Forlì; 24/3 Giornata mondiale lotta alla Tubercolosi
Forlì; 24/3 Giornata mondiale lotta alla Tubercolosi
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Forlì, giovedì 24 la Giornata mondiale per la lotta alla Tubercolosi
FORLI' - Ormai da tempo, nei paesi industrializzati, la tubercolosi non è più il "capitano dell'esercito della morte"; l'incidenza (nuovi caso/anno), infatti, è inferiore a 24 casi/100.000 abitanti Nel mondo, però, si stima ci siano 9,4 milioni di nuovi casi/anno, con un'incidenza di circa 137 casi/100.000 abitanti, e con 1,3 milioni di morti all'anno nei soggetti HIV negativi e 380.000 morti all'anno in soggetti HIV positivi.
La malattia spesso fa rima con povertà e immunodepressione (in particolare infezione da HIV). Ulteriore problema, derivante dalla scarsa aderenza alla terapia o da cure inadeguate , è l'aumento dei casi di infezione resistente ai farmaci (multidrug resistant TB o MDR-TB) o molto resistente ai farmaci (extensively drug resistant TB o XDR-TB). Nel rapporto 2010 sulla tubercolosi dell'OMS, i soggetti affetti da MDR-TB risultano 440.000. Tale incremento è particolarmente documentato in Russia, Cina ed India.
A Forlì, la tradizione di controllo e cura della tubercolosi è ancora viva e ben coltivata. L'ospedale "Morgagni-Pierantoni" è infatti il Centro più antico dell'Emilia-Romagna in campo pneumologico. L'attuale struttura ospedaliera odierna sorge proprio dove era ospitato un Sanatorio per malati di Tubercolosi.
Attualmente, l'unità Operativa di Pneumologia diretta da Prof Venerino Poletti, memore delle sue origini tisiologiche, si occupa delle forme polmonari, ed è per questo la Pneumologia di riferimento di Area Vasta Romagna. L'Unità Operativa "Malattie Infettive", diretta dal Dr. Claudio Cancellieri, forte del bagaglio culturale e pratico derivato da anni di esperienza, si occupa invece delle forme extrapolmonari. Nel 2010 le forme polmonari seguite presso l'ospedale di Forlì sono state diciannove, le forme extrapolmonari cinque e sette le forme da batteri atipici.
Il prof.Venerino Poletti ha risposto di seguito ad alcune domande frequenti sulla Tubercolosi:
Come si manifesta?
I sintomi e segni della tubercolosi sono molteplici e non specifici. Possono essere classificati in "sistemici" (febbricola, sudorazioni notturne, stanchezza , perdita di peso) o "organo-specifici". Nelle forme polmonari questi ultimi sono: tosse produttiva, sputo ematico (emoftoe), dolore toracico, fatica a respirare. Nelle forme extrapolmonari, più rare, sono, a seconda dell'organo o apparato interessato: sangue nelle urine, dolori addominali o disturbi dell'alvo, fegato e/o milza ingrossati, dolori alla schiena o artriti isolate, ingrossamento isolato di uno o pochi linfonodi superficiali con tendenza alla fistolizzazione cutanea, paresi o paralisi dei nervi cranici, cefalea, meningite franca, lesioni cutanee di diverso aspetto.
Quali le vie di trasmissione?
La tubercolosi si trasmette da persone infette a persone sane attraverso le goccioline di aerosol espulse con la tosse, lo starnuto o sputando. Molto più raramente la
trasmissione è attraverso le vie digestive (con ingestione di latte o carni infette) o con l'urina; del tutto eccezionale nelle nostre latitudini la trasmissione cutanea, attraverso la placenta (trasmissione dalla madre al feto). Una persona con Tb attiva ma non trattata può infettare 10-15 persone all'anno. Solo il 10% di queste persone infettate svilupperà la malattia vera e propria.
Infezione e malattia, quali differenze?
