HIV, il Paziente di Berlino: “sono sieronegativo”
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HIV, il Paziente di Berlino: “sono sieronegativo”
Se qualcuno non lo sapesse, Timothy Ray Brown potrebbe essere il primo – e per ora probabilmente l’unico – paziente a guarire dall’AIDS. Ha parlato alla conferenza mondiale che si sta tenendo a Washington in questi giorni ed è la speranza dei ricercatori.
Da parte su, ha accettato di buon grado di parlare alla conferenza e ha detto chiaramente di ritenersi “ancora libero del virus dell’HIV”, e ha annunciato la creazione di una Fondazione a suo nome.
“Voglio essere chiaro. Sono HIV-negativo”, ha detto Brown in una conferenza stampa. Brown, conosciuto come “il paziente di Berlino”, ha risposto direttamente ad una polemica insorta di recente, quando i campioni di tessuto che si è fatto prelevare hanno mostrato la presenza di HIV.
Steven Yuki presso l’Università di California, San Francisco, uno degli scienziati che avevano esaminato i campioni di Brown, ha espresso dubbi sulla sua effettiva guarigione. ”Ci sono alcuni segni che dicono che il virus è ancora presente, ma non sappiamo se si tratta di una contaminazione o se dobbiamo considerare una positività,” ha detto Yuki lo scorso giugno.
Tuttavia, Brown ha detto che non assume antiretrovirali ormai da cinque anni e che sta perfettamente bene.
La storia di Timothy Ray Brown – forse uno dei casi più noti nella ricerca sull’HIV – inizia nel 1995 quando gli è stato diagnosticato l’HIV a Berlino. Per 11 anni, i medici lo hanno trattato con terapia antiretrovirale, alla quale ha risposto positivamente.
Nel 2006, tuttavia, la salute Brown è peggiorata. Gli è stata diagnosticata una leucemia mieloide grave – curata dai medici attraverso una potente chemioterapia, per uccidere tutte le cellule tumorali nel sangue.
Dopo varie vicissitudini e vari cicli di chemio,il suo oncologo Gero Hutter ha deciso per un trapianto di cellule staminali, scegliendo un donatore che aveva una rara mutazione che rende le cellule immuni HIV. In seguito, con uno studio pubblicto sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine, Hutter e i suoi colleghi hanno annunciato di aver curato col trapianto di staminali non solo la leucemia, ma anche la sua sieropositività. In altre parole, i ricercatori avevano eliminato l’HIV dal suo corpo.
Brown ha smesso di prendere i farmaci antiretrovirali il giorno del trapianto, e ha detto di non averne mai più avuto bisogno. L’unico inconveniente è che ha subito qualche danno neurologico. “C’è stato un periodo dopo il trapianto in cui non riuscivo nemmeno a camminare,” ha detto.
La strada delle cellule staminali ovviamente non è percorribile per tutti i pazienti sieropositivi, ma potrebbe essere molto utile come caso per mostrare che è possibile eradicare il virus dell’HIV dal corpo umano. Sempre che il caso del Paziente di Berlino verrà confermato da altri studi.
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Da parte su, ha accettato di buon grado di parlare alla conferenza e ha detto chiaramente di ritenersi “ancora libero del virus dell’HIV”, e ha annunciato la creazione di una Fondazione a suo nome.
“Voglio essere chiaro. Sono HIV-negativo”, ha detto Brown in una conferenza stampa. Brown, conosciuto come “il paziente di Berlino”, ha risposto direttamente ad una polemica insorta di recente, quando i campioni di tessuto che si è fatto prelevare hanno mostrato la presenza di HIV.
Steven Yuki presso l’Università di California, San Francisco, uno degli scienziati che avevano esaminato i campioni di Brown, ha espresso dubbi sulla sua effettiva guarigione. ”Ci sono alcuni segni che dicono che il virus è ancora presente, ma non sappiamo se si tratta di una contaminazione o se dobbiamo considerare una positività,” ha detto Yuki lo scorso giugno.
Tuttavia, Brown ha detto che non assume antiretrovirali ormai da cinque anni e che sta perfettamente bene.
