Il Gay Pride alla conquista di Mosca
Il Gay Pride alla conquista di Mosca
Dopo anni di polemiche e scontri il Gay Pride ha vinto: il sindaco di Mosca ha autorizzato la manifestazione in difesa dei diritti degli omosessuali vietata da anni.
La notizia è di qualche settimana fa: il comune di Mosca ha finalmente autorizzato lo svolgimento del primo Gay Pride cittadino, dopo anni di polemiche, rifiuti, divieti e scontri, non solo verbali.
Salvo imprevisti dell’ultima ora, il 28 maggio le strade della città si riempiranno di gay e simpatizzanti, con tutto il corredo di carri, costumi, spettacoli e musica che caratterizzano la colorata manifestazione in difesa dei diritti degli omosessuali, ovunque venga proposta.
Lo ha annunciato l’organizzatore dell’evento, Nikolai Alexeiev, presidente dell’associazione GayRussia, felice che l’impegno per i diritti civili abbia finalmente portato a un risultato positivo.
Il vicesindaco che ha firmato l’autorizzazione ha specificato che all’evento potranno prendere parte un massimo di 500 persone, per questioni di ordine pubblico. Una piccola concessione per una grande vittoria: per la Russia infatti questa è una vera e propria rivoluzione.
Per anni gli attivisti hanno cercato di organizzare il Gay Pride nella capitale russa, scontrandosi con un muro di divieti e obiezioni di stampo moralista: in Russia l’omosessualità non è più un reato dal 1993, e solo dal 1999 non viene considerata una malattia mentale.
La società russa ha evidenti difficoltà ad accettare le diversità, e la manifestazione è stata ritenuta offensiva per la morale pubblica e religiosa. E’ capitato spesso negli anni passati che i suoi sostenitori venissero malmenati da gruppi nazionalisti e ultra-ortodossi, al grido di “morte agli omosessuali”. E’ capitato anche quattro anni fa durante un tentativo di Gay Pride non autorizzato dalle autorità, in cui personalità di spicco tra cui Vladimir Luxuria subirono arresti e violenze, anche da parte di esponenti del fondamentalismo religioso.
Su Giornalettismo troviamo un resoconto del fallimento della manifestazione negli anni passati:
Nel maggio 2009 oltre ottanta attivisti sono stati arrestati della polizia moscovita, che aveva provato a disperdere con la forza i manifestanti che partecipavano alla manifestazione per l’orgoglio omosessuale non autorizzata dal primo cittadino. Anche due anni prima, nel 2007, nel 14esimo anniversario dell’abolizione del reato di omosessualità in Russia, era finita a calci e pugni, con i manifestanti colpiti da un gruppo di naziskin e le forze dell’ordine poco reattive nell’intervenire per riportare l’ordine. Vittima dell’aggressione anche la parlamentare di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria. Fu fermato dalle autorità russe anche un altro italiano, l’europarlamentare radicale Marco Cappato.
L’anno scorso, gli organizzatori del Gay Pride e altri attivisti riuscirono a stendere una bandiera arcobaleno di 20 metri di lunghezza su Leninskij Prospekt, una delle arterie principali della capitale russa, ed organizzarono una sorta di manifestazione alternativa con vari appuntamenti in giro per la città, in stile “caccia al tesoro“, per sviare le forze di polizia. Ne parla Rainbowman56:
La manifestazione, senza il permesso delle autorità municipali, si è tenuta dopo una specie di caccia al tesoro dove la stampa internazionale si è trovata sballottata da una parte all’altra della capitale, in una serie di appuntamenti a catena, fatti a posta per seminare le forze dell’ordine. [...]
È la prima volta che il movimento per l’orgoglio omosessuale riesce ad eludere le autorità locali. Giusto un’ora fa l’organizzatore Nicolai Alexev, in una conferenza stampa improvvisata, alla periferia di Mosca, in uno dei tanti appuntamenti di questa “folle caccia al tesoro” aveva annunciato che alla manifestazione avrebbero preso parte 35 persone. Grande presenza della stampa internazionale e oltre a esponenti di ONG internazionali come il francese Louis-Georges Tin, fondatore dell’International Day Against Homophobia and Transphobia.
Questa svolta è stata sicuramente favorita dal severo avvertimento della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, che il mese scorso ha condannato la Russia per aver impedito lo svolgimento del Gay Pride negli anni passati, violando libertà fondamentali come quella di manifestazione e adottando una scelta di discriminazione per l’orientamento sessuale.
Il maggiore oppositore della manifestazione era l’ex sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, rimasto in carica per ben 18 anni; Luzhkov aveva definito “opera di satana” le manifestazioni pubbliche degli omosessuali e aveva assicurato che, finché fosse rimasto alla guida della città, non sarebbero mai state possibili.
Su Queer Blog leggiamo di altre dichiarazioni omofobe da parte dell’ex sindaco:
Durante una conferenza stampa sull’Aids, l’uomo politico 72enne ha detto che in passato ha proibito la manifestazione del Gay Pride e continuerà a farlo anche in futuro perché “si potrebbero rivelare fattori di diffusione delle infezioni da Hiv”.
