Linea dura della Bocconi contro le aggressioni omofobe in ateneo
Linea dura della Bocconi contro le aggressioni omofobe in ateneo
Il consiglio di facoltà ha deciso di sospendere per un anno intero l’autore delle scritte e degli insulti che tre mesi fa hanno preso di mira gli iscritti all’associazione Best (Studenti Bocconi Equal Students).
«Lo studente responsabile è stato identificato, sottoposto a provvedimento disciplinare e portato avanti al consiglio di facoltà», ha fatto sapere ai membri dell’associazione il consigliere delegato della Bocconi Bruno Pavesi.
Una decisione senza precedenti, quella presa dall’ateneo, dettata dalle regole dell’Honor Code introdotto da circa un anno in via Sarfatti. E una decisione che arriva quasi in contemporanea con la bocciatura della legge contro l’omofobia alla Camera.
Una coincidenza, questa, che non è sfuggita ai ragazzi del Best che hanno visto il provvedimento dell’università come «un messaggio di speranza agli studenti bocconiani e non solo» arrivato dopo il «voto circa le pregiudiziali di incostituzionalità in relazione al ddl».
Gli studenti dell’associazione, in merito alla decisione presa, si dichiarano «soddisfatti delle misure prese da parte dell’Università Bocconi contro l’individuo in questione e si augurano che procedimenti come questo non debbano più ripetersi».
Gli episodi a cui si riferisce il provvedimento sono due. A Maggio un ragazzo dell’associazione era stato aggredito verbalmente e minacciato mentre cercava di evitare che strappassero i suoi manifesti, al quarto piano di via Sarfatti. Dopo un paio di settimane, alcuni poster del Best sono stati trovati imbrattati con scritte inneggianti all’olocausto: ’i froci si curano a Zyklon b’ e ’l’hiv la vostra punizione’.
Le indagini della commissione — effettuate anche attraverso l’osservazione dei nastri delle telecamere a circuito chiuso — hanno portato all’individuazione di un unico responsabile per entrambi i casi.
Bocche cucite sulla sua identità, ma la punizione è stata tra le più dure: sospensione per un anno dall’Università con conseguente perdita delle sessioni di esami.
Il regolamento a cui hanno fatto riferimento i commissari parla chiaro. Tra le tipologie di comportamenti sanzionabili previsti dal codice d’onore c’è infatti il «causare un pregiudizio o un pericolo di pregiudizio all’incolumità fisica o morale di altre persone».
Ergo, le offese e le aggressioni omofobe non sono comportamenti che possono essere tollerati dall’ateneo. Adesso l’aggressore non soltanto non potrà dare esami per un anno, ma porterà nel suo curriculum una macchia indelebile: tutte le sanzioni disciplinari sono infatti registrate nella carriera scolastica dello studente e vengono trascritte nei fogli di congedo e in sede di determinazione del voto finale di laurea.
Non è la prima volta che l’ateneo ricorre a provvedimenti disciplinari. Sanzioni più leggere sono state comminate a chi è stato sorpreso a copiare esami o tesi di laurea, ma anche a chi ha avuto comportamenti che non avevano a che fare con la didattica.
Come quando alcuni studenti norvegesi sono stati puniti per aver sfasciato le stanze di un pensionato studentesco dopo essersi ubriacati. Oppure come quando i frequentanti di un corso extracurriculare di etica sono stati colti sul fatto mentre si firmavano le presenze obbligatorie, per coprirsi le assenze a vicenda.
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«Lo studente responsabile è stato identificato, sottoposto a provvedimento disciplinare e portato avanti al consiglio di facoltà», ha fatto sapere ai membri dell’associazione il consigliere delegato della Bocconi Bruno Pavesi.
Una decisione senza precedenti, quella presa dall’ateneo, dettata dalle regole dell’Honor Code introdotto da circa un anno in via Sarfatti. E una decisione che arriva quasi in contemporanea con la bocciatura della legge contro l’omofobia alla Camera.
Una coincidenza, questa, che non è sfuggita ai ragazzi del Best che hanno visto il provvedimento dell’università come «un messaggio di speranza agli studenti bocconiani e non solo» arrivato dopo il «voto circa le pregiudiziali di incostituzionalità in relazione al ddl».
Gli studenti dell’associazione, in merito alla decisione presa, si dichiarano «soddisfatti delle misure prese da parte dell’Università Bocconi contro l’individuo in questione e si augurano che procedimenti come questo non debbano più ripetersi».
Gli episodi a cui si riferisce il provvedimento sono due. A Maggio un ragazzo dell’associazione era stato aggredito verbalmente e minacciato mentre cercava di evitare che strappassero i suoi manifesti, al quarto piano di via Sarfatti. Dopo un paio di settimane, alcuni poster del Best sono stati trovati imbrattati con scritte inneggianti all’olocausto: ’i froci si curano a Zyklon b’ e ’l’hiv la vostra punizione’.
Le indagini della commissione — effettuate anche attraverso l’osservazione dei nastri delle telecamere a circuito chiuso — hanno portato all’individuazione di un unico responsabile per entrambi i casi.
Bocche cucite sulla sua identità, ma la punizione è stata tra le più dure: sospensione per un anno dall’Università con conseguente perdita delle sessioni di esami.
Il regolamento a cui hanno fatto riferimento i commissari parla chiaro. Tra le tipologie di comportamenti sanzionabili previsti dal codice d’onore c’è infatti il «causare un pregiudizio o un pericolo di pregiudizio all’incolumità fisica o morale di altre persone».
Ergo, le offese e le aggressioni omofobe non sono comportamenti che possono essere tollerati dall’ateneo. Adesso l’aggressore non soltanto non potrà dare esami per un anno, ma porterà nel suo curriculum una macchia indelebile: tutte le sanzioni disciplinari sono infatti registrate nella carriera scolastica dello studente e vengono trascritte nei fogli di congedo e in sede di determinazione del voto finale di laurea.
Non è la prima volta che l’ateneo ricorre a provvedimenti disciplinari. Sanzioni più leggere sono state comminate a chi è stato sorpreso a copiare esami o tesi di laurea, ma anche a chi ha avuto comportamenti che non avevano a che fare con la didattica.
Come quando alcuni studenti norvegesi sono stati puniti per aver sfasciato le stanze di un pensionato studentesco dopo essersi ubriacati. Oppure come quando i frequentanti di un corso extracurriculare di etica sono stati colti sul fatto mentre si firmavano le presenze obbligatorie, per coprirsi le assenze a vicenda.
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