Epatite C : Telaprevir
Pagina 1 di 1
Epatite C : Telaprevir
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Epatite C: ottima risposta terapeutica con nuovo farmaco sperimentale
Pubblicato da Giuliano in Farmaci, In Evidenza, Malattie, Ricerca Medica.
Mercoledì, 24 Febbraio 2010.
C’è una grande difficoltà da affrontare quando ci si imbatte nell’epatite C, l’asintomaticità della patologia, non a caso definita killer silenzioso in America, stante il fatto che l’infezione virale in questo caso si presenta senza particolari sintomi, a parte qualche febriciattola, mal di testa, nausea, senso di svogliatezza e perdita dell’appetito solitamente riconducibili ad altre cause.
Tale situazione costringe il paziente a spostare l’attenzione sul proprio stato di salute, ritenendo l’intero corollario di sintomi riconducibile ad uno stato di stress o al surmenage lavorativo; invece così non è, il virus alberga in lui e prima o poi farà sentire eccome i suoi effetti più nefasti.
Infettarsi non è difficile, se non altro però, è riconducibile l’azione che ci ha portato all’infezione, visto che il virus dell’epatite C penetra nel nostro organismo attraverso sangue infetto col quale si abbia avuto a che fare con lo scambio di siringhe, con una puntura accidentale con una siringa usata, rasoi, lamette e via di seguito. La casistica invece di casi di epatite C seguiti a rapporti sessuali con persona infetta è bassissima. Esistono poi quegli individui che pur infetti non mostrano i segni della malattia per diversi anni e per di più non riportano i temibili danni al fegato che il virus produce, cirrosi, tumore al fegato; ciò non toglie che tali persone possono a loro volta trasmettere il virus ad altri.
Diverse le terapie che in atto si praticano nei confronti dell’epatite C, fra le tante sembra molto interessante il ricorso recente ad un farmaco sperimentale, il Telaprevir somministrato con sistemi posologici diversi; almeno questo ci dicono i dati afferenti ad uno studio su pazienti sottoposti a tale trattamento che manifestano una buona risposta nei confronti del virus nell’80% dei casi.Lo studio ha riguardato 161 pazienti a cui erano stati somministrati Telaprevir ma con schemi posologici diversi; ovvero, 1125 mg due volte al dì, ovvero il farmaco somministrato ogni 12 ore, per quanto riguardava una parte dei pazienti, mentre l’altro gruppo veniva trattato ad una posologia di 750 mg tre volte al dì, ovvero, ogni 8 ore. La terapia era stata associata ad altri farmaci quali PegInterferone alfa-2°, Peg Interferone e Ribavirina.
Come si diceva la risposta terapeutica è stata definita ottima, ovvero, dell’82% per quei pazienti a cui era stato adottato il regime posologico relativo ad una somministrazione due volte al dì e dell’85% per quelli trattati con il farmaco tre volte al dì; tali risposte si sono avute dopo un trattamento di 24 settimane.Dunque il telaprevir si starebbe dimostrando un ottimo farmaco contro l’epatite C con scarsi effetti collaterali quali cefalea, prurito, nausea, anemia, rash e una sintomatologia che parrebbe ricondursi ad una simil influenza. Pochissimi i casi di effetti collaterali più impegnativi che propendono per la sospensione del trattamento, con una percentuale del 3% per gravi fenomeni di rash cutaneo e del 2% per grave anemia.
Fonte: Vertex Pharmaceuticals, 2009
XagenaHeadlines2009
Epatite C: ottima risposta terapeutica con nuovo farmaco sperimentale
Pubblicato da Giuliano in Farmaci, In Evidenza, Malattie, Ricerca Medica.
Mercoledì, 24 Febbraio 2010.
C’è una grande difficoltà da affrontare quando ci si imbatte nell’epatite C, l’asintomaticità della patologia, non a caso definita killer silenzioso in America, stante il fatto che l’infezione virale in questo caso si presenta senza particolari sintomi, a parte qualche febriciattola, mal di testa, nausea, senso di svogliatezza e perdita dell’appetito solitamente riconducibili ad altre cause.
Tale situazione costringe il paziente a spostare l’attenzione sul proprio stato di salute, ritenendo l’intero corollario di sintomi riconducibile ad uno stato di stress o al surmenage lavorativo; invece così non è, il virus alberga in lui e prima o poi farà sentire eccome i suoi effetti più nefasti.
