Staminali guariscono dall'Hiv?
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Staminali guariscono dall'Hiv?
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20 Dicembre 2010
Staminali guariscono dall'Hiv? Esperti frenano
Negli ultimi giorni molte agenzie hanno titolato: “Guarito dall'Hiv attraverso un trapianto di cellule staminali”. L'uomo guarito ha fatto il trapianto perché leucemico oltre che sieropositivo. Il donatore del materiale aveva cellule naturalmente resistenti all'Hiv. Neurofarmacologo: «Non si possono curare così tutti i malati di Aids. C'è il rischio che muoiano»
di Benedetta Frigerio
Negli ultimi tre giorni è stato un susseguirsi di agenzie titolate: “Guarito dall'Hiv attraverso un trapianto di cellule staminali”. Sembrerebbe sconfitto una volta per tutte il virus dell'Aids e trovata la terapia che da anni si cerca. Ma è davvero così? Angelo Vescovi, neurofarmacologo e studioso di cellule staminali, richiama alla calma: «Il caso di guarigione è andato a buon fine, non è il primo ma questa non può considerarsi una terapia normale». Il paziente in questione è un uomo di quarant'anni, in partenza sieropositivo ed affetto da leucemia mieloide acuta.
Proprio per questo nel 2007 aveva subito un trapianto di cellule staminali. Il donatore del materiale, aveva una rara (1% della popolazione mondiale) caratteristica genetica: le sue cellule erano naturalmente resistenti all'Hiv. Gli scienziati credono che la caratteristica in questione sia passata dal donatore al ricevente. Vescovi spiega che «la leucemia come l'Aids è una malattia dei globuli bianchi. Con la chemioterapia uccidi tutti quelli infetti, se poi fai il trapianto il donatore te ne dà di nuovi e quindi guarisci. Il paziente in questione ha quindi subito una chemioterapia ed è stato fortunato perché il trapianto ha avuto successo. Ma si tratta di un caso limite». Non si potrebbe infatti curare in tutti i casi l'Aids in questo modo, «solo forse i casi disperati (nel caso il paziente abbia un tumore), non a chiunque sia affetto dal virus, perché i rischi di fallimento sono troppo alti. E tra questi c'è anche la morte».
Anche il dottor Michael Saag, docente dell'Università dell'Alabama ed ex presidente dell'Hiv Medicine Association, ha dichiarato che «con cure straordinarie l'Aids può essere debellato», ma il metodo in esame presenta numerosi punti deboli. In primis, bisogna trovare donatori compatibili. Successivamente, bisogna mettere in conto come i trapianti di cellule staminali presentino dei rischi, alcuni dei quali sconosciuti. In particolare, la procedura richiede la distruzione (tramite farmaci o radioterapia) degli anticorpi originali, poi rimpiazzati dal sistema immunitario del donatore. Ciò provoca una mortalità anche superiore al cinque per cento. Perciò, anche Saag ha concluso: «Non possiamo applicare questa terapia particolare su soggetti sani perché il rischio è troppo alto specialmente nei casi in cui i pazienti assumono farmaci per tenere sotto controllo l'Hiv».
Opinione simile quella del dottor Anthony Fauci, presidente del Cdc (Istituto per le malattie infettive) USA. Per Fauci, la cura con le staminali «è troppo cara e rischiosa», anche se, come Vescovi, pensa che lo studio possa «sicuramente essere utile per la ricerca».
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Il trapianto di cellule staminali con cambio CCR5 puo' curare l'HIV
Rimpiazzando le cellule staminali dell'ospite con cellule omozigoti derivate dal donatore per CCR5 variante delta 32 (CCR5delta 32/delta32) si e' avuto come risultato che il reservoir dell'HIV virale era ridotto nel tempo, indicando fortemente che il paziente era stato curato dall'HIV.
Kristina Alllers, PhD del Campus Benjamin Franklin, Universita' di Medicina Charite' in Berlino, Germania, e colleghi hanno riportato le loro scoperte in Blood l'8 dicembre.
Secondo l'informazione dell'articolo, il recettore cellulare chemiokina CCR5 e' uno dei piu' comuni modi con cui l'HIV entra nelle cellule. Individui omozigoti per il CCR5 allele delta 32 sembrano resistere naturalmente all'infezione di ceppi HIV CCR5 tropici (R5) perche' mancano dell'espressione di CCR5 sulla superficie della cellula.
Trapianto con cellule staminali CCR5 Delta32/Delta32
Il paziente sieropositivo e' stato sottoposto a trapianto di cellule staminali con un innesto di cellule CCR5 Delta32/Delta32 nel febbraio 2007 a causa di una recidiva di leucemia mieloide. La terapia antiretrovirale e' stata discontinuata il giorno del trapianto. Il paziente ha avuto una seconda recidiva 13 mesi piu' tardi ed ha ricevuto un secondo trapianto di cellule staminali dallo stesso donatore.
