DIMINUITI DI UN QUINTO I CASI DI HIV
DIMINUITI DI UN QUINTO I CASI DI HIV
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SONO DIMINUITI DI UN QUINTO I CASI DI CONTAGIO DA VIRUS HIV
La trasmissione dell'AIDS rimane con grave pericolo, ma soprattutto le nuove generazioni sembrano più attente
15.04.2011. Si stima che ammontino a 33,3 milioni nel mondo le persone colpite dal virus Hiv, causa a sua volta dell'Aids, e che solo nel 2009 siano stati 2,6 milioni i nuovi casi di contagio. Numeri allarmanti, che tuttavia nascondono una (piccola) buona notizia: rispetto al 2001, infatti, i nuovi soggetti infetti sono diminuiti di circa il 19-20 per cento. Ancora più sensibile il calo registrato tra le giovani generazioni in quindici tra i Paesi dove il fenomeno è particolarmente diffuso: oltre il 25 per cento, cioè più di un quarto del totale, grazie in particolare alla maggiore informazione ed alla conseguente adozione di pratiche sessuali protette. È quanto emerge dal rapporto 2010 dell'Unaids, il Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull'Hiv-Aids, agenzia Onu che sovrintende alla lotta contro la terribile malattia. "Abbiamo fermato l'epidemia, e stiamo cominciando a farla regredire", ha commentato Michael Sidibe, direttore esecutivo di Unaids. "Ci sono un numero minore di pazienti che sono contagiati dall'Hiv, e un numero minore di coloro che muoiono di Aids. Tuttavia", ha ammonito Sidibe, "non siamo ancora al punto da poter affermare 'Missione compiuta'". In concreto, ha aggiunto Sidibe, occorre tenere conto del fatto che i casi accertati l'anno scorso erano comunque appena centomila in meno, a livello planetario, rispetto al 2008. Inoltre, se è vero che sono ormai oltre cinque milioni su quindici gli abitanti dei Paesi più poveri che hanno accesso ai farmaci anti-retrovirali, in grado quindi di ridurre e contenere la replicazione del virus; nei medesimi Paesi gli altri dieci milioni, pari a ben due terzi del totale, tale accesso se lo vedono tuttora negato. Non solo: i maggiori progressi si sono pur sempre verificati in Nord-America e nell'Europa occidentale e centrale: cioè nelle aree più sviluppate del pianeta. Inoltre, ha sottolineato l'alto funzionario Onu, non va dimenticato un dato che rimane spaventoso: nell'arco del trentennio intercorso da quando fu scoperta la pandemia di sindrome da immuno-deficienza acquisita, su circa 60 milioni di malati ne sono deceduti addirittura la metà. Tutto ciò non elimina peraltro gli aspetti incoraggianti evidenziati nel rapporto dell'agenzia delle Nazioni Unite: "Appena pochi anni fa, c'erano cinque nuovi episodi di contagio per ogni due persone che cominciavano le cure apposite. Ora", ha concluso Sidibe, "stiamo colmando lo scarto tra prevenzione e terapia". Fonte: AGI
Giovanni Bregant
by Infosalute.info, le informazioni sul virus AIDS
SONO DIMINUITI DI UN QUINTO I CASI DI CONTAGIO DA VIRUS HIV
La trasmissione dell'AIDS rimane con grave pericolo, ma soprattutto le nuove generazioni sembrano più attente
15.04.2011. Si stima che ammontino a 33,3 milioni nel mondo le persone colpite dal virus Hiv, causa a sua volta dell'Aids, e che solo nel 2009 siano stati 2,6 milioni i nuovi casi di contagio. Numeri allarmanti, che tuttavia nascondono una (piccola) buona notizia: rispetto al 2001, infatti, i nuovi soggetti infetti sono diminuiti di circa il 19-20 per cento. Ancora più sensibile il calo registrato tra le giovani generazioni in quindici tra i Paesi dove il fenomeno è particolarmente diffuso: oltre il 25 per cento, cioè più di un quarto del totale, grazie in particolare alla maggiore informazione ed alla conseguente adozione di pratiche sessuali protette. È quanto emerge dal rapporto 2010 dell'Unaids, il Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull'Hiv-Aids, agenzia Onu che sovrintende alla lotta contro la terribile malattia. "Abbiamo fermato l'epidemia, e stiamo cominciando a farla regredire", ha commentato Michael Sidibe, direttore esecutivo di Unaids. "Ci sono un numero minore di pazienti che sono contagiati dall'Hiv, e un numero minore di coloro che muoiono di Aids. Tuttavia", ha ammonito Sidibe, "non siamo ancora al punto da poter affermare 'Missione compiuta'". In concreto, ha aggiunto Sidibe, occorre tenere conto del fatto che i casi accertati l'anno scorso erano comunque appena centomila in meno, a livello planetario, rispetto al 2008. Inoltre, se è vero che sono ormai oltre cinque milioni su quindici gli abitanti dei Paesi più poveri che hanno accesso ai farmaci anti-retrovirali, in grado quindi di ridurre e contenere la replicazione del virus; nei medesimi Paesi gli altri dieci milioni, pari a ben due terzi del totale, tale accesso se lo vedono tuttora negato. Non solo: i maggiori progressi si sono pur sempre verificati in Nord-America e nell'Europa occidentale e centrale: cioè nelle aree più sviluppate del pianeta. Inoltre, ha sottolineato l'alto funzionario Onu, non va dimenticato un dato che rimane spaventoso: nell'arco del trentennio intercorso da quando fu scoperta la pandemia di sindrome da immuno-deficienza acquisita, su circa 60 milioni di malati ne sono deceduti addirittura la metà. Tutto ciò non elimina peraltro gli aspetti incoraggianti evidenziati nel rapporto dell'agenzia delle Nazioni Unite: "Appena pochi anni fa, c'erano cinque nuovi episodi di contagio per ogni due persone che cominciavano le cure apposite. Ora", ha concluso Sidibe, "stiamo colmando lo scarto tra prevenzione e terapia". Fonte: AGI
Giovanni Bregant
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