Il teletrasporto del DNA secondo Montagnier
Il teletrasporto del DNA secondo Montagnier
Teletrasporto del DNA. Non è impossibile. Almeno è quanto sostiene Luc Montagnier, medico, biologo e virologo francese, premio Nobel 2008 per la medicina (assegnatogli per i suoi studi risalenti al 1986 che lo avrebbero portato ad isolare un secondo ceppo del virus HIV, chiamato HIV2, studi per i quali all’epoca fu insignito del premio Albert Lasker per la ricerca).
Recentemente si è parlato di lui per via di un'altra promettente quanto ardita ricerca che vedrebbe il nostro DNA in grado di trasmettersi a distanza attraverso onde elettromagnetiche. Venerdì scorso lo stimato Professore ha partecipato ad un incontro alla Camera de Deputati sul tema ‘Le nuove sfide dell’umanita’ tra scienza e fede’ dove ha lanciato un inquietante allarme: ”Il nostro sistema immunitario è in pericolo. Come le api che tendono a scomparire per i pesticidi, le radiazioni, i cambiamenti climatici. Noi siamo le api di questo mondo”.
In discussione sarebbe quindi il futuro del genere umano e del pianeta a causa della nostra ”mancanza al senso della vita”. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha replicato: “Sono parole che suscitano riflessioni Le acquisizioni della scienza vanno sempre poste al servizio dell’uomo e del suo insopprimibile desiderio di migliorare la propria vita, di ampliare la propria libertà di accrescere la propria conoscenza del mondo, di sconfiggere terribili malattie, di debellare gravi epidemie che affliggono ancora vaste aree della Terra. Montagnier ci ricorda che la spinta verso la ricerca non viene dalla mera ragione strumentale ma dai grandi, insopprimibili, fecondi desideri di avventura umana e di progresso della civiltà”.
Ma - perché c’è un ma - come mai lo stesso premio Nobel francese all’epoca della premiazione, non si è sentito di rendere pubblico il fatto che nemmeno lo stesso Kary Mullis, Nobel nel 1993 ed inventore della PCR (Catena della Polimerasi, cioè la possibilità di replicare filamenti di DNA) sia mai riuscito, ad isolare e fotografare il virus dell’HIV?
Come mai quando due luminari quali Fleshman e Pons dichiararono di aver scoperto il metodo per produrre energia in quantità, pulita, sicura e a costi ridicoli vengono fatti passare per cialtroni? Dove erano i “grandi, insopprimibili, fecondi desideri di avventura umana e di progresso della civiltà”? Di scienziati siamo pieni. Forse manchiamo di grandi uomini. Nelle istituzioni e nella scienza. Di quelli in grado di valutare le conseguenze delle proprie azioni, di non tradire l’etica e l’umanità tutta per interesse personale o delle grandi lobbies.
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Recentemente si è parlato di lui per via di un'altra promettente quanto ardita ricerca che vedrebbe il nostro DNA in grado di trasmettersi a distanza attraverso onde elettromagnetiche. Venerdì scorso lo stimato Professore ha partecipato ad un incontro alla Camera de Deputati sul tema ‘Le nuove sfide dell’umanita’ tra scienza e fede’ dove ha lanciato un inquietante allarme: ”Il nostro sistema immunitario è in pericolo. Come le api che tendono a scomparire per i pesticidi, le radiazioni, i cambiamenti climatici. Noi siamo le api di questo mondo”.
In discussione sarebbe quindi il futuro del genere umano e del pianeta a causa della nostra ”mancanza al senso della vita”. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha replicato: “Sono parole che suscitano riflessioni Le acquisizioni della scienza vanno sempre poste al servizio dell’uomo e del suo insopprimibile desiderio di migliorare la propria vita, di ampliare la propria libertà di accrescere la propria conoscenza del mondo, di sconfiggere terribili malattie, di debellare gravi epidemie che affliggono ancora vaste aree della Terra. Montagnier ci ricorda che la spinta verso la ricerca non viene dalla mera ragione strumentale ma dai grandi, insopprimibili, fecondi desideri di avventura umana e di progresso della civiltà”.
Ma - perché c’è un ma - come mai lo stesso premio Nobel francese all’epoca della premiazione, non si è sentito di rendere pubblico il fatto che nemmeno lo stesso Kary Mullis, Nobel nel 1993 ed inventore della PCR (Catena della Polimerasi, cioè la possibilità di replicare filamenti di DNA) sia mai riuscito, ad isolare e fotografare il virus dell’HIV?
Come mai quando due luminari quali Fleshman e Pons dichiararono di aver scoperto il metodo per produrre energia in quantità, pulita, sicura e a costi ridicoli vengono fatti passare per cialtroni? Dove erano i “grandi, insopprimibili, fecondi desideri di avventura umana e di progresso della civiltà”? Di scienziati siamo pieni. Forse manchiamo di grandi uomini. Nelle istituzioni e nella scienza. Di quelli in grado di valutare le conseguenze delle proprie azioni, di non tradire l’etica e l’umanità tutta per interesse personale o delle grandi lobbies.
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