Sifilide
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Sifilide
La sifilide e' segnalata per l aprima volta in Spagna nel 1493, poco dopo la scoperta dell'America.
Nel 1494, Carlo VIII re di Francia, raduna un esercito di 40.000 mercenari, fra i quali, sembra, vi fossero alcuni marinai di Cristoforo Colombo, valica le Alpi e muove contro Ferdinando II, re di Napoli.
La malattia venne osservata dapprima in Francia , poi in Italia e, ritornati i mercenari ai rispettivi Paesi, in tutta Europa. I napoletani la chiamano "mal francese" ed i francesi "mal napoletano".
In pochi annni anche l'Africa del nord ed il Medio Oriente vengono colpiti , probabilmente per gli intensi traffici marittimi e la cacciata degli Ebrei dalla penisola iberica.
Al viaggio di Vasco de Gama in India nel 1497 segue la diffusione dell'epidemia in Estremo Oriente. In soli 5 anni la sifilide ha raggiunto tutto il mondo allora conosciuto.
All'ipotesi colombiana, si contrappone un'ipotesi precolombiana, secondo la quale le grandi treponematosi umane avrebbero avuto origine migliaia di anni prima di Cristo, in Africa centrale, dapprima con la comparsa del Treponema carateum, agente della pinta o carate', poi del Treponema pertenue agente della framboesia ed infine del Treponema pallidum.
Quest'ultimo sarebbe stato inizialmente responsabile di una sifilide endemica, confusa con la lebbra e la tubercolosi cutanea, poi per modificazioni sociali ed ambientali, della pandemia sifilitica dell'inizio del '400 che causo' milioni di morti.
L'agente della sifilide fu evidenziato per la prima volta nelle sierosita' delle lesioni cutaneo-mucose solo nel 1905 dal parassitologo Fritz Schaudinn e dal dermatologo Erich Hofmann.
Per la sua forma a spirale e per la sua scarsa capacita' di fissare i coloranti, fu denominato dapprima Spirocheta pallida, poi Treponema pallidum. Se osservato al microscopio in campo oscudro, appare come un sottile filamento avvolto ad elica dotato di delicati movimenti di traslazione, per accorciamento ed allungamento delle spire.
Il germe e' scarsamente vitale nell'ambiente esterno, essendo assai sensibile all'essicamento, ai raggi ultravioletti ed al calore. Resiste meglio al raffreddamento, potendo sopravvivere fino a tre giorni a +4°C e fino ad 1 anno a -80°C.
Si riproduce facilmente se inoculato nel testicolo di coniglio.
Modalita' di contagio
Il treponema pallidum penetra per via cutanea o mucosa purche' esistano lesioni, seppur minime, dell'epitelio in superficie. E' stata calcolata anche la carica minima infettante, che sarebbe, nell'uomo di 57 treponemi.
L'infezione , che abitualmente si contrae con i rapporti sessuali (sifilide venerea), puo' verificarsi per via transplacentare o durante il passaggio nel canale del parto (sifilide prenatale o connatale) ed eccezionalmente per contagio diretto ed indiretto, non venereo.
E' possibile anche contrarre la malattia tramite trasfusioni dirette di sangue da un paziente con sifilide recente, mentre nel sangue conservato il treponema sopravvive solo per breve tempo.
Aspetti clinici
La sifilide e' una malattia cronica, marcata da tappe evolutive importanti, che ne permettono la suddivisione in vari periodi.
Dal momento del contagio alla comparsa dei primi sintomi trascorrono mediamente tre settimane. Esistono peraltro casi di incubazione breve, di soli 8 giorni, o lunga di 40-50 giorni. L'infezione in pratica, puo' essere esclusa solo se la sierologia specifica e' negativa dopo 3 mesi dal rapporto sospetto. Anche se poche ore dopo il contagio il tremponema si e' gia' diffuso per via linfatica ed ematica a tutto l'organismo, i primi sintomi si manifestano nella sede di inoculazione. Qui compare il sifiloma, lesione nodulare, rotondeggiante, a margini netti, di circa un centimetro di diametro, di colorito rosso scuro, dura al tatto ed indolente, che in breve tempo si erode e geme una sierosita' limpida.