Il nuovo sindaco Sergei Sobyanin, nonostante sia un fedelissimo di Putin e uomo chiave del partito Russia Unita, con la sua decisione sembra voler cambiare rotta e dimostrare alla cittadinanza il suo impegno a tagliare i ponti col passato, nonché ridurre al minimo i punti di frizione con l’Unione Europea sul piano dei diritti civili.
La sfilata partirà dalla centrale piazza Bolotnaia e si snoderà per le vie del centro, come si legge su EST EST EST:
Per la prima volta nella storia della metropoli, Mosca avrà quest’anno una marcia del Gay Pride legalmente autorizzata. Il municipio ha deciso oggi di concedere la centralissima piazza Bolotnaya (nel cuore di Mosca ma molto defilata rispetto ai luoghi di passeggio e di traffico, e molto ben isolabile essendo… su un’isola) fra le 13 e le 15 di domenica 28 maggio per la sfilata organizzata dagli attivisti del movimento per i diritti dei gay. [...]
Gran festa quindi per la comunità gay moscovita; ma resta il problema della sicurezza, su cui gli attivisti continuano a trattare con le autorità. Senza una esplicita garanzia di protezione contro eventuali violenze da parte dell’estrema destra politica e religiosa, infatti, sarà ben difficile che in molti accorrano in piazza a manifestare. Gli attivisti prevedono comunque una presenza molto limitata, non più di 2-300 persone; ci vorrà tempo perché gli omosessuali moscoviti escano dalla paura che li ha perseguitati per anni e si mostrino pubblicamente. Nikolaj Alekseev, coordinatore del Gay Pride, dopo l’ordinanza del comune di Mosca ha detto che “questo è un colpo formidabile contro l’omofobia in Russia, su tutti i fronti”.
Oltre alle notizie positive, arrivano anche le smentite: lo svolgimento del primo Gay Pride autorizzato di Mosca pare ancora in forse. Leggiamo la notizia su Gay News 24:
Autorità smentiscono voci sul primo ok alla parata in sei anni. Falso allarme per la comunità gay russa che per alcune ore ha creduto di poter vedere, per la prima volta in cinque anni, un Gay Pride a Mosca. Come riporta Interfax, il dipartimento della sicurezza regionale dell’amministrazione moscovita ha smentito di aver autorizzato la tradizionale parata della comunità omosessuale prevista per il prossimo 28 maggio nella capitale.
Non resta che attendere il 28 maggio per scoprire se quest’anno, finalmente, vinceranno i diritti civili anche a Mosca come in tantissime altre capitali europee.
Fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
La notizia è di qualche settimana fa: il comune di Mosca ha finalmente autorizzato lo svolgimento del primo Gay Pride cittadino, dopo anni di polemiche, rifiuti, divieti e scontri, non solo verbali.
Salvo imprevisti dell’ultima ora, il 28 maggio le strade della città si riempiranno di gay e simpatizzanti, con tutto il corredo di carri, costumi, spettacoli e musica che caratterizzano la colorata manifestazione in difesa dei diritti degli omosessuali, ovunque venga proposta.
Lo ha annunciato l’organizzatore dell’evento, Nikolai Alexeiev, presidente dell’associazione GayRussia, felice che l’impegno per i diritti civili abbia finalmente portato a un risultato positivo.
Il vicesindaco che ha firmato l’autorizzazione ha specificato che all’evento potranno prendere parte un massimo di 500 persone, per questioni di ordine pubblico. Una piccola concessione per una grande vittoria: per la Russia infatti questa è una vera e propria rivoluzione.
Per anni gli attivisti hanno cercato di organizzare il Gay Pride nella capitale russa, scontrandosi con un muro di divieti e obiezioni di stampo moralista: in Russia l’omosessualità non è più un reato dal 1993, e solo dal 1999 non viene considerata una malattia mentale.
La società russa ha evidenti difficoltà ad accettare le diversità, e la manifestazione è stata ritenuta offensiva per la morale pubblica e religiosa. E’ capitato spesso negli anni passati che i suoi sostenitori venissero malmenati da gruppi nazionalisti e ultra-ortodossi, al grido di “morte agli omosessuali”. E’ capitato anche quattro anni fa durante un tentativo di Gay Pride non autorizzato dalle autorità, in cui personalità di spicco tra cui Vladimir Luxuria subirono arresti e violenze, anche da parte di esponenti del fondamentalismo religioso.
Su Giornalettismo troviamo un resoconto del fallimento della manifestazione negli anni passati:
Nel maggio 2009 oltre ottanta attivisti sono stati arrestati della polizia moscovita, che aveva provato a disperdere con la forza i manifestanti che partecipavano alla manifestazione per l’orgoglio omosessuale non autorizzata dal primo cittadino. Anche due anni prima, nel 2007, nel 14esimo anniversario dell’abolizione del reato di omosessualità in Russia, era finita a calci e pugni, con i manifestanti colpiti da un gruppo di naziskin e le forze dell’ordine poco reattive nell’intervenire per riportare l’ordine. Vittima dell’aggressione anche la parlamentare di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria. Fu fermato dalle autorità russe anche un altro italiano, l’europarlamentare radicale Marco Cappato.
