Riviste scientifiche: il Vangelo?
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Riviste scientifiche: il Vangelo?
Nel dicembre 2008 venne pubblicata su Medical Virology la notizia che iI Dr Nobuto Yamamoto era riuscito ad eradicare l’HIV. La notizia ebbe un certo credito perche’ pubblicata su una rivista nota per essere una peer-review di un certo peso scientifico. La notizia poi spari’ dalla circolazione e non se ne seppe piu’ nulla.
Sorge quindi spontanea la domanda: “quanto attendibili sono le notizie lette sulle riviste scientifiche?”
Riviste scientifiche quali TheLancet, Jama, New England Journal of Medicine, Nature Medicine , Plos Medicine nel campo medico sono tra le piu’ accreditate e godono di indubbia reputazione.Quando i ricercatori conducono esperimenti e giungono a risultati ritenuti buoni, propongono il lavoro ad una rivista, la quale, sulla base di una Commissione di esperti giudicanti,il Comitato scientifico, decide se pubblicarlo o meno, o chiede agli autori di lavorarci ancora su e aggiungere dati. Piu’ o meno tutte le riviste scientifiche seguono lo stesso iter.
E un tempo, quando la Comunita’ scientifica era piu’ ridotta e non cosí’ pressionata dall’Industria farmaceutica forse questo era il metodo di divulgazione piu’ accreditato.
Oggi che l’industria farmaceutica ha un fatturato secondo solo all’Industria delle armi, non e’ piu’ cosí’.
Sei dei principali periodici medici hanno pubblicato un significativo numero di articoli nel 2008 che sono stati scritti da ghostwriters (lett. Scrittori fantasma) finanziati da Compagnie farmaceutiche, secondo quanto affermato dagli editori del Journal of the American Medical Association. Fra gli autori di 630 articoli che rispondevano in forma anonima ad un questionario online creato per lo studio, 7,8% disconoscevano contributi a loro articoli fatto da gente che non veniva nemmeno elencata.
Nella lettura scientifica il ghostwriting di solito si riferisce a scrittori medici, spesso sponsorizzati da una compagnia farmaceutica che fanno ricerca o scrivono contributi ad articoli pubblicati sotto il nome di autori accademici.
Secondo lo studio, gli autori che hanno risposto hanno riportato una percentuale del 10,9% di ghostwriting nel New England Journal of Medicine, la piu’ alta percentuale tra i periodici.
Lo studio ha anche riportato una percentuale di ghostwriting del 7,9% in JAMA, 7,6% in The Lancet, 7,6% in PloS Medicine, 4,9% in the Annals of Internal Medicine e 2% in Nature.
Ma non e’ tutto. Secondo un’analisi condotta da Gant Steen della Societa’ Medical Communications consultants di Chapel Hill, North Carolina, gli scienziati USA pubblicano dati falsi nei loro articoli scientifici. L’indagine pubblicata sul Journal of medical ethics si e’ basata su un’ enorme mole di lavori citati sul database móndiale della scienza, “PubMed” pubblicati tra il 2000 ed il 2010.
Ma se, a posteriori, la rivista si accorge che il lavoro contiene errori, dati falsi, risultati inventati o copiati, ritira la pubblicazione segnalandolo su PubMed. Nel periodo 2000-2010 gli esperti hanno trovato 788 lavori ritirati: circa 3 su 4 per gravi errori (545) nei dati; il resto per frode (fabbricazione o falsificazione di dati). Il numero piu’ alto di articoli rimossi (260) , un terzo del totale e’ di autori americani, in un caso su tre ritirati per frode. Gb, India, Cina e Giappone hanno ciascuna piu’ di 40 articoli rimossi.
Nei laboratorio USA IL 15% dei ricercatori ha ammesso di aver modificato i risultati dei propri lavori, di non aver rispettato le regole etiche negli studi clinici, di aver coperto colleghi che utilizzavano dati falsi o proposto interpretazioni non corrette dai dati stessi. L’indagine e’ stata condotta negli USA da Health Partners Research Foundation di Minneapolis
I ricercatori intervistati hanno dichiarato che c’e´tanta competizione e le pressioni commerciali sono sempre piu’ forti.