La storia di Timothy Ray Brown – forse uno dei casi più noti nella ricerca sull’HIV – inizia nel 1995 quando gli è stato diagnosticato l’HIV a Berlino. Per 11 anni, i medici lo hanno trattato con terapia antiretrovirale, alla quale ha risposto positivamente.
Nel 2006, tuttavia, la salute Brown è peggiorata. Gli è stata diagnosticata una leucemia mieloide grave – curata dai medici attraverso una potente chemioterapia, per uccidere tutte le cellule tumorali nel sangue.
Dopo varie vicissitudini e vari cicli di chemio,il suo oncologo Gero Hutter ha deciso per un trapianto di cellule staminali, scegliendo un donatore che aveva una rara mutazione che rende le cellule immuni HIV. In seguito, con uno studio pubblicto sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine, Hutter e i suoi colleghi hanno annunciato di aver curato col trapianto di staminali non solo la leucemia, ma anche la sua sieropositività. In altre parole, i ricercatori avevano eliminato l’HIV dal suo corpo.
Brown ha smesso di prendere i farmaci antiretrovirali il giorno del trapianto, e ha detto di non averne mai più avuto bisogno. L’unico inconveniente è che ha subito qualche danno neurologico. “C’è stato un periodo dopo il trapianto in cui non riuscivo nemmeno a camminare,” ha detto.
La strada delle cellule staminali ovviamente non è percorribile per tutti i pazienti sieropositivi, ma potrebbe essere molto utile come caso per mostrare che è possibile eradicare il virus dell’HIV dal corpo umano. Sempre che il caso del Paziente di Berlino verrà confermato da altri studi.
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Gex- Admin
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Re: HIV, il Paziente di Berlino: “sono sieronegativo”
Steven Yuki presso l’Università di California, San Francisco, uno degli scienziati che avevano esaminato i campioni di Brown, ha espresso dubbi sulla sua effettiva guarigione. ”Ci sono alcuni segni che dicono che il virus è ancora presente, ma non sappiamo se si tratta di una contaminazione o se dobbiamo considerare una positività,” ha detto Yuki lo scorso giugno.
Veramente Yukl ha ammesso il suo errore
Yukl notes that unlike his own studies, these experiments cloned the virus and ran repeated PCRs. "There's a huge potential for contamination," Yukl says, stressing that would not invalidate his findings of a signal
da
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Del resto è evidente che ha fatto un pasticcio con le provette. Aveva sperimentato una amplificazione estrema del DNA mai provata fino ad allora, finendo con l'individuare persino due ceppi virali completamente diversi da quello originario di Timothy Brown, pero' curiosamente:
"one of the two sequences exhibits near perfect homology to a common lab strain"
skydrake- Messaggi : 344
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Re: HIV, il Paziente di Berlino: “sono sieronegativo”
Vabbe' quindi e' un errore di Yuki!!
e' uscito anche questo:
Hiv: guarire
è possibile?
Lo chiamano il "paziente di Berlino": Timothy Brown, il primo paziente a essere guarito dall'infezione da Hiv, ha annunciato nel corso del XIX Convegno Internazionale sull'Aids di Washington (Usa) la creazione di una fondazione a suo nome il cui obiettivo sarà la ricerca di una cura completa dalla sindrome da immunodeficienza acquisita.
Sconfiggere l'Hiv è possibile? - Timothy nel 2007 venne sottoposto a un trapianto di staminali da midollo osseo. È il primo paziente a considerarsi curato e poi guarito dal virus, dimostrando che una cura contro l'Hiv, da qualche parte, forse esiste davvero. Altre esperienze, hanno spiegato gli studiosi nel corso del convegno, lasciano ben sperare sulla scoperta, un giorno, di una cura per questo virus: gli scienziati hanno infatti parlato dell'esistenza di un gruppo di persone affette da Hiv che sembra avere naturalmente debellato l'infezione (risultano cioè sieropositivi, ma senza avere il virus nel sangue). Esistono poi dei pazienti, in Francia, noti col nome di "coorte Visconti", che hanno iniziato le terapie molto presto e sono stati poi in grado di bloccare con successo le cure senza, però, avere una recrudescenza dell'infezione. Su una cosa, comunque, sono d'accordo tutti gli scienziati: i benefici maggiori, per i pazienti affetti da Hiv, provengono da un inizio precoce dei trattamenti.