L’anno scorso, gli organizzatori del Gay Pride e altri attivisti riuscirono a stendere una bandiera arcobaleno di 20 metri di lunghezza su Leninskij Prospekt, una delle arterie principali della capitale russa, ed organizzarono una sorta di manifestazione alternativa con vari appuntamenti in giro per la città, in stile “caccia al tesoro“, per sviare le forze di polizia. Ne parla Rainbowman56:
La manifestazione, senza il permesso delle autorità municipali, si è tenuta dopo una specie di caccia al tesoro dove la stampa internazionale si è trovata sballottata da una parte all’altra della capitale, in una serie di appuntamenti a catena, fatti a posta per seminare le forze dell’ordine. [...]
È la prima volta che il movimento per l’orgoglio omosessuale riesce ad eludere le autorità locali. Giusto un’ora fa l’organizzatore Nicolai Alexev, in una conferenza stampa improvvisata, alla periferia di Mosca, in uno dei tanti appuntamenti di questa “folle caccia al tesoro” aveva annunciato che alla manifestazione avrebbero preso parte 35 persone. Grande presenza della stampa internazionale e oltre a esponenti di ONG internazionali come il francese Louis-Georges Tin, fondatore dell’International Day Against Homophobia and Transphobia.
Questa svolta è stata sicuramente favorita dal severo avvertimento della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, che il mese scorso ha condannato la Russia per aver impedito lo svolgimento del Gay Pride negli anni passati, violando libertà fondamentali come quella di manifestazione e adottando una scelta di discriminazione per l’orientamento sessuale.
Il maggiore oppositore della manifestazione era l’ex sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, rimasto in carica per ben 18 anni; Luzhkov aveva definito “opera di satana” le manifestazioni pubbliche degli omosessuali e aveva assicurato che, finché fosse rimasto alla guida della città, non sarebbero mai state possibili.
Su Queer Blog leggiamo di altre dichiarazioni omofobe da parte dell’ex sindaco:
Durante una conferenza stampa sull’Aids, l’uomo politico 72enne ha detto che in passato ha proibito la manifestazione del Gay Pride e continuerà a farlo anche in futuro perché “si potrebbero rivelare fattori di diffusione delle infezioni da Hiv”.
Il nuovo sindaco Sergei Sobyanin, nonostante sia un fedelissimo di Putin e uomo chiave del partito Russia Unita, con la sua decisione sembra voler cambiare rotta e dimostrare alla cittadinanza il suo impegno a tagliare i ponti col passato, nonché ridurre al minimo i punti di frizione con l’Unione Europea sul piano dei diritti civili.
La sfilata partirà dalla centrale piazza Bolotnaia e si snoderà per le vie del centro, come si legge su EST EST EST:
Per la prima volta nella storia della metropoli, Mosca avrà quest’anno una marcia del Gay Pride legalmente autorizzata. Il municipio ha deciso oggi di concedere la centralissima piazza Bolotnaya (nel cuore di Mosca ma molto defilata rispetto ai luoghi di passeggio e di traffico, e molto ben isolabile essendo… su un’isola) fra le 13 e le 15 di domenica 28 maggio per la sfilata organizzata dagli attivisti del movimento per i diritti dei gay. [...]
Gran festa quindi per la comunità gay moscovita; ma resta il problema della sicurezza, su cui gli attivisti continuano a trattare con le autorità. Senza una esplicita garanzia di protezione contro eventuali violenze da parte dell’estrema destra politica e religiosa, infatti, sarà ben difficile che in molti accorrano in piazza a manifestare. Gli attivisti prevedono comunque una presenza molto limitata, non più di 2-300 persone; ci vorrà tempo perché gli omosessuali moscoviti escano dalla paura che li ha perseguitati per anni e si mostrino pubblicamente. Nikolaj Alekseev, coordinatore del Gay Pride, dopo l’ordinanza del comune di Mosca ha detto che “questo è un colpo formidabile contro l’omofobia in Russia, su tutti i fronti”.
Oltre alle notizie positive, arrivano anche le smentite: lo svolgimento del primo Gay Pride autorizzato di Mosca pare ancora in forse. Leggiamo la notizia su Gay News 24:
Autorità smentiscono voci sul primo ok alla parata in sei anni. Falso allarme per la comunità gay russa che per alcune ore ha creduto di poter vedere, per la prima volta in cinque anni, un Gay Pride a Mosca. Come riporta Interfax, il dipartimento della sicurezza regionale dell’amministrazione moscovita ha smentito di aver autorizzato la tradizionale parata della comunità omosessuale prevista per il prossimo 28 maggio nella capitale.
Non resta che attendere il 28 maggio per scoprire se quest’anno, finalmente, vinceranno i diritti civili anche a Mosca come in tantissime altre capitali europee.
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