Aids, in Italia un contagio ogni tre ore. Ma i sopravvissuti aumentano
Aids, in Italia un contagio ogni tre ore. Ma i sopravvissuti aumentano
Gli ultimi dati presentati al ministero della Salute: tremila nuovi casi l'anno, 157 mila la popolazione dei sieropositivi, due contagiati dall'Hiv su tre sono stranieri. E l'80 per cento delle infezioni avviene per colpa di rapporti sessuali non protetti
Un contagio ogni tre ore, tremila casi nuovi ogni anno. Stando ai numeri, c'è poco da essere tranquilli: in Italia la partita contro l'Aids è ancora tutta da giocare. Adesso, secondo gli ultimi riscontri, ci si infetta di più al centro-nord rispetto al sud e alle isole. E nel 2010, quasi una persona su tre diagnosticate come positiva all'Hiv, è risultata di nazionalità straniera.
I dati sono stati presentati al ministero della Salute in occasione della presentazione delle iniziative per la giornata mondiale contro l'Aids. La prima cosa che emerge è che l'anno scorso la maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a contatti sessuali non protetti, che costituiscono l'80,7% di tutte le segnalazioni. La seconda è che quelli che hanno scoperto di essere sieropositivi hanno un'età media di 39 anni per i maschi e di 35 anni per le femmine. Oltre un terzo delle persone con una nuova diagnosi di Hiv viene diagnosticato in fase avanzata di malattia e presenta una rilevante compromissione del sistema immunitario. Questi «ritardatari» hanno generalmente più di 40 anni di età e hanno contratto l'infezione prevalentemente attraverso contatti eterosessuali. Sempre piú spesso sono stranieri.
Il numero dei sieropositivi è aumentato, passando dai 135.000 casi nel 2000 ai 157.000 nel 2010. Ma questa è una buona notizia: significa una maggiore sopravvivenza legata alle terapie antiretrovirali. La scienza ha fatto passi avanti.
Anche alla luce di questi dati, la lotta al virus «sarà inserita tra le azioni e i programmi nel prossimo Piano sanitario nazionale». Lo ha assicurato il nuovo ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha annunciato inoltre che convocherà «già per metà dicembre la Commissione nazionale per organizzare una prima riflessione sul tema, che possa essere anche da base per una campagna di grandi dimensioni». Lo slogan forte sarà "Fai il test". Ha spiegato il ministro: «É questo il nucleo da comunicare. In un momento come questo, di scarse risorse, bisogna badare all'essenza».
Balduzzi ha anche assicura «risposte in breve tempo» sugli indennizzi alle vittime del sangue infetto. Poco prima dell'inizio della conferenza, infatti, Angelo Magrini, presidente dell'associazione dei pilstrafusi italiani, si era presentato davanti al ministro con un camice bianco sporco di sangue e con un cartello: "Tremila morti, 80 mila infettati vittime del sangue infetto aspettano le transazioni. Siamo dei black blood". «Chiediamo di sapere che fine hanno fatto i fondi destinati a risarcire i danni subiti - ha detto Magrini - . Dal 2007 sono stati accantonati oltre 700 milioni di euro. Dove sono stati destinati?».
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Un contagio ogni tre ore, tremila casi nuovi ogni anno. Stando ai numeri, c'è poco da essere tranquilli: in Italia la partita contro l'Aids è ancora tutta da giocare. Adesso, secondo gli ultimi riscontri, ci si infetta di più al centro-nord rispetto al sud e alle isole. E nel 2010, quasi una persona su tre diagnosticate come positiva all'Hiv, è risultata di nazionalità straniera.
I dati sono stati presentati al ministero della Salute in occasione della presentazione delle iniziative per la giornata mondiale contro l'Aids. La prima cosa che emerge è che l'anno scorso la maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a contatti sessuali non protetti, che costituiscono l'80,7% di tutte le segnalazioni. La seconda è che quelli che hanno scoperto di essere sieropositivi hanno un'età media di 39 anni per i maschi e di 35 anni per le femmine. Oltre un terzo delle persone con una nuova diagnosi di Hiv viene diagnosticato in fase avanzata di malattia e presenta una rilevante compromissione del sistema immunitario. Questi «ritardatari» hanno generalmente più di 40 anni di età e hanno contratto l'infezione prevalentemente attraverso contatti eterosessuali. Sempre piú spesso sono stranieri.
Il numero dei sieropositivi è aumentato, passando dai 135.000 casi nel 2000 ai 157.000 nel 2010. Ma questa è una buona notizia: significa una maggiore sopravvivenza legata alle terapie antiretrovirali. La scienza ha fatto passi avanti.
Anche alla luce di questi dati, la lotta al virus «sarà inserita tra le azioni e i programmi nel prossimo Piano sanitario nazionale». Lo ha assicurato il nuovo ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ha annunciato inoltre che convocherà «già per metà dicembre la Commissione nazionale per organizzare una prima riflessione sul tema, che possa essere anche da base per una campagna di grandi dimensioni». Lo slogan forte sarà "Fai il test". Ha spiegato il ministro: «É questo il nucleo da comunicare. In un momento come questo, di scarse risorse, bisogna badare all'essenza».
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