L'attuale rapporto indica che il recupero sistemico di cellule T CD4+ dopo trapianto di cellule staminali e discontinuazione della terapia antiretrovirale e' stato simile a quello di 10 pazienti di controllo che hanno anche subito trapianto di cellule staminali ma che non erano infettati da HIV.
L'espansione di cellule T CD4+ dopo terapia con cellule staminali di solito arricchisce i bersagli dell'infezione da HIV in pazienti sieropositivi, causando un rimbalzo di HIV dopo il trapianto di cellule staminali. Tuttavia, i numeri delle cellule T CD4+ di questo individuo sono ritornati normali, e l'HIV e' rimasto non rilevabile.
"Lo scarso recupero di cellule T CD4+ nel sistema immunitario e' un importante fattore di rischio per lo sviluppo di progressione della malattia da HIV" hanno puntualizzato gli autori. Tuttavia le cellule T CD4+ derivate dal donatore sono aumentate gradualmente nella mucosa gastrointestinale, con i numeri di cellule TCD4+ della mucosa che si sono normalizzati relativamente a quelli dei pazienti di controllo sieronegativi sottoposti a trapianto di cellule staminali.
Aumento del numero di cellule TCD4+ nella mucosa
In aggiunta, l'HIV e' rimasto irrilevabile sia nei campioni di tessuto intestinale che mucosale delle popolazioni cellulari colpite dall'HIV del paziente sieropositivo. "Queste scoperte argomentano per l'assenza di progressione della malattia da HIV nel piu' grande componente del sistema linfoide"concludono.
Tanto il paziente sieropositivo che i pazienti di controllo sottoposti al trapianto di cellule staminali hanno avuto un aumento dei numeri delle cellule T CD4+ mucosali in comparazione con pazienti di controllo sani. Gli autori suggeriscono che questo potrebbe essere spiegato con l'alta prevalenza di cellule T CD4+ di memoria attive/effettrici in circolazione e dalle cellule T CD4+ recuperate che sono state efficacemente dirette ai linfonodi periferici.
Il paziente resta suscettibile all'infezione HIV X4
Le cellule T CD4+ periferiche e della mucosa del paziente restano suscettibili all'infezione dell'HIV X4; quindi la reinfezione HIV esogena appare ancora un rischio, e le cellule dell'ospite che sono sopravvissute alle terapie chemio-radianti rimangono potenziali fonti per il rimbalzo di HIV X4. Tuttavia le cellule T CD4+ originate dall'ospite appaiono essere completamente rimosse dal sistema immunitario del paziente; l'HIV era irrilevabile nel cervello durante un episodio neurologico, e nessuna espressione di CCR5 si e' potuta rilevare in sezioni del tessuto epatico, indicando che la sostituzione di cellule microgliali(cellule del cervello ndt) e cellule di Kupffer(cellule epatiche ndt) da parte delle cellule derivate dal donatore.
Eradicazione HIV in corso
Il paziente rimane senza nessuna prova di infezione HIV. "Benche' le cellule TCD4+ recuperate siano suscettibili di infezione con HIV X4, il paziente resta senza nessuna prova di infezione HIV da piu' di 3.5 anni dopo discontinuazione di terapia antiretrovirale" Dr Allers e colleghi concludono "Da questi risultati, e' ragionabile concludere che la cura dell'infezione da HIV e' stata ottenuta in questo paziente"aggiungono.
Secondo Dr Allers, probabilmente il messaggio piu' importante e' che la cura da HIV non e' completamente impossibile "Le scoperte del nostro studio sono incoraggianti per lo sviluppo di nuove strategie di trattamento che mirino alla completa inibizione dell'interazione tra HIV e CCR5" ha detto a Medscape Medical News "Resta da vedere se questo risultato puo' essere ottenuto in altri pazienti, e secondo la mia opinione la possibilita' di una cura "universale" per l'infezione da HIV avra' bisogno di molti anni".
Il trapianto, approccio non pratico per l'HIV
Secondo il Dr Sax un trapianto di midollo osseo da un donatore CCR5Delta 32/Delta 32 non e' un approccio pratico per la cura dell'HIV in milioni di sieropositivi. "La tossicita' ed il rischio di morte sono troppo alti , specialmente data l'attuale sicurezza della terapia antiretrovirale" ha detto " In aggiunta la proporzione di gente che ha CCR5 Delta 32/Delta 32 come potenziali donatori e' molto piccola (specie in non-caucasici).
Tuttavia , proprio per il fatto che sia riuscita dimostra che ci potrebbero essere altre strategie che possono essere dispiegate- e' molto tentatore".
