Africa: “I bambini stregoni”
Africa: “I bambini stregoni”
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Torture e violenze, il dramma africano dei “bambini stregoni”
Scritto da Emanuela De Marchi il 4 febbraio 2011
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Bambini e riti magici. Un connubio spesso nefasto. La stregoneria è un grave male dell’Africa sub-sahariana che la tiene imprigionata in una realtà anacronistica che ne impedisce lo sviluppo. È un fenomeno antico ma di recente vittime di queste credenze e di questi riti magici sono soprattutto i bambini. I ruoli si invertono e i bambini più indifesi vengono accusati di stregoneria da pastori protestanti o dalle loro stesse famiglie. Torturati e spesso uccisi, i bambini africani sono vittime di questa pratica che sta rifiorendo come conseguenza dell’urbanizzazione.
La paura delle maledizioni. Bimbi di un’età compresa tra gli 8 ed i 14 anni. Orfani, handicappati, albini e tutti coloro che hanno comportamenti considerati come “insoliti” (testardi, aggressivi, introversi o solitari). I più fragili, i più indifesi. Sono proprio loro ad essere accusati di stregoneria molto spesso dai loro stessi genitori. Secondo l’Unicef si tratta di una pratica che coinvolge decine di migliaia di bambini in tutta l’Africa. Il principale potere attribuito ai bambini-stregoni è quello di agire partendo da un mondo invisibile sul mondo visibile in modo nefasto. Secondo la credenza popolare, questi bambini compirebbero maledizioni che colpiscono un membro della famiglia, al fine di sacrificarlo. I bambini sono quindi accusati di provocare la diarrea, il paludismo, la tubercolosi, l’HIV e l’AIDS. Sono anche accusati di provocare un malessere generale, la povertà, la disoccupazione o qualsiasi tipo d’ insuccesso.
Nwanaokwo Edet, un bambino nigeriano di nove anni fu accusato di stregoneria dal pastore di riferimento della sua famiglia. Suo padre provò a fargli bere dell’acido nel tentativo di “esorcizzarlo”. Nwanaokwo ribellandosi si bruciò il viso e gli occhi. Ricoverato in grave condizioni morì un mese più tardi.
Quello di Nawanaokwo, sfortunatamente, non è un caso isolato. Circa 15mila bambini sono stati accusati di stregoneria negli ultimi dieci anni in due stati della Repubblica federale della Nigeria. Più di 20mila, invece, solo nella città di Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo. Di questi, ne sono morti almeno 2mila. Dati che fanno venire i brividi, raccolti dall’Unicef, da organizzazioni non governative, da gruppi di militanti e di volontari che svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro questo fenomeno.
La miseria, i conflitti, la mancanza d’istruzione sono le condizioni favorevoli per lo sviluppo ed il radicamento di questo tipo di pratiche. Quando si è sotto pressione si cerca un capro espiatorio. Basta quindi la morte di una persona vicina, la perdita dell’impiego o qualsiasi altro fatto negativo per riversare assurde accuse su bambini che non hanno mezzi per difendersi. Accuse che si basano sulle credenze tradizionali secondo le quali c’è sempre qualcuno che è responsabile di un cambiamento negativo.
“Un pastore mi ha bruciato il corpo con delle candele. In un’altra chiesa ancora, mi hanno versato negli occhi resina d’albero” testimonia Glodie Mbete, un bambino di 11 anni di Kinshasa.
Secondo un rapporto dell’Unicef, una spiegazione a questo fenomeno può essere ritrovata nell’urbanizzazione delle città che ha determinato un disgregazione generale della famiglia. L’urbanizzazione rimette in discussione la legittimità della gerarchia familiare. Inoltre, gli incessanti conflitti causano un drammatico aumento del numero di orfani di cui nessuno si vuole prendere cura e che spesso vengono utilizzati da pastori-stregoni per attirare fedeli e creare un facile giro d’affari.
Il Business dell’esorcismo. La forte credenza nei riti magici e nella stregoneria infatti, è stata sfruttata da numerosi preti i quali hanno proposto costosi servizi di esorcismo. Le famiglie portano i proprio figli-stregoni presso questi pastori che confermata la legittimità dell’accusa inizia il “trattamento spirituale”. Il bambino viene isolato, privato del cibo per parecchi giorni e picchiato.
“Per tre giorni non ho né bevuto né mangiato”, racconta il piccolo Bruno, accusato di stregoneria a Kinshasa. “Il quarto giorno, il profeta mi ha fatto mettere le mani sotto un cero per farmi confessare. Allora ho riconosciuto tutte le accuse e le violenze hanno avuto fine. Coloro che non confessano vengono minacciati di essere frustati”.
