Latte materno uccide Hiv studio su topi "umanizzati"
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Latte materno uccide Hiv studio su topi "umanizzati"
ROMA - Il latte materno potrebbe rivelarsi un'arma efficace per proteggere i bambini dal virus dell'Aids. Anche se all'allattamento al seno viene attribuito un ruolo chiave nella trasmissione del virus Hiv, la maggior parte dei bebè alimentati con la poppata naturale non vengono infettati. Il latte materno rappresenta quindi per gli scienziati un enigma: uccide l'Hiv o lo trasmette? Ora in uno studio pubblicato su Plos Pathogens, condotto su topi umanizzati - modificati cioè in laboratorio in modo da avere un sistema immunitario umano - un gruppo di ricercatori americani ha dimostrato che in sè il latte di mamma è un killer del germe dell'Aids, che colpisce i bambini per oltre il 15 per cento delle nuove infezioni.
Lo studio è firmato da Victor Garcia e colleghi dell'University of North Carolina School of Medicine, che per prima cosa hanno creato un particolare modello animale che avesse le difese immunitarie dell'uomo. In topi privi di difese immunitarie hanno introdotto tessuti umani di midollo osseo, fegato e timo, in modo tale da 'equipaggiare' i roditori con difese immunitarie che mimassero in modo affidabile le nostre.
Dopo avere verificato che nella cavità orale e nella parte alta dell'apparato digerente dei topi ci fossero effettivamente le stesse cellule responsabili della trasmissione dell'Hiv nell'uomo per questa via, e che i topi venissero effettivamente contagiati dal virus come gli umani attraverso questo stesso canale, gli scienziati hanno provato a trasmettere agli animali il virus Hiv oralmente attraverso il latte di una donna Hiv-negativa.
Ed hanno visto che l'infezione non passava: il latte bloccava il virus sia sotto forma di particelle virali sia in forma di cellule infettate. Il che farebbe crollare anche l'ipotesi che l'Hiv riesca a trasmettersi tramite il latte proprio attraverso cellule già infettate che funzionano come un cavallo di Troia. I ricercatori hanno infine confermato l'efficacia della profilassi antivirale pre-esposizione (terapia Prep, con il farmaco somministrato ai topi nei 3 giorni prima e nei 4 successivi al tentativo di infettarli), osservando che evitava il contagio nel 100% dei casi.
"Nessun bambino dovrebbe essere infettato dall'Hiv perché si nutre al seno della mamma", ha osservato Garcia ricordando la funzione cruciale del latte materno anche nello sviluppo delle difese contro altre infezioni. Ecco perché "capire come l'Hiv viene trasmesso ai neonati nonostante l'effetto protettivo del latte - conclude l'autore - ci aiuterà a sbarrare le porte al virus".
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Lo studio è firmato da Victor Garcia e colleghi dell'University of North Carolina School of Medicine, che per prima cosa hanno creato un particolare modello animale che avesse le difese immunitarie dell'uomo. In topi privi di difese immunitarie hanno introdotto tessuti umani di midollo osseo, fegato e timo, in modo tale da 'equipaggiare' i roditori con difese immunitarie che mimassero in modo affidabile le nostre.
Dopo avere verificato che nella cavità orale e nella parte alta dell'apparato digerente dei topi ci fossero effettivamente le stesse cellule responsabili della trasmissione dell'Hiv nell'uomo per questa via, e che i topi venissero effettivamente contagiati dal virus come gli umani attraverso questo stesso canale, gli scienziati hanno provato a trasmettere agli animali il virus Hiv oralmente attraverso il latte di una donna Hiv-negativa.
Ed hanno visto che l'infezione non passava: il latte bloccava il virus sia sotto forma di particelle virali sia in forma di cellule infettate. Il che farebbe crollare anche l'ipotesi che l'Hiv riesca a trasmettersi tramite il latte proprio attraverso cellule già infettate che funzionano come un cavallo di Troia. I ricercatori hanno infine confermato l'efficacia della profilassi antivirale pre-esposizione (terapia Prep, con il farmaco somministrato ai topi nei 3 giorni prima e nei 4 successivi al tentativo di infettarli), osservando che evitava il contagio nel 100% dei casi.