Per infezione tubercolare s'intende l'arrivo di micobatteri all'interno dell'organismo e la loro inattivazione ma non eliminazione da parte delle difese proprie dell'organismo ospite. Per malattia (tubercolosi) s'intende il danno che deriva dalla proliferazione all'interno dell'organismo di bacilli di Koch e dalle lesioni che questa proliferazione e i tentativi di difesa dell'ospite determinano. Un soggetto con infezione tubercolare (tubercolosi latente) può sviluppare la malattia in particolari e subentrate condizioni d'immunodeficienza o stati di debilitazione organica.
In pratica i soggetti con infezione tubercolare non presentano sintomi, non sono ammalati di tubercolosi, non possono trasmettere la malattia, hanno, nella maggioranza dei casi, il test cutaneo per la Tb (o tests di recente introduzione) positivi e hanno una remota possibilità di ammalarsi.
Le persone a maggior rischio di contrarre l'infezione tubercolare sono: soggetti a stretto contatto con ammalati in fase contagiosa, gli anziani, i bambini, i diabetici, i pazienti trattati con cortisonici ad alti dosaggi o altri farmaci immunosoppressivi; le persone con deficit immunitari congeniti o acquisiti, le persone che vivono in ambienti comunitari.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi di tubercolosi richiede la dimostrazione della presenza di microrganismi vivi (esame diretto e poi esame colturale) in liquidi o tessuti prelevati dal soggetto ammalato. Prove indirette di malattia (utilizzabili in casi particolari per instaurare una terapia specifica) sono ricavabili dalle radiografie, dalla TAC, dalla documentazione della presenza di lesioni granulomatose in tessuti prelevati con biopsia.
Come si cura la tubercolosi?
I due farmaci più utilizzati sono la rifampicina e l'isoniazide. Nei primi mesi di cura (in genere la terapia richiede tempi molto lunghi: 6-12 mesi) si associano anche altri antibiotici (etambutolo, pirazinamide, ecc). Le persone con infezione latente vengono trattate, a lungo, con un solo antibiotico.
Forlì, giovedì 24 la Giornata mondiale per la lotta alla Tubercolosi
FORLI' - Ormai da tempo, nei paesi industrializzati, la tubercolosi non è più il "capitano dell'esercito della morte"; l'incidenza (nuovi caso/anno), infatti, è inferiore a 24 casi/100.000 abitanti Nel mondo, però, si stima ci siano 9,4 milioni di nuovi casi/anno, con un'incidenza di circa 137 casi/100.000 abitanti, e con 1,3 milioni di morti all'anno nei soggetti HIV negativi e 380.000 morti all'anno in soggetti HIV positivi.
La malattia spesso fa rima con povertà e immunodepressione (in particolare infezione da HIV). Ulteriore problema, derivante dalla scarsa aderenza alla terapia o da cure inadeguate , è l'aumento dei casi di infezione resistente ai farmaci (multidrug resistant TB o MDR-TB) o molto resistente ai farmaci (extensively drug resistant TB o XDR-TB). Nel rapporto 2010 sulla tubercolosi dell'OMS, i soggetti affetti da MDR-TB risultano 440.000. Tale incremento è particolarmente documentato in Russia, Cina ed India.
A Forlì, la tradizione di controllo e cura della tubercolosi è ancora viva e ben coltivata. L'ospedale "Morgagni-Pierantoni" è infatti il Centro più antico dell'Emilia-Romagna in campo pneumologico. L'attuale struttura ospedaliera odierna sorge proprio dove era ospitato un Sanatorio per malati di Tubercolosi.
Attualmente, l'unità Operativa di Pneumologia diretta da Prof Venerino Poletti, memore delle sue origini tisiologiche, si occupa delle forme polmonari, ed è per questo la Pneumologia di riferimento di Area Vasta Romagna. L'Unità Operativa "Malattie Infettive", diretta dal Dr. Claudio Cancellieri, forte del bagaglio culturale e pratico derivato da anni di esperienza, si occupa invece delle forme extrapolmonari. Nel 2010 le forme polmonari seguite presso l'ospedale di Forlì sono state diciannove, le forme extrapolmonari cinque e sette le forme da batteri atipici.