L'aspetto e' peraltro variabile da caso a caso e secondo la sede.
Molto raramente in sede genitale manca un'area di indurimento e si osserva un'infiltrazione superficiale e diffusa .
Gia' dopo una settimana dalla comparsa del sifiloma i linfonodi satelliti si tumefanno. L'adenopatia e' multipla, senza segni di periadenite ne' tendenza alla suppurazione. Le ghiandole linfatiche sono indolenti. mobili sui pani superficiali e profondi ed un elemento ha abitualmente dimensioni maggiori.
Il sifiloma guarisce spontaneamente in 20-40 giorni.
Il paziente puo' non avre altri disturbi, ma talora lamenta malessere, astenia, inappetenza, cefalea e dolori ossei, specie notturni. Altre volte e' febbrile o mostra segni di sofferenza meningea.
Quando le manifestazioni primarie sono gia' totalmente o parzialmente regredite, da 60 a 120 giorni dopo il contagio, compaiono le eruzioni esantematiche del periodo secondario, definite sifilodermi.
Si tratta di lesioni cutaneo mucose disseminate e simmetriche, non dolorose ne' pruriginose, che risolvono in 20-40 giorni senza esiti cicatriziali, ma possono recidivare per 2-3 anni intervallate da periodi di latenza sintomatologica.
Il piu' precoce e' il sifilodeerma eritematoso o roseola sifilitica, piu' evidente alla superficie flessoria degli arti ed ai fianchi e costituito da chiazzette rotondeggianti, ovalari o irregolari, di colorito rosa pallido.
Il piu' cpstante e' invece il sifiloderma papuloso lenticolare, che si manifesta non prima di 90 giorni dal contagio con elementi infiltrativi rotondeggianti di pochi millimetri di diametro, a limiti netti, di colorito rosso rame spesso desquamanti alla periferia.
Localizzazioni di notevole valore diagnostico sono quelle palmo-plantari ed alle pieghe. In quest'ultima sede la papule sono grandi, macerate, di colorito biancastro e gemono una sierosita' ricchissima di treponemi.
Le mucose sono variamente interessate nel periodo secondario. Sono possibili un arrossamento diffuso del cavo orale, che quando si estende al laringe causa una tipica reucedine o manifestazioni circoscritte papulose di aspetto biancastro, dette placche mucose.
Una patologia d'organo e' rare. Reperto discretamente frequente e' una poliadenopatia con linfonodi duri, mobili ed indolenti, presenti anche in sedi atipiche come la regione nucale.
Tutti questi sintomi si esauriscono spontaneamente in 2-3 anni e la malattia entra in uno stato di latenza sintomatologica, che puo' essere espressione di un esaurimento spontaneo del processo patologico o preludere , nel 30% dei casi, a manifestazioni tardive, cosiddette terziarie.
Queste ultime sono attualmente eccezionali, probabilmente per l'effetto terapeutico di somministrazioni antibiotiche per malattie intercorrenti.
Le lasioni terziarie sono sempre poche ed hanno carattere infiltrativo e granulomatoso con possibile colliquazione ed esiti cicatriziali.
La cute puo' essere interessata da sifilodermi nodulari o nodulo-ulcerativi e da gomme. Le mucose da gomme o da processi sclero-gommosi.
A carico del sistema circolatorio si possono osservare panarteriti stenosanti ed ectasianti, con quadri di arteriopatia obliterante o aneurismatica.
Non eccezionale, anche oggi e' l'interessamento del sistema nervoso centrale, dove il treponema sopravvive piu' facilmente a terapie antibiotiche non mirate, per la difficolta' che hanno i farmaci a superare la barriera emato-liquorale. La sintomatologia e' quella classica della tabe, della paralisi progressiva o della sifilide meningo-vascolare.
