Senza cura Hiv Aids? Le promesse mancate dell'Italia sulla salute globale
Senza cura Hiv Aids? Le promesse mancate dell'Italia sulla salute globale
Senza cura? Le promesse mancate dell'Italia sulla salute globale
Il nuovo rapporto della Coalizione Italiana contro la Povertà lanciato oggi fa il punto sugli impegni italiani nel 2011
Data: 28/10/2011
A pochi giorni dal G20 in Francia e a poche settimane dal Forum sull’efficacia degli aiuti in Corea del Sud, il rapporto “Senza Cura”, diffuso oggi dalla Coalizione Italiana Contro la Povertà (GCAP Italia), traccia un bilancio del ruolo svolto dall’Italia nel 2011 per contribuire a rafforzare la salute a livello globale.
Una valutazione deludente quella del nostro paese: l’Italia, tra i paesi donatori, con appena lo 0,017% del suo PIL (2009) destinato alla salute nei paesi in via di sviluppo (PVS), è il più lontano dei paesi donatori dal rispetto degli impegni internazionali. La percentuale del contributo italiano su quanto erogato da tutti i paesi G8 è scesa dal 5% del 2007 all’1,8% del 2009. Inoltre l’Italia, uno dei paesi che più ha favorito la creazione del Fondo Globale per la Lotta contro l’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria (GFATM), non versa dal 2009 il proprio contributo al Fondo, accumulando un debito di 260 milioni di euro.
A fronte del mancato rispetto degli impegni, l’Italia adduce, come molti altri paesi, la necessità di contrarre le spese di bilancio derivante dalla crisi economica globale. Per questo il nostro paese è da molto tempo attivo nel sostegno a metodi innovativi di reperimento delle risorse necessarie per la salute globale, come l’Advanced Market Committment. Proprio tenuto conto di questo impegno, è però strano che la voce italiana sia stranamente assente dal dibattito in merito al meccanismo di finanza innovativa per lo sviluppo più discusso oggi a livello di G20 e Unione Europea: la tassa sulle transazioni finanziarie.
Rispetto all’efficacia dell’aiuto italiano nel settore della salute globale, il quadro è leggermente migliore. Sul fronte del rafforzamento dei sistemi sanitari, un accordo con l’Etiopia del novembre 2010 ha consentito di destinare 2,8 milioni di euro – anche sotto forma di sostegno diretto al bilancio sanitario - al potenziamento del sistema sanitario e al miglioramento della copertura e della qualità dei servizi sanitari.
Un bilancio positivo nei metodi, seppur marcato da un insufficiente livello di risorse.
Sul settore della salute materno infantile, l’Italia ha aderito alla Muskoka Initiative varata dal G8 nel 2010, impegnandosi a contribuire all’iniziativa per 75 milioni di dollari nel periodo 2011-2015. Ad oggi, tuttavia, non è stato definito un piano dierogazione specifico di questi contributi sui quattro anni e dunque non c’è garanzia che si tratti di risorse aggiuntive ai fondi stanziati nel 2009 o nel 2008.
La situazione della salute globale nel mondo è grave e attuale: ogni giorno circa 22.000 bambini muoiono prima di aver compiuto i cinque anni, nella stragrande maggioranza per cause facilmente prevenibili; ogni giorno più di 1.000 donne muoiono per complicazioni facilmente prevenibili legate alla gravidanza o al parto; per ognuna di esse, almeno 20 donne restano vittime di infermità; ogni anno l’HIV/AIDS la tubercolosi e la malaria uccidono quattro milioni di persone, con un costo di milioni di dollari per le economie di paesi già poverissimi.
C’è un gap di 36 anni tra l’aspettativa di vita in Malawi (47 anni) e quella del Giappone (83 anni), non a causa di differenze biologiche o genetiche, ma a causa della diseguaglianza in termini di accesso ad opportunità di sviluppo economico.Sebbene dagli anni novanta, grazie all’attenzione della comunità internazionale e l’adozione di ben tre Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) sanitari da raggiungere entro il 2015, il quadro sia migliorato, resta ancora molto da fare per ridurre di due terzi la mortalità infantile sotto i cinque anni (OSM 4), ridurre di tre quarti la mortalità materna e garantire l’accesso universale ai servizi per la salute riproduttiva (OSM 5) e fermare e cominciare a invertire la diffusione di HIV/AIDS, l’incidenza della malaria e di altre importanti malattie (OSM 6).
Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
* La GCAP (Global Call Against Poverty) è la rete che unisce la società civile italiana sui temi della lotta contro la povertà, lo sviluppo internazionale e la governance globale. GCAP, che comprende 65 organizzazioni in rappresentanza di oltre dieci milioni di italiani e lavora in rete con le piattaforme della società civile internazionale.