Certamente ai clinici, ai ricercatori, ed al paziente che hanno tentato questo approccio in Germania,dev'essere dato credito per la loro lungimiranza (e coraggio) nello scegliere di fermare la terapia antiretrovirale per vedere se l'HIV non sarebbe rimbalzato.
"Io sono speranzoso appena ci saranno rapporti addizionali su tentativi di questa o similari strategie di vedere se i risultati possano essere riprodotti" ha detto.
Secondo G.Bartlett, MD, della John Hopkins School of Medicine di Baltimora, Maryland, l'importanza di questo rapporto e' dimostrare che potrebbe essere fatto, ma il metodo usato non puo' essere riprodotto in altri.
Circa il 2% delle persone hanno il fenotipo CCR5Delta 32/Delta32 e non possono essere infettati dall'HIV" ha detto il Dr. Bartlett "Dovevano trovare un donatore che fosse compatibile con il paziente con metodi routinari e hanno trovato in un gruppo di 82 chi era omozigote per il Delta 32. Questo e' stato fatto perche' il paziente aveva leucemia, ma non sara' fatto solo per l'HIV , a causa della mancanza di donatori e per il rischio" ha spiegato.
Aprendo la strada ad una "cura"
Le scoperte hanno suscitato un rinnovato interesse per una cura, ad ogni modo. Secondo il Dr. Bartlett, ci sono numerosi differenti metodi che vengono perseguiti: svuotare i reservoirs con una terapia antiretrovirale altamente attiva per eliminare l'HIV, lo sviluppo di un vaccino terapeutico, e metodi diversi dal trapianto per bloccare i recettori. "Molti pensano che una cura per l'HIV sia impossibile, ma essi, 15 anni pensavano anche che non fosse possibile un trattamento di successo per un retrovirus."
Lo studio e' stato sostenuto dalla German Research Foundation
Blood. Pubblicato online l'8 dicembre 2010
Kristina Alllers, PhD del Campus Benjamin Franklin, Universita' di Medicina Charite' in Berlino, Germania, e colleghi hanno riportato le loro scoperte in Blood l'8 dicembre.
Secondo l'informazione dell'articolo, il recettore cellulare chemiokina CCR5 e' uno dei piu' comuni modi con cui l'HIV entra nelle cellule. Individui omozigoti per il CCR5 allele delta 32 sembrano resistere naturalmente all'infezione di ceppi HIV CCR5 tropici (R5) perche' mancano dell'espressione di CCR5 sulla superficie della cellula.
Trapianto con cellule staminali CCR5 Delta32/Delta32
Il paziente sieropositivo e' stato sottoposto a trapianto di cellule staminali con un innesto di cellule CCR5 Delta32/Delta32 nel febbraio 2007 a causa di una recidiva di leucemia mieloide. La terapia antiretrovirale e' stata discontinuata il giorno del trapianto. Il paziente ha avuto una seconda recidiva 13 mesi piu' tardi ed ha ricevuto un secondo trapianto di cellule staminali dallo stesso donatore.
L'attuale rapporto indica che il recupero sistemico di cellule T CD4+ dopo trapianto di cellule staminali e discontinuazione della terapia antiretrovirale e' stato simile a quello di 10 pazienti di controllo che hanno anche subito trapianto di cellule staminali ma che non erano infettati da HIV.
L'espansione di cellule T CD4+ dopo terapia con cellule staminali di solito arricchisce i bersagli dell'infezione da HIV in pazienti sieropositivi, causando un rimbalzo di HIV dopo il trapianto di cellule staminali. Tuttavia, i numeri delle cellule T CD4+ di questo individuo sono ritornati normali, e l'HIV e' rimasto non rilevabile.
"Lo scarso recupero di cellule T CD4+ nel sistema immunitario e' un importante fattore di rischio per lo sviluppo di progressione della malattia da HIV" hanno puntualizzato gli autori. Tuttavia le cellule T CD4+ derivate dal donatore sono aumentate gradualmente nella mucosa gastrointestinale, con i numeri di cellule TCD4+ della mucosa che si sono normalizzati relativamente a quelli dei pazienti di controllo sieronegativi sottoposti a trapianto di cellule staminali.
Aumento del numero di cellule TCD4+ nella mucosa
In aggiunta, l'HIV e' rimasto irrilevabile sia nei campioni di tessuto intestinale che mucosale delle popolazioni cellulari colpite dall'HIV del paziente sieropositivo. "Queste scoperte argomentano per l'assenza di progressione della malattia da HIV nel piu' grande componente del sistema linfoide"concludono.
