Aumentano i casi di ca anale nei sieropositivi
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Aumentano i casi di ca anale nei sieropositivi
Aumentano i pazienti sieropositivi che sviluppano cancro anale
Questa classe di tumore colpisce soprattutto maschi omosessuali seppure anche l’incidenza in donne sieropositive è superiore alla popolazione generale.
Durante gli ultimi anni è aumentato in modo molto significativo il numero di pazienti con HIV che sviluppano cancro anale. Benché questa malattia colpisca più uomini che praticano il sesso anale, però la sua incidenza in donne sieropositive è anche superiore a quella della popolazione generale. Questo e altri dati sono stati posti in rilievo nel 18° Simposio internazionale AIDS celebrato a Stiges lo scorso fine settimana.
Rispetto alla proliferazione dei casi di questo tumore, Josep Maria Gatell, capo del Servizio di Malattie Infettive e AIDS dell’Ospedale Clinica di Barcellona, ha manifestato che “la scoperta ed il trattamento delle lesioni precancerose riduce il rischio di progressione di malattia e a volte produce la guarigione della malattia”. Così pure ha assicurato che “l’esame sistematico molto probabilmente dovrebbe essere una pratica routinaria negli uomini, per lo meno in quelli che praticano sesso anale, col fine di rilevare le lesioni precancerose in tempo e poterle trattare”.
Durante il simposio, gli specialisti hanno insistito sull’efficacia della tecnica e della profilassi pre esposizione come probabile strategia di prevenzione. Secondo il Dr. Gatell “è una pratica molto efficace se si realizza in maniera continuata e l’aderenza al trattamento è buona” . Ciò nonostante, questo specialista riconosce che si tratta di una terapia “scomoda, che presenta potenziali effetti secondari e ha un costo elevato”. “Si dovrebbe stabilire in che gruppi di popolazione si ha una migliore relazione costo-benefici”, precisa il Dr. Gatell.
Per quanto riguarda le terapie antiretrovirali, che si applicano quando l’individuo già è infettato, il Dr. Gatell segnala che” è importante sviluppare molecole molto sicure e migliorare i potenziali effetti secondari a lunga distanza di questi farmaci.
Negli ultimi anni l’AIDS è passato dall’essere una malattia con alti tassi di mortalità a essere una patologia cronica grazie ai progressi nel trattamento di questi pazienti. Senza dubbio, e nonostante le campagne di prevenzione, ogni anno si producono all’incirca 3.000 nuovi casi in Spagna. In Catalogna, approssimativamente 600 persone contraggono il virus dell’HIV ogni anno.
Questa classe di tumore colpisce soprattutto maschi omosessuali seppure anche l’incidenza in donne sieropositive è superiore alla popolazione generale.
Durante gli ultimi anni è aumentato in modo molto significativo il numero di pazienti con HIV che sviluppano cancro anale. Benché questa malattia colpisca più uomini che praticano il sesso anale, però la sua incidenza in donne sieropositive è anche superiore a quella della popolazione generale. Questo e altri dati sono stati posti in rilievo nel 18° Simposio internazionale AIDS celebrato a Stiges lo scorso fine settimana.
Rispetto alla proliferazione dei casi di questo tumore, Josep Maria Gatell, capo del Servizio di Malattie Infettive e AIDS dell’Ospedale Clinica di Barcellona, ha manifestato che “la scoperta ed il trattamento delle lesioni precancerose riduce il rischio di progressione di malattia e a volte produce la guarigione della malattia”. Così pure ha assicurato che “l’esame sistematico molto probabilmente dovrebbe essere una pratica routinaria negli uomini, per lo meno in quelli che praticano sesso anale, col fine di rilevare le lesioni precancerose in tempo e poterle trattare”.
Durante il simposio, gli specialisti hanno insistito sull’efficacia della tecnica e della profilassi pre esposizione come probabile strategia di prevenzione. Secondo il Dr. Gatell “è una pratica molto efficace se si realizza in maniera continuata e l’aderenza al trattamento è buona” . Ciò nonostante, questo specialista riconosce che si tratta di una terapia “scomoda, che presenta potenziali effetti secondari e ha un costo elevato”. “Si dovrebbe stabilire in che gruppi di popolazione si ha una migliore relazione costo-benefici”, precisa il Dr. Gatell.
Per quanto riguarda le terapie antiretrovirali, che si applicano quando l’individuo già è infettato, il Dr. Gatell segnala che” è importante sviluppare molecole molto sicure e migliorare i potenziali effetti secondari a lunga distanza di questi farmaci.
Negli ultimi anni l’AIDS è passato dall’essere una malattia con alti tassi di mortalità a essere una patologia cronica grazie ai progressi nel trattamento di questi pazienti. Senza dubbio, e nonostante le campagne di prevenzione, ogni anno si producono all’incirca 3.000 nuovi casi in Spagna. In Catalogna, approssimativamente 600 persone contraggono il virus dell’HIV ogni anno.
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