Scimmie resistenti al SIV chiudono le porte all'infezione
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Scimmie resistenti al SIV chiudono le porte all'infezione
Sooty mangabeys, un tipo di scimmie africane, hanno intrigato gli scienziati per anni perche' sopravvivono all'infezione da SIV, una specie di HIV, e non soccombono all'AIDS.
Ricercatori hanno identificato un modo come alcune delle cellule immunitarie dei sooty mangabeys resistono all'infezione: chiudono le porte che SIV e HIV usano per entrare nella cellula. Le scoperte possono condurre a strategie per aiutare gli individui sieropositivi a far fronte meglio all'infezione.
I risultati vengono pubblicati online sul Natural Medicine.
"Abbiamo dimostrato che i sooty mangabeys possono impedire che il SIV infetti una molto importante parte del sistema immunitario"dice il primo autore Mirko Paiardini, PhD, ricercatore senior al Yerkes National Primate Research Center, Emory University. "Questa protezione dall'infezione viene dal ridurre i livelli sulla superficie cellulare di una molecola che il SIV usa per entrare nella cellula."
Per infettare una cellula, l'HIV ed il SIV hanno bisogno di trovare due molecole sulla superficie cellulare. Gli scienziati chiamano queste molecole co-recettori, e questi possono essere immaginati come cancelli. Uno dei co-recettori e' il CD4 che appare sulle cellule immunitarie chiamate cellule T. L'altra e' chiamata CCR5. Stimolando una cellula T di solito aumenta il livello di CCR5, facilitando l'infezione.
Paiardini, Cervasi e i loro colleghi hanno scoperto che nei sooty mangabey, un tipo di cellule T chiamate cellule T di memoria centrale non accendono il CCR5. Questo significa che anche quando un mangabey viene infettato dal SIV, alcune cellule T possono per lo piu' evitare di essere uccise dal virus.
Le cellule T di memoria aiutano il sistema immunitario a rispondere ad un'infezione piu' velocemente e in maniera piu' forte il secondo tempo. Le cellule T di memoria centrale sono di lunga vita e si trovano nei linfonodi, in contrasto con le cellule T di memoria effettrice, che hanno vite piu' breve e si trovano per lo piu' nei tessuti quali gli intestini , dice Paiardini.
"Non tutte le cellule T sono create uguali" dice"Alcune sembrano essere piu' importanti di altre per mantenere il sistema immunitario attivo e funzionante. Questo e' perche' avere le cellule T di memoria resistenti all'infezione e' cosi' importante. Proteggendo le cellule T di memoria centrale, i sooty mangabey evitano le perdita di cellule T e l'attivazione immunitaria cronica che sono i segni distintivi dell'AIDS negli umani."
Gli scienziati hanno identificato numerose differenze nel quadro dell'infezione fra i sooty mangabeys e gli umani e i macachi rhesus, una scimmia che e' suscettibile all'infezione SIV.
"Per numerosi anni noi ed altri abbiamo pensato che la mancanza di attivazione immunitaria cronica fosse il principale fattore che proteggeva i sooty mangabey dall'AIDS" dice Paiardini. "Questo studio cambia questo modello di lavoro e propone che la mancanza di attivazione immunitaria nei sooty mangabey e' secondaria, derivando dalla loro abilita' di proteggere e mantenere le loro cellule T di memoria centrale."
Paiardini continua" Non saremmo stati capaci di attuare tali complessi comparativi studi senza la presenza di una grande colonia di sooty mangabey al Yerkes National Primate Research Center".
Lo studio e' stato sostenuto dal National Institute of Health.
Ricercatori hanno identificato un modo come alcune delle cellule immunitarie dei sooty mangabeys resistono all'infezione: chiudono le porte che SIV e HIV usano per entrare nella cellula. Le scoperte possono condurre a strategie per aiutare gli individui sieropositivi a far fronte meglio all'infezione.
I risultati vengono pubblicati online sul Natural Medicine.
"Abbiamo dimostrato che i sooty mangabeys possono impedire che il SIV infetti una molto importante parte del sistema immunitario"dice il primo autore Mirko Paiardini, PhD, ricercatore senior al Yerkes National Primate Research Center, Emory University. "Questa protezione dall'infezione viene dal ridurre i livelli sulla superficie cellulare di una molecola che il SIV usa per entrare nella cellula."
Per infettare una cellula, l'HIV ed il SIV hanno bisogno di trovare due molecole sulla superficie cellulare. Gli scienziati chiamano queste molecole co-recettori, e questi possono essere immaginati come cancelli. Uno dei co-recettori e' il CD4 che appare sulle cellule immunitarie chiamate cellule T. L'altra e' chiamata CCR5. Stimolando una cellula T di solito aumenta il livello di CCR5, facilitando l'infezione.
Paiardini, Cervasi e i loro colleghi hanno scoperto che nei sooty mangabey, un tipo di cellule T chiamate cellule T di memoria centrale non accendono il CCR5. Questo significa che anche quando un mangabey viene infettato dal SIV, alcune cellule T possono per lo piu' evitare di essere uccise dal virus.
Le cellule T di memoria aiutano il sistema immunitario a rispondere ad un'infezione piu' velocemente e in maniera piu' forte il secondo tempo. Le cellule T di memoria centrale sono di lunga vita e si trovano nei linfonodi, in contrasto con le cellule T di memoria effettrice, che hanno vite piu' breve e si trovano per lo piu' nei tessuti quali gli intestini , dice Paiardini.
"Non tutte le cellule T sono create uguali" dice"Alcune sembrano essere piu' importanti di altre per mantenere il sistema immunitario attivo e funzionante. Questo e' perche' avere le cellule T di memoria resistenti all'infezione e' cosi' importante. Proteggendo le cellule T di memoria centrale, i sooty mangabey evitano le perdita di cellule T e l'attivazione immunitaria cronica che sono i segni distintivi dell'AIDS negli umani."
Gli scienziati hanno identificato numerose differenze nel quadro dell'infezione fra i sooty mangabeys e gli umani e i macachi rhesus, una scimmia che e' suscettibile all'infezione SIV.
"Per numerosi anni noi ed altri abbiamo pensato che la mancanza di attivazione immunitaria cronica fosse il principale fattore che proteggeva i sooty mangabey dall'AIDS" dice Paiardini. "Questo studio cambia questo modello di lavoro e propone che la mancanza di attivazione immunitaria nei sooty mangabey e' secondaria, derivando dalla loro abilita' di proteggere e mantenere le loro cellule T di memoria centrale."
Paiardini continua" Non saremmo stati capaci di attuare tali complessi comparativi studi senza la presenza di una grande colonia di sooty mangabey al Yerkes National Primate Research Center".
Lo studio e' stato sostenuto dal National Institute of Health.
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