Infettarsi non è difficile, se non altro però, è riconducibile l’azione che ci ha portato all’infezione, visto che il virus dell’epatite C penetra nel nostro organismo attraverso sangue infetto col quale si abbia avuto a che fare con lo scambio di siringhe, con una puntura accidentale con una siringa usata, rasoi, lamette e via di seguito. La casistica invece di casi di epatite C seguiti a rapporti sessuali con persona infetta è bassissima. Esistono poi quegli individui che pur infetti non mostrano i segni della malattia per diversi anni e per di più non riportano i temibili danni al fegato che il virus produce, cirrosi, tumore al fegato; ciò non toglie che tali persone possono a loro volta trasmettere il virus ad altri.
Diverse le terapie che in atto si praticano nei confronti dell’epatite C, fra le tante sembra molto interessante il ricorso recente ad un farmaco sperimentale, il Telaprevir somministrato con sistemi posologici diversi; almeno questo ci dicono i dati afferenti ad uno studio su pazienti sottoposti a tale trattamento che manifestano una buona risposta nei confronti del virus nell’80% dei casi.Lo studio ha riguardato 161 pazienti a cui erano stati somministrati Telaprevir ma con schemi posologici diversi; ovvero, 1125 mg due volte al dì, ovvero il farmaco somministrato ogni 12 ore, per quanto riguardava una parte dei pazienti, mentre l’altro gruppo veniva trattato ad una posologia di 750 mg tre volte al dì, ovvero, ogni 8 ore. La terapia era stata associata ad altri farmaci quali PegInterferone alfa-2°, Peg Interferone e Ribavirina.
Come si diceva la risposta terapeutica è stata definita ottima, ovvero, dell’82% per quei pazienti a cui era stato adottato il regime posologico relativo ad una somministrazione due volte al dì e dell’85% per quelli trattati con il farmaco tre volte al dì; tali risposte si sono avute dopo un trattamento di 24 settimane.Dunque il telaprevir si starebbe dimostrando un ottimo farmaco contro l’epatite C con scarsi effetti collaterali quali cefalea, prurito, nausea, anemia, rash e una sintomatologia che parrebbe ricondursi ad una simil influenza. Pochissimi i casi di effetti collaterali più impegnativi che propendono per la sospensione del trattamento, con una percentuale del 3% per gravi fenomeni di rash cutaneo e del 2% per grave anemia.
Fonte: Vertex Pharmaceuticals, 2009
XagenaHeadlines2009
Gex- Admin
- Messaggi : 2565
Data d'iscrizione : 20.12.10
Re: Epatite C : Telaprevir
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Dal Croi nuovi dati su questo farmaco contro l'epatite C che sembra molto promettente.
Nello studio Un gruppo riceve per 12 settimane Telaprevir in combinazione con due farmaci diversi per HCV, la ribavirina (Copegus), e Pegasys (interferone pegilato alfa-2a). L'altro gruppo riceverà un placebo, ribavirina, Pegasys e per 12 settimane. Entrambi i gruppi riceveranno ulteriori 36 settimane di trattamento con Pegasys + ribavirina.
I risultati preliminari indicano che il 70 per cento dei pazienti HIV-HCV sottoposti a terapia a base Telaprevir aveva livelli di HCV non rilevabile dopo quattro settimane, rispetto al 5 per cento dei pazienti trattati con placebo e ribavirina e Pegasys.
Inoltre, il 68 per cento dei partecipanti che hanno ricevuto Telaprevir per 12 settimane hanno avuto livelli non rilevabili di HCV, rispetto al 14 per cento dei partecipanti che ricevono ribavirina Pegasys solo. Non tutti i partecipanti hanno raggiunto 12 settimane di trattamento al momento dell'analisi.
I partecipanti che avevano ricevuto Telaprevir avevano stabile carica virale (quantità di HIV nel sangue) e CD4 (globuli bianchi).
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Phase 2 Trial Shows Telaprevir Lowers Hepatitis C Viral Levels In People With HIV And Hepatitis C (CROI 2011)
No Comment
By April Clayton
Published: Mar 4, 2011 2:26 pm
Interim results from a Phase 2 trial showed that the investigational drug telaprevir lowers hepatitis C viral levels in people infected with both HIV and hepatitis C. Results also showed that telaprevir is well tolerated and safe to use, causing mild side effects such as nausea and fever.
The interim results were presented at the 18th Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) on Wednesday.
“Research in hepatitis C has shown that people who respond early to treatment have a higher likelihood of achieving a viral cure. These interim results are encouraging because they showed a high proportion of people in the study had a rapid viral response to telaprevir,” said Dr. Robert Kauffman, senior vice president and chief medical officer of Vertex Pharmaceuticals, the maker of telaprevir, in a press release.