Il prof.Venerino Poletti ha risposto di seguito ad alcune domande frequenti sulla Tubercolosi:
Come si manifesta?
I sintomi e segni della tubercolosi sono molteplici e non specifici. Possono essere classificati in "sistemici" (febbricola, sudorazioni notturne, stanchezza , perdita di peso) o "organo-specifici". Nelle forme polmonari questi ultimi sono: tosse produttiva, sputo ematico (emoftoe), dolore toracico, fatica a respirare. Nelle forme extrapolmonari, più rare, sono, a seconda dell'organo o apparato interessato: sangue nelle urine, dolori addominali o disturbi dell'alvo, fegato e/o milza ingrossati, dolori alla schiena o artriti isolate, ingrossamento isolato di uno o pochi linfonodi superficiali con tendenza alla fistolizzazione cutanea, paresi o paralisi dei nervi cranici, cefalea, meningite franca, lesioni cutanee di diverso aspetto.
Quali le vie di trasmissione?
La tubercolosi si trasmette da persone infette a persone sane attraverso le goccioline di aerosol espulse con la tosse, lo starnuto o sputando. Molto più raramente la
trasmissione è attraverso le vie digestive (con ingestione di latte o carni infette) o con l'urina; del tutto eccezionale nelle nostre latitudini la trasmissione cutanea, attraverso la placenta (trasmissione dalla madre al feto). Una persona con Tb attiva ma non trattata può infettare 10-15 persone all'anno. Solo il 10% di queste persone infettate svilupperà la malattia vera e propria.
Infezione e malattia, quali differenze?
Per infezione tubercolare s'intende l'arrivo di micobatteri all'interno dell'organismo e la loro inattivazione ma non eliminazione da parte delle difese proprie dell'organismo ospite. Per malattia (tubercolosi) s'intende il danno che deriva dalla proliferazione all'interno dell'organismo di bacilli di Koch e dalle lesioni che questa proliferazione e i tentativi di difesa dell'ospite determinano. Un soggetto con infezione tubercolare (tubercolosi latente) può sviluppare la malattia in particolari e subentrate condizioni d'immunodeficienza o stati di debilitazione organica.
In pratica i soggetti con infezione tubercolare non presentano sintomi, non sono ammalati di tubercolosi, non possono trasmettere la malattia, hanno, nella maggioranza dei casi, il test cutaneo per la Tb (o tests di recente introduzione) positivi e hanno una remota possibilità di ammalarsi.
Le persone a maggior rischio di contrarre l'infezione tubercolare sono: soggetti a stretto contatto con ammalati in fase contagiosa, gli anziani, i bambini, i diabetici, i pazienti trattati con cortisonici ad alti dosaggi o altri farmaci immunosoppressivi; le persone con deficit immunitari congeniti o acquisiti, le persone che vivono in ambienti comunitari.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi di tubercolosi richiede la dimostrazione della presenza di microrganismi vivi (esame diretto e poi esame colturale) in liquidi o tessuti prelevati dal soggetto ammalato. Prove indirette di malattia (utilizzabili in casi particolari per instaurare una terapia specifica) sono ricavabili dalle radiografie, dalla TAC, dalla documentazione della presenza di lesioni granulomatose in tessuti prelevati con biopsia.
Come si cura la tubercolosi?
I due farmaci più utilizzati sono la rifampicina e l'isoniazide. Nei primi mesi di cura (in genere la terapia richiede tempi molto lunghi: 6-12 mesi) si associano anche altri antibiotici (etambutolo, pirazinamide, ecc). Le persone con infezione latente vengono trattate, a lungo, con un solo antibiotico.
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