Nel 1494, Carlo VIII re di Francia, raduna un esercito di 40.000 mercenari, fra i quali, sembra, vi fossero alcuni marinai di Cristoforo Colombo, valica le Alpi e muove contro Ferdinando II, re di Napoli.
La malattia venne osservata dapprima in Francia , poi in Italia e, ritornati i mercenari ai rispettivi Paesi, in tutta Europa. I napoletani la chiamano "mal francese" ed i francesi "mal napoletano".
In pochi annni anche l'Africa del nord ed il Medio Oriente vengono colpiti , probabilmente per gli intensi traffici marittimi e la cacciata degli Ebrei dalla penisola iberica.
Al viaggio di Vasco de Gama in India nel 1497 segue la diffusione dell'epidemia in Estremo Oriente. In soli 5 anni la sifilide ha raggiunto tutto il mondo allora conosciuto.
All'ipotesi colombiana, si contrappone un'ipotesi precolombiana, secondo la quale le grandi treponematosi umane avrebbero avuto origine migliaia di anni prima di Cristo, in Africa centrale, dapprima con la comparsa del Treponema carateum, agente della pinta o carate', poi del Treponema pertenue agente della framboesia ed infine del Treponema pallidum.
Quest'ultimo sarebbe stato inizialmente responsabile di una sifilide endemica, confusa con la lebbra e la tubercolosi cutanea, poi per modificazioni sociali ed ambientali, della pandemia sifilitica dell'inizio del '400 che causo' milioni di morti.
L'agente della sifilide fu evidenziato per la prima volta nelle sierosita' delle lesioni cutaneo-mucose solo nel 1905 dal parassitologo Fritz Schaudinn e dal dermatologo Erich Hofmann.
Per la sua forma a spirale e per la sua scarsa capacita' di fissare i coloranti, fu denominato dapprima Spirocheta pallida, poi Treponema pallidum. Se osservato al microscopio in campo oscudro, appare come un sottile filamento avvolto ad elica dotato di delicati movimenti di traslazione, per accorciamento ed allungamento delle spire.
Il germe e' scarsamente vitale nell'ambiente esterno, essendo assai sensibile all'essicamento, ai raggi ultravioletti ed al calore. Resiste meglio al raffreddamento, potendo sopravvivere fino a tre giorni a +4°C e fino ad 1 anno a -80°C.
Si riproduce facilmente se inoculato nel testicolo di coniglio.
Modalita' di contagio
Il treponema pallidum penetra per via cutanea o mucosa purche' esistano lesioni, seppur minime, dell'epitelio in superficie. E' stata calcolata anche la carica minima infettante, che sarebbe, nell'uomo di 57 treponemi.
L'infezione , che abitualmente si contrae con i rapporti sessuali (sifilide venerea), puo' verificarsi per via transplacentare o durante il passaggio nel canale del parto (sifilide prenatale o connatale) ed eccezionalmente per contagio diretto ed indiretto, non venereo.
E' possibile anche contrarre la malattia tramite trasfusioni dirette di sangue da un paziente con sifilide recente, mentre nel sangue conservato il treponema sopravvive solo per breve tempo.
Aspetti clinici
La sifilide e' una malattia cronica, marcata da tappe evolutive importanti, che ne permettono la suddivisione in vari periodi.
Dal momento del contagio alla comparsa dei primi sintomi trascorrono mediamente tre settimane. Esistono peraltro casi di incubazione breve, di soli 8 giorni, o lunga di 40-50 giorni. L'infezione in pratica, puo' essere esclusa solo se la sierologia specifica e' negativa dopo 3 mesi dal rapporto sospetto. Anche se poche ore dopo il contagio il tremponema si e' gia' diffuso per via linfatica ed ematica a tutto l'organismo, i primi sintomi si manifestano nella sede di inoculazione. Qui compare il sifiloma, lesione nodulare, rotondeggiante, a margini netti, di circa un centimetro di diametro, di colorito rosso scuro, dura al tatto ed indolente, che in breve tempo si erode e geme una sierosita' limpida.