Fonte: Confinionline
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Il nuovo rapporto della Coalizione Italiana contro la Povertà lanciato oggi fa il punto sugli impegni italiani nel 2011
Data: 28/10/2011
A pochi giorni dal G20 in Francia e a poche settimane dal Forum sull’efficacia degli aiuti in Corea del Sud, il rapporto “Senza Cura”, diffuso oggi dalla Coalizione Italiana Contro la Povertà (GCAP Italia), traccia un bilancio del ruolo svolto dall’Italia nel 2011 per contribuire a rafforzare la salute a livello globale.
Una valutazione deludente quella del nostro paese: l’Italia, tra i paesi donatori, con appena lo 0,017% del suo PIL (2009) destinato alla salute nei paesi in via di sviluppo (PVS), è il più lontano dei paesi donatori dal rispetto degli impegni internazionali. La percentuale del contributo italiano su quanto erogato da tutti i paesi G8 è scesa dal 5% del 2007 all’1,8% del 2009. Inoltre l’Italia, uno dei paesi che più ha favorito la creazione del Fondo Globale per la Lotta contro l’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria (GFATM), non versa dal 2009 il proprio contributo al Fondo, accumulando un debito di 260 milioni di euro.
A fronte del mancato rispetto degli impegni, l’Italia adduce, come molti altri paesi, la necessità di contrarre le spese di bilancio derivante dalla crisi economica globale. Per questo il nostro paese è da molto tempo attivo nel sostegno a metodi innovativi di reperimento delle risorse necessarie per la salute globale, come l’Advanced Market Committment. Proprio tenuto conto di questo impegno, è però strano che la voce italiana sia stranamente assente dal dibattito in merito al meccanismo di finanza innovativa per lo sviluppo più discusso oggi a livello di G20 e Unione Europea: la tassa sulle transazioni finanziarie.
Rispetto all’efficacia dell’aiuto italiano nel settore della salute globale, il quadro è leggermente migliore. Sul fronte del rafforzamento dei sistemi sanitari, un accordo con l’Etiopia del novembre 2010 ha consentito di destinare 2,8 milioni di euro – anche sotto forma di sostegno diretto al bilancio sanitario - al potenziamento del sistema sanitario e al miglioramento della copertura e della qualità dei servizi sanitari.
Un bilancio positivo nei metodi, seppur marcato da un insufficiente livello di risorse.
Sul settore della salute materno infantile, l’Italia ha aderito alla Muskoka Initiative varata dal G8 nel 2010, impegnandosi a contribuire all’iniziativa per 75 milioni di dollari nel periodo 2011-2015. Ad oggi, tuttavia, non è stato definito un piano dierogazione specifico di questi contributi sui quattro anni e dunque non c’è garanzia che si tratti di risorse aggiuntive ai fondi stanziati nel 2009 o nel 2008.
La situazione della salute globale nel mondo è grave e attuale: ogni giorno circa 22.000 bambini muoiono prima di aver compiuto i cinque anni, nella stragrande maggioranza per cause facilmente prevenibili; ogni giorno più di 1.000 donne muoiono per complicazioni facilmente prevenibili legate alla gravidanza o al parto; per ognuna di esse, almeno 20 donne restano vittime di infermità; ogni anno l’HIV/AIDS la tubercolosi e la malaria uccidono quattro milioni di persone, con un costo di milioni di dollari per le economie di paesi già poverissimi.
C’è un gap di 36 anni tra l’aspettativa di vita in Malawi (47 anni) e quella del Giappone (83 anni), non a causa di differenze biologiche o genetiche, ma a causa della diseguaglianza in termini di accesso ad opportunità di sviluppo economico.Sebbene dagli anni novanta, grazie all’attenzione della comunità internazionale e l’adozione di ben tre Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) sanitari da raggiungere entro il 2015, il quadro sia migliorato, resta ancora molto da fare per ridurre di due terzi la mortalità infantile sotto i cinque anni (OSM 4), ridurre di tre quarti la mortalità materna e garantire l’accesso universale ai servizi per la salute riproduttiva (OSM 5) e fermare e cominciare a invertire la diffusione di HIV/AIDS, l’incidenza della malaria e di altre importanti malattie (OSM 6).
Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
* La GCAP (Global Call Against Poverty) è la rete che unisce la società civile italiana sui temi della lotta contro la povertà, lo sviluppo internazionale e la governance globale. GCAP, che comprende 65 organizzazioni in rappresentanza di oltre dieci milioni di italiani e lavora in rete con le piattaforme della società civile internazionale.
Fonte: Confinionline
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