raggiunto livelli di HIV non rilevabili, restando così da allora. Ma le mie cellule CD4 restarono ostinate, oltrepassando raramente le 200 cellule/mm3 limite che definisce l’AIDS negli US, dove vivo.
Non sono mai stato reticente a partecipare a trials clinici. Tornando indietro negli anni ’90 molta gente si arruolava in studi solo per avere accesso ai farmaci più recenti. Io mi sono persino iscritto ad uno studio per un trapianto di timo ,nel quale mi avrebbero aperto l’addome con un intervento chirurgico. La gente pensava che io fossi coraggioso, se non un poco matto, ma io ho sempre sentito che se mi sedevo ad aspettare che la ricerca avesse successo, non sarei sopravvissuto.
Dai giorni di ACT UP Golden Gate quando, come attivista , sono stato arrestato sette volte in proteste di disobbedienza civile, io ho cercato terapie a base immunitaria e sostenuto perché la ricerca si concentrasse sulle cellule CD4, bersaglio dell’HIV. Fino a tempi recenti non ci sono stati studi che abbiano avuto successo su terapie a base immunitaria per ristabilire le cellule CD4 in gente con HIV. Due enormi e costosi sforzi, i trials ESPRIT e il SILCAAT, hanno usato una versione sintetica di interleukina-2 (IL-2), una proteina prodotta naturalmente conosciuta anche comune fattore di crescita T. Sfortunatamente nonostante la prematura promessa di rinforzare le importanti cellule CD4 nei partecipanti al trial, il trattamento si è scoperto essere difficile da tollerare e, alla fine, inefficace, Prima che uscissero i risultati dello studio, un medico mi prescrisse IL-2. I miei CD4 incrementarono ad oltre 600 cellule/mm3 da 140 cellule/mm3 che erano, ma in circa un mese crollarono a dove avevo iniziato. Un altro tentativo di trattamento fallito!
Ma oggi posso avere la speranza di ristabilire il mio sistema immunitario, o almeno in un’espansione delle cellule CD4. Nel 2009, ho visitato la Quest Research Clinic di San Francisco ed ho incontrato Jay Lalezari , MD, un medico ricercatore che avevo conosciuto fin dai giorni di ACT UP Golden Gate.
Egli mi disse che la sua clinica stava sperimentando una nuova tecnologia di terapia genetica chiamata SB728. Questo è un enzima della famiglia chiamata zinc finger nucleotidasi (ZNFs) che potrebbe teoricamente rendere le cellule CD4 resistenti all’HIV. Le ZFNs sono come minuscole forbici che tagliano il gene CCR5. Il gene fornisce le cellule CD4 della molecola CCR5, un co-recettore proteico che ricopre la superficie delle cellule CD4 e che è un essenziale punto di ancoraggio per le più comuni forme di HIV. Le cellule senza il co-recettore CCR5 sono efficacemente protette dall’infezione HIV.
Dopo aver parlato con attivisti del trattamento e ricercatori, incluso Dr Jay, come viene affettuosamente conosciuto, ho deciso che il rischio era basso e ho voluto provare. Così, sei mesi più tardi, sembra che la strategia sia almeno sicura, se non dimostra qualche effetto positivo.
Mi sono arruolato nello studio nell’estate del 2010 e sono volato a Los Angeles per quella che viene chiamata procedura di aferesi. In questa , si viene agganciati ad una macchina delle dimensioni di un forno che rimuove il sangue e separa i tipi cellulari. Dapprima, un ago intravenoso è stato collocato in ciascuna delle mie braccia; il sangue è stato rimosso da un braccio e infuso nella macchina dove separava i leucociti (incluso le cellule CD4). I restanti globuli rossi sono stati riposti nell’altro mio braccio. Alla fine del procedimento, è stata estratta dal mio braccio solo una piccola sacca da infusione ripiena di sangue. L’aferesi è stata senza sforzo ed ero fuori dalla clinica in poche ore.