Nella Repubblica Centrafricana, alcuni pastori sottopongono i bambini a delle operazioni chirurgiche necessarie per “pulirli” dal potere malefico che è in loro. Secondo la credenza popolare, questo potere infatti si anniderebbe nell’addome delle piccole vittime. Il pastore taglia, con un coltello spesso non sterilizzato, il ventre ed amputa un piccolo pezzo di intestino che rappresenterebbe la fonte della stregoneria.
I bimbi albini destinati al mercato occulto. Al contrario dei bambini-stregoni, quelli albini subiscono violenze e sono uccisi nella convinzione che rendano le persone più ricche e potenti. Gli albini sono ritenuti figli maledetti di una relazione incestuosa tra divinità. Per questo motivo sono considerati potenti e mediatori tra il cielo e la terra. La loro nascita è però il risultato di una trasgressione e per questo sono considerati pericolosi. I loro corpi però, in particolare, la pelle, la lingua, le mani, le orecchie, il cranio, il cuore e gli organi genitali sono considerati fonti di poteri e per questo spesso utilizzati per la preparazione di pozioni o per la fabbricazione di amuleti. Molte volte, queste parti del corpo sono semplicemente vendute. In Zimbabwe, le donne albine sono molto spesso vittime di violenze sessuali. Secondo una credenza locale infatti è possibile guarire dall’AIDS attraverso rapporti carnali consumati con loro.
Se in passato si poteva supporre che lo sviluppo, l’urbanizzazione, la modernizzazione, la scolarizzazione e lo sviluppo del cristianesimo e dell’islam potessero far scomparire questo tipo di credenze, la situazione attuale dell’Africa sub-sahariana dimostra l’esatto contrario. Queste rappresentazioni sociali e culturali sono oggi più attuali che mai. Si sono trasformate e riadattate alla nuova realtà ed ai bisogni contemporanei. Una situazione che nasce da un complesso intreccio di fattori sociali, politici ed economici al quale è dunque difficile riuscire a trovare una soluzione. Servirà sicuramente un maggiore dialogo con le figure dei “pastori”, una maggiore istruzione e welfare state per dare un senso di sicurezza generale che eviti il ricorso alle pratiche della stregoneria.
Torture e violenze, il dramma africano dei “bambini stregoni”
Scritto da Emanuela De Marchi il 4 febbraio 2011
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Bambini e riti magici. Un connubio spesso nefasto. La stregoneria è un grave male dell’Africa sub-sahariana che la tiene imprigionata in una realtà anacronistica che ne impedisce lo sviluppo. È un fenomeno antico ma di recente vittime di queste credenze e di questi riti magici sono soprattutto i bambini. I ruoli si invertono e i bambini più indifesi vengono accusati di stregoneria da pastori protestanti o dalle loro stesse famiglie. Torturati e spesso uccisi, i bambini africani sono vittime di questa pratica che sta rifiorendo come conseguenza dell’urbanizzazione.
La paura delle maledizioni. Bimbi di un’età compresa tra gli 8 ed i 14 anni. Orfani, handicappati, albini e tutti coloro che hanno comportamenti considerati come “insoliti” (testardi, aggressivi, introversi o solitari). I più fragili, i più indifesi. Sono proprio loro ad essere accusati di stregoneria molto spesso dai loro stessi genitori. Secondo l’Unicef si tratta di una pratica che coinvolge decine di migliaia di bambini in tutta l’Africa. Il principale potere attribuito ai bambini-stregoni è quello di agire partendo da un mondo invisibile sul mondo visibile in modo nefasto. Secondo la credenza popolare, questi bambini compirebbero maledizioni che colpiscono un membro della famiglia, al fine di sacrificarlo. I bambini sono quindi accusati di provocare la diarrea, il paludismo, la tubercolosi, l’HIV e l’AIDS. Sono anche accusati di provocare un malessere generale, la povertà, la disoccupazione o qualsiasi tipo d’ insuccesso.
Nwanaokwo Edet, un bambino nigeriano di nove anni fu accusato di stregoneria dal pastore di riferimento della sua famiglia. Suo padre provò a fargli bere dell’acido nel tentativo di “esorcizzarlo”. Nwanaokwo ribellandosi si bruciò il viso e gli occhi. Ricoverato in grave condizioni morì un mese più tardi.
