Giovedì a Modena seminario immunologia con il prof.Carl J. Hauser
Giovedì a Modena seminario immunologia con il prof.Carl J. Hauser
Giovedì 24 novembre alle ore 12.00 presso l’Aula Magna del Centro servizi didattici della Facoltà di Medicina e Chirurgia (via del Pozzo 71), il prof. Carl J. Hauser, fellow of the American College of Critical Care Medicine e professore di Chirurgia alla Harvard Medical School di Boston, terrà un seminario dal titolo “Mitocondri e motivi molecolari batterici: biomarcatori emergenti nell’infiammazione sterile e nella sepsi”. Il seminario, curato e introdotto dal prof. Andrea Cossarizza della cattedra di Immunologia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con la Fondazione Sigma Tau (Roma), si svolge all’interno di un ciclo di letture sulla Medicina della Complessità, tenuto in diverse città italiane e organizzato dalla Fondazione stessa.
Le lesioni traumatiche causano una sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS) che, dal punto di vista clinico, ricorda molto da vicino la sepsi. I cosiddetti motivi molecolari associati ai patogeni (PAMP) attivano le cellule dell’immunità innata tramite recettori che riconoscono tali motivi. Analogamente, i danni cellulari possono indurre il rilascio di motivi molecolari endogeni associati al danno (DAMP) che attivano l’immunità innata, con produzione di molecole pro-infiammatorie. “Si tratta di un fattore di enorme importanza clinica – spiega il prof. Andrea Cossarizza – poiché la gestione delle risposte infiammatorie sterili è sostanzialmente diversa da quella della sepsi e molti processi patologici clinici che hanno natura infiammatoria vengono facilmente scambiati per malattie infettive”.
I mitocondri sono endosimbionti che trovano un’origine evolutiva nei batteri. È per questo motivo che presentano motivi molecolari simili a quelli dei batteri, come i peptidi formilati e un DNA molto più simile a un DNA batterico che a un DNA eucariotico. E’ stato dimostrato che le lesioni nonché gli interventi terapeutici possono produrre il rilascio in circolo di DAMP mitocondriali (MTD). La disgregazione cellulare prodotta da traumi, danni fisiologici dovuti a shock o tossine, interventi chirurgici o sepsi possono produrre il rilascio in circolo dei MTD. E poiché i DAMP conservano nella loro evoluzione analogie molecolari con i PAMP batterici, il loro rilascio presenta conseguenze funzionalmente importanti sia in vitro, sia in vivo.
Un recentissimo lavoro del gruppo del prof. Andrea Cossarizza, pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale in collaborazione con la Clinica delle Malattie Infettive diretta dalla prof.ssa Cristina Mussini, ha inoltre dimostrato che anche nell’infezione da HIV, il virus che causa l’AIDS, i MTD giocano un ruolo importante, e si assiste ad un loro aumento nelle fasi più attive dell’infezione. Della importanza di queste osservazioni scientifiche e della loro confutazione parlerà con gli interessati anche il prof. Hauser.
La disponibilità di queste molecole “a monte” che riflettono specificatamente la genesi dell’infiammazione puramente sterile e dell’infezione puramente batterica ci offre inoltre nuove opportunità per distinguere clinicamente queste due sindromi. Si può oggi utilizzare come biomarcatori il DNA batterico e il DNA mitocondriale, che servono per distinguere l’infiammazione non infettiva dall’infiammazione di origine infettiva e dalla sepsi. “Questo approccio – commenta la prof. ssa Cristina Mussini, direttore della Struttura complessa di Malattie infettive e tropicali dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena – porterà in tempi brevi alla messa a punto di test clinici dotati di sufficiente sensibilità e specificità da consentire di distinguere la sepsi dalla SIRS sterile e quindi di portare all’uso specifico di antibiotici o di farmaci antinfiammatori, o di evitarne l’uso. Tali analisi con biomarcatori potranno essere utilizzate per apportare importanti modifiche terapeutiche in un’ampia varietà di situazioni cliniche, tra le quali sepsi, ustioni, lesioni da schiacciamento, neutropenia febbrile da chemioterapia, pancreatite, cachessia tumorale e molte altre”.
