Il Profilattico e Il Papa
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Il Profilattico e Il Papa
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21 dicembre 2010
LA NOTA DEL VATICANO
«Profilattico: dal Papa
nessun cambio di dottrina»
"Le parole del Papa, che accennano in particolare ad un comportamento gravemente disordinato quale è la prostituzione (cfr. Luce del mondo, prima ristampa, novembre 2010, pp. 170-171), non sono una modifica della dottrina morale né della prassi pastorale della Chiesa". È quanto si legge in una nota della Congregazione per la Dottrina della fede sulle intepretazioni indebite di un passaggio dell'ultimo libro-intervista di Benedetto XVI sull'uso dei contraccettivi. "L’idea che dalle parole di Benedetto XVI si possa dedurre che in alcuni casi sia lecito ricorrere all’uso del profilattico per evitare gravidanze indesiderate è del tutto arbitraria e non risponde né alle sue parole né al suo pensiero. A questo riguardo il Papa propone invece vie umanamente e eticamente percorribili, per le quali i pastori sono chiamati a fare 'di più e meglio' (Luce del mondo, p. 206), quelle cioè che rispettano integralmente il nesso inscindibile di significato unitivo e procreativo in ogni atto coniugale, mediante l’eventuale ricorso ai metodi di regolazione naturale della fecondità in vista di una procreazione responsabile".
LA NOTA INTEGRALE
Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede
Sulla banalizzazione della sessualità
A proposito di alcune letture di Luce del mondo
In occasione della pubblicazione del libro-intervista di Benedetto XVI, Luce del mondo, sono state diffuse diverse interpretazioni non corrette, che hanno generato confusione sulla posizione della Chiesa cattolica riguardo ad alcune questioni di morale sessuale. Il pensiero del Papa non di rado è stato strumentalizzato per scopi e interessi estranei al senso delle sue parole, che risulta evidente qualora si leggano interamente i capitoli dove si accenna alla sessualità umana. L’interesse del Santo Padre appare chiaro: ritrovare la grandezza del progetto di Dio sulla sessualità, evitandone la banalizzazione oggi diffusa.
Alcune interpretazioni hanno presentato le parole del Papa come affermazioni in contraddizione con la tradizione morale della Chiesa, ipotesi che taluni hanno salutato come una positiva svolta e altri hanno appreso con preoccupazione, come se si trattasse di una rottura con la dottrina sulla contraccezione e con l’atteggiamento ecclesiale nella lotta contro l’Aids. In realtà, le parole del Papa, che accennano in particolare ad un comportamento gravemente disordinato quale è la prostituzione (cfr. Luce del mondo, prima ristampa, novembre 2010, pp. 170-171), non sono una modifica della dottrina morale né della prassi pastorale della Chiesa.
Come risulta dalla lettura della pagina in questione, il Santo Padre non parla della morale coniugale e nemmeno della norma morale sulla contraccezione. Tale norma, tradizionale nella Chiesa, è stata ripresa in termini assai precisi da Paolo VI nel n. 14 dell’enciclica Humanae vitae, quando ha scritto che è "esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione". L’idea che dalle parole di Benedetto XVI si possa dedurre che in alcuni casi sia lecito ricorrere all’uso del profilattico per evitare gravidanze indesiderate è del tutto arbitraria e non risponde né alle sue parole né al suo pensiero. A questo riguardo il Papa propone invece vie umanamente e eticamente percorribili, per le quali i pastori sono chiamati a fare "di più e meglio" (Luce del mondo, p. 206), quelle cioè che rispettano integralmente il nesso inscindibile di significato unitivo e procreativo in ogni atto coniugale, mediante l’eventuale ricorso ai metodi di regolazione naturale della fecondità in vista di una procreazione responsabile.
Quanto poi alla pagina in questione, il Santo Padre si riferiva al caso completamente diverso della prostituzione, comportamento che la morale cristiana da sempre ha considerato gravemente immorale (cfr. Concilio Vaticano II, Costituzione pastorale Gaudium et spes, n. 27; Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2355). La raccomandazione di tutta la tradizione cristiana – e non solo di quella – nei confronti della prostituzione si può riassumere nelle parole di san Paolo: "Fuggite la fornicazione" (1 Corinzi, 6, 18). La prostituzione va dunque combattuta e gli enti assistenziali della Chiesa, della società civile e dello Stato devono adoperarsi per liberare le persone coinvolte.