L'aspetto e' peraltro variabile da caso a caso e secondo la sede.
Molto raramente in sede genitale manca un'area di indurimento e si osserva un'infiltrazione superficiale e diffusa .
Gia' dopo una settimana dalla comparsa del sifiloma i linfonodi satelliti si tumefanno. L'adenopatia e' multipla, senza segni di periadenite ne' tendenza alla suppurazione. Le ghiandole linfatiche sono indolenti. mobili sui pani superficiali e profondi ed un elemento ha abitualmente dimensioni maggiori.
Il sifiloma guarisce spontaneamente in 20-40 giorni.
Il paziente puo' non avre altri disturbi, ma talora lamenta malessere, astenia, inappetenza, cefalea e dolori ossei, specie notturni. Altre volte e' febbrile o mostra segni di sofferenza meningea.
Quando le manifestazioni primarie sono gia' totalmente o parzialmente regredite, da 60 a 120 giorni dopo il contagio, compaiono le eruzioni esantematiche del periodo secondario, definite sifilodermi.
Si tratta di lesioni cutaneo mucose disseminate e simmetriche, non dolorose ne' pruriginose, che risolvono in 20-40 giorni senza esiti cicatriziali, ma possono recidivare per 2-3 anni intervallate da periodi di latenza sintomatologica.
Il piu' precoce e' il sifilodeerma eritematoso o roseola sifilitica, piu' evidente alla superficie flessoria degli arti ed ai fianchi e costituito da chiazzette rotondeggianti, ovalari o irregolari, di colorito rosa pallido.
Il piu' cpstante e' invece il sifiloderma papuloso lenticolare, che si manifesta non prima di 90 giorni dal contagio con elementi infiltrativi rotondeggianti di pochi millimetri di diametro, a limiti netti, di colorito rosso rame spesso desquamanti alla periferia.
Localizzazioni di notevole valore diagnostico sono quelle palmo-plantari ed alle pieghe. In quest'ultima sede la papule sono grandi, macerate, di colorito biancastro e gemono una sierosita' ricchissima di treponemi.
Le mucose sono variamente interessate nel periodo secondario. Sono possibili un arrossamento diffuso del cavo orale, che quando si estende al laringe causa una tipica reucedine o manifestazioni circoscritte papulose di aspetto biancastro, dette placche mucose.
Una patologia d'organo e' rare. Reperto discretamente frequente e' una poliadenopatia con linfonodi duri, mobili ed indolenti, presenti anche in sedi atipiche come la regione nucale.
Tutti questi sintomi si esauriscono spontaneamente in 2-3 anni e la malattia entra in uno stato di latenza sintomatologica, che puo' essere espressione di un esaurimento spontaneo del processo patologico o preludere , nel 30% dei casi, a manifestazioni tardive, cosiddette terziarie.
Queste ultime sono attualmente eccezionali, probabilmente per l'effetto terapeutico di somministrazioni antibiotiche per malattie intercorrenti.
Le lasioni terziarie sono sempre poche ed hanno carattere infiltrativo e granulomatoso con possibile colliquazione ed esiti cicatriziali.
La cute puo' essere interessata da sifilodermi nodulari o nodulo-ulcerativi e da gomme. Le mucose da gomme o da processi sclero-gommosi.
A carico del sistema circolatorio si possono osservare panarteriti stenosanti ed ectasianti, con quadri di arteriopatia obliterante o aneurismatica.
Non eccezionale, anche oggi e' l'interessamento del sistema nervoso centrale, dove il treponema sopravvive piu' facilmente a terapie antibiotiche non mirate, per la difficolta' che hanno i farmaci a superare la barriera emato-liquorale. La sintomatologia e' quella classica della tabe, della paralisi progressiva o della sifilide meningo-vascolare.
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