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2008, Aug 12- un raro caso spiega S+ asintomatici senza terapia

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Messaggio Da Rafael Mar 8 Feb - 2:02

Esperti del John Hopkins dicono di avere una stringente evidenza che alcuni individui con HIV che per anni e persino per decadi mostrano estremamente bassi livelli di virus nel loro sangue, non progrediscono mai verso l'AIDS conclamato e rimangono asintomatici anche senza trattamento, probabilmente ci riescono per la forza del loro sistema immunitario, e non per qualche difetto nei ceppi di HIV che li hanno infettati.

Le loro conclusioni riguardo i cosiddetti elite suppressors, provengono da rigorosi studi ematici e genetici su una coppia sposata, monogama, afroamericana di Baltimora, in cui la moglie e' stata infettata attraverso un rapporto sessuale con il marito piu' di un decennio fa.

Diversamente da suo marito, la moglie rimane asintomatica, ha avuto costantemente bassi conteggi di carica virale di meno di 50 copie /ml nel sangue e non ha necessitato di trattamento per mantenerla sotto controllo. Il marito, un cosiddetto progressor, assume un potente cocktail per evitare che la sua infezione sfoci in un conclamato AIDS come dimostrato dai conteggi virali di centinaia di migliaia per ml di sangue. La coppia e' stata sposata per un ventennio e il marito era un tossicodipendente.

Gli scienziati dicono che lo studio del caso nega alcune teorie sospette riguardo l'elite suppression secondo cui e' sempre coinvolto un ceppo difettoso o "indebolito" , piu' facile da attaccare dal sistema immunitario, o che varianti genetiche conferiscano un effetto protettivo ai soppressori.

"Questo e' un estremamente raro caso di coinfezione in una relazione controllata,monogama che ci ha dimostrato come un forte sistema immunitario nell'elite suppressor ha impedito al virus di replicarsi e infettare altre cellule".

"Le nostre scoperte offrono una speranza ai ricercatori del vaccino perche' rivelano che la primaria difesa del sistema immunitario nell'elite suppressor, conosciuto come cellule T CD8 killer possono effettivamente fermare la progressione della malattia dell'HIV."sostiene Joel Blankson MD, PhD del John Hopkins University School of Medicine.

Inoltre la forza del sistema immunitario non era dipendente dall'infezione da una forma indebolita del virus. E se possiamo sfruttare il modo con cui queste cellule bianche d'elite fermano il virus, possiamo insegnare o riprogrammare i linfociti in altri per bersagliare l'HIV.

Incluso tra le analisi del sangue e' stato fatto un test genetico che confermava che sia il marito che la moglie erano stati infettati dallo stesso ceppo patogenetico di HIV ed escluso la possibilita' che ci fossero deficienze genetiche nel virus che aveva infettato la moglie.

Rafael
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