La più semplice spiegazione dei passi successivi del processo è questa. I miei leucociti sono stati inviati al laboratorio e le cellule CD4 sono state separate, fatte replicare così che ce ne fossero di più, e processate con le nucleasi zinc finger per rimuovere il loro gene CCR5. Le ZFNs sono state consegnate alle mie cellule dentro il tubo test chiuse in un vettore adenovirus, la conchiglia che riveste un comune virus del raffreddore, che è capace di entrare nelle cellule e consegnare il suo contenuto al nucleo della cellula, ma che non può causare infezione.
Le cellule recentemente modificate sono state quindi congelate , inviate alla clinica dello studio, decongelate e infuse di nuovo nel mio braccio- quattro miliardi di esse. Non ho avuto effetti collaterali durante i 30 minuti dell’infusione.
I miei propri risultati sono stati piuttosto eccitanti data la mia storia ventennale di trattamento. Il conteggio delle mie cellule CD4 è raddoppiato da 230 a 560 cellule/mm3. Ora, sei mesi più tardi, le mie cellule CD4 sono rimaste al livello più alto e mi sento meglio che mai. Non ho avuto praticamente effetti collaterali pur avendo fatto estesi test ematici per seguire i risultati del mio sangue.
Inoltre, e meno gradevolmente, lo studio ha richiesto biopsie rettali per vedere se le cellule manipolate si muovevano all’intestino. Questo è importante poiché dimostra che le cellule modificate stanno agendo esattamente come le altre cellule immunitarie e competono con successo con esse. E’ anche potenzialmente eccitante , dal momento che è attraverso le cellule che portano il CCR5 nelle membrane mucose dei sistemi genitali e digestivi che la maggior parte della gente viene infettata dall’HIV. Io ho avuto circa sei biopsie della durata di 30 minuti, che hanno prelevato 20 campioni di tessuto dall’interno del mio colon sigmoide ogni volta. Le biopsie sono relativamente indolori, salvo la quantità di gas che viene pompato nel colon così che il dottore possa rimuovere il tessuto con uno strumento sottile. Io non sono a conoscenza delle mie proprie biopsie al momento, ma altri partecipanti stanno dimostrando buoni risultati.
Manipolare il DNA, l’impronta genetica, attraverso la terapia genica può essere rischioso, ma è stata dimostrata sicura nel cancro e nelle malattie degenerative. Questa non è il primo trial di terapia genica, ma è il primo ad essere promettente. Il Dr Lalezari recentemente ha presentato dati dallo studio in cui sono stato arruolato al CROI di Boston in febbraio. Ha presentato dati su SB728 in sei uomini che hanno vissuto con AIDS per oltre vent’anni.
Questo primo studio ha provato il concetto di terapia genica, ed io ho sperimentato rinforzo dei CD4, ma non c’è mai stato nessun pericolo di uscita fuori controllo del mio HIV poiché sono rimasto sotto antiretrovirali. Il secondo studio arruolerà gente che non sta assumendo terapia antiretrovirale.
Il Dr Jay mi ha detto “Lo studio ha dimostrato sette cose: logisticamente possiamo effettivamente ottenere cellule mononucleari del sangue periferico fuori dal corpo; le cellule possono essere modificate; l’infusione è sicura; i partecipanti hanno dimostrato un aumento delle cellule CD4; le cellule persistono e non muoiono; e si muovono verso l’intestino.
“L’ultima cosa è che c’è anche una normalizzazione della ratio CD4:CD8.”
Questo è particolarmente significativo, perché quasi tutte le persone con HIV, anche con alti conteggi di CD4, hanno circa il doppio di cellule CD8 (le cellule che uccidono le cellule infettate dal virus) che non cellule CD4 (che dirigono molto del traffico del sistema immunitario). Nei soggetti sieronegativi la situazione è all’opposto ,col doppio di CD4 che cellule CD8. Rinormalizzando la ratio CD4:CD8 può implicare che il mio sistema immunitario è stato resettato per assomigliare un poco di più a quello di un sieronegativo.