A questo riguardo occorre rilevare che la situazione creatasi a causa dell’attuale diffusione dell’Aids in molte aree del mondo ha reso il problema della prostituzione ancora più drammatico. Chi sa di essere infetto dall’Hiv e quindi di poter trasmettere l’infezione, oltre al peccato grave contro il sesto comandamento ne commette anche uno contro il quinto, perché consapevolmente mette a serio rischio la vita di un’altra persona, con ripercussioni anche sulla salute pubblica. In proposito il Santo Padre afferma chiaramente che i profilattici non costituiscono "la soluzione autentica e morale" del problema dell’Aids e anche che "concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità", perché non si vuole affrontare lo smarrimento umano che sta alla base della trasmissione della pandemia. È innegabile peraltro che chi ricorre al profilattico per diminuire il rischio per la vita di un’altra persona intende ridurre il male connesso al suo agire sbagliato. In questo senso il Santo Padre rileva che il ricorso al profilattico "nell’intenzione di diminuire il pericolo di contagio, può rappresentare tuttavia un primo passo sulla strada che porta ad una sessualità diversamente vissuta, più umana". Si tratta di un’osservazione del tutto compatibile con l’altra affermazione del Santo Padre: "questo non è il modo vero e proprio per affrontare il male dell’Hiv".
Alcuni hanno interpretato le parole di Benedetto XVI ricorrendo alla teoria del cosiddetto "male minore". Questa teoria, tuttavia, è suscettibile di interpretazioni fuorvianti di matrice proporzionalista (cfr. Giovanni Paolo II, enciclica Veritatis splendor, nn. 75-77). Un’azione che è un male per il suo oggetto, anche se un male minore, non può essere lecitamente voluta. Il Santo Padre non ha detto che la prostituzione col ricorso al profilattico possa essere lecitamente scelta come male minore, come qualcuno ha sostenuto. La Chiesa insegna che la prostituzione è immorale e deve essere combattuta. Se qualcuno, ciononostante, praticando la prostituzione e inoltre essendo infetto dall’Hiv, si adopera per diminuire il pericolo di contagio anche mediante il ricorso al profilattico, ciò può costituire un primo passo nel rispetto della vita degli altri, anche se la malizia della prostituzione rimane in tutta la sua gravità. Tali valutazioni sono in linea con quanto la tradizione teologico-morale della Chiesa ha sostenuto anche in passato.
In conclusione, nella lotta contro l’Aids i membri e le istituzioni della Chiesa cattolica sappiano che occorre stare vicini alle persone, curando gli ammalati e formando tutti perché possano vivere l’astinenza prima del matrimonio e la fedeltà all’interno del patto coniugale. Al riguardo occorre anche denunciare quei comportamenti che banalizzano la sessualità, perché, come dice il Papa, proprio questi rappresentano la pericolosa ragione per cui tante persone nella sessualità non vedono più l’espressione del loro amore. "Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull’essere umano nella sua totalità" (Luce del mondo, p. 170).
Gex- Admin
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Re: Il Profilattico e Il Papa
ha fatto marcia indietro:
Il Pontefice, sottolinea il Sant'Uffizio nell'intervento intitolato "sulla banalizzazione della sessualità" e diffuso in ben sei lingue, si riferiva nel libro non alla "morale coniugale" e nemmeno alla "norma morale sulla contraccezione". Ma "ad un comportamento gravemente disordinato quale è la prostituzione". Con un rilievo: il Papa "non di rado è stato strumentalizzato per scopi e interessi estranei al senso delle sue parole"[...]Nei giorni scorsi, ecco che anche tutte le imprecisioni rilevate nel libro-conversazione con il giornalista Peter Seewald, sono apparse modificate nella seconda edizione.
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Il Pontefice, sottolinea il Sant'Uffizio nell'intervento intitolato "sulla banalizzazione della sessualità" e diffuso in ben sei lingue, si riferiva nel libro non alla "morale coniugale" e nemmeno alla "norma morale sulla contraccezione". Ma "ad un comportamento gravemente disordinato quale è la prostituzione". Con un rilievo: il Papa "non di rado è stato strumentalizzato per scopi e interessi estranei al senso delle sue parole"[...]Nei giorni scorsi, ecco che anche tutte le imprecisioni rilevate nel libro-conversazione con il giornalista Peter Seewald, sono apparse modificate nella seconda edizione.