“Il rilascio di DAMP mitocondriali a seguito di danno cellulare – afferma il prof. Andrea Cossarizza – è un evento chiave nei traumi, nella sepsi, nell’infiammazione, nella SIRS” e – come dimostrato dai ricercatori modenesi – anche nell’infezione da HIV. “Capire la genesi dell’immunità innata e della conseguente infiammazione in queste sindromi cliniche – conclude Cossarizza – ci consentirà di creare approcci più meccanicistici alla gestione di patologie complesse”.
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Le lesioni traumatiche causano una sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS) che, dal punto di vista clinico, ricorda molto da vicino la sepsi. I cosiddetti motivi molecolari associati ai patogeni (PAMP) attivano le cellule dell’immunità innata tramite recettori che riconoscono tali motivi. Analogamente, i danni cellulari possono indurre il rilascio di motivi molecolari endogeni associati al danno (DAMP) che attivano l’immunità innata, con produzione di molecole pro-infiammatorie. “Si tratta di un fattore di enorme importanza clinica – spiega il prof. Andrea Cossarizza – poiché la gestione delle risposte infiammatorie sterili è sostanzialmente diversa da quella della sepsi e molti processi patologici clinici che hanno natura infiammatoria vengono facilmente scambiati per malattie infettive”.
I mitocondri sono endosimbionti che trovano un’origine evolutiva nei batteri. È per questo motivo che presentano motivi molecolari simili a quelli dei batteri, come i peptidi formilati e un DNA molto più simile a un DNA batterico che a un DNA eucariotico. E’ stato dimostrato che le lesioni nonché gli interventi terapeutici possono produrre il rilascio in circolo di DAMP mitocondriali (MTD). La disgregazione cellulare prodotta da traumi, danni fisiologici dovuti a shock o tossine, interventi chirurgici o sepsi possono produrre il rilascio in circolo dei MTD. E poiché i DAMP conservano nella loro evoluzione analogie molecolari con i PAMP batterici, il loro rilascio presenta conseguenze funzionalmente importanti sia in vitro, sia in vivo.
Un recentissimo lavoro del gruppo del prof. Andrea Cossarizza, pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale in collaborazione con la Clinica delle Malattie Infettive diretta dalla prof.ssa Cristina Mussini, ha inoltre dimostrato che anche nell’infezione da HIV, il virus che causa l’AIDS, i MTD giocano un ruolo importante, e si assiste ad un loro aumento nelle fasi più attive dell’infezione. Della importanza di queste osservazioni scientifiche e della loro confutazione parlerà con gli interessati anche il prof. Hauser.
La disponibilità di queste molecole “a monte” che riflettono specificatamente la genesi dell’infiammazione puramente sterile e dell’infezione puramente batterica ci offre inoltre nuove opportunità per distinguere clinicamente queste due sindromi. Si può oggi utilizzare come biomarcatori il DNA batterico e il DNA mitocondriale, che servono per distinguere l’infiammazione non infettiva dall’infiammazione di origine infettiva e dalla sepsi. “Questo approccio – commenta la prof. ssa Cristina Mussini, direttore della Struttura complessa di Malattie infettive e tropicali dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena – porterà in tempi brevi alla messa a punto di test clinici dotati di sufficiente sensibilità e specificità da consentire di distinguere la sepsi dalla SIRS sterile e quindi di portare all’uso specifico di antibiotici o di farmaci antinfiammatori, o di evitarne l’uso. Tali analisi con biomarcatori potranno essere utilizzate per apportare importanti modifiche terapeutiche in un’ampia varietà di situazioni cliniche, tra le quali sepsi, ustioni, lesioni da schiacciamento, neutropenia febbrile da chemioterapia, pancreatite, cachessia tumorale e molte altre”.
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