I numeri - A oggi sono 34 milioni le persone che vivono con l'Hiv. Negli ultimi 20 anni i morti causati dal virus sono stati 30 milioni, ma i progressi nelle terapie sono riusciti a trasformare una condanna a morte sicura in una malattia cronica. Il nodo dei fondi alla ricerca rimane di fondamentale importanza: secondo gli ultimi dati mancano ancora circa 22-24 miliardi di dollari per gli obiettivi da raggiungere entro il 2015.
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Hiv: guarire
è possibile?
Lo chiamano il "paziente di Berlino": Timothy Brown, il primo paziente a essere guarito dall'infezione da Hiv, ha annunciato nel corso del XIX Convegno Internazionale sull'Aids di Washington (Usa) la creazione di una fondazione a suo nome il cui obiettivo sarà la ricerca di una cura completa dalla sindrome da immunodeficienza acquisita.
Sconfiggere l'Hiv è possibile? - Timothy nel 2007 venne sottoposto a un trapianto di staminali da midollo osseo. È il primo paziente a considerarsi curato e poi guarito dal virus, dimostrando che una cura contro l'Hiv, da qualche parte, forse esiste davvero. Altre esperienze, hanno spiegato gli studiosi nel corso del convegno, lasciano ben sperare sulla scoperta, un giorno, di una cura per questo virus: gli scienziati hanno infatti parlato dell'esistenza di un gruppo di persone affette da Hiv che sembra avere naturalmente debellato l'infezione (risultano cioè sieropositivi, ma senza avere il virus nel sangue). Esistono poi dei pazienti, in Francia, noti col nome di "coorte Visconti", che hanno iniziato le terapie molto presto e sono stati poi in grado di bloccare con successo le cure senza, però, avere una recrudescenza dell'infezione. Su una cosa, comunque, sono d'accordo tutti gli scienziati: i benefici maggiori, per i pazienti affetti da Hiv, provengono da un inizio precoce dei trattamenti.
I numeri - A oggi sono 34 milioni le persone che vivono con l'Hiv. Negli ultimi 20 anni i morti causati dal virus sono stati 30 milioni, ma i progressi nelle terapie sono riusciti a trasformare una condanna a morte sicura in una malattia cronica. Il nodo dei fondi alla ricerca rimane di fondamentale importanza: secondo gli ultimi dati mancano ancora circa 22-24 miliardi di dollari per gli obiettivi da raggiungere entro il 2015.
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Gex- Admin
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Re: HIV, il Paziente di Berlino: “sono sieronegativo”
Hiv, virus sparito grazie al trapianto
Il virus dell’Hiv scomparso dall’organismo di due pazienti dopo un trapianto di midollo
Washington - Da oltre due anni, il virus Hiv è sparito dall’organismo di due malati di Aids che avevano ricevuto trapianti di midollo a causa di una diagnosi di linfoma o l eucemia: l’annuncio è stato dato dagli scienziati americani che hanno studiato i due casi nel corso della XIX conferenza internazionale sull’Aids in corso a Washington.
La storia dei due malati ricorda in qualche modo quella di Timothy Brown, l’unico uomo al mondo considerato curato dall’Aids in seguito appunto a impianti di cellule staminali a causa di un cancro. Ma lo studio su questi due pazienti - la cui identità viene protetta - è andato in direzione inversa: scienziati del Brigham and Women Hospital di Boston guidati da Daniel Kuritzek - consapevoli del successo ottenuto a Berlino su Timothy Brown, hanno spedito questionari e richieste a tutti gli ospedali «cercando» pazienti colpiti dall’Aids che avessero anche ricevuto trapianti staminali a causa di tumori.
Due pazienti rispondevano alle caratteristiche della ricerca: «Entrambi gli uomini - ha spiegato Kuritzek - avevano ricevuto chemioterapia per il cancro e trapianti di midollo ma rispetto a quanto accade normalmente non avevano mai sospeso le medicine antivirali per l’Aids. Si erano sottoposti così ai trapianti prendendo ancora i farmaci per l’Hiv».