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Re: Il Profilattico e Il Papa
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Preservativo: il Vaticano chiarisce, "No all'uso per evitare gravidanze indesiderate"
“L’idea che dalle parole di Benedetto XVI si possa dedurre che in alcuni casi sia lecito ricorrere all’uso del profilattico per evitare gravidanze indesiderate è del tutto arbitraria e non risponde né alle sue parole né al suo pensiero”. A dirlo è una nota della Congregazione vaticana per la Dottrina della fede che fa chiarezza sulle parole del Pontefice sull’uso del preservativo. Incomprensioni nate a seguito della pubblicazione del libro intervista al Papa “Luce nel mondo”.
22 DIC - Le parole del Pontefice riferite all’uso del preservativo sono state strumentalizzate. Lo dice chiaramente una nota pubblicata ieri della Congregazione vaticana per la Dottrina della fede in cui si legge “l’idea che dalle parole di Benedetto XVI si possa dedurre che in alcuni casi sia lecito ricorrere all’uso del profilattico per evitare gravidanze indesiderate è del tutto arbitraria e non risponde né alle sue parole né al suo pensiero”.
La nota pubblicata in sei lingue: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese vuole fare definitivamente chiarezza sul malinteso che si è creato in occasione della pubblicazione del libro-intervista di Benedetto XVI Luce del mondo.
Secondo la nota della Congregazione vaticana “sono state diffuse diverse interpretazioni non corrette, che hanno generato confusione sulla posizione della Chiesa cattolica riguardo ad alcune questioni di morale sessuale”. Infatti secondo alcuni nel libro si potevano leggere aperture del Pontefice all’uso del preservativo.
Invece no. Il pensiero di Benedetto XVI, riferisce lo scritto della Congregazione vaticana, “è stato strumentalizzato per scopi e interessi estranei al senso delle sue parole, che risulta evidente qualora si leggano interamente i capitoli dove si accenna alla sessualità umana”.
Mentre, prosegue la nota, è evidente l’interesse del Pontefice “ritrovare la grandezza del progetto di Dio sulla sessualità, evitandone la banalizzazione oggi diffusa”.
Alcune interpretazioni hanno dunque riportato il pensiero del Papa “come affermazioni – si legge ancora – in contraddizione con la tradizione morale della Chiesa, ipotesi che taluni hanno salutato come una positiva svolta e altri hanno appreso con preoccupazione, come se si trattasse di una rottura con la dottrina sulla contraccezione e con l’atteggiamento ecclesiale nella lotta contro l’Aids”.
Dunque le parole di Benedetto XVI in riferimento “ad un comportamento gravemente disordinato quale è la prostituzione non sono una modifica della dottrina morale né della prassi pastorale della Chiesa. Come risulta dalla lettura della pagina in questione, il Santo Padre non parla della morale coniugale e nemmeno della norma morale sulla contraccezione”.
E dunque “l’idea che dalle parole di Benedetto XVI si possa dedurre che in alcuni casi sia lecito ricorrere all’uso del profilattico per evitare gravidanze indesiderate è del tutto arbitraria e non risponde né alle sue parole né al suo pensiero”.
Il documento della Congregazione inoltre illustra il pensiero del Pontefice sia sulla diffusione del virus Hiv sia sull’uso del profilattico: “occorre rilevare che la situazione creatasi a causa dell’attuale diffusione dell’Aids in molte aree del mondo ha reso il problema della prostituzione ancora più drammatico. Chi sa di essere infetto dall’Hiv e quindi di poter trasmettere l’infezione, oltre al peccato grave contro il sesto comandamento ne commette anche uno contro il quinto, perché consapevolmente mette a serio rischio la vita di un’altra persona, con ripercussioni anche sulla salute pubblica. In proposito il Santo Padre afferma chiaramente che i profilattici non costituiscono ‘la soluzione autentica e morale’ del problema dell’Aids e anche che ‘concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità’, perché non si vuole affrontare lo smarrimento umano che sta alla base della trasmissione della pandemia. È innegabile peraltro che chi ricorre al profilattico per diminuire il rischio per la vita di un’altra persona intende ridurre il male connesso al suo agire sbagliato. In questo senso il Santo Padre rileva che il ricorso al profilattico ‘nell’intenzione di diminuire il pericolo di contagio, può rappresentare tuttavia un primo passo sulla strada che porta ad una sessualità diversamente vissuta, più umana’.
