Hiv, buone nuove dall’Italia
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Hiv, buone nuove dall’Italia
Hiv, buone nuove dall’Italia per moderare il trattamento con gli antiretrovirali
È possibile un futuro senza farmaci per i malati affetti da hiv? La scienza a riguardo è costantemente alla ricerca di nuove soluzioni per ridurre il consumo di farmaci antiretrovirali, usati per il trattamento dell’hiv.
Due anni fa iniziava la sperimentazione su scimmie del cocktail di farmaci che avrebbe dovuto arrestare l’avanzamento dell’hiv senza usare gli antiretrovirali per il resto della vita del paziente. In pratica, l’obiettivo era riuscire a educare il sistema immunitario a controllare il virus dell’hiv in assenza di farmaci.
È uno studio italiano pubblicato a giugno sulla rivista scientifica online Plos Pathogenes, condotto dall’Istituto superiore di Sanità di Roma, e che apre nuovi spiragli per il futuro di chi soffre di questa ormai trentennale pandemia.
L’esperimento mirava a ottenere la soppressione a lungo termine del virus in un gruppo di quattro macachi ai quali venivano somministrate quattro sostanze ciclicamente, quando il virus sembrava ridestarsi. Il risultato è che alle quattro bestie da più di nove mesi non è stato più necessario somministrare farmaci, registrando contemporaneamente una discreta risposta al virus. Una notizia positiva dunque, mentre si attendono ancora gli esperimenti sugli esseri umani e mentre lo stesso istituto di ricerca, con il Cnr e l’Università di Verona, stanno mettendo a punto farmaci a base vegetale, precisamente la pianta del tabacco. Quest’altro studio, invece è finalizzato a ottenere da base vegetale farmaci con un costo minore, ma con la stessa efficacia di quelli tradizionali.
In italia, secondo il centro operativo aids, dal 1982 al 2010 sono stati 62.617 gli individui che hanno contratto l’hiv. In tutto, attualmente, 160mila sono i sieropositivi e 20mila malati di aids. E ancora, aumentano considerevolmente le percentuali dei rapporti sessuali a rischio, circa l’80% del totale, di cui una fetta considerevole tra i più giovani.
L’istituto superiore di sanità a Roma
Una volta attestata la presenza del virus, la cura con gli antiretrovirali a cui bisogna sottoporsi porta sì il paziente a condurre una vita quasi normale, consentendogli di vivere più a lungo, ma lo schiavizza a vita e non lo esenta dagli effetti collaterali dovuti al trattamento terapeutico.
Alla luce dei nuovi sviluppi si può sperare in un futuro senza, o quasi, farmaci per il trattamento “perpetuo” del virus dell’hiv, una ipotetica soppressione dei farmaci e una migliore coscienza riguardo alla prevenzione, un aspetto da sviluppare riguardo alla problematica del virus forse anche prioritario rispetto alla cura vera e propria.
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È possibile un futuro senza farmaci per i malati affetti da hiv? La scienza a riguardo è costantemente alla ricerca di nuove soluzioni per ridurre il consumo di farmaci antiretrovirali, usati per il trattamento dell’hiv.
Due anni fa iniziava la sperimentazione su scimmie del cocktail di farmaci che avrebbe dovuto arrestare l’avanzamento dell’hiv senza usare gli antiretrovirali per il resto della vita del paziente. In pratica, l’obiettivo era riuscire a educare il sistema immunitario a controllare il virus dell’hiv in assenza di farmaci.
È uno studio italiano pubblicato a giugno sulla rivista scientifica online Plos Pathogenes, condotto dall’Istituto superiore di Sanità di Roma, e che apre nuovi spiragli per il futuro di chi soffre di questa ormai trentennale pandemia.
L’esperimento mirava a ottenere la soppressione a lungo termine del virus in un gruppo di quattro macachi ai quali venivano somministrate quattro sostanze ciclicamente, quando il virus sembrava ridestarsi. Il risultato è che alle quattro bestie da più di nove mesi non è stato più necessario somministrare farmaci, registrando contemporaneamente una discreta risposta al virus. Una notizia positiva dunque, mentre si attendono ancora gli esperimenti sugli esseri umani e mentre lo stesso istituto di ricerca, con il Cnr e l’Università di Verona, stanno mettendo a punto farmaci a base vegetale, precisamente la pianta del tabacco. Quest’altro studio, invece è finalizzato a ottenere da base vegetale farmaci con un costo minore, ma con la stessa efficacia di quelli tradizionali.
In italia, secondo il centro operativo aids, dal 1982 al 2010 sono stati 62.617 gli individui che hanno contratto l’hiv. In tutto, attualmente, 160mila sono i sieropositivi e 20mila malati di aids. E ancora, aumentano considerevolmente le percentuali dei rapporti sessuali a rischio, circa l’80% del totale, di cui una fetta considerevole tra i più giovani.
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Una volta attestata la presenza del virus, la cura con gli antiretrovirali a cui bisogna sottoporsi porta sì il paziente a condurre una vita quasi normale, consentendogli di vivere più a lungo, ma lo schiavizza a vita e non lo esenta dagli effetti collaterali dovuti al trattamento terapeutico.
Alla luce dei nuovi sviluppi si può sperare in un futuro senza, o quasi, farmaci per il trattamento “perpetuo” del virus dell’hiv, una ipotetica soppressione dei farmaci e una migliore coscienza riguardo alla prevenzione, un aspetto da sviluppare riguardo alla problematica del virus forse anche prioritario rispetto alla cura vera e propria.
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