Negli studi molto ampli e complessi i risultati che si ottengo spesso dipendono dagli interessi economici che ci sono in gioco.
Questi studi infatti possono essere condotti solo da grandi organizzazioni che hanno il potere di pilotare i dati ed i risultati secondo convenienza.
Un esempio ci viene dal famoso Tamiflu della Roche.
Nel corso dell’ “epidemia” dell’ influenza suina H1N1 le opzioni delle case farmaceutiche erano due: vaccini ed antivirali.
Il piu’ famoso antivirale e’ il Tamiflu, un farmaco derivato da un’erba della Medicina Tradizionale Cinese anice a stella, ma Tamiflu non e’ un’erba. E’ una concentrazione potenzialmente fatale di isolati componenti chimici che sono stati pirateati dalla Medicina cinese. E quando si isola e si concentrano specifiche sostanze chimiche da queste erbe, si perde il valore (e la sicu rezza) dell’ampio spettro dell’erba medica.
Inoltre la Roche ha sostenuto che c’erano decine di studi che sostenevano che il Tamiflu era sia sicuro che efficace. Secondo la Compagnia, Tamiflu ha una serie di benefici, includendo una riduzione del 61% dei ricoveri in ospedale di gente che aveva assunto Tamiflu. Il problema con queste dichiarazioni e’ che non erano vere. Erano dati semplicemente inventati dalla Roche.
Un articolo recentemente pubblicato dal British Medical Journal accusa la Roche di ingannare i governi e i medici sui benefici del Tamiflu.Delle decine di studi citati dalla Roche, risulta che solo due furono pubblicati su giornali scientifici. E dove sono i dati originali di questi studi? Persi.
Come riporta The Atlantic e’ stato allora che impiegati dell’Adis International ( essenzialmente una compagnia di Relazioni pubbliche della Big Pharma) ha scioccato il mondo medico annunciando che erano stati ingaggiati per scrivere (ghostwrite) gli studi per la Roche.
Infine secondo un altro studio il 9% degli scienziati barerebbe sui risultati dei propri studi. I falsi, in un anno, sarebbero circa 2300. Ma le denuncie arrivate alle autorita’ competenti sono in media soltanto 24 all’anno.
Esiste pero’ un sistema per verificare la autenticita’ dei dati forniti dalle pubblicazioni: gli studi devono essere riprodotti e i dati grezzi e le procedure degli esperimenti resi noti.
Se si vuole pubblicare uno studio di biologia molecolare su una delle maggiori riviste scientifiche del calibro di “Nature” “Science”, “The Lancet” da due anni a questa parte e’ necessario condividere gli ingredienti e rivelare la ricetta: mettere cioe’ in un database pubblico i dati grezzi e le procedure che hanno portato ai risultati.
Conclusione?In definitiva, resta valido il detto latino “cum grano salis” ovvero tutte le notizie vanno prese con una certa dose di scetticismo e col beneficio del dubbio fino a che non siano comprovate.
Rafael
Sorge quindi spontanea la domanda: “quanto attendibili sono le notizie lette sulle riviste scientifiche?”
Riviste scientifiche quali TheLancet, Jama, New England Journal of Medicine, Nature Medicine , Plos Medicine nel campo medico sono tra le piu’ accreditate e godono di indubbia reputazione.Quando i ricercatori conducono esperimenti e giungono a risultati ritenuti buoni, propongono il lavoro ad una rivista, la quale, sulla base di una Commissione di esperti giudicanti,il Comitato scientifico, decide se pubblicarlo o meno, o chiede agli autori di lavorarci ancora su e aggiungere dati. Piu’ o meno tutte le riviste scientifiche seguono lo stesso iter.
E un tempo, quando la Comunita’ scientifica era piu’ ridotta e non cosí’ pressionata dall’Industria farmaceutica forse questo era il metodo di divulgazione piu’ accreditato.
Oggi che l’industria farmaceutica ha un fatturato secondo solo all’Industria delle armi, non e’ piu’ cosí’.
