L’abuso degli antibiotici e antimicrobici
L’abuso degli antibiotici e antimicrobici
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Sanità
L’abuso degli antibiotici e antimicrobici
giovedì 7 aprile 2011 di Domenico Esposito
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità, con sede a Ginevra (Svizzera), ha dedicato la celebrazione della “Giornata mondiale della salute” ad un argomento che ha sollevato parecchie perplessità: la resistenza antimicrobica. Secondo quanto viene spiegato e merita di essere divulgato, poiché di interesse generale, la cosiddetta resistenza antimicrobica si manifesta laddove l’organismo non reagisce positivamente ad un antibiotico al quale in precedenza era invece sensibile.
In altri termini: si somministra l’antibiotico, ma non guarisce il soggetto. A tale conclusione l’Organizzazione Mondiale della Sanità è giunta, dopo aver appurato che “i microrganismi resistenti (compresi batteri, virus e parassiti) sono immuni agli effetti di antimicrobici, compresi gli antibiotici, antivirali e farmaci antimalarici, in quanto i trattamenti standard diventano inefficaci, le infezioni persistenti e possono trasmettersi ad altri.
La resistenza – ecco il punto cruciale, da tenere nella massima considerazione - “è conseguenza dell’uso degli antimicrobici, in particolare del loro abuso, e l’organismo nasce dalla mutazione o acquisizione di geni di resistenza”.
C’è anche la spiegazione circa il lamentato “abuso”. Dicono gli osservatori: “Viviamo in un’epoca in cui noi dipendiamo da antibiotici e altri farmaci antimicrobici per il trattamento di malattie che sono state fatali fino a pochi decenni fa, o pochi anni, come nel caso di HIV / AIDS. Quando mostrano la resistenza antimicrobica (o resistenza) questi farmaci non sono più efficaci.
La Giornata mondiale della salute 2011, chiede un maggior impegno globale per tutelare questi farmaci per le generazioni future. La resistenza antimicrobica (tema della Giornata) e la sua diffusione globale minacciano anche la persistenza di efficacia di molti farmaci oggi utilizzati nel trattamento delle malattie infettive.
Quale contributo immediato, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto ai governi e alle altre parti interessate di attuare politiche e pratiche per prevenire e contrastare l’emergere di microrganismi altamente resistenti. Il richiamo all’attenzione è anche accompagnato ad una sorta di “scheda”, datata febbraio 2011 che segnala fatti e cifre, distinti in paragrafi:
• Infezioni causate da microrganismi resistenti non rispondono al trattamento standard, che si traduce in malattia prolungata e rischio di morire.
• Ogni anno circa 440.000 nuovi casi di tubercolosi multi-resistente causano almeno 150.000 morti.
• La resistenza ai farmaci antimalarici nella precedente generazione, come la clorochina o sulfadossina-pirimetamina è diffusa in molti Paesi dove la malaria è endemica.
• Una elevata percentuale di infezioni nosocomiali causate da batteri resistenti altamente come lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina.
• inadeguata e irrazionale somministrazione di antibiotici crea condizioni favorevoli per la diffusione, l’ emergere, e la persistenza di organismi resistenti.
Severo l’atteggiamento della Organizzazione Mondiale della Sanità nel segnalare i fattori fondamentali che favoriscono la comparsa di resistenza antimicrobica:
• insufficiente impegno nazionale per una risposta globale e coordinata al problema, scarsa definizione di responsabilità e mancanza di partecipazione della comunità;
• assenza o debolezza di sistemi di sorveglianza;
• incapacità dei sistemi di garantire la qualità e la continuità di fornitura dei medicinali;
• uso inadeguato e irrazionale dei farmaci, soprattutto in agricoltura;
• cattive pratiche in termini di prevenzione e controllo delle infezioni;
• carenza di strumenti diagnostici, farmaci e vaccini, come pure lacune nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti.
La conclusione – sempre secondo gli esperti – è delle più preoccupanti: “Se non agiamo oggi, domani non ci sarà alcuna cura”. Infatti i pazienti rimangono infetti per lunghi periodi, il che a sua volta favorisce la diffusione di organismi resistenti ad altri.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms, o World Health Organization) è l’ agenzia specializzata dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) per la salute. E’ stata fondata il 7 aprile 1948, e da quel momento, il giorno 7 di aprile, anziché autocelebrarsi o incensarsi, traccia il quadro dello stato di salute del Pianeta, senza omissioni e senza mezzi termini.
L’obiettivo dell’Oms – in definitiva - così come precisato nella relativa costituzione, “è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità”. Da meditare. Magari da parte di quanti hanno responsabilità, a tutti i livelli, nel settore della sanità pubblica. Almeno una volta l’anno. Appunto il giorno 7 aprile.