Hepatitis C is a liver disease caused by the hepatitis C virus (HCV). Without treatment, HCV can lead to liver damage and scarring, liver cancer, and ultimately liver failure.
Some people who are infected with HCV can spontaneously clear the virus themselves; the rest need treatment with antiviral drugs. The cure rate of current HCV antivirals is about 50 percent.
In the United States, approximately 30 percent of people with HIV have HCV. People with HIV are less likely to clear HCV than uninfected individuals, and HCV treatment is less effective in people with HIV (see related AIDS Beacon news).
Telaprevir is a HCV protease inhibitor that is being developed by Vertex Pharmaceuticals for the treatment of hepatitis C infection. Like HIV protease inhibitors, it works by inhibiting HCV replication in the body.
In this Phase 2 trial, researchers are assessing the efficacy, safety, and tolerability of telaprevir in 60 HIV-HCV co-infected patients.
The study is split into two parts. Part A includes HIV-HCV co-infected patients who are not taking antiretroviral therapy. Part B includes HIV-HCV co-infected patients taking either an Atripla (efavirenz/emtricitabine/tenofovir) or Reyataz (atazanavir)-based regimen for HIV treatment.
In addition, patients in each part are split into two groups. One group will receive telaprevir for 12 weeks in combination with two other HCV drugs, ribavirin (Copegus) and Pegasys (pegylated interferon alfa-2a). The other group will receive a placebo, ribavirin, and Pegasys for 12 weeks. Both groups will then receive an additional 36 weeks of treatment with ribavirin plus Pegasys.
Preliminary results indicate that 70 percent of HIV-HCV patients receiving telaprevir-based therapy had undetectable HCV levels after four weeks, compared to 5 percent of patients receiving the placebo plus ribavirin and Pegasys.
In addition, 68 percent of participants who received telaprevir for 12 weeks had undetectable HCV levels, compared to 14 percent of participants receiving ribavirin plus Pegasys alone. Not all participants had reached 12 weeks of treatment by the time of the analysis.
Participants who received telaprevir had stable HIV viral loads (amount of HIV in the blood) and CD4 (white blood cell) counts.
The most common side effects in both the telaprevir-treated and placebo groups were fatigue, nausea, headache, itching, dizziness, fever, weight loss, vomiting, diarrhea, and chills. These side effects occurred in approximately 15 percent of study participants.
Itching, nausea, dizziness, fever, weight loss, and vomiting occurred more frequently in the telaprevir-treated groups. Rates of side effects were similar to those observed in clinical trials with HIV-negative patients.
The Phase 2 trial is ongoing and will assess the drug’s ability to cure HCV in HIV-HCV co-infected patients. For HCV, cure is defined as undetectable HCV levels six months after completing treatment. The trial will also continue to evaluate the safety and tolerability of telaprevir in people co-infected with HIV and HCV.
Vertex plans to initiate a Phase 3 trial in HIV-positive adults with hepatitis C by the end of this year.
For more information, please see the press release from Vertex Pharmaceuticals or the abstract at the CROI 2011 website.
Dal Croi nuovi dati su questo farmaco contro l'epatite C che sembra molto promettente.
Nello studio Un gruppo riceve per 12 settimane Telaprevir in combinazione con due farmaci diversi per HCV, la ribavirina (Copegus), e Pegasys (interferone pegilato alfa-2a). L'altro gruppo riceverà un placebo, ribavirina, Pegasys e per 12 settimane. Entrambi i gruppi riceveranno ulteriori 36 settimane di trattamento con Pegasys + ribavirina.
I risultati preliminari indicano che il 70 per cento dei pazienti HIV-HCV sottoposti a terapia a base Telaprevir aveva livelli di HCV non rilevabile dopo quattro settimane, rispetto al 5 per cento dei pazienti trattati con placebo e ribavirina e Pegasys.
Inoltre, il 68 per cento dei partecipanti che hanno ricevuto Telaprevir per 12 settimane hanno avuto livelli non rilevabili di HCV, rispetto al 14 per cento dei partecipanti che ricevono ribavirina Pegasys solo. Non tutti i partecipanti hanno raggiunto 12 settimane di trattamento al momento dell'analisi.
I partecipanti che avevano ricevuto Telaprevir avevano stabile carica virale (quantità di HIV nel sangue) e CD4 (globuli bianchi).
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Phase 2 Trial Shows Telaprevir Lowers Hepatitis C Viral Levels In People With HIV And Hepatitis C (CROI 2011)
No Comment
By April Clayton
Published: Mar 4, 2011 2:26 pm
Interim results from a Phase 2 trial showed that the investigational drug telaprevir lowers hepatitis C viral levels in people infected with both HIV and hepatitis C. Results also showed that telaprevir is well tolerated and safe to use, causing mild side effects such as nausea and fever.
The interim results were presented at the 18th Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) on Wednesday.
“Research in hepatitis C has shown that people who respond early to treatment have a higher likelihood of achieving a viral cure. These interim results are encouraging because they showed a high proportion of people in the study had a rapid viral response to telaprevir,” said Dr. Robert Kauffman, senior vice president and chief medical officer of Vertex Pharmaceuticals, the maker of telaprevir, in a press release.
Hepatitis C is a liver disease caused by the hepatitis C virus (HCV). Without treatment, HCV can lead to liver damage and scarring, liver cancer, and ultimately liver failure.
Some people who are infected with HCV can spontaneously clear the virus themselves; the rest need treatment with antiviral drugs. The cure rate of current HCV antivirals is about 50 percent.
In the United States, approximately 30 percent of people with HIV have HCV. People with HIV are less likely to clear HCV than uninfected individuals, and HCV treatment is less effective in people with HIV (see related AIDS Beacon news).
Telaprevir is a HCV protease inhibitor that is being developed by Vertex Pharmaceuticals for the treatment of hepatitis C infection. Like HIV protease inhibitors, it works by inhibiting HCV replication in the body.
In this Phase 2 trial, researchers are assessing the efficacy, safety, and tolerability of telaprevir in 60 HIV-HCV co-infected patients.
The study is split into two parts. Part A includes HIV-HCV co-infected patients who are not taking antiretroviral therapy. Part B includes HIV-HCV co-infected patients taking either an Atripla (efavirenz/emtricitabine/tenofovir) or Reyataz (atazanavir)-based regimen for HIV treatment.
In addition, patients in each part are split into two groups. One group will receive telaprevir for 12 weeks in combination with two other HCV drugs, ribavirin (Copegus) and Pegasys (pegylated interferon alfa-2a). The other group will receive a placebo, ribavirin, and Pegasys for 12 weeks. Both groups will then receive an additional 36 weeks of treatment with ribavirin plus Pegasys.
Preliminary results indicate that 70 percent of HIV-HCV patients receiving telaprevir-based therapy had undetectable HCV levels after four weeks, compared to 5 percent of patients receiving the placebo plus ribavirin and Pegasys.
In addition, 68 percent of participants who received telaprevir for 12 weeks had undetectable HCV levels, compared to 14 percent of participants receiving ribavirin plus Pegasys alone. Not all participants had reached 12 weeks of treatment by the time of the analysis.
Participants who received telaprevir had stable HIV viral loads (amount of HIV in the blood) and CD4 (white blood cell) counts.
The most common side effects in both the telaprevir-treated and placebo groups were fatigue, nausea, headache, itching, dizziness, fever, weight loss, vomiting, diarrhea, and chills. These side effects occurred in approximately 15 percent of study participants.
Itching, nausea, dizziness, fever, weight loss, and vomiting occurred more frequently in the telaprevir-treated groups. Rates of side effects were similar to those observed in clinical trials with HIV-negative patients.
The Phase 2 trial is ongoing and will assess the drug’s ability to cure HCV in HIV-HCV co-infected patients. For HCV, cure is defined as undetectable HCV levels six months after completing treatment. The trial will also continue to evaluate the safety and tolerability of telaprevir in people co-infected with HIV and HCV.
Vertex plans to initiate a Phase 3 trial in HIV-positive adults with hepatitis C by the end of this year.
For more information, please see the press release from Vertex Pharmaceuticals or the abstract at the CROI 2011 website.
Gex- Admin
- Messaggi : 2565
Data d'iscrizione : 20.12.10
Argomenti simili
» Epatite C, via libera al rimborso AIFA per boceprevir e telaprevir
» Telaprevir presto in commercio
» hCV: Telaprevir ha ricevuto l'approvazione dalla Commissione Europea
» Croi 2012: Telaprevir e boceprevir efficaci nella coinfezione HCV-HIV
» Epatite C e HIV
» Telaprevir presto in commercio
» hCV: Telaprevir ha ricevuto l'approvazione dalla Commissione Europea
» Croi 2012: Telaprevir e boceprevir efficaci nella coinfezione HCV-HIV
» Epatite C e HIV
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.