Sei dei principali periodici medici hanno pubblicato un significativo numero di articoli nel 2008 che sono stati scritti da ghostwriters (lett. Scrittori fantasma) finanziati da Compagnie farmaceutiche, secondo quanto affermato dagli editori del Journal of the American Medical Association. Fra gli autori di 630 articoli che rispondevano in forma anonima ad un questionario online creato per lo studio, 7,8% disconoscevano contributi a loro articoli fatto da gente che non veniva nemmeno elencata.
Nella lettura scientifica il ghostwriting di solito si riferisce a scrittori medici, spesso sponsorizzati da una compagnia farmaceutica che fanno ricerca o scrivono contributi ad articoli pubblicati sotto il nome di autori accademici.
Secondo lo studio, gli autori che hanno risposto hanno riportato una percentuale del 10,9% di ghostwriting nel New England Journal of Medicine, la piu’ alta percentuale tra i periodici.
Lo studio ha anche riportato una percentuale di ghostwriting del 7,9% in JAMA, 7,6% in The Lancet, 7,6% in PloS Medicine, 4,9% in the Annals of Internal Medicine e 2% in Nature.
Ma non e’ tutto. Secondo un’analisi condotta da Gant Steen della Societa’ Medical Communications consultants di Chapel Hill, North Carolina, gli scienziati USA pubblicano dati falsi nei loro articoli scientifici. L’indagine pubblicata sul Journal of medical ethics si e’ basata su un’ enorme mole di lavori citati sul database móndiale della scienza, “PubMed” pubblicati tra il 2000 ed il 2010.
Ma se, a posteriori, la rivista si accorge che il lavoro contiene errori, dati falsi, risultati inventati o copiati, ritira la pubblicazione segnalandolo su PubMed. Nel periodo 2000-2010 gli esperti hanno trovato 788 lavori ritirati: circa 3 su 4 per gravi errori (545) nei dati; il resto per frode (fabbricazione o falsificazione di dati). Il numero piu’ alto di articoli rimossi (260) , un terzo del totale e’ di autori americani, in un caso su tre ritirati per frode. Gb, India, Cina e Giappone hanno ciascuna piu’ di 40 articoli rimossi.
Nei laboratorio USA IL 15% dei ricercatori ha ammesso di aver modificato i risultati dei propri lavori, di non aver rispettato le regole etiche negli studi clinici, di aver coperto colleghi che utilizzavano dati falsi o proposto interpretazioni non corrette dai dati stessi. L’indagine e’ stata condotta negli USA da Health Partners Research Foundation di Minneapolis
I ricercatori intervistati hanno dichiarato che c’e´tanta competizione e le pressioni commerciali sono sempre piu’ forti.
Negli studi molto ampli e complessi i risultati che si ottengo spesso dipendono dagli interessi economici che ci sono in gioco.
Questi studi infatti possono essere condotti solo da grandi organizzazioni che hanno il potere di pilotare i dati ed i risultati secondo convenienza.
Un esempio ci viene dal famoso Tamiflu della Roche.
Nel corso dell’ “epidemia” dell’ influenza suina H1N1 le opzioni delle case farmaceutiche erano due: vaccini ed antivirali.
Il piu’ famoso antivirale e’ il Tamiflu, un farmaco derivato da un’erba della Medicina Tradizionale Cinese anice a stella, ma Tamiflu non e’ un’erba. E’ una concentrazione potenzialmente fatale di isolati componenti chimici che sono stati pirateati dalla Medicina cinese. E quando si isola e si concentrano specifiche sostanze chimiche da queste erbe, si perde il valore (e la sicu rezza) dell’ampio spettro dell’erba medica.
Inoltre la Roche ha sostenuto che c’erano decine di studi che sostenevano che il Tamiflu era sia sicuro che efficace. Secondo la Compagnia, Tamiflu ha una serie di benefici, includendo una riduzione del 61% dei ricoveri in ospedale di gente che aveva assunto Tamiflu. Il problema con queste dichiarazioni e’ che non erano vere. Erano dati semplicemente inventati dalla Roche.