E questa sarebbe secondo gli esperti una delle chiavi del successo dei trattamenti nell’eliminare il virus Hiv. Secondo il rapporto, i due uomini avevano livelli riscontrabili del virus Hiv nel sangue prima dei trapianti e subito dopo «ma con il tempo, mentre le cellule dei donatori sostituivano quelle dei pazienti, il virus è sparito dal loro organismo».
Uno dei malati è ancora “libero” dal virus a due anni dal trattamento l’altro a tre anni e mezzo. «Dobbiamo essere cauti prima di dichiarare questi pazienti curati - ha però sostenuto Kuritzek - non possiamo dire «siete come il paziente di Berlino» in quanto essi sono ancora sotto medicinali per l’Aids.
Gli stessi scienziati osservano come «quella dei trapianti di midollo non può certo essere la strada per tutti i malati». Ma questi casi aumentano le speranze di trovare un modo per aggirare il virus che resta nelle cellule seppure dormiente.
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Il virus dell’Hiv scomparso dall’organismo di due pazienti dopo un trapianto di midollo
Washington - Da oltre due anni, il virus Hiv è sparito dall’organismo di due malati di Aids che avevano ricevuto trapianti di midollo a causa di una diagnosi di linfoma o l eucemia: l’annuncio è stato dato dagli scienziati americani che hanno studiato i due casi nel corso della XIX conferenza internazionale sull’Aids in corso a Washington.
La storia dei due malati ricorda in qualche modo quella di Timothy Brown, l’unico uomo al mondo considerato curato dall’Aids in seguito appunto a impianti di cellule staminali a causa di un cancro. Ma lo studio su questi due pazienti - la cui identità viene protetta - è andato in direzione inversa: scienziati del Brigham and Women Hospital di Boston guidati da Daniel Kuritzek - consapevoli del successo ottenuto a Berlino su Timothy Brown, hanno spedito questionari e richieste a tutti gli ospedali «cercando» pazienti colpiti dall’Aids che avessero anche ricevuto trapianti staminali a causa di tumori.
Due pazienti rispondevano alle caratteristiche della ricerca: «Entrambi gli uomini - ha spiegato Kuritzek - avevano ricevuto chemioterapia per il cancro e trapianti di midollo ma rispetto a quanto accade normalmente non avevano mai sospeso le medicine antivirali per l’Aids. Si erano sottoposti così ai trapianti prendendo ancora i farmaci per l’Hiv».
E questa sarebbe secondo gli esperti una delle chiavi del successo dei trattamenti nell’eliminare il virus Hiv. Secondo il rapporto, i due uomini avevano livelli riscontrabili del virus Hiv nel sangue prima dei trapianti e subito dopo «ma con il tempo, mentre le cellule dei donatori sostituivano quelle dei pazienti, il virus è sparito dal loro organismo».
Uno dei malati è ancora “libero” dal virus a due anni dal trattamento l’altro a tre anni e mezzo. «Dobbiamo essere cauti prima di dichiarare questi pazienti curati - ha però sostenuto Kuritzek - non possiamo dire «siete come il paziente di Berlino» in quanto essi sono ancora sotto medicinali per l’Aids.
Gli stessi scienziati osservano come «quella dei trapianti di midollo non può certo essere la strada per tutti i malati». Ma questi casi aumentano le speranze di trovare un modo per aggirare il virus che resta nelle cellule seppure dormiente.
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Re: HIV, il Paziente di Berlino: “sono sieronegativo”
Aids: guarito dall'Hiv dopo un trapianto di midollo
Timothy Brown, conosciuto come "il paziente Berlino" guarito dall'Hiv dopo un trapianto di midollo osseo, a quanto pare non è più l'unico caso, ma ce ne sono altri due.
