Identificati geni implicati nella progressione rapida dell'HIV
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Identificati geni implicati nella progressione rapida dell'HIV
Identificato un gruppo di geni implicati nella progressione rapida dell’HIV
Uno studio rivela che , su 100 infettati, in 8 il sistema immunitario si deteriora in meno di tre anni.
Uno studio a cui hanno partecipato più di 60 persone infettate dall’HIV ha permesso di identificare sei geni implicati nella progressione rapida dell’infezione, grazie ai quali è possibile prevedere come evolverà il virus in ogni paziente.
Il lavoro pubblicato nell’ultimo numero della rivista Journal of Clinical Investigation, rivela che almeno 8 su 100 persone infettate dall’HIV rispondono ad un modello di progressione rapida; cioe’, che l’infezione evolve molto rapidamente nel suo organismo e, in meno di tre anni, il suo sistema immunitario si vede molto deteriorato. Il numero inaspettatamente elevato di pazienti con progressione rapida sottolinea la necessità di rinforzare la diagnosi precoce per evitare casi fulminanti di AIDS e rinforzare la prevenzione.
Gli scienziati sottolineano che, dato che questi geni sono relazionati con l’attivazione del sistema immunitario, il vaccino per l’HIV si potrebbe progettare in forma tale da essere capace di manipolarli per stimolare una risposta immunitaria adeguata. Lo studio è stato condotto da investigatori dell’Istituto di Investigazione sull’AIDS Irsi Caixa e il Dipartimento di Salute di Catalogna oltre altre istituzioni di ambito internazionale.
Finora, i casi di progressione rapida erano anedottici nella letteratura scientifica data la complessità nel determinare la data dell’infezione ed il breve periodo di tempo disponibile per identificare questi pazienti, tra la diagnosi e l’inizio del trattamento antiretrovirale.
Meno di 350 linfociti T4 per millimetro cubo in meno di tre anni.
Lo studio e’ stato portato a capo con una cohorte sviluppata congiuntamente con l’Ospedale Universitario di Losanna, in Svizzera, a partire dallo screening di migliaia di pazienti , dei quali piu’ di 100 avevano sviluppato una progressione rapida dell’infezione. Per essere inclusi nella cohorte , era necessario che i pazienti riunissero due condizioni basiche: che si fossero sottoposti alla prova del HIV precedentemente al contagio , per poter conoscere la data approssimativa nella quale si erano infettati – cioe’ che tra l’ultima prova dell’HIV con risultato negativo ed il rilevamento dell’infezione fosse trascorso meno di un anno – e che in meno di tre anni presentassero un livello di linfociti T4 nel sangue inferiore a 350 per millimetro cubo (che è il criterio medico per cominciare a trattare la malattia).
A 66 di questi pazienti, la meta’ di loro di Barcellona e l’altra meta’ in Svizzera, si sono analizzate mezzo milione di posizioni del loro DNA, così come di combinazioni dei loro geni conosciuti come HLA che in studi precedenti, gia’ erano stati associati al ritmo di progressione dell’infezione da HIV. I risultati hanno confermato questa associazione nei pazienti con progressione rapida.
Uno studio rivela che , su 100 infettati, in 8 il sistema immunitario si deteriora in meno di tre anni.
Uno studio a cui hanno partecipato più di 60 persone infettate dall’HIV ha permesso di identificare sei geni implicati nella progressione rapida dell’infezione, grazie ai quali è possibile prevedere come evolverà il virus in ogni paziente.
Il lavoro pubblicato nell’ultimo numero della rivista Journal of Clinical Investigation, rivela che almeno 8 su 100 persone infettate dall’HIV rispondono ad un modello di progressione rapida; cioe’, che l’infezione evolve molto rapidamente nel suo organismo e, in meno di tre anni, il suo sistema immunitario si vede molto deteriorato. Il numero inaspettatamente elevato di pazienti con progressione rapida sottolinea la necessità di rinforzare la diagnosi precoce per evitare casi fulminanti di AIDS e rinforzare la prevenzione.
Gli scienziati sottolineano che, dato che questi geni sono relazionati con l’attivazione del sistema immunitario, il vaccino per l’HIV si potrebbe progettare in forma tale da essere capace di manipolarli per stimolare una risposta immunitaria adeguata. Lo studio è stato condotto da investigatori dell’Istituto di Investigazione sull’AIDS Irsi Caixa e il Dipartimento di Salute di Catalogna oltre altre istituzioni di ambito internazionale.
Finora, i casi di progressione rapida erano anedottici nella letteratura scientifica data la complessità nel determinare la data dell’infezione ed il breve periodo di tempo disponibile per identificare questi pazienti, tra la diagnosi e l’inizio del trattamento antiretrovirale.
Meno di 350 linfociti T4 per millimetro cubo in meno di tre anni.
Lo studio e’ stato portato a capo con una cohorte sviluppata congiuntamente con l’Ospedale Universitario di Losanna, in Svizzera, a partire dallo screening di migliaia di pazienti , dei quali piu’ di 100 avevano sviluppato una progressione rapida dell’infezione. Per essere inclusi nella cohorte , era necessario che i pazienti riunissero due condizioni basiche: che si fossero sottoposti alla prova del HIV precedentemente al contagio , per poter conoscere la data approssimativa nella quale si erano infettati – cioe’ che tra l’ultima prova dell’HIV con risultato negativo ed il rilevamento dell’infezione fosse trascorso meno di un anno – e che in meno di tre anni presentassero un livello di linfociti T4 nel sangue inferiore a 350 per millimetro cubo (che è il criterio medico per cominciare a trattare la malattia).
A 66 di questi pazienti, la meta’ di loro di Barcellona e l’altra meta’ in Svizzera, si sono analizzate mezzo milione di posizioni del loro DNA, così come di combinazioni dei loro geni conosciuti come HLA che in studi precedenti, gia’ erano stati associati al ritmo di progressione dell’infezione da HIV. I risultati hanno confermato questa associazione nei pazienti con progressione rapida.
Rafael- Messaggi : 814
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