Un articolo recentemente pubblicato dal British Medical Journal accusa la Roche di ingannare i governi e i medici sui benefici del Tamiflu.Delle decine di studi citati dalla Roche, risulta che solo due furono pubblicati su giornali scientifici. E dove sono i dati originali di questi studi? Persi.
Come riporta The Atlantic e’ stato allora che impiegati dell’Adis International ( essenzialmente una compagnia di Relazioni pubbliche della Big Pharma) ha scioccato il mondo medico annunciando che erano stati ingaggiati per scrivere (ghostwrite) gli studi per la Roche.
Infine secondo un altro studio il 9% degli scienziati barerebbe sui risultati dei propri studi. I falsi, in un anno, sarebbero circa 2300. Ma le denuncie arrivate alle autorita’ competenti sono in media soltanto 24 all’anno.
Esiste pero’ un sistema per verificare la autenticita’ dei dati forniti dalle pubblicazioni: gli studi devono essere riprodotti e i dati grezzi e le procedure degli esperimenti resi noti.
Se si vuole pubblicare uno studio di biologia molecolare su una delle maggiori riviste scientifiche del calibro di “Nature” “Science”, “The Lancet” da due anni a questa parte e’ necessario condividere gli ingredienti e rivelare la ricetta: mettere cioe’ in un database pubblico i dati grezzi e le procedure che hanno portato ai risultati.
Conclusione?In definitiva, resta valido il detto latino “cum grano salis” ovvero tutte le notizie vanno prese con una certa dose di scetticismo e col beneficio del dubbio fino a che non siano comprovate.
Rafael
Rafael- Messaggi : 814
Data d'iscrizione : 21.12.10
Re: Riviste scientifiche: il Vangelo?
Rafael ha scritto:Conclusione?In definitiva, resta valido il detto latino “cum grano salis” ovvero tutte le notizie vanno prese con una certa dose di scetticismo e col beneficio del dubbio fino a che non siano comprovate.
Rafael
Sono d'accordo con te. E aggiungo che la notizia che tutti attendiamo, alla fine potrebbe anche arrivare da dove meno ci si aspetta, come spesso succede per le scoperte più innovative.
gloria- Messaggi : 1291
Data d'iscrizione : 21.12.10
Età : 60
Re: Riviste scientifiche: il Vangelo?
Secondo lo studio, gli autori che hanno risposto hanno riportato una percentuale del 10,9% di ghostwriting nel New England Journal of Medicine, la piu’ alta percentuale tra i periodici.
Lo studio ha anche riportato una percentuale di ghostwriting del 7,9% in JAMA, 7,6% in The Lancet, 7,6% in PloS Medicine, 4,9% in the Annals of Internal Medicine e 2% in Nature.
Penso che siamo messi proprio male..
Il controllo delle aziende farmaceutiche sulla letteratura scientifica e' un problema serio e credo di difficile controllo.
Ma ritornando al Dr Nobuto Yamamoto e' sparito perche sponsorizzato anche lui? o perche non sponsorizzato?
Gex- Admin
- Messaggi : 2565
Data d'iscrizione : 20.12.10
Re: Riviste scientifiche: il Vangelo?
No, non credo che Yamamoto fosse sponsorizzato anche perche' non stava spingendo nessun farmaco ma solo il gcMaf gia' conosciuto da tempo. Credo piuttosto che, visto che l'eradicazione era solo nella sua fantasia, la bolla si sia sgonfiata da sola.
Rafael- Messaggi : 814
Data d'iscrizione : 21.12.10
Re: Riviste scientifiche: il Vangelo?
il titolo del thread chiede se le riviste scientifiche contengano il vangelo. Specularmente mi e vi chiedo se le notizie valide debbano sempre essere tratte da riviste di pregio o se non stia piuttosto nell'intelligenza di chi legge capire se ha di fronte una notizia valida oppure una bufala, indipendentemente dal mezzo di informazione.