SOCIAL:
Timothy Brown, conosciuto come "il paziente Berlino" guarito dall'Hiv dopo un trapianto di midollo osseo, a quanto pare non è più l'unico caso. Ricercatori americani hanno presentato a Washington, alla 19esima Conferenza internazionale sull'Aids, due casi simili a quello di Brown, operato nel 2007 per una forte leucemia che si era aggiunta all'infezione da Hiv. I due pazienti sieropositivi erano stati sottoposti al trapianto di midollo, uno due e l'altro quattro anni fa, e all'incirca dopo nove mesi successivi all'intervento, non hanno più mostrato tracce di Hiv all'interno del proprio organismo. I due per sicurezza, continuano ad assumere farmaci antiretrovirali.
Timothy Henrich e Daniel Kuritzkes, della Divisione di malattie infettive del Brigham and Women's Hospital (Bwh) di Boston, hanno illustrato al meeting mondiale sull'Aids la storia dei due fortunati pazienti. Grazie alla terapia antiretrovirale, le nuove cellule trapiantate all'interno del sistema immunitario sembrano essere protette dal rischio di re-infezione. Infatti, il trapianto del midollo osseo ha fatto sparire l'Hiv sia dal sangue dei pazienti, sia dalle cellule, dove non sono più rilevabili Dna e Rna virali. Gli stessi livelli di anticorpi anti-Hiv si sono notevolmente abbassati.
I ricercatori hanno in mente di fare degli studi per capire se veramente le tracce di Hiv sono scomparse definitivamente dai tessuti. L'intenzione è quella di avviare una nuova ricerca, trapiantando altri seriopositivi. Il "paziente Berlino" ha smesso di assumere farmaci, mentre gli altri due pazienti operati a Boston sono ancora sotto terapia antiretrovirale. C'è da dire pure, che mentre nel caso di Timothy Brown era stato selezionato un donatore con una mutazione genetica che gli conferiva resistenza all’Hiv, nei due “pazienti Brigham” il trapianto di midollo è avvenuto senza una selezione della stessa portata.
Guarda il video:
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Timothy Brown, conosciuto come "il paziente Berlino" guarito dall'Hiv dopo un trapianto di midollo osseo, a quanto pare non è più l'unico caso, ma ce ne sono altri due.
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Timothy Brown, conosciuto come "il paziente Berlino" guarito dall'Hiv dopo un trapianto di midollo osseo, a quanto pare non è più l'unico caso. Ricercatori americani hanno presentato a Washington, alla 19esima Conferenza internazionale sull'Aids, due casi simili a quello di Brown, operato nel 2007 per una forte leucemia che si era aggiunta all'infezione da Hiv. I due pazienti sieropositivi erano stati sottoposti al trapianto di midollo, uno due e l'altro quattro anni fa, e all'incirca dopo nove mesi successivi all'intervento, non hanno più mostrato tracce di Hiv all'interno del proprio organismo. I due per sicurezza, continuano ad assumere farmaci antiretrovirali.
Timothy Henrich e Daniel Kuritzkes, della Divisione di malattie infettive del Brigham and Women's Hospital (Bwh) di Boston, hanno illustrato al meeting mondiale sull'Aids la storia dei due fortunati pazienti. Grazie alla terapia antiretrovirale, le nuove cellule trapiantate all'interno del sistema immunitario sembrano essere protette dal rischio di re-infezione. Infatti, il trapianto del midollo osseo ha fatto sparire l'Hiv sia dal sangue dei pazienti, sia dalle cellule, dove non sono più rilevabili Dna e Rna virali. Gli stessi livelli di anticorpi anti-Hiv si sono notevolmente abbassati.
I ricercatori hanno in mente di fare degli studi per capire se veramente le tracce di Hiv sono scomparse definitivamente dai tessuti. L'intenzione è quella di avviare una nuova ricerca, trapiantando altri seriopositivi. Il "paziente Berlino" ha smesso di assumere farmaci, mentre gli altri due pazienti operati a Boston sono ancora sotto terapia antiretrovirale. C'è da dire pure, che mentre nel caso di Timothy Brown era stato selezionato un donatore con una mutazione genetica che gli conferiva resistenza all’Hiv, nei due “pazienti Brigham” il trapianto di midollo è avvenuto senza una selezione della stessa portata.
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