Tanto il paziente sieropositivo che i pazienti di controllo sottoposti al trapianto di cellule staminali hanno avuto un aumento dei numeri delle cellule T CD4+ mucosali in comparazione con pazienti di controllo sani. Gli autori suggeriscono che questo potrebbe essere spiegato con l'alta prevalenza di cellule T CD4+ di memoria attive/effettrici in circolazione e dalle cellule T CD4+ recuperate che sono state efficacemente dirette ai linfonodi periferici.
Il paziente resta suscettibile all'infezione HIV X4
Le cellule T CD4+ periferiche e della mucosa del paziente restano suscettibili all'infezione dell'HIV X4; quindi la reinfezione HIV esogena appare ancora un rischio, e le cellule dell'ospite che sono sopravvissute alle terapie chemio-radianti rimangono potenziali fonti per il rimbalzo di HIV X4. Tuttavia le cellule T CD4+ originate dall'ospite appaiono essere completamente rimosse dal sistema immunitario del paziente; l'HIV era irrilevabile nel cervello durante un episodio neurologico, e nessuna espressione di CCR5 si e' potuta rilevare in sezioni del tessuto epatico, indicando che la sostituzione di cellule microgliali(cellule del cervello ndt) e cellule di Kupffer(cellule epatiche ndt) da parte delle cellule derivate dal donatore.
Eradicazione HIV in corso
Il paziente rimane senza nessuna prova di infezione HIV. "Benche' le cellule TCD4+ recuperate siano suscettibili di infezione con HIV X4, il paziente resta senza nessuna prova di infezione HIV da piu' di 3.5 anni dopo discontinuazione di terapia antiretrovirale" Dr Allers e colleghi concludono "Da questi risultati, e' ragionabile concludere che la cura dell'infezione da HIV e' stata ottenuta in questo paziente"aggiungono.
Secondo Dr Allers, probabilmente il messaggio piu' importante e' che la cura da HIV non e' completamente impossibile "Le scoperte del nostro studio sono incoraggianti per lo sviluppo di nuove strategie di trattamento che mirino alla completa inibizione dell'interazione tra HIV e CCR5" ha detto a Medscape Medical News "Resta da vedere se questo risultato puo' essere ottenuto in altri pazienti, e secondo la mia opinione la possibilita' di una cura "universale" per l'infezione da HIV avra' bisogno di molti anni".
Il trapianto, approccio non pratico per l'HIV
Secondo il Dr Sax un trapianto di midollo osseo da un donatore CCR5Delta 32/Delta 32 non e' un approccio pratico per la cura dell'HIV in milioni di sieropositivi. "La tossicita' ed il rischio di morte sono troppo alti , specialmente data l'attuale sicurezza della terapia antiretrovirale" ha detto " In aggiunta la proporzione di gente che ha CCR5 Delta 32/Delta 32 come potenziali donatori e' molto piccola (specie in non-caucasici).
Tuttavia , proprio per il fatto che sia riuscita dimostra che ci potrebbero essere altre strategie che possono essere dispiegate- e' molto tentatore".
Certamente ai clinici, ai ricercatori, ed al paziente che hanno tentato questo approccio in Germania,dev'essere dato credito per la loro lungimiranza (e coraggio) nello scegliere di fermare la terapia antiretrovirale per vedere se l'HIV non sarebbe rimbalzato.
"Io sono speranzoso appena ci saranno rapporti addizionali su tentativi di questa o similari strategie di vedere se i risultati possano essere riprodotti" ha detto.
Secondo G.Bartlett, MD, della John Hopkins School of Medicine di Baltimora, Maryland, l'importanza di questo rapporto e' dimostrare che potrebbe essere fatto, ma il metodo usato non puo' essere riprodotto in altri.
Circa il 2% delle persone hanno il fenotipo CCR5Delta 32/Delta32 e non possono essere infettati dall'HIV" ha detto il Dr. Bartlett "Dovevano trovare un donatore che fosse compatibile con il paziente con metodi routinari e hanno trovato in un gruppo di 82 chi era omozigote per il Delta 32. Questo e' stato fatto perche' il paziente aveva leucemia, ma non sara' fatto solo per l'HIV , a causa della mancanza di donatori e per il rischio" ha spiegato.
Aprendo la strada ad una "cura"
Le scoperte hanno suscitato un rinnovato interesse per una cura, ad ogni modo. Secondo il Dr. Bartlett, ci sono numerosi differenti metodi che vengono perseguiti: svuotare i reservoirs con una terapia antiretrovirale altamente attiva per eliminare l'HIV, lo sviluppo di un vaccino terapeutico, e metodi diversi dal trapianto per bloccare i recettori. "Molti pensano che una cura per l'HIV sia impossibile, ma essi, 15 anni pensavano anche che non fosse possibile un trattamento di successo per un retrovirus."
Lo studio e' stato sostenuto dalla German Research Foundation
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