io leggo di tutto e soprattutto riviste non scientifiche ma alla fin fine le notizie che circolano e si ripercuotono nell'etere tramite tam tam mediatico sono sempre quelle. E trovare notizie valide ed informazione corretta nelle riviste meno blasonate ci da la misura di quanto la notizia sia arrivata a tutti gli strati sociali ed è un indice valido per capire quanto sia diffusa e conosciuta. Un esempio lampante è il tramonto definitivo del concetto di categoria a rischio. Senza stare a speculare su concetti come incidenza che non significano nulla dal momento in cui la prevenzione va fatta a tutto tondo e le categorie più esposte al rischio di contagio sono proprio quelle meno informate e tutto si può dire degli omosessuali oggi ma non che non siano informati. Non a caso se ne parla perfino in riviste non specializzate.
Credo che sia un errore classificare ciò che si legge in base a chi lo dice, significa non ascoltare, non leggere, non capire il messaggio ma giudicare in base al pregiudizio che si nutre nei confronti di chi parla o scrive.
io leggo di tutto e soprattutto riviste non scientifiche ma alla fin fine le notizie che circolano e si ripercuotono nell'etere tramite tam tam mediatico sono sempre quelle. E trovare notizie valide ed informazione corretta nelle riviste meno blasonate ci da la misura di quanto la notizia sia arrivata a tutti gli strati sociali ed è un indice valido per capire quanto sia diffusa e conosciuta. Un esempio lampante è il tramonto definitivo del concetto di categoria a rischio. Senza stare a speculare su concetti come incidenza che non significano nulla dal momento in cui la prevenzione va fatta a tutto tondo e le categorie più esposte al rischio di contagio sono proprio quelle meno informate e tutto si può dire degli omosessuali oggi ma non che non siano informati. Non a caso se ne parla perfino in riviste non specializzate.
Credo che sia un errore classificare ciò che si legge in base a chi lo dice, significa non ascoltare, non leggere, non capire il messaggio ma giudicare in base al pregiudizio che si nutre nei confronti di chi parla o scrive.
gloria- Messaggi : 1291
Data d'iscrizione : 21.12.10
Età : 60
Re: Riviste scientifiche: il Vangelo?
Gloria, mi permetto di dissentire da te. Non sono d'accordo su quanto hai scritto. Io credo che ad ognuno il suo lavoro. Le riviste scientifiche nascono proprio per divulgare quanto di nuovo ed innovativo circola nella ricerca scientifica. Le riviste come The Lancet, The New England Journal of Medicine, Science etc. sono riviste controllate da un Comitato scientifico , in grado di giudicare, per quanto possibile, dai dati tecnici forniti, se una notizia e' vera o falsa. E' vero che nonostante tutto, alcune volte, passano per buone delle bufale ma questo, se me lo permetti, fa parte dell'imponderabile.
Le altre riviste, quelle non specializzate in argomenti scientifici,spesso hanno tra le varie rubriche un settore salute che viene affidato a giornalisti che, se sono scrupolosi, si informano prima sull'argomento da trattare, documentandosi il piu' ampiamente possibile, ma, molto spesso, trattano argomenti delicati con molta superficialita'.
Posso essere in parte d'accordo con te sulla trattazione di fenomeni di costume o su un certo tipo di indagini "sociologiche", ma non sul trattare argomenti cosi' delicati come la ricerca.
Le altre riviste, quelle non specializzate in argomenti scientifici,spesso hanno tra le varie rubriche un settore salute che viene affidato a giornalisti che, se sono scrupolosi, si informano prima sull'argomento da trattare, documentandosi il piu' ampiamente possibile, ma, molto spesso, trattano argomenti delicati con molta superficialita'.
Posso essere in parte d'accordo con te sulla trattazione di fenomeni di costume o su un certo tipo di indagini "sociologiche", ma non sul trattare argomenti cosi' delicati come la ricerca.
Rafael- Messaggi : 814
Data d'iscrizione : 21.12.10
Re: Riviste scientifiche: il Vangelo?
non siamo poi così in disaccordo, anche io penso che ognuno debba fare il proprio mestiere e il mio non è quello del medico o dello scienziato
gloria- Messaggi : 1291
Data d'iscrizione : 21.12.10
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