Dr Jay continua “ Il compito chiave sta nel fatto se possiamo usare la tecnica per influenzare i carichi virali. Abbiamo quasi completamente arruolato 14 pazienti per un trial che riguarda questo problema” Questo primo studio ha provato il concetto di terapia genica, ed io ho sperimentato un rinforzo di CD4, ma non c’è mai stato nessun pericolo per l’uscita fuori controllo dell’HIV poiché sono rimasto sotto antiretrovirali. Il secondo studio arruolerà gente che non assume terapia antiretrovirale per rispondere alla più grande questione se dando alla gente una proporzione di cellule che sono immuni all’infezione HIV ridurrà la disponibilità di cellule che possono essere infettate, riduca la replicazione virale e causi caduta del carico virale.
Se si riesce a gestire questa cosa così bene da portare il carico virale ad un livello non rilevabile, si potrebbe avere la cura funzionale per l’HIV.
Anche si il mio studio è stato piccolo, cinque dei sei partecipanti hanno avuto un incremento medio di 200 CD4 cellule/mm3 i un anno di follow up dopo l’infusione. Non ci sono stati eventi avversi nel trial. Un partecipante non ha risposto alle nuove cellule – più probabilmente perché aveva un conteggio molto basso di CD4 con cui cominciare, o possibilmente perché il vettore adenovirus non ha preso sufficienti cellule.
La squadra del Dr., Jay ha dimostrato che 25% del totale di cellule donate mancavano del co-recettore CCR5 e che dopo la re-infusione, dal 3 al 6% di queste cellule erano presenti dopo tre mesi.
Questo potrebbe non sembrare una proporzione alta . Tuttavia, l’espansione complessiva di cellule CD4 era alta in tutti fuorche’ una persona e il fatto che le cellule CD4 raggiungevano l’intestino dimostrava che potevano raggiungere uno dei più importanti nascondigli dell’HIV. Inoltre la speranza è che , in una persona non in trattamento, la proporzione di cellule CD4 sane, replicanti senza CCR5 possa crescere nel tempo in cui le cellule con il co-recettore sono uccise dall’HIV.
La motivazione per questo approccio, nelle cellule prive di CCR5 è venuta dal trattamento con successo di Timothy Ray Brown, conosciuto anche come il “paziente di Berlino”. Brown, che aveva AIDS e leucemia, ha ricevuto un trapianto di midollo osseo da un donatore con cellule CD4 che mancavano naturalmente del recettore CCR5.
Cinque anni più tardi, ho incontrato Brown a San Francisco. Egli viene considerato curato dall’HIV e la leucemia è in remissione. Il suo caso ha aperto una nuova corrente nella ricerca HIV incluso la eliminazione del gene CCR5. Gli esperimenti tuttavia non hanno scoperto la cura per l’HIV, ma rispondono a importanti questioni per un’ulteriore ricerca. E’ davvero un’eccitante periodo per la ricerca sull’HIV.
Adesso visiterò la clinica per essere controllato ogni mese per ulteriori sei mesi, e quindi lo studio sarà completo. Quando guardo indietro alla storia del mio trattamento sono positivo riguardo al fatto che l’esperimento dello zinc finger nucleotidasi mi può permettere di ristabilire il mio sistema immunitario, forse riducendo l’infiammazione- la fonte di molte complicazioni non-AIDS quali cancro e malattie cardiache. Io vedo già un miglioramento nelle infezioni respiratorie costanti che ero solito avere prima di entrare nello studio.
Ma più di tutto, io spero che un giorno sarò in grado di smettere i farmaci antiretrovirali venendo infuso una volta all’anno con tali tecniche di terapia genica. Dopo 22 anni di assumere farmaci, è un altro rischio che sembra aver pagato.
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