BOLZANO: AIDS, PIU' CONTAGI TRA I GIOVANI
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BOLZANO: AIDS, PIU' CONTAGI TRA I GIOVANI
Unterkircher: «Più informazione» Beozzo: «Non è la peste dei gay»
sabato 15 gennaio 2011 , di Corriere Alto Adige
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BOLZANO - «È vero che l'omosessualità possa comportare delle pratiche più rischiose per quanto riguarda la diffusione del virus Hiv, ma guai a parlare dell'Aids come della "peste dei gay". Sarebbe un gravissimo errore di sottovalutazione, proprio per gli eterosessuali» . Lo afferma Michele Beozzo, portavoce regionale di Gay Lib, l'associazione che riunisce in Italia «le persone omoafettive di centrodestra» . Nel commentare i dati dell'Asl bolzanina, secondo la quale la maggioranza dei casi di sieropositività tra giovanissimi è dovuto ad atti omosessuali non protetti dal preservativo, Beozzo afferma: «Servono più campagne di prevenzione e di educazione alla sessualità.
Non si tratta solo solo di una preoccupazione dei gay, ma di un serio problema di sanità pubblica perché oggi, purtroppo, troppi ragazzi fanno sesso senza conoscerne le implicazioni. Riguardo all'Aids continua il portavoce di Gay Lib c'è perfino chi crede che un partner di bell'aspetto sia, di conseguenza, automaticamente anche in buona salute. Oppure c'è chi si ritiene al riparo dal rischio di contrarre l'Hiv proprio per la sua giovane età. E così si adottano comportamenti a rischio, con rapporti sessuali non protetti. Non mi sembra comunque che siano in aumento i giovani gay: rispetto al passato, piuttosto, c'è una diversa consapevolezza nel senso che gli omosessuali accettano questa loro tendenza, o la scoprono, in età molto meno avanzata» .
Oltre ad affrontare il problema del rischio per i giovani omosessuali, Beozzo amplia poi la sua riflessione ad altri aspetti: «In Italia non sono riconosciute le unioni civili tra gay e questo comporta una certa frustrazione tra le coppie omosessuali, che tendono così a sciogliersi. Si favorisce indirettamente, quindi, una promiscuità sessuale che può aumentare il rischio del contagio» . Infine Beozzo invita gli eteorsessuali a non abbassare la guardia. E rivela: «Secondo una statistica dell'associazione degli avvocati matrimonialisti, l' 11 per cento delle separazioni è motivato da scappatelle omosessuali del partner. Questa percentuale rappresenta la somma di un 7%di rapporti extraconiugali con gay e del 4%riferito invece ad esperienze lesbiche» . Sul tema dell'Hiv tra i giovani omosex interviene anche Andreas Unterkircher, presidente dell'associazione Centaurus, che in Alto Adige conta ben 974 soci: «Serve una maggiore informazione sul tema dell'Aids. Sul sito della nostra associazione viene dedicato ampio spazio a questo problema, ma le istituzioni dovrebbero fare di più» .
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Unterkircher: «Più informazione» Beozzo: «Non è la peste dei gay»
sabato 15 gennaio 2011 , di Corriere Alto Adige
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BOLZANO - «È vero che l'omosessualità possa comportare delle pratiche più rischiose per quanto riguarda la diffusione del virus Hiv, ma guai a parlare dell'Aids come della "peste dei gay". Sarebbe un gravissimo errore di sottovalutazione, proprio per gli eterosessuali» . Lo afferma Michele Beozzo, portavoce regionale di Gay Lib, l'associazione che riunisce in Italia «le persone omoafettive di centrodestra» . Nel commentare i dati dell'Asl bolzanina, secondo la quale la maggioranza dei casi di sieropositività tra giovanissimi è dovuto ad atti omosessuali non protetti dal preservativo, Beozzo afferma: «Servono più campagne di prevenzione e di educazione alla sessualità.
Non si tratta solo solo di una preoccupazione dei gay, ma di un serio problema di sanità pubblica perché oggi, purtroppo, troppi ragazzi fanno sesso senza conoscerne le implicazioni. Riguardo all'Aids continua il portavoce di Gay Lib c'è perfino chi crede che un partner di bell'aspetto sia, di conseguenza, automaticamente anche in buona salute. Oppure c'è chi si ritiene al riparo dal rischio di contrarre l'Hiv proprio per la sua giovane età. E così si adottano comportamenti a rischio, con rapporti sessuali non protetti. Non mi sembra comunque che siano in aumento i giovani gay: rispetto al passato, piuttosto, c'è una diversa consapevolezza nel senso che gli omosessuali accettano questa loro tendenza, o la scoprono, in età molto meno avanzata» .
Oltre ad affrontare il problema del rischio per i giovani omosessuali, Beozzo amplia poi la sua riflessione ad altri aspetti: «In Italia non sono riconosciute le unioni civili tra gay e questo comporta una certa frustrazione tra le coppie omosessuali, che tendono così a sciogliersi. Si favorisce indirettamente, quindi, una promiscuità sessuale che può aumentare il rischio del contagio» . Infine Beozzo invita gli eteorsessuali a non abbassare la guardia. E rivela: «Secondo una statistica dell'associazione degli avvocati matrimonialisti, l' 11 per cento delle separazioni è motivato da scappatelle omosessuali del partner. Questa percentuale rappresenta la somma di un 7%di rapporti extraconiugali con gay e del 4%riferito invece ad esperienze lesbiche» . Sul tema dell'Hiv tra i giovani omosex interviene anche Andreas Unterkircher, presidente dell'associazione Centaurus, che in Alto Adige conta ben 974 soci: «Serve una maggiore informazione sul tema dell'Aids. Sul sito della nostra associazione viene dedicato ampio spazio a questo problema, ma le istituzioni dovrebbero fare di più» .
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