Cellule innate mostrano memoria immunologica e protezione contro i virus
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Cellule innate mostrano memoria immunologica e protezione contro i virus
Cllule innate mostrano di formare "memoria "immunologica e proteggono contro l'infezione virale.
Ricercatori hanno dimostrato che le cellule del sistema immunitario innato sono capaci di "memoria" e di montare una rapida protezione cpntro un'altrimenti letale dose di virus vaccinico vivente. Lo studio, pubblicato in PLoS Pathogens sfida precedenti convinzioni che solo le cellule B e le cellule T possono albergare memoria per affrontare una futura infezione.
La scoperta dei ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center, Harvard Medical School, e Hebrew University e Duke University, ha potenziali significative conseguenze per il progetto di futuri vaccini, particolarmente per HIV.
La "memoria" immunologica e' quello che il sistema immunitario costruisce per rispondere piu' efficacemente ai patogeni (quali batteri e virus) che l'organismo ospite ha incontrato precedentemente. Tradizionalmente, la "memoria" immunologica si e' pensato risiedesse dentro le cellule del braccio adattivo del sistema immunitario (cellule B e cellule T) che riconoscono porzioni altamente specifiche di patogeni attraverso recettori unici.
Questo studio condotto da Dr. Geoffrey Gillard, dimostra che un'innata popolazione di cellule, chiamate natural killer (NK) forma "memoria" per l'infezione di virus vaccino nonostante il fatto che manchino di recettori delle tradizionali cellule di "memoria". Il trasferimento di cellule NK "di memoria" in topi immunodeficienti era sufficiente a proteggere questi topi contro una normale esposizione letale al virus vaccino. Poiche' la popolazione di cellule NK manca dei recettori che permettono alle cellule B e T di sviluppare risposte di "memoria" altamente specifiche ai patogeni, lo studio fa sorgere importanti domande sul modo in cui le cellule NK di "memoria" sono capaci di riconoscere il virus dopo una seconda esposizione.
Comprendere come la "memoria" innata funzioni, sara' critica per incorporare questa proprieta' in vaccini piu' efficienti, particolarmente come parte di un vaccino contro l'HIV. Le proprieta' della memoria NK, piu' notabilmente l'abilita' di rispondere molto rapidamente, possono essere d'aiuto nell'esercitare un precoce controllo dell'infezione HIV limitando l'abilita' del virus di sopraffare il sistema immunitario ospite nei primi stadi dell'infezione.
Ricercatori hanno dimostrato che le cellule del sistema immunitario innato sono capaci di "memoria" e di montare una rapida protezione cpntro un'altrimenti letale dose di virus vaccinico vivente. Lo studio, pubblicato in PLoS Pathogens sfida precedenti convinzioni che solo le cellule B e le cellule T possono albergare memoria per affrontare una futura infezione.
La scoperta dei ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center, Harvard Medical School, e Hebrew University e Duke University, ha potenziali significative conseguenze per il progetto di futuri vaccini, particolarmente per HIV.
La "memoria" immunologica e' quello che il sistema immunitario costruisce per rispondere piu' efficacemente ai patogeni (quali batteri e virus) che l'organismo ospite ha incontrato precedentemente. Tradizionalmente, la "memoria" immunologica si e' pensato risiedesse dentro le cellule del braccio adattivo del sistema immunitario (cellule B e cellule T) che riconoscono porzioni altamente specifiche di patogeni attraverso recettori unici.
Questo studio condotto da Dr. Geoffrey Gillard, dimostra che un'innata popolazione di cellule, chiamate natural killer (NK) forma "memoria" per l'infezione di virus vaccino nonostante il fatto che manchino di recettori delle tradizionali cellule di "memoria". Il trasferimento di cellule NK "di memoria" in topi immunodeficienti era sufficiente a proteggere questi topi contro una normale esposizione letale al virus vaccino. Poiche' la popolazione di cellule NK manca dei recettori che permettono alle cellule B e T di sviluppare risposte di "memoria" altamente specifiche ai patogeni, lo studio fa sorgere importanti domande sul modo in cui le cellule NK di "memoria" sono capaci di riconoscere il virus dopo una seconda esposizione.
Comprendere come la "memoria" innata funzioni, sara' critica per incorporare questa proprieta' in vaccini piu' efficienti, particolarmente come parte di un vaccino contro l'HIV. Le proprieta' della memoria NK, piu' notabilmente l'abilita' di rispondere molto rapidamente, possono essere d'aiuto nell'esercitare un precoce controllo dell'infezione HIV limitando l'abilita' del virus di sopraffare il sistema immunitario ospite nei primi stadi dell'infezione.
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