Sanità
L’abuso degli antibiotici e antimicrobici
giovedì 7 aprile 2011 di Domenico Esposito
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità, con sede a Ginevra (Svizzera), ha dedicato la celebrazione della “Giornata mondiale della salute” ad un argomento che ha sollevato parecchie perplessità: la resistenza antimicrobica. Secondo quanto viene spiegato e merita di essere divulgato, poiché di interesse generale, la cosiddetta resistenza antimicrobica si manifesta laddove l’organismo non reagisce positivamente ad un antibiotico al quale in precedenza era invece sensibile.
In altri termini: si somministra l’antibiotico, ma non guarisce il soggetto. A tale conclusione l’Organizzazione Mondiale della Sanità è giunta, dopo aver appurato che “i microrganismi resistenti (compresi batteri, virus e parassiti) sono immuni agli effetti di antimicrobici, compresi gli antibiotici, antivirali e farmaci antimalarici, in quanto i trattamenti standard diventano inefficaci, le infezioni persistenti e possono trasmettersi ad altri.
La resistenza – ecco il punto cruciale, da tenere nella massima considerazione - “è conseguenza dell’uso degli antimicrobici, in particolare del loro abuso, e l’organismo nasce dalla mutazione o acquisizione di geni di resistenza”.
C’è anche la spiegazione circa il lamentato “abuso”. Dicono gli osservatori: “Viviamo in un’epoca in cui noi dipendiamo da antibiotici e altri farmaci antimicrobici per il trattamento di malattie che sono state fatali fino a pochi decenni fa, o pochi anni, come nel caso di HIV / AIDS. Quando mostrano la resistenza antimicrobica (o resistenza) questi farmaci non sono più efficaci.
La Giornata mondiale della salute 2011, chiede un maggior impegno globale per tutelare questi farmaci per le generazioni future. La resistenza antimicrobica (tema della Giornata) e la sua diffusione globale minacciano anche la persistenza di efficacia di molti farmaci oggi utilizzati nel trattamento delle malattie infettive.
Quale contributo immediato, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto ai governi e alle altre parti interessate di attuare politiche e pratiche per prevenire e contrastare l’emergere di microrganismi altamente resistenti. Il richiamo all’attenzione è anche accompagnato ad una sorta di “scheda”, datata febbraio 2011 che segnala fatti e cifre, distinti in paragrafi:
• Infezioni causate da microrganismi resistenti non rispondono al trattamento standard, che si traduce in malattia prolungata e rischio di morire.
• Ogni anno circa 440.000 nuovi casi di tubercolosi multi-resistente causano almeno 150.000 morti.
• La resistenza ai farmaci antimalarici nella precedente generazione, come la clorochina o sulfadossina-pirimetamina è diffusa in molti Paesi dove la malaria è endemica.
• Una elevata percentuale di infezioni nosocomiali causate da batteri resistenti altamente come lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina.
• inadeguata e irrazionale somministrazione di antibiotici crea condizioni favorevoli per la diffusione, l’ emergere, e la persistenza di organismi resistenti.
Severo l’atteggiamento della Organizzazione Mondiale della Sanità nel segnalare i fattori fondamentali che favoriscono la comparsa di resistenza antimicrobica:
• insufficiente impegno nazionale per una risposta globale e coordinata al problema, scarsa definizione di responsabilità e mancanza di partecipazione della comunità;
• assenza o debolezza di sistemi di sorveglianza;
• incapacità dei sistemi di garantire la qualità e la continuità di fornitura dei medicinali;
• uso inadeguato e irrazionale dei farmaci, soprattutto in agricoltura;
• cattive pratiche in termini di prevenzione e controllo delle infezioni;
• carenza di strumenti diagnostici, farmaci e vaccini, come pure lacune nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti.
La conclusione – sempre secondo gli esperti – è delle più preoccupanti: “Se non agiamo oggi, domani non ci sarà alcuna cura”. Infatti i pazienti rimangono infetti per lunghi periodi, il che a sua volta favorisce la diffusione di organismi resistenti ad altri.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms, o World Health Organization) è l’ agenzia specializzata dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) per la salute. E’ stata fondata il 7 aprile 1948, e da quel momento, il giorno 7 di aprile, anziché autocelebrarsi o incensarsi, traccia il quadro dello stato di salute del Pianeta, senza omissioni e senza mezzi termini.
L’obiettivo dell’Oms – in definitiva - così come precisato nella relativa costituzione, “è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità”. Da meditare. Magari da parte di quanti hanno responsabilità, a tutti i livelli, nel settore della sanità pubblica. Almeno una volta l’anno. Appunto il giorno 7 aprile.
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