Quello di Nawanaokwo, sfortunatamente, non è un caso isolato. Circa 15mila bambini sono stati accusati di stregoneria negli ultimi dieci anni in due stati della Repubblica federale della Nigeria. Più di 20mila, invece, solo nella città di Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo. Di questi, ne sono morti almeno 2mila. Dati che fanno venire i brividi, raccolti dall’Unicef, da organizzazioni non governative, da gruppi di militanti e di volontari che svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro questo fenomeno.
La miseria, i conflitti, la mancanza d’istruzione sono le condizioni favorevoli per lo sviluppo ed il radicamento di questo tipo di pratiche. Quando si è sotto pressione si cerca un capro espiatorio. Basta quindi la morte di una persona vicina, la perdita dell’impiego o qualsiasi altro fatto negativo per riversare assurde accuse su bambini che non hanno mezzi per difendersi. Accuse che si basano sulle credenze tradizionali secondo le quali c’è sempre qualcuno che è responsabile di un cambiamento negativo.
“Un pastore mi ha bruciato il corpo con delle candele. In un’altra chiesa ancora, mi hanno versato negli occhi resina d’albero” testimonia Glodie Mbete, un bambino di 11 anni di Kinshasa.
Secondo un rapporto dell’Unicef, una spiegazione a questo fenomeno può essere ritrovata nell’urbanizzazione delle città che ha determinato un disgregazione generale della famiglia. L’urbanizzazione rimette in discussione la legittimità della gerarchia familiare. Inoltre, gli incessanti conflitti causano un drammatico aumento del numero di orfani di cui nessuno si vuole prendere cura e che spesso vengono utilizzati da pastori-stregoni per attirare fedeli e creare un facile giro d’affari.
Il Business dell’esorcismo. La forte credenza nei riti magici e nella stregoneria infatti, è stata sfruttata da numerosi preti i quali hanno proposto costosi servizi di esorcismo. Le famiglie portano i proprio figli-stregoni presso questi pastori che confermata la legittimità dell’accusa inizia il “trattamento spirituale”. Il bambino viene isolato, privato del cibo per parecchi giorni e picchiato.
“Per tre giorni non ho né bevuto né mangiato”, racconta il piccolo Bruno, accusato di stregoneria a Kinshasa. “Il quarto giorno, il profeta mi ha fatto mettere le mani sotto un cero per farmi confessare. Allora ho riconosciuto tutte le accuse e le violenze hanno avuto fine. Coloro che non confessano vengono minacciati di essere frustati”.
Nella Repubblica Centrafricana, alcuni pastori sottopongono i bambini a delle operazioni chirurgiche necessarie per “pulirli” dal potere malefico che è in loro. Secondo la credenza popolare, questo potere infatti si anniderebbe nell’addome delle piccole vittime. Il pastore taglia, con un coltello spesso non sterilizzato, il ventre ed amputa un piccolo pezzo di intestino che rappresenterebbe la fonte della stregoneria.
I bimbi albini destinati al mercato occulto. Al contrario dei bambini-stregoni, quelli albini subiscono violenze e sono uccisi nella convinzione che rendano le persone più ricche e potenti. Gli albini sono ritenuti figli maledetti di una relazione incestuosa tra divinità. Per questo motivo sono considerati potenti e mediatori tra il cielo e la terra. La loro nascita è però il risultato di una trasgressione e per questo sono considerati pericolosi. I loro corpi però, in particolare, la pelle, la lingua, le mani, le orecchie, il cranio, il cuore e gli organi genitali sono considerati fonti di poteri e per questo spesso utilizzati per la preparazione di pozioni o per la fabbricazione di amuleti. Molte volte, queste parti del corpo sono semplicemente vendute. In Zimbabwe, le donne albine sono molto spesso vittime di violenze sessuali. Secondo una credenza locale infatti è possibile guarire dall’AIDS attraverso rapporti carnali consumati con loro.
Se in passato si poteva supporre che lo sviluppo, l’urbanizzazione, la modernizzazione, la scolarizzazione e lo sviluppo del cristianesimo e dell’islam potessero far scomparire questo tipo di credenze, la situazione attuale dell’Africa sub-sahariana dimostra l’esatto contrario. Queste rappresentazioni sociali e culturali sono oggi più attuali che mai. Si sono trasformate e riadattate alla nuova realtà ed ai bisogni contemporanei. Una situazione che nasce da un complesso intreccio di fattori sociali, politici ed economici al quale è dunque difficile riuscire a trovare una soluzione. Servirà sicuramente un maggiore dialogo con le figure dei “pastori”, una maggiore istruzione e welfare state per dare un senso di sicurezza generale che eviti il ricorso alle pratiche della stregoneria.
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