"Nessun bambino dovrebbe essere infettato dall'Hiv perché si nutre al seno della mamma", ha osservato Garcia ricordando la funzione cruciale del latte materno anche nello sviluppo delle difese contro altre infezioni. Ecco perché "capire come l'Hiv viene trasmesso ai neonati nonostante l'effetto protettivo del latte - conclude l'autore - ci aiuterà a sbarrare le porte al virus".
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Gex- Admin
- Messaggi : 2565
Data d'iscrizione : 20.12.10
Re: Latte materno uccide Hiv studio su topi "umanizzati"
Gex ha scritto:
"Nessun bambino dovrebbe essere infettato dall'Hiv perché si nutre al seno della mamma", ha osservato Garcia
Si vede che il virus non ha letto questo studio...
...o più realisticamente il modello murino si è rivelato ancora una volta non adatto per le sperimentazioni sull'HIV.
(ca@@o, ormai non so più quanti siano vaccini o terapie che funzionano sui topi ma non sull'uomo!!!)
skydrake- Messaggi : 344
Data d'iscrizione : 21.03.12
Re: Latte materno uccide Hiv studio su topi "umanizzati"
che culo sti topi...mi fanno sempre più schifo....skydrake ha scritto:
(ca@@o, ormai non so più quanti siano vaccini o terapie che funzionano sui topi ma non sull'uomo!!!)
silence- Messaggi : 1970
Data d'iscrizione : 13.03.12
Età : 49
Località : bologna
Re: Latte materno uccide Hiv studio su topi "umanizzati"
Allora è deciso, la prossima vita nasciamo topi!
Ospite- Ospite
Re: Latte materno uccide Hiv studio su topi "umanizzati"
In realta' la ricerca potrebbe essere interessante, cioe' che nel latte c'e' qualcosa che blocca il virus, pero' bisogna considerare che col latte, quando il capezzolo si rompe per la voracita' del bambino, esce anche il sangue che se contiene alto quantitativo di virus puo' facilmente infettare il bimbo...
Gex- Admin
- Messaggi : 2565
Data d'iscrizione : 20.12.10
Re: Latte materno uccide Hiv studio su topi "umanizzati"
Oppure la bassa trasmissibilità potrebbe essere imputata alla saliva del topino lattante, o al suo apparato digerente.
Vediamo come poter fare.....
.....a questi topi, per poter costituire un modello più realistico, gli è stato iniettato un midollo umano e messo un pezzettino di fegato umano. Con l'osservazione di Gex qui sopra, allora dovremmo fornire al topo anche l'apparato masticatorio umano per ben stimolare il morso della tetta e, perchè no, fornire anche un cervello umano per riprodurne la voracità.....
.....Ma a questo punto, non avremmo riottenuto un bambino umano?
Magari per altri tipi di esperimenti il modello murino potrebbe andare anche bene, ma in questo caso non mi convince affatto.
Gex ha scritto:pero' bisogna considerare che col latte, quando il capezzolo si rompe per la voracita' del bambino, esce anche il sangue che se contiene alto quantitativo di virus puo' facilmente infettare il bimbo...
Vediamo come poter fare.....
.....a questi topi, per poter costituire un modello più realistico, gli è stato iniettato un midollo umano e messo un pezzettino di fegato umano. Con l'osservazione di Gex qui sopra, allora dovremmo fornire al topo anche l'apparato masticatorio umano per ben stimolare il morso della tetta e, perchè no, fornire anche un cervello umano per riprodurne la voracità.....
.....Ma a questo punto, non avremmo riottenuto un bambino umano?
Magari per altri tipi di esperimenti il modello murino potrebbe andare anche bene, ma in questo caso non mi convince affatto.
skydrake- Messaggi : 344
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Gex- Admin
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