S. S.
22 dicembre 2010
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Re: Il Profilattico e Il Papa
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Profilattico, il Papa ci ripensa: "Nessuna modifica"
Mercoledì 22 Dicembre 2010
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L'ex Sant'Uffizio ha diffuso una nota nella quale "chiarisce" il senso delle parole di Ratzinger, nel suo ultimo libro, a proposito dell'uso del profilattico: "Il Santo Padre strumentalizzato".
L'alzata di scudi dentro la Chiesa e negli ambienti cattolici più intransigenti a difesa dell'interpretazione più conservatrice della dottrina, hanno portato il Vaticano a quello che è stato definito un "chiarimento necessario". L'argomento è quello dell'uso del preservativo sul quale era sembrato, dalla lettura di un passaggio dell'ultimo libro di Benedetto XVI, che Ratzinger avesse fatto un'apertura, seppure in casi specifici.
In "Luce del mondo", Ratzinger intervistato da dice che "vi possono essere singoli casi giustificati (per l'uso del preservativo, ndr), ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico", prostituta che nella versione originale in tedesco era, invece, "prostituto", altro dettaglio ad avere suscitat un vespaio.
Ieri pomeriggio, però, l'Osservatore Romano ha pubblicato una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, scritta in sei lingue onde evitare fraintendimenti, nella quale si legge che le parole di Benedetto XVI sull'uso del profilattico per la prevenzione della trasmissione dell'Aids "non sono una modifica della dottrina morale né della prassi pastorale della Chiesa".
Quindi quella che era stata letta come un'apertura in realtà non lo è affatto. Anzi. L'ex Sant'Uffizio, di cui Ratzinger è stato a capo per ben 24 anni, sollecitato perfino dal biografo di Giovanni Paolo II George Weigel, ha chiarito definitivamente la posizione del Papa. Che poi è quella che conosciamo da sempre, ovvero condanna assoluta dell'uso del preservativo, sia come anticoncezionale che come barriera contro il contagio dell'HIV.
Conclude, la nota della Congregazione che il Pontefice si riferiva nel libro non alla "morale coniugale" e nemmeno alla "norma morale sulla contraccezione". Ma "ad un comportamento gravemente disordinato quale è la prostituzione". Con un rilievo: il Papa "non di rado è stato strumentalizzato per scopi e interessi estranei al senso delle sue parole".
Profilattico, il Papa ci ripensa: "Nessuna modifica"
Mercoledì 22 Dicembre 2010
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L'ex Sant'Uffizio ha diffuso una nota nella quale "chiarisce" il senso delle parole di Ratzinger, nel suo ultimo libro, a proposito dell'uso del profilattico: "Il Santo Padre strumentalizzato".
L'alzata di scudi dentro la Chiesa e negli ambienti cattolici più intransigenti a difesa dell'interpretazione più conservatrice della dottrina, hanno portato il Vaticano a quello che è stato definito un "chiarimento necessario". L'argomento è quello dell'uso del preservativo sul quale era sembrato, dalla lettura di un passaggio dell'ultimo libro di Benedetto XVI, che Ratzinger avesse fatto un'apertura, seppure in casi specifici.
In "Luce del mondo", Ratzinger intervistato da dice che "vi possono essere singoli casi giustificati (per l'uso del preservativo, ndr), ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico", prostituta che nella versione originale in tedesco era, invece, "prostituto", altro dettaglio ad avere suscitat un vespaio.
Ieri pomeriggio, però, l'Osservatore Romano ha pubblicato una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, scritta in sei lingue onde evitare fraintendimenti, nella quale si legge che le parole di Benedetto XVI sull'uso del profilattico per la prevenzione della trasmissione dell'Aids "non sono una modifica della dottrina morale né della prassi pastorale della Chiesa".
Quindi quella che era stata letta come un'apertura in realtà non lo è affatto. Anzi. L'ex Sant'Uffizio, di cui Ratzinger è stato a capo per ben 24 anni, sollecitato perfino dal biografo di Giovanni Paolo II George Weigel, ha chiarito definitivamente la posizione del Papa. Che poi è quella che conosciamo da sempre, ovvero condanna assoluta dell'uso del preservativo, sia come anticoncezionale che come barriera contro il contagio dell'HIV.
Conclude, la nota della Congregazione che il Pontefice si riferiva nel libro non alla "morale coniugale" e nemmeno alla "norma morale sulla contraccezione". Ma "ad un comportamento gravemente disordinato quale è la prostituzione". Con un rilievo: il Papa "non di rado è stato strumentalizzato per scopi e interessi estranei al senso delle sue parole".
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