Epatite C e HIV
Epatite C e HIV
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Epatite C e HIV: un rischio spesso sottovalutato nella pratica standard
L’epatite C rappresenta la principale causa di morte e complicanze in soggetti sieropositivi.
Tuttavia spesso i pazienti con HIV che risultano negativi al test per l’epatite C non vengono più sottoposti a screening, nonostante i dati rivelino che l’epatite C sia un’infezione trasmessa per via sessuale estremamente frequente tra gli uomini sieropositivi.
Uno studio condotto su 1800 pazienti con HIV, risultati negativi all’epatite C alle prime analisi, sembra confermare questa teorie.
L’indagine, i cui risultati sono apparsi su Clinical Infectious Diseases, mostra infatti che il 94% di questi pazienti, dopo l’esito negativo al test per l’epatite, ha ricevuto una terapia antiretrovirale per l’HIV. Successivamente però 36 persone sono risultate positive ai test per l’epatite e il 75% di esse non faceva uso di droghe per endovena.
“Gli standard attuali devono cambiare: i medici devono parlare con i loro pazienti circa le varie modalità di trasmissione dell’epatite C, senza stigmatizzare le loro abitudini sessuali”, conclude Lynn E. Taylor della University di Providence.
Epatite C e HIV: un rischio spesso sottovalutato nella pratica standard
L’epatite C rappresenta la principale causa di morte e complicanze in soggetti sieropositivi.
Tuttavia spesso i pazienti con HIV che risultano negativi al test per l’epatite C non vengono più sottoposti a screening, nonostante i dati rivelino che l’epatite C sia un’infezione trasmessa per via sessuale estremamente frequente tra gli uomini sieropositivi.
Uno studio condotto su 1800 pazienti con HIV, risultati negativi all’epatite C alle prime analisi, sembra confermare questa teorie.
L’indagine, i cui risultati sono apparsi su Clinical Infectious Diseases, mostra infatti che il 94% di questi pazienti, dopo l’esito negativo al test per l’epatite, ha ricevuto una terapia antiretrovirale per l’HIV. Successivamente però 36 persone sono risultate positive ai test per l’epatite e il 75% di esse non faceva uso di droghe per endovena.
“Gli standard attuali devono cambiare: i medici devono parlare con i loro pazienti circa le varie modalità di trasmissione dell’epatite C, senza stigmatizzare le loro abitudini sessuali”, conclude Lynn